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— Non so quanto mi fermerò e non indosso altro che quello che vede — rispose, sapendo perfettamente di essere stato controllato dai rivelatori alla ricerca di strumenti nascosti non appena era uscito dalla navetta.

— Molto bene, allora. Si goda la visita. — Guardando Clarity fece un sorriso completamente diverso. — Pensi che troveremo un alloggio adatto per il nostro giovanotto, mia cara?

— Credo di sì — riuscì a rispondere senza battere ciglio.

Vandervort si era alzata, e quel gesto era un congedo. — Si ricordi, giovanotto, che Clarity ha un contratto inscindibile a lungo termine, qui, ed ora che è di nuovo con noi non ho alcuna intenzione di lasciarla andare, volontariamente o in altro modo.

— Non ho alcuna intenzione di interrompere il mio lavoro qui, Amee.

— Sono lieta di sentirlo, mia cara. Conosco altri incentivi che spingono a viaggiare, oltre il denaro e la gloria, e non sono ancora tanto vecchia da aver dimenticato quanto siano potenti.

CAPITOLO NONO

Il giorno seguente Clarity tornò dai suoi compagni e colleghi. Quando udirono la storia, Flinx venne sommerso da un diluvio di strette di mano e pacche sulle spalle: tutti gli erano grati per quello che aveva fatto e lui sopportò con pazienza le loro manifestazioni di gratitudine.

Cercò di partecipare alle loro conversazioni, ma la terminologia tecnica era al di fuori del suo raggio di esperienza e di studi, mentre Clarity si trovava chiaramente nel suo elemento. Un uomo piccolo e scuro, perennemente in movimento, non molto più vecchio di Flinx, si presentò con il nome di Maxim. Il suo laboratorio era un'incredibile esposizione di piante senza clorofilla, alcune delle quali mobilissime. Maxim amava chiaramente il suo ruolo di insegnante e di guida turistica.

— Ancora non sappiamo con certezza se i funghi sono derivati dalle alghe o dai protozoi, ma su questo mondo ci sono dei genotipi che mandano a gambe all'aria molte delle nostre teorie tradizionali.

Flinx ascoltò con entusiasmo, come faceva sempre con ogni nuova informazione o conoscenza in cui si imbatteva. Il giro non si limitò solo ai laboratori e alle biblioteche, ma ci furono anche il tempo e i mezzi per rilassarsi. Spettacoli su disco o nastro, cibo servito individualmente. A volte persino degli spettacoli dal vivo che facevano il giro delle caverne delle varie compagnie. Tutto questo, pensava Flinx, per rendere la vita sotterranea il più gradevole e sopportabile possibile.

— È una magra consolazione — disse Clarity, — quando ti rendi conto che non puoi vedere né il sole né il cielo. Però la Coldstripe fa del suo meglio. Su Longtunnel siamo il gruppo di ricerca meglio attrezzato. Gli altri sono piccoli e appena agli inizi e la maggior parte svolge lavoro di ricerca pura. Noi siamo finora i soli ad aver prodotto qualcosa che possa essere commercializzato. La casa di Sometra ci sta provando, ma per ora non hanno ancora attrezzature per la produzione. Quando i Cubi Saporiti si aggiungeranno al Verdidion sul mercato, tutti smetteranno di chiedere dov'è Longtunnel. Il nostro progetto prevede di esportare direttamente attraverso Thalia Maggiore. Ma non credo che ti interessino molto le questioni economiche.

— A me interessa tutto — rispose lui calmo.

Guardarla nel suo laboratorio era un'esperienza affascinante. Mentre lavorava, si operava in lei una completa trasformazione. Scomparivano i sorrisi, tacevano le risate e Clarity diventava tutta professionalità e attenzione mentre cercava di analizzare la struttura genetica di qualche nuovo fungo o mangiatore di sulfuri.

Raramente lavorava con campioni vivi: quello era un compito che veniva lasciato ai chirurghi e ai manipolatori. La sua carriera e il suo lavoro erano circoscritti ai confini di un sofisticatissimo elaboratore-simulatore con uno schermo venti per venti, e una banca dati in linea di parecchi milioni di megabyte. Senza mai toccare una cellula vivente, poteva fare a pezzi il più complesso organismo per poi rimetterlo insieme con un semplice tocco e poteva, in poche ore, ricostruire un intero schema evolutivo. Solo dopo che una possibile ricombinazione era stata controllata e simulata infinite volte, veniva poi finalmente provata su un organismo vivente.

