— Che ne è stato di loro? Da quel che ricordo, l'ultimo è stato preso e rinchiuso o gli è stato fatto il lavaggio del cervello molto tempo fa.
— Non tanto tempo fa. Non quanto indicano le fonti ufficiali. Gli ultimi sono rimasti in attività fino a qualche anno addietro. — La fissò con uno sguardo strano. — Come ingegnere genetico legittimato, immagino che tu disapprovi più di qualunque cittadino medio il loro operato.
— Certo, assolutamente. I particolari del loro lavoro non furono mai resi pubblici. Il governo mantenne tutto quanto il più possibile sotto silenzio, ma essendo nel campo, durante i miei studi ho avuto accesso a spizzichi e bocconi di informazioni che hanno superato la rete di sicurezza. So che cosa fecero i Meliorare, o quello che cercavano di fare. Stavano replicando le barbarie del ventesimo secolo prima dell'Amalgamazione solo su scala molto più vasta.
«Ora sono solo storia passata. I Meliorare erano criminali con conoscenze scientifiche. Nulla del loro lavoro riuscirebbe mai ad entrare nelle pubblicazioni legali di ingegneria genetica. Il governo ha ordinato il sequestro su ogni cosa».
— Vero. L'unico problema che non furono in grado di risolvere fu che, mentre potevano mettere sottochiave tutte le ricerche del Meliorare, non potevano fare la stessa cosa per i risultati dei loro esperimenti. Oh, sono riusciti a ritrovarli quasi tutti, hanno curato quelli che si potevano curare, hanno posto fine alle miserie di coloro che non avevano più alcuna speranza di condurre una vita normale. Ma non li hanno trovati tutti. Almeno uno dei soggetti sperimentali delle ricerche dei Meliorare è arrivato all'età adulta senza tradirsi o manifestare seri squilibri. Possono essercene anche molti altri. Nessuno lo sa. Neppure la Chiesa.
— Non ero a conoscenza di questo fatto. Il rapporto finale sulla faccenda, che è materia di lettura nelle storie dell'ingegneria genetica, dice che gli ultimi membri della Società vennero presi e trattati anni fa e che tutto il loro lavoro era stato ritrovato.
— Non tutto — la corresse Flinx. — Non hanno preso tutti. — I suoi occhi non la lasciavano un istante. — Non hanno preso me.
Pip si era finalmente sistemata su un corrimano lì vicino e Scrap si era allontanato da Clarity per stare vicino alla madre. Era confuso e spaventato dallo scoppio emotivo di Flinx, e Pip gli permise di rifugiarsi sotto un'ala.
Clarity fissò il giovane che all'improvviso si era allontanato da lei. Alla fine sorrise, ma fu un sorriso incerto, pieno di tensione.
— Che cosa stai dicendo? “Non hanno preso me”. Non sei abbastanza vecchio per essere stato un membro della Società, neppure nei suoi ultimi periodi.
Questa volta fu il sorriso di Flinx ad essere privo di allegria. — Ti ho detto che non capisci nulla. Non ero un membro della società. Io sono uno degli esperimenti. Buffo, vero? Sembro normale.
— Tu sei normale — rispose lei convinta. — Tu sei più normale di chiunque abbia mai conosciuto. Riservato, certo. Ma questo è un altro segno di normalità.
— Non sono riservato: sono cauto. Mi vesto di ombre per nascondermi, mi tengo nell'oscurità, cercando di non lasciare neppure ricordi dietro di me.
— Nel mio caso non ci sei certo riuscito. Flinx, non stai parlando seriamente. Non hai alcun modo per saperlo con sicurezza.
— Mi trovavo su Moth quando gli ultimi membri della Società combatterono contro le autorità ed entrambi i gruppi si mandarono all'inferno reciprocamente. Stavano combattendo per me. Ma io non sono saltato in aria, sono fuggito. — Non le raccontò in che modo era fuggito, perché lui stesso non aveva idea del come e pensarci lo turbava ancora.
Gli occhi di lei lo scrutavano, senza dubbio per cercare la fronte sporgente, le dita in più, o qualunque altra manifestazione fisica delle possibili mutazioni a cui stava alludendo, pensò Flinx sarcastico. Non avrebbe trovato nulla. I mutamenti del suo corpo erano stati introdotti quando ancora era nel grembo materno. Solo lui credeva che fossero visibili.
