«Bene», rispose Nikki, forse un po’ troppo velocemente, per cui soggiunse: «Fa un po’ male».
«Pensi di poterci appoggiare su un po’ di peso?»
«Ne… ne dubito.»
«Vi ho osservati lavorare su quest’uomo da laggiù», s’intromise Ellen indicando il buio alla sua destra. «Siete entrambi medici?»
«Io sono Matt Rutledge, un internista di Belinda, e lei è Nikki Solari, di Boston. Patologa.»
«Quante altre persone ci sono qui, oltre a noi?»
«Sa di qualcun altro?»
«No. Per un certo tempo mi hanno tenuta legata, poi mi hanno iniettato qualcosa che mi ha fatto perdere i sensi. Quando ho ripreso conoscenza ero coperta di polvere e pezzi di roccia. Presumo che Grimes mi abbia slegata mentre ero svenuta e che poi abbia fatto esplodere la caverna. È il capo della polizia di qui.»
«Oh, sappiamo chi è. E lei presume la cosa giusta. Oltre a quell’uomo e a noi quattro, vi sono due persone — una donna e una ragazza — con noduli sul viso come questi. Non sembrano gravemente ferite, ma la donna è impazzita. L’abbiamo dovuta legare. La ragazza è ancora priva di sensi.» Matt abbassò la voce. «Vi sono poi due guardie di sicurezza della miniera. Una è morta, l’altra probabilmente è paralizzata.»
«E due uomini che erano con noi sono dispersi», aggiunse Nikki.
«Sapete perché Grimes ha fatto questo?» chiese Ellen.
«Non so perché abbia incluso anche lei», rispose Matt, «ma, come può vedere, la miniera ha illegalmente ammassato qui dentro sostanze chimiche tossiche. Noi stavamo per rivelare l’intera faccenda. E Grimes è legato ai proprietari della miniera.»
Con la malattia letale causata dai prioni di Kathy non adeguatamente spiegata, Nikki non aveva mai ritenuto soddisfacente la tesi di Matt riguardo alla miniera.
«Non per intorbidare le acque», disse, «ma ciò che Matt non ha detto è che alcune persone di questa zona hanno sviluppato una sindrome di orribili noduli facciali e paranoia progressiva. Matt ritiene che abbia a che fare con queste sostanze chimiche. Io non ne sono tanto sicura. Lei ha qualcosa a che fare con la miniera?»
«No. Non ero mai stata qui prima.»
«Allora, perché?»
«Che mi crediate o no, sono venuta qui perché un uomo era entrato in casa mia a Glenside nel Maryland e aveva giurato che avrebbe ucciso mia nipote se io non avessi fatto ciò che voleva. Ero riuscita a scoprire chi poteva essere e il suo indirizzo qui a Tullis, ma prima dovevo dargli un’occhiata per essere sicura che fosse lui. Il capo della polizia avrebbe dovuto aiutarmi e registrare anche una mia dichiarazione, ma non siamo mai arrivati a quel punto.»
«Non capisco», borbottò Matt, girandosi per controllare Morrissey. «Chi era l’uomo per cui è venuta qui?»
«Si chiama Sutcher. Vinyl Sutcher.»
Sbalorditi, Nikki e Matt si fissarono.
«Forse dovrebbe raccontarci qualcosa di più», disse infine Nikki.
Fred Carabetta aveva perso i sensi. Il suo respiro rumoroso e regolare fece da sottofondo al racconto di Ellen: del suo posto nella commissione di studio sull’Omnivax, della promessa politicamente motivata di Lynette Marquand al popolo americano, del suo spaventoso incontro con Vinyl Sutcher e, dei frutti dell’ostinata ricerca di Rudy Peterson della verità dietro gli attacchi di febbre di Lassa. Infine, dopo che ebbe concluso, per un po’ nessuno parlò. Matt chiuse gli occhi mentre guardava nel caleidoscopio dei ricordi, cercando di connettersi a qualcosa… qualcosa che sapeva esserci.
All’improvviso fissò le due donne con un’espressione cupa.
«Il vaccino contro la febbre di Lassa è stato testato qui», affermò.
«Cosa?»