Guardarla era affascinante e inquietante al tempo stesso… perché era fin troppo facile per Flinx immedesimarsi in quelle creature inferiori i cui codici genetici venivano manipolati come i cubetti per bambini, anche se si trattava di forme di vita semplici come i funghi o le lumache. Perché era fin troppo facile per lui immaginare un gruppo di sconosciuti senza volto chini su attrezzature simili, che spostavano le molecole del DNA con minuscole sonde elettroniche, inserendo proteine e rimuovendo geni. Perché era fin troppo facile per lui visualizzare se stesso nel prodotto di quel lavoro privo di emozioni.

Clarity lo inquietava in un modo completamente diverso. Per qualcuno che aveva poco tempo prima giurato di non lasciarsi più coinvolgere nei problemi dell'umanità frivola e senza cuore, l'attrazione che provava nei confronti del giovane ingegnere genetico era incredibilmente forte. E lei aveva già di buon grado dimostrato quanto si sentisse attratta da lui.

Osservarla assieme ai colleghi era una cosa che lo deliziava. Quando lavorava, Clarity non era più la donna esausta e terrorizzata che lui aveva salvato dalla giungla dell'Ingre, ma sembrava invece molto più matura e sicura di sé.

La loro relazione aveva cominciato ad assestarsi. Non che lei fosse diventata fredda nei suoi confronti, anzi in sua compagnia era rilassata come non mai. Ma da quando aveva riacquistato la fiducia in se stessa, era subentrato un distacco lieve ma salutare. Flinx non dubitava di quale sarebbe stata la sua risposta se avesse cercato di spingere le cose: era fin troppo evidente nel suo sguardo, nella sua voce. Semplicemente, non dipendeva più da lui per la sua sopravvivenza. Era meglio così, si disse Flinx.

Sfortunatamente, però, mentre in lei la fiducia e la sicurezza in se stessa si facevano più marcate, in Flinx avveniva il fenomeno opposto. Mentre da un punto di vista intellettuale egli era uguale se non superiore a tutte le sue conoscenze maschili, da un punto di vista di relazioni sociali, aveva invece meno esperienza di qualunque normale ragazzo di diciannove anni.

Be', era sempre stato un solitario e probabilmente avrebbe continuato ad esserlo. La seguiva durante i suoi giri e il suo lavoro, accontentandosi dei pochi momenti in cui potevano parlare di altre cose. Clarity era sprofondata in qualcosa che veniva chiamato muffa Sued. Era una specie di incrocio tra un fungo e una gelatina. La muffa in se stessa non aveva alcun impiego, ma le sue spore avevano il profumo di trifoglio appena colto. Fatto ancor più importante, quando veniva applicata nel modo giusto, la polvere aveva la proprietà di coprire completamente l'odore di un corpo umano. L'effetto durava solo alcune ore.

Se Clarity e i suoi colleghi fossero stati in grado di ricostruire la muffa per produrre delle spore il cui effetto deodorante durasse venti ore, o meglio, due o tre giorni, avrebbero ottenuto un nuovo prodotto cosmetico sicuramente competitivo sul mercato del Commonwealth. I test indicavano che le spore erano innocue e prive di effetti collaterali, poiché si trattava di un prodotto naturale, al contrario di molti deodoranti che contenevano metalli potenzialmente pericolosi quando venivano assorbiti dal corpo umano. Clarity l'aveva sperimentato su se stessa, senza effetti nocivi.

La ragazza distolse lo sguardo dal simulatore. — Non molto affascinante, vero? Impiegare tutte le risorse della moderna ingegneria genetica per risolvere il problema degli odori corporei. Amee sostiene che qualche volta i prodotti che rendono di più sono quelli che riguardano i problemi più semplici.

«Derek e Hing stanno lavorando su di un'altra muffa che si presenta in forma semiliquida e che è in grado di metabolizzare composti chimici tossici, trasformandoli in fertilizzanti. Se il tasso metabolico naturale può essere accelerato e aumentato a basso prezzo e in quantità sufficiente, potremmo spargerlo sulle discariche di rifiuti di mezzo Commonwealth. Immagina di poter essere in grado di trasformare, letteralmente, un veleno in un frutto appetitoso. Rifiuti e acque di scolo… ecco di cosa ci occupiamo in realtà qui.