L'equipaggio di quella nave, colonizzatori ed esploratori intergalattici della Lega di Tutti i Mondi, aveva deciso di dedicare la propria vita e il proprio lavoro al neo-scoperto pianeta, lontano dai vecchi mondi centrali della Lega, nella speranza di far entrare nella Lega le specie intelligenti indigene, in qualità di nuovi alleati nella Guerra a Venire. Tale era infatti la politica della Lega da quando, molte generazioni prima, erano arrivati avvertimenti dall'ai di là delle Hiadi: una immensa torma di conquistatori avanzava di mondo in mondo, di secolo in secolo avvicinandosi sempre più allo sparpagliato grappolo di otto pianeti che si definiva orgogliosamente la Lega di Tutti i Mondi. Il pianeta Terran, che si trovava ai bordi della zona centrale della Lega, ed era il più vicino al neo-scoperto pianeta Werel, aveva fornito tutti i colonizzatori della prima astronave. A questa ne dovevano seguire altre dagli altri mondi della Lega, ma non ne giunse più nessuna: la Guerra era scoppiata prima.
L'unica possibilità di comunicare con la Terra, con il Primo Mondo di Davenant, e col resto della Lega era data dalla trasmittente istantanea a bordo della loro nave. Nessuna nave, disse Orry, era mai stata più veloce della luce. Qui Falk lo corresse. Erano state costruite navi da guerra basate sul principio della trasmittente istantanea, ma si erano rivelate nient'altro che macchine automatiche di morte, incredibilmente costose e inabili al trasporto di esseri viventi. La velocità della luce, che tanto accorciava il tempo per il viaggiatore, restava il limite dei viaggi umani, ora come allora. Fu così che i colonizzatori di Werel si trovarono a una bella distanza da casa, e completamente dipendenti dalla trasmittente istantanea per avere notizie. Si trovavano su Werel da non più di cinque anni quando vennero a sapere che era giunto il Nemico; subito dopo le comunicazioni si fecero più confuse, contraddittorie e intermittenti, e ben presto cessarono del tutto. Circa un terzo dei colonizzatori preferì risalire sulla nave e tornare indietro coprendo il grande lasso di anni verso la Terra, per raggiungere il proprio popolo. Gli altri rimasero su Werel, abbandonati a se stessi. Per tutto il resto della loro vita non vennero mai a sapere cos'era successo alla loro patria e alla Lega che servivano, chi fosse il Nemico, e infine se avesse avuto il sopravvento sulla Lega o se fosse stato sconfitto. Senza più nave né trasmittente, se ne stavano isolati, una piccola colonia circondata da Forme di Alta Intelligenza curiose e ostili, di cultura inferiore, ma di intelligenza uguale alla loro. E attesero, e dopo di loro attesero i figli dei loro figli, mentre le stelle li guardavano dall'alto in silenzio. Non giunse mai nessuna nave, nessuna parola. Anche la loro nave doveva essere andata distrutta, e le testimonianze del nuovo pianeta perdute. Fra tutte le stelle il piccolo opale giallo-arancio venne dimenticato.
