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Clarity doveva aver pensato la stessa cosa, ma la ragazza continuava a restare immobile. — Non posso — disse alla fine.

— Non puoi? Cosa vuol dire non puoi? Hai paura degli animali pericolosi?

— No, non è quello. — La voce era diventata un sussurro. — È solo che… Flinx, ho paura del buio.

Lui la guardò a bocca aperta. — E sei venuta a lavorare in un posto come Longtunnel?

— Qui non è mai buio — disse in tono di sfida. — Le bioluci restano accese ventiquattr'ore su ventiquattro e ci sono alcune zone dell'installazione che fanno turni continui. Le uniche volte in cui è buio è quando spegni le luci nel tuo alloggio. Ma non è lo stesso tipo di buio che c'è qui. — Fece un cenno in direzione del vuoto che ingoiava la luce al di là del tubo luminoso di Flinx.

— È pieno di cose sconosciute, quaggiù, Flinx. Per ognuna di quelle che abbiamo scoperto, ce ne devono essere cento di cui non sappiamo nulla.

— Allora sei di fronte ad una scelta, no? Quello che non conosci quaggiù contro quello che già conosci là. — Fece un gesto nella direzione da cui erano venuti.

Mentre Clarity restava ancora immobile, esitando, qualcuno gridò lontano in un corridoio laterale. Fu un urlo lungo, acuto, ma non necessariamente femminile. Non il tipo di urlo che qualcuno lancia quando viene colpito da un proiettile. Questo la fece decidere.

— Vengo… ma… ma faresti una cosa per me?

— Che cosa?

— Mi terresti per mano?

Flinx guardò la mano destra che lei gli tendeva e cercò di nascondere il proprio sbalordimento. Clarity era un essere umano maturo e intelligente. Uno scienziato, per tutti gli dèi. La semplice mancanza di luce non era una cosa da temere. Non era minacciosa, non era una presenza fisica e da sola non poteva fare del male. Percepì la paura in lei e capì che era reale.

Non era quello il momento né il luogo per discutere di irragionevoli manchevolezze fisiologiche. Le prese la mano e gentilmente le fece attraversare la soglia, chiudendo poi accuratamente la sottilissima porta alle loro spalle. I due tubi proiettavano un cerchio di luce di una mezza dozzina di metri di diametro, tenendo l'oscurità ad una distanza ragionevole. Flinx non la avvertiva come opprimente. Esisteva e basta.

La prima cosa da fare era penetrare nella caverna tanto quanto bastava perché nessuno, guardando dalla porta da cui erano passati, riuscisse a vedere le loro luci. Dubitava che qualcuno si sarebbe preso il disturbo di controllare, dal momento che la cosa logica da fare per dei fuggiaschi sarebbe stata quella di cercare di raggiungere la salvezza al porto delle navette, ma non voleva correre rischi.

Il pavimento era abbastanza liscio, c'erano solo dei sassolini e della ghiaia. In alcuni punti, l'acqua aveva scavato un sentiero piatto ma scivoloso. Attraversarono un ruscello e Flinx si fermò per bere un sorso dell'acqua fredda e pura della caverna. Mentre si chinava verso il rigagnolo, una manciata di creature bianche e prive di gambe fuggirono in ogni direzione, per sottrarsi alla luce.

Quando udì lo scricchiolio di qualcosa di molto più grosso che si muoveva rapido nell'oscurità, sollevò la luce per guardare. Ma non si vedeva nulla, neppure il minimo movimento tra le stalattiti luccicanti, anche se Flinx percepiva un pulsare di vita tutto intorno, nascosto nell'ombra.

Inoltrandosi sempre di più nella caverna, videro minuscoli puntolini di luce guizzare al di là del raggio delle lampade. Fotomorfi, forse, o qualche altro incredibile tipo di creatura luminescente, probabilmente del tutto nuova per la scienza. Qualunque cosa fossero, la loro luce scompariva quando veniva colpita dalla luminosità molto più intensa dei tubi. Quando li ebbero superati, Flinx si voltò e vide di nuovo i puntolini brillare.

Il terreno abbastanza agevole permise loro di coprire parecchia strada in breve tempo. Per un po' continuarono a udire voci ed esplosioni, poi anche queste svanirono in lontananza.

