Caricai sul carro le bare con la Madre e il Padre all’interno dei sarcofagi, e li assicurai con catene e lucchetti e coperte pesanti; e partimmo, dirigendoci verso la porta del tempio sotterraneo degli dèi prima di avviarci all’uscita della città.
Quando arrivai al tempio, lasciai agli schiavi la consegna di dare l’allarme se qualcuno si fosse avvicinato; quindi presi un sacco di cuoio, scesi nel tempio, nella biblioteca dell’Anziano, e misi nel sacco tutti i rotoli che riuscii a trovare. Rubai tutti gli scritti trasportabili che c’erano. Mi dispiaceva di non poter portar via anche le iscrizioni sulle pareti.
C’erano altri in quelle camere, ma erano troppo terrorizzati per uscire. Naturalmente sapevano che avevo rubato la Madre e il Padre, E probabilmente sapevano della morte dell’Anziano.
Non m’importava. Intendevo lasciare l’antico Egitto e avevo con me la fonte di tutti i nostri poteri. Ed ero giovane, sciocco e ardente.
Quando giunsi finalmente ad Antiochia sull’Oronte, una città grande e meravigliosa che rivaleggiava con Roma per popolazione e ricchezza, lessi gli antichi papiri. Dicevano tutte le cose che Akasha mi aveva già rivelato.
E lei ed Enkil ebbero la prima delle molte cappelle che avrei costruito per loro in Asia e in Europa. Sapevano che avrei avuto sempre cura di loro; e io sapevo che non avrebbero permesso che mi accadesse qualcosa di male.
Molti secoli dopo, quando la banda dei Figli delle Tenebre mi appiccò il fuoco, ero troppo lontano da Akasha perché potesse soccorrermi: altrimenti sarebbe venuta. E quando raggiunsi il sacrario, soffrendo i tormenti che avevano conosciuto gli dèi ustionati, bevvi il suo sangue fino a guarire.
Ma quando ero ad Antiochia da quasi cent’anni disperai che «tornassero alla vita». Il loro silenzio e la loro immobilità erano quasi continui come ora. Solo la pelle cambiava vistosamente con il passare degli anni: perdeva le conseguenze dell’esposizione al sole e tornava d’alabastro.
Ma, prima di rendermi conto di tutto ciò, ero impegnato a osservare ciò che avveniva nella città, e i tempi che mutavano. Ero innamorato pazzamente di una bella cortigiana greca, Pandora, che aveva i capelli bruni e le braccia più belle del mondo. Comprese chi ero dal primo momento in cui mi vide, e prese tempo, incantandomi e abbagliandomi fino a quando fui disposto a introdurla alla magia: allora ebbe il sangue di Àkasha e divenne una delle più potenti creature sovrannaturali che abbia mai conosciuto. Per duecento anni amai Pandora e vissi e lottai con lei. Ma questa è un’altra storia.
Potrei narrarti un milione di storie dei secoli che ho vissuto da allora, i miei viaggi da Antiochia a Costantinopoli, il ritorno ad Alessandria, e altri viaggi in India e poi di nuovo in Italia, e da Venezia ai freddi altipiani della Scozia, e infine a quest’isola dell’Egeo.
Potrei parlarti dei minuscoli mutamenti compiutisi in Akasha ed Enkil nel corso degli anni, delle cose sconcertanti che fanno e dei misteri che lasciano irrisolti.
Forse in una notte del lontano futuro, quando tornerai da me, ti parlerò degli altri immortali che ho conosciuto, di coloro che ho creato come io ero stato creato dall’ultimo degli dèi sopravvissuti nelle varie terre… alcuni erano servitori della Madre, altri erano i terribili dèi dell’Oriente.
Potrei dirti che Mael, il sacerdote druido, bevve finalmente il sangue di un dio ferito e in un istante perse ogni fede nella vecchia religione e divenne un immortale libero, pericoloso ed eterno come noi. Potrei dirti in che modo le leggende di Coloro-che-devono-essere-conservati si sparsero nel mondo, e potrei parlarti dei tempi in cui altri immortali hanno tentato di togliermeli per orgoglio o per spirito distruttivo, per causare la fine di tutti noi.
