Saul incrociò le gambe, si lisciò i calzoni, visibilmente a disagio. Carl si rese conto che quell'uomo doveva aver avuto spesso incontri come questo, ed era attento alle emozioni represse che potevano esplodere da qualsiasi percell.
— Mi… mi dispiace per quello che ho detto — mormorò.
Saul annuì in silenzio. Anche lui tratteneva i suoi sentimenti dietro la diga delle sue labbra serrate.
Gli occhi di Virginia traboccavano. — Tu… potresti essere…
Carl vide che avrebbe voluto dire Anche tu sei mio padre, ma non riusciva a trovare nessun modo per esprimere la complessa combinazione di emozioni che provava. Saul aveva contribuito a dare la vita a migliaia di bambini che sarebbero stati menomati, uccisi, storpiati. Quegli anni non potevano venir dimenticati, salvo che dalla ragliante, sospettosa maggioranza della Terra colma di odio.
Quella stessa gente che aveva ucciso Percell, come se avessero personalmente premuto la canna del revolver calibro 32 contro la sua tempia. Era stato lo stesso Simon Percell a schiacciare il grilletto spinto a una crisi depressiva a causa di quello che adesso risultava, con tutta ovvietà, un errore inevitabile.
Un errore nella modificazione renale ereditaria aveva ucciso un intero stock di bambini programmati. Cosa ancora peggiore, essi non erano morti fino all'età di tre anni, dopo che il male li aveva colpiti all'improvviso.
La vista di tanti bambini che si torcevano nell'agonia, la pelle ingiallita e raggrinzita, le funzioni dei reni e del fegato improvvisamente cessate, era stata una tortura. I bigotti dei mezzi di comunicazione avevano diffuso quelle immagini in tutto il globo. Il crescente coro del pubblico contro di lui, la minaccia di venir legalmente perseguito, e gli improvvisi tagli dei finanziamenti destinati alla sua ricerca, tutto questo era stato troppo per un uomo che imponeva a se stesso gli standard più alti. Carl si riscosse. Era ancora così facile ridestare i ricordi. Sua madre che moriva miserevolmente. Gli anni di attesa per vedere se anche lui avrebbe mostrato i sintomi. La liberazione finale, quando aveva saputo di essere a posto e che gli sarebbe stato possibile andare nello spazio con una fedina genetica pulita. Quei ricordi lasciavano ancora in lui un segno profondo.
— Io… senti, lascia che ti offra un altro drink — disse Carl, con voce esitante.
— Ma sicuro — annuì Saul con un sorriso incerto.
— Forse una partitina a scacchi più tardi?
— Certamente! — esclamò Saul con entusiasmo. — Questa volta, lotta senza quartiere. Difenderò l'onore della gente normale. — Tutti scoppiarono a ridere. Poi Saul sternuti.
Sia Carl che Virginia sussultarono leggermente. Sorrisero tutti. La tensione era sfumata.
— Oh, adesso — disse Saul, in tono cordiale, mettendo via il fazzoletto, — questa è una delle modifiche di Percell della quale accetto il merito. L'aver inserito a bella posta una soppressione della reazione istaminica. A me non serve a niente, ma voi gente non soffrite come me di fastidiosi raffreddori. Vi invidierò tutte le volte che Akio Matsudo libererà uno dei suoi dannati virus sfida!
Ma molti anni più tardi Carl si sarebbe ricordato molto bene di quella convulsa e sorprendente eruzione, la prima, ma certamente non l'ultima volta che aveva sentito l'esplosivo sternuto di Saul.
SAUL
Flash; WorldNet4: il Comitato Olimpico Internazionale, durante l'odierno incontro a Tokyo, ha ceduto alla pressione della Lega dell'Arco del Sole e ha votato l'esclusione delle persone geneticamente mutate, i cosiddetti 'percell', dalla partecipazione ai Giochi del 2064 a Lagos.
