Tuttavia…
— Colonnello — dissi, — guardiamo i fatti. Fatto uno: non importa che razza di armi abbia questa gente, visto che non possono usarle sul nostro territorio. Il solo modo in cui potrebbero farlo sarebbe attraverso un portale, e una delle ragioni per cui siamo venuti qui è di precludere loro la possibilità di costruirne uno.
— Ci erano vicini — commentò uno degli aiutanti.
— Avrebbero potuto realizzarlo in poco tempo — dissi. — E una volta giunti se non altro alla teoria, avrebbero avuto la risposta a parecchie domande. Non potevamo correre questo rischio. Adesso abbiamo preso la Base, e questo toglie loro la possibilità di reagire contro di noi… qualunque cosa facciamo.
Il colonnello mi fissò duramente, poi riuscì a fare un sorrisetto. — Siete un buon collega e un amico, DeSota — disse, e diede un colpetto a una tazzina vuota con un’unghia. La porcellana risuonò come una campanella. Cinese autentica.
Avrei voluto lasciar cadere lì la discussione. Il colonnello non aveva tutti i torti, eppure era nel torto: la facilità con cui avevamo preso Sandia non era un puro caso, a parte la sentinella che aveva avuto un braccio rotto perché uno degli uomini di Selikovitz era stato un po’ troppo deciso nel disarmarla. Se avessimo fatto un’incursione nella Casa Bianca ci sarebbe stato non poco sangue. D’altra parte…
D’altra parte le possibilità che potevano verificarsi erano troppe perché riuscissi a ipotizzare una previsione. Le armi che aveva questa gente! Se avessimo potuto portarci via un sottomarino atomico… o un po’ di quei missili Cruise…
Ma da quella parte del portale non avevamo il potere e la capacità tecnica di occuparci di roba così voluminosa. Per i disegni e i progetti era un altro discorso, certo. E anche per gli armamenti che fosse possibile smontare. Però presto o tardi i russi sarebbero riusciti a infiltrare qualcuno nel nostro «scavo archeologico», e se avessero sentito l’odore di armi nuove…
— Maggiore? — Il soldato semplice che aveva servito in tavola era rientrato con alcuni dispacci. — Questi sono arrivati mentre lei pranzava — disse, distribuendoli.
— Grazie — annuii e non potei trattenere un sorriso. Per me ce n’era uno solo, ma si trattava di un TWX del Presidente degli Stati Uniti!
Diceva:
In nome del popolo americano, io attribuisco a lei ed a tutti gli ufficiali e agli uomini di truppa del 456° Distaccamento Speciale l’encomio solenne e A.U.S. per meriti di servizio e dedizione al dovere.
Girai attorno un’occhiata, senza riuscire a trattenere un ampio sogghigno. Non importa che tutti gli altri stessero sorridendo… avevano ricevuto anch’essi il loro encomio, senza dubbio. E non m’importava che il Presidente forse (anzi, c’era da scommetterlo!) non aveva scritto il messaggio di suo pugno. Quello non conosceva neanche il mio nome, dunque la cosa proveniva dal Ministero della Difesa, naturalmente. Non m’importava neanche che il Presidente fosse quello smidollato che era… e poteva star certo che non avevo mai votato per lui. Per me era lo stesso! Un encomio fatto dal Presidente avrebbe impreziosito non poco il mio Fascicolo 201. E c’era dell’altro. Sei medaglie! Una Legione al Merito per me. Una Stella di Bronzo per la sergente Sambok. E quattro altre che era mia facoltà assegnare a chi credevo meglio.
Quella era stata un’ottima mattinata di lavoro, dunque, e l’unica cosa seccante era che Bill Selikovitz aveva avuto più di quel che avevamo avuto noialtri. Adesso s’era accigliato per qualcosa che l’ordinanza gli stava mormorando all’orecchio, e quando rialzò lo sguardo fu verso di me. — Dom? Una mia pattuglia ha appena pescato uno dei tuoi ragazzi. Stava facendo ritorno alla base a novanta miglia all’ora, su un’auto rubata, e con un’auto della polizia di Albuquerque all’inseguimento. Il soldato semplice Dormeyer. Se l’era squagliata in città senza permesso, e sembra che abbia tentato d’ammazzare un civile.
La persona che volevo era la sergente Sambok, perché conosceva l’intero distaccamento. Non potei farla chiamare: era sull’altro lato del portale, di scorta ai prigionieri, e a causa di non so che disfunzione tecnica il portale era stato disattivato.
La persona che ebbi fu perciò la mia aiutante, la sottotenente Mariel, fresca del corso OCS e utile all’incirca quanto lo sarebbe una seconda coda a una vacca. Mi stava aspettando in ufficio. — Che cosa… cosa dobbiamo fare adesso? — disse, muovendosi verso la porta, e si ricordò di aggiungere: — Signore?