Ti parlerò della mia solitudine, degli altri che ho creato e di come sono finiti; di come sono sprofondato nella terra con Coloro-che-devono-essere-conservati e come sono risorto, grazie al loro sangue, per vivere alcune vite mortali prima di seppellirmi di nuovo. Ti parlerò degli altri davvero eterni che ho incontrato ogni tanto; dell’ultima volta che vidi Pandora nella città di Dresda, in compagnia di un potente e perverso vampiro venuto dall’India, e di come litigammo e ci separammo, e come scoprii troppo tardi la lettere in cui lei implorava di raggiungerla a Mosca, un fragile pezzo di carta rimasto sul fondo di una sacca. Troppe cose, troppe storie, storie che hanno una morale e altre che non l’hanno…
Ma ti ho detto le cose più importanti: come venni in possesso di Coloro-che-devono-essere-conservati, e chi siamo in realtà.
Quando finì l’Impero Romano, tutti i vecchi dèi pagani furono visti come demoni dai cristiani pervenuti al potere. Era inutile dir loro, via via che passavano i secoli, che il loro Cristo era soltanto un altro dio della Foresta morto e risorto come Dioniso e Osiride, e che la Vergine Maria era in realtà la Buona Madre. Avevano nuove credenze e nuove convinzioni, nelle quali noi diventavamo diavoli lontani da ciò che credevano loro via via che l’antica conoscenza veniva dimenticata o fraintesa.
Ma era inevitabile. Il sacrificio umano era apparso orribile ai greci e ai romani. Io avevo giudicato ripugnante che i celti bruciassero i malfattori nei colossi di vimini. Ed era così anche per i cristiani. Quindi com’era possibile che venissimo considerati «buoni» noi dèi che ci nutrivamo di sangue umano?
La nostra vera perversione, tuttavia, si compì quando i Figli delle Tenebre arrivarono a credere di essere al servizio del diavolo dei cristiani; e, come i terribili dèi dell’Oriente, tentarono di dar valore al male, di credere al suo potere nello schema delle cose, di assegnargli un posto nel mondo.
Ascolta ciò che ti dico: non v’è mai stato un posto per il male nel mondo dell’Occidente. Non c’è mai stata una facile accettazione della morte.
Per quanto siano stati violenti i secoli trascorsi dopo la caduta di Roma e siano state terribili le guerre, le persecuzioni e le ingiustizie, il valore attribuito alla vita umana è sempre cresciuto.
Anche se la Chiesa innalzava statue e quadri del suo Cristo sanguinante e dei suoi martiri, si aggrappava alla convinzione che quelle morti, così ben utilizzate dai fedeli, potevano essere state causate soltanto dalle mani dei nemici, non dei sacerdoti di Dio.
È la fede nel valore della vita umana a far sì che le camere di tortura e le più atroci esecuzioni e i roghi vengano abbandonati di questi tempi in tutta Europa. Ed è la fede nel valore della vita umana che spinge oggi l’uomo a sottrarsi alle monarchie e a creare le repubbliche in America e in Francia.
Naturalmente non possiamo sapere che cosa accadrà quando si estinguerà la vecchia religione. Il cristianesimo è nato sulle ceneri del paganesimo e ne ha perpetuato il vecchio culto in una forma nuova. Forse ora nascerà una nuova religione. Forse, in assenza di questa, l’uomo precipiterà nel cinismo e nell’egoismo perché ha bisogno dei suoi dèi.
Ma forse accadrà qualcosa di più meraviglioso: il mondo progredirà davvero e supererà gli dèi e le dee, i diavoli e gli angeli. E in quel mondo, Lestat, per noi vi sarà anche meno posto di quanto ve ne sia mai stato.
Tutto ciò che ti ho raccontato è in fondo inutile, come ogni antica conoscenza è inutile per l’uomo e per noi. Le sue immagini e la sua poesia possono essere bellissime; può farci rabbrividire mentre apprendiamo cose che abbiamo sempre sospettato o intuito. Può riportarci al tempo in cui la terra era nuova per l’uomo, e meravigliosa. Ma poi torniamo sempre alla terra del presente.
E in questo mondo il vampiro è soltanto un Dio Tenebroso. È un Figlio della Tenebra. Non può essere altro. E se ha un potere affascinante sulle menti degli uomini, è solo perché l’immaginazione umana è un luogo segreto di memorie primitive e di desideri inconfessati. La mente di ogni uomo è un Giardino Selvaggio, per usare la tua espressione, dove sorgono e cadono creature di ogni genere, e si cantano inni e vengono immaginate cose che alla fine debbono essere condannate e ripudiate.