«Non so esattamente quando, penso più o meno nel periodo tra quando me ne sono andato all’università e quando sono tornato per esercitare qui la professione. Una società farmaceutica aveva pagato i medici della valle per ogni paziente che riuscivano a convincere a farsi iniettare il vaccino. Al mio ritorno, un giorno alcuni vecchi dottori si erano messi a scherzare su questa faccenda nella mensa dell’ospedale. Nessuno di loro aveva mai visto un caso di febbre di Lassa e ora, con un gruppo di cittadini immunizzati, nessuno di loro ne avrebbe mai visto uno. Era di questo che stavano ridendo. Un paio di loro neppure conosceva la malattia, anche se avevano convinto alcuni dei loro pazienti e avevano iniettato loro il vaccino. Ricordo che dicevano di aver ricevuto cento dollari per ogni paziente e che alcuni di loro avevano diviso quei soldi con i pazienti. Era una cosa perfettamente legale, per quanto ne so; medici e pazienti pagati per partecipare a protocolli di ricerca o per testare farmaci. Non so, tuttavia, quanti abitanti della valle abbiano ricevuto il vaccino.»
«Quattrocento», asserì Ellen. «Quattrocento persone di ogni età. Ho visto i riepiloghi della sperimentazione su campo, ma non ho mai preso nota di dove fosse stata condotta.»
«Quanti anni fa?» chiese Nikki.
«Non lo so», rispose Matt. «Forse dieci.»
«Oh, mio Dio», esclamò Nikki.
«Che c’è?»
«Matt, non capisci? Prioni. Il periodo di latenza tra l’esposizione al germe e lo sviluppo dei sintomi può essere di dieci anni o più. Ecco da dove deriva la sindrome di Belinda: dal vaccino, non da questi bidoni di veleno! Le cellule di coltura dei tessuti su cui è cresciuto il virus devono essere state contaminate con prioni fin dall’inizio. È probabile che abbiano usato tessuti di scimmie. Se così fosse, forse le scimmie da cui provenivano le cellule erano contaminate.»
«Ma…»
«Avevi ragione sui rifiuti tossici ammassati dalla miniera. Avevi ragione e ti eri lanciato con passione in questa tua crociata. Grimes conosceva bene questa discarica, e probabilmente ti ha inviato lui quel biglietto per spingerti in questa direzione e impedirti di indagare a fondo sui casi che avevi scoperto.»
«Ma perché mai avrebbe fatto una cosa simile?»
«Deve avere un interesse nel vaccino.»
«Se lo ha», rivelò Ellen, «è sul punto di diventare estremamente ricco. Il Lasaject è una delle componenti più costose dell’Omnivax. L’anno prossimo, quando verranno vaccinati non solo i neonati ma anche i bambini più grandi e gli adulti, verranno somministrate decine di milioni di dosi. Che cosa è questa storia dei prioni? Che cosa sono?»
«I germi che provocano il morbo della mucca pazza e altre malattie neurologiche», rispose Nikki. «Riteniamo siano responsabili dello stato di quell’uomo e anche della donna che mi ha aggredita e della ragazza laggiù. I sintomi non compaiono per anni dopo l’esposizione, ma non esiste un test capace di dire se qualcuno senza sintomi ha contratto il morbo.»
«Lei ritiene quindi che tutti coloro che ricevono il vaccino verranno contagiati dai prioni?»
«Ne dubito. Quelli che si ammalano hanno probabilmente una qualche predisposizione agli effetti dei prioni. In Inghilterra, malgrado centinaia di migliaia di persone abbiano mangiato carne bovina contaminata, sono stati denunciati relativamente pochi casi del morbo della mucca pazza.»
«Quanti di quei quattrocento ritiene abbiano sviluppato il morbo?»
Nikki scrollò le spalle. «Vediamo», rispose. «Matt e io ci siamo imbattuti in sei casi, compresi questi tre. Se, diciamo, ne sono stati fatti scomparire altri sei da Grimes e dai suoi uomini, arriveremmo a dodici.»
«Il tre per cento», calcolò Ellen.
«Quella potrebbe essere una percentuale più alta che per il morbo della mucca pazza», s’intromise Matt, «ma c’è ancora molto da indagare sul resto delle persone esposte, perché non sappiamo quanto sia variabile il periodo di latenza della malattia. E gli inglesi hanno mangiato il germe. A questa gente è stato iniettato.»
«Tre per cento al minimo», ribadì Ellen. «È terribile. Uno di voi sa che giorno è oggi e che ore sono?»
«Il due», rispose Matt guardando l’orologio. «L’una e mezzo del mattino. Perché?»