— Dobbiamo risolvere questa faccenda — brontolai. — Dannazione, sottotenente! Quel che volevo è che Dormeyer fosse riportato indietro senza alzare tanta polvere!
— Non sono riusciti a trovarlo — si giustificò, a disagio. — Ho mandato i soldati semplici Weimar e Milton all’indirizzo di casa sua, ma là non c’era. E… lei sa, signore, che la città è sottosopra, data la presenza delle nostre truppe che piantonano tutti i punti strategici, mentre ancora nessuno sa se il nemico sta per…
— Si risparmi le scuse, sottotenente — la zittii. Avevo dimenticato che Dormeyer era un ragazzo del posto, nella nostra linea temporale. Questo era male. Si suppone che un comandante conosca le sue truppe. — Si suppone che un aiutante di campo conosca le sue truppe — le dissi. — Dormeyer ha fatto qualcosa di sospetto, prima di squagliarsela?
— Nossignore! Non che io sappia, signore. Un mese fa ha avuto sette giorni di licenza, signore… sua moglie era stata uccisa in un incidente d’auto. Io ho suggerito di non inserirlo nella truppa d’assalto, visto che aveva saltato l’addestramento, ma lei disse di adibirlo a…
— Me lo porti qui — dissi. — Voglio parlare con lui. No, aspetti un minuto… prima mi faccia parlare col poliziotto.
Questa non mi ci voleva. Non intendevo rischiare che mi ritirassero l’encomio. E non volevo che il vecchio Generale Facciaditopo Magruder sollevasse un vespaio di interrogativi solo perché un figlio d’un cane di un soldato semplice s’era messo nei guai. L’unica cosa con cui potevo consolarmi era che Bill Selikovitz aveva rimesso l’intera faccenda nelle mie mani. Non ci sarebbe stato niente di scritto…
Purché avessi potuto manovrarla a dovere. E quando vidi l’agente Ortiz seppi che forse ce l’avrei fatta. Era un polizitto anzianotto, grande e grosso, con un berrettuccio da Orso Yoghi che sembrava essergli cresciuto in capo. Entrò nell’ufficio guardandosi attorno come fosse stato il suo. — Mai stato qui prima d’ora, maggiore — fu il suo saluto. — Penso si renda conto che ci sono un sacco di domande che ci facciamo, su quello che voialtri ragazzi state combinando, eh?
Se non altro non s’era precipitato dentro sputando fuoco e chiedendo che gli venisse consegnato il criminale. Gli strinsi la mano e non gliela mollai, intanto che gli parlavo da uomo a uomo: — L’avevo immaginato, sicuro. Ma capisce anche lei che quelli che si danno d’attorno, come voi e me, hanno da eseguire gli ordini che vengono dall’alto, senza stare a domandare perché e percome. Gradisce un sigaro?
Quando ne prese due vidi che la chiacchierata sarebbe andata nella direzione giusta. M’ero già preparato a sentirgli tirare in ballo le leggi locali, la sua giurisdizione, o altri argomenti che mi avrebbero impedito di provvedere con le mie mani a quel disgraziato imbecille di Dormeyer. Non ebbi bisogno di preoccuparmi oltre. Ortiz era assuefatto a trattare con chi teneva le redini del potere. S’era fatto vent’anni nell’esercito, aveva visto di tutto e aveva imparato a prendere le cose come venivano. Disse d’aver ricevuto una chiamata radio mentre pattugliava in auto un quartiere di Albuquerque che le nostre truppe non s’erano prese la briga di piantonare, e che s’era precipitato all’abitazione di Mr. e Mrs. Herbert Dingman. Entrato lì aveva trovato che i due erano fuori casa. C’era invece la loro figlia Gloria in stato chiaramente isterico, mentre il fidanzato della ragazza, Mr. William Penderby, giaceva svenuto sul letto di lei. In mutande. A quanto pareva, il soldato semplice Dormeyer aveva cercato di strangolarlo. Non si trattava comunque di una faccenda seria. Ciò che aveva fatto incavolare l’agente Ortiz era che, tornando fuori dalla porta, aveva trovato Dormeyer al volante dell’auto della ragazza, e ancor prima d’aver capito che era lui l’uomo da arrestare l’aveva visto dare gas e filarsela a rotta di collo verso la Base. No, brontolò poi, non aveva voglia di ciondolare attorno mentre io facevo il terzo grado al delinquente. Solo, non avevo nulla in contrario se dava un colpo di telefono allo sceriffo per fargli sapere dove si trovava?