— Io non sono nato, Clarity, sono stato costruito. Costruito, concepito da un computer progettista. — Si batté sulla tempia. — Quello che c'è qui è una perversione della natura. Io sono solo un'ipotesi che funziona. Le persone che mi hanno pensato sono morte o hanno subito il lavaggio del cervello, così non esiste più nessuno che sappia che cosa avevano cercato di fare di me.
«Naturalmente sono illegale come i membri della Società. Colpevole per nascita invece che per associazione. Se le autorità scoprissero cosa sono, mi metterebbero sotto tutela e comincerebbero a fare esperimenti. Se scoprissero che sono innocuo e posso essere dichiarato normale, potrebbero lasciarmi libero. In caso contrario…»
— Non puoi esserne certo, Flinx. Non importa quello che hai visto, quello che sei venuto a sapere, quello che ti hanno detto, non hai modo di esserne sicuro.
Ma lui vide che, oltre ad averla sconvolta, la sua confessione l'aveva anche resa incerta. Il suo atteggiamento nei suoi confronti era ancora pieno di aspettativa, ancora affettuoso, ma più ponderato, ora. Le emozioni incontrollate stavano svanendo sotto il peso delle domande che lui le aveva instillato nella mente. Si vergognava di spiare così i sentimenti della ragazza, ma non avrebbe potuto evitare di farlo neppure se avesse voluto. Lei non era più sicura dell'uomo che aveva di fronte. La semplicistica lente attraverso la quale lo aveva guardato fino a quel momento era comunque infranta. E insieme se n'era andato qualcosa che lui temeva di aver perduto per sempre.
Ma non aveva avuto altra scelta. Era importante che lei potesse ritrarsi, che sapesse con quale scherzo di natura avesse a che fare. Perché lui era stato sul punto di innamorarsi perdutamente di lei e non era nella posizione di poterselo permettere. E probabilmente non lo sarebbe mai stato.
— Flinx, non so cosa pensare di quello che mi hai appena detto. Non so come posso crederci, anche se è ovvio che tu ci credi. Tutto quello che so con certezza, è che tu sei buono, gentile e comprensivo. Questa non è una cosa su cui devo pormi delle domande. L'ho visto, l'ho provato. Non credo che nulla di tutto ciò fosse… — esitò prima di pronunciare la parola, — … stato programmato in te prima della tua nascita. Quelle caratteristiche fanno parte della tua personalità e sono quelle che mi hanno attratto in te.
Era convinta di quello che diceva, Flinx lo sapeva. Era una dimostrazione di affetto sincera e senza remore, e questo lo fece tremare.
— Tutti abbiamo dei problemi — proseguì Clarity. — Se c'è anche solo qualcosa di vero in ciò che dici, allora chi meglio di me può capire e aiutarti?
— Tu non hai idea di quello che potrei fare — la ammonì. — Non lo so neppure io. Invecchiando, mi accorgo di cambiare e non sto riferendomi al passaggio dell'adolescenza. È una cosa molto più profonda. È una cosa fisica… qui. — Si toccò di nuovo la tempia.
— Cambiare come?
— Non lo so, non sono in grado di dirlo, è impossibile descriverlo. C'è solo la sensazione che qualcosa di importante stia avvenendo in me. Qualcosa che non posso controllare. Una volta credevo di sapere di che cosa si trattasse, credevo che fosse qualcosa che potevo studiare e imparare a controllare. Ora non ne sono più sicuro. Ho la sensazione che si tratti di qualcosa di molto più grande di quanto avevo pensato all'inizio. E forse anche molto di più di quanto intendessero i miei progettisti. La mutazione continua e dove vada non lo sa nessuno.
«Si pensa che invecchiando si debbano cominciare a trovare risposte alle proprie domande. Invece sembra che continuino a sorgere domande nuove. A volte c'è da impazzire. — Vedendo l'espressione che era comparsa sul viso di lei, si affrettò a rassicurarla. — Non intendo impazzire nel senso di diventare pazzo, ma nel senso di sentirsi frustrati e sconvolti.