I fanatici dovevano aver già raggiunto il magazzino, pensò. Lui e Clarity se n'erano andati appena in tempo. Cercò di mettersi nei panni degli assalitori. Se erano furbi, avrebbero messo qualcuno di guardia permanente all'ingresso della caverna magazzino, ma non sapeva quanta scaltrezza attribuire al nemico. Certo erano fanatici come li aveva descritti Clarity. Che fossero arrivati al punto di assalire apertamente una legittima impresa commerciale, per non parlare poi di un intero avamposto del Commonwealth, era una prova della loro devozione alla causa e di quanto fossero disposti a rischiare per essa. Ma questo non voleva dire che agissero secondo logica in ogni situazione.

Si erano allontanati abbastanza dall'installazione per poter prendere fiato senza pericolo, ma Flinx proseguì, per essere più tranquillo. Al prossimo torrentello, così si era ripromesso, si sarebbero fermati e accampati per attendere la fine dell'assalto. Forse per allora tutto sarebbe finito e le autorità portuali avrebbero ripreso il controllo della situazione. Agli attaccanti sarebbe convenuto agire in fretta, nell'improbabile evenienza che ci fosse una forza di pace nelle vicinanze. Ma senza un raggio di comunicazione da spazio profondo, ricordò a se stesso, una nave da guerra avrebbe davvero dovuto essere molto vicina per raccogliere il segnale di soccorso.

Controllò il cronometro. Tecnicamente era notte, ma all'interno delle caverne era sempre e comunque notte. Anche se lui aveva sviluppato la capacità di schiacciare un pisolino in qualunque momento, non credeva che Clarity fosse in grado di fare lo stesso. Quindi, per il suo bene, avrebbe dovuto cercare di mantenere il normale ciclo di ventiquattro ore.

Sarebbe stato bello se avessero avuto il tempo di mettere insieme un equipaggiamento adatto: corde, caschi, lampade a penetrazione a lungo raggio, magari anche una tenda e dei sacchi a pelo. Non che si potesse lamentare: erano fortunati ad essere riusciti a fuggire con cibo e luce. Anche se non aveva paura del buio, non aveva alcun desiderio di avanzare barcollando alla cieca. Sarebbe stato facile perdere l'orientamento e la strada, aggirandosi nelle interminabili caverne fino ad esaurimento della luce e del cibo.

— Resteremo qui qualche giorno — mormorò, riflettendo ad alta voce. — Se non se ne saranno andati e se sembrerà che vogliano fermarsi per un po', ammesso che il porto resista sempre, allora cercheremo un altro sistema. So che tutto questo non ti piace.

— Sei così perspicace — rispose lei, ma il sarcasmo era un po' forzato. — E che altro potresti provare?

— Quando le cose si saranno calmate, io tornerò indietro di nascosto con Pip. Avranno già fatto un'accurata perquisizione dell'installazione e non si aspetteranno sorprese. Se riesco ad individuarne un paio che abbiano approssimativamente la nostra corporatura, cercherò di metterli fuori combattimento in silenzio. Quelle tute mimetiche che indossano hanno dei cappucci. C'è la possibilità che riusciamo a farci passare per qualcuno dei loro e ad arrivare al porto. Ma non voglio tentare, a meno di non esserci costretto. Preferirei prendermela comoda e aspettare. Solo che tu non te la stai prendendo comoda.

— No, direi proprio di no. Pensi davvero che intavoleranno dei negoziati e se ne andranno?

— Dipende da quali sono i loro scopi finali. Se vogliono solo distruggere la Coldstripe, allora lo hanno fatto. Se progettano invece di fermarsi più a lungo…

— Le nostre scorte di cibo si esauriranno. — Clarity continuava a scrutare con gli occhi, come se si aspettasse da un momento all'altro che un frammento di oscurità si animasse, pronta a balzarle addosso. La ricercatrice efficiente e sicura di sé stava lentamente lasciando il posto ad una ragazzina spaventata. Flinx capì che non avrebbe resistito una settimana nelle caverne. E tutto solo per la potenziale mancanza di luce.