I membri del Blocco Progressista sono state le uniche nazioni a opporsi col loro voto alla proposta. I capi del Blocco, Danimarca, Hawaii, Indonesia, Texas e l'Unione del Vicino Oriente hanno dato gran rilievo alle loro obiezioni ritirandosi dalla competizione, che adesso promette di essere la più controversa dai discussi Giochi del 2036.
Il presidente del CIO, Asoka Barawayandre, ha dichiarato: — La decisione di questi particolari territori non rappresenta una grossa sorpresa. Hanno accolto un maggior numero di 'percell' come immigrati da paesi che non danno più il benvenuto a quella razza. Le loro squadre nazionali erano già compromesse da questi discutibili elementi.
I membri astenuti comprendevano la Grande Russia, gli Stati Uniti d'America, il Regno del Galles, la Georgia Sovietica e la Federazione della Diaspora.
Gli osservatori ritengono che sarà presentato ricorso alla Corte Mondiale.
Saul finì di leggere il tabulato e sollevò lo sguardo sull'uomo che gliel'aveva cacciato sotto il naso.
— Sprechi carta per stampare questa roba, Joao? Avresti potuto trasmetterlo via fax-veloce con altrettanta facilità sulla mia consolle.
Joao Quiverian era un uomo magro dal volto olivastro, con un indomabile ciuffo di capelli neri e un naso romano, aquilino, che pareva quasi una decorazione. L'uomo non si lasciò sviare dall'ironia bonaria di Saul. Insistette per avere una risposta.
— Tu avresti ignorato un fax-veloce. Voglio sapere subito cosa ne pensi di questo voto, Saul.
— Che importanza ha la mia opinione? — Saul scrollò le spalle. — Mi delude che la Diaspora si sia soltanto astenuta. Una federazione mondiale di popoli profughi dovrebbe prendere posizione su una cosa del genere. Ma stanno cercando con tanta foga di farsi accettare, che la cosa in realtà non mi sorprende. — Gli restituì il foglio. — Per il resto, direi che il mondo non si smentisce.
Era ovvio che la risposta non soddisfaceva Joao, il quale era stato nominato capo planetologo soltanto tre settimane prima, quando un incidente anomalo aveva ucciso il professor Lehman. Saul sapeva che quello doveva comunque essere un periodo di frustrazione per il brasiliano. Si trovava là, a poche dozzine di chilometri da una cometa davvero splendida, e gli ordini stabilivano che la scienza doveva lasciare il passo agli ingegneri e ai tecnici ancora per parecchie settimane.
Quiverian doveva affidarsi ad un aiuto part-time da parte di Saul e di pochi altri “cometologi dilettanti” che erano stati addestrati in quel campo come seconda specializzazione. Senza alcun dubbio aspettava con ansia il risveglio di alcuni dei dormienti delle chiatte per poter discutere di arcane questioni cometarie con suoi pari completamente accreditati.
Di solito Saul andava d'accordo con quell'uomo, fintanto che discutevano di questioni basilari concernenti l'antico sistema solare. Questa volta, però, Quiverian era di umore politico.
— Suvvia, Saul. Questa notizia dalla Terra è importante, una pietra miliare! Mi aspettavo di più da te. Una protesta indignata. Forse la dichiarazione che i percell sono esseri umani veri e propri.
Saul si trovava là, nel laboratorio di planetologia, per aiutare ad analizzare i delicati nuclei di ghiaccio che gli spaziali stavano riportando a bordo della Halley: gli era stato affidato quell'importante incarico di rincalzo per la sua esperienza di laboratorio. Non era venuto là per farsi punzecchiare da Quiverian. Arcuò il piede sinistro sotto il supporto della sedia. — Suvvia, Joao, tu volevi che esaminassi con te alcune inclusioni organiche. Diamo un'occhiata al campione.
Tese la mano per farsi passare il sottile tubo sigillato lungo due metri che il brasiliano aveva appoggiato su banco alle proprie spalle.
Ma Quiverian insisteva. — Nessuno dice che questi poveri mutanti siano inumani. Soltanto che sono stati un orribile errore. Non puoi biasimare i popoli della Terra, con le nazioni dell'Arco del Sole alla loro testa, perché esigono dei controlli.