La colonia prosperò. Dalla sua prima città, chiamata Alterra, diede vita a tutta un'amena zona costiera. Parecchi anni dopo… Qui Orry si fermò e si corresse. — Circa sei secoli, di quelli terrestri, intendo. Era il decimo anno della Colonia, credo. Incominciavo appena a imparare la storia; ma il Padre… e tu, prech Ramarren, mi ripetevate tutte queste cose, prima che compissimo il Viaggio, per spiegarmi tutto… — Dopo parecchi secoli, dunque, per la colonia erano giunti giorni difficili: venivano concepiti pochi bambini, e ancor meno ne nascevano vivi. Il ragazzo a questo punto fece nuovamente una pausa, per poi concludere: — Ricordo che tu stesso mi dicevi che gli Alterrani non sapevano cosa stesso loro succedendo, pensavano che si trattasse di qualche effetto negativo di incroci, ma che in realtà era una specie di selezione. I Signori, qui, dicono che non poteva trattarsi di questo perché una colonia aliena, stabilita su un pianeta, rimane aliena per sempre, indipendentemente dalla durata della permanenza. Grazie alla manipolazione dei geni i coloni sono in grado di generare con gli indigeni, ma i figli che ne nascono sono sterili. Perciò non so cosa stesse succedendo agli Alterrani… ero poco più di un ragazzino quando tu e il Padre cercavate di farmi capire quella storia… ricordo che parlavi di selezione per… un tipo vitale… Comunque, i colonizzatori erano ormai prossimi all'estinzione quando i superstiti riuscirono alfine a stringere alleanza con una nazione originaria di Werel, Tevar. Svernarono assieme e quando giunse la stagione dell'accoppiamento primaverile scoprirono che Tevarani e Alterrani potevano riprodursi. Alcuni di loro, almeno, sufficienti a creare una razza ibrida. I Signori dicono che non é possibile. Ma ricordo che tu me lo dicevi. — Il ragazzo pareva preoccupato e in certo modo vago.
— E discendiamo da quella razza?
— Tu discendi dall'Alterrano Agat, che guidò la colonia per tutto l'Inverno del Decimo Anno! Di Agat si parla anche sui libri di scuola. È il tuo nome, prech Ramarren, Agad di Charen. Io non provengo da tale lignaggio, ma la mia bisnonna era della famiglia di Kiow, che è un nome Alterrano. Naturalmente in una comunità democratica quale quella della Terra, queste distinzioni sono insignificanti, vero?… — Di nuovo Orry parve preoccupato, come se nella sua mente si svolgesse un conflitto. Falk lo riportò alla storia di Werel, colmando la narrazione infantile, che era tutto quello che Orry poteva fornigli, con parti indovinate o estrapolate.
La nuova popolazione e la nuova cultura derivate dalla fusione delle nazioni di Tevar e Alterra fiorì negli anni successivi al nefasto Decimo Inverno. Le cittadine si ampliarono; nel continente dell'emisfero settentrionale si affermò una cultura mercantile. Nel giro di poche generazioni si diffuse alle popolazioni primitive dei continenti più meridionali, dove il problema di sopravvivere nel periodo invernale era assai meno urgente. Vi fu un incremento della popolazione; la scienza e la tecnologia progredirono seguendo una curva esponenziale con la guida e l'aiuto costante dei Libri di Alterra, la piccola biblioteca lasciata dall'astronave, i cui misteri si fecero più comprensibili via via che i colonizzatori si riappropriavano della conoscenza dimenticata. Si tramandarono e copiarono i libri, generazione dopo generazione, imparando la lingua in cui erano scritti, il Galaktika, naturalmente. Infine la luna e i pianeti fratelli furon tutti esplorati e il pullulare delle città regolato da un attento controllo non meno delle rivalità tra le nazioni dal potente Impero Kelshak nel vecchio Settentrione. Al culmine di quell'epoca di pace e forza, l'Impero aveva costruito una nave capace di viaggiare alla velocità della luce.
L'astronave, l'Alterra aveva lasciato Werel diciotto anni e mezzo dopo l'atterraggio di quella dei coloni provenienti dalla Terra; il che significava milleduecento anni terrestri. L'equipaggio non aveva la minima idea di quel che avrebbe trovato su quel pianeta. Werel non era ancora stato in grado di ricostruire i principi della trasmittente istantanea, e aveva esitato di fronte alla prospettiva di trasmettere via radio segnali che avrebbero potuto rivelare la loro posizione a qualche mondo ostile, dominato dai Nemici tanto temuti dalla Lega. Per avere informazioni non c'era altro da fare che mandare e far tornare dei vivi attraverso la lunga notte che li divideva dall'antica dimora degli Alterrani.