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Così fu che Nightshade poté tenersi lontano dagli assistenti dello sceriffo e concentrarsi sulla ricerca di uno dei Prediletti per predisporre una trappola. Purtroppo ci riuscì.

Tre giorni dopo il loro incontro, verso metà pomeriggio, mentre Rhys tagliava a cubetti le patate, Gerard spinse la porta della cucina e ficcò dentro la testa.

«Fratello Rhys?» chiamò, scrutando in mezzo al vapore. «Oh, siete lì. Se Laura può fare a meno di voi, sarei lieto della vostra compagnia.»

«Andate pure, fratello», disse Laura. «Oggi avete lavorato quanto basta per sei monaci.»

«Tornerò in tempo per aiutarvi con la cena», disse Rhys.

Gerard si schiarì la voce. «Ehm, no, temo di no, fratello.»

«Ce la caveremo lo stesso», disse Laura. Mentre Rhys si toglieva il grembiule, Laura si accigliò guardando Gerard. «Prendetevi cura di lui, sceriffo.»

«Sì, signora», disse Gerard, dimenandosi mentre Rhys appendeva il grembiule e si srotolava le maniche.

Laura si deterse il viso con una mano coperta di farina. «Vi ho visto, sceriffo, con mio fratello Palin, testa a testa, a parlare con sussurri. Non avete in mente nulla di buono, signore, voi due, e io non voglio che ci trasciniate dentro questo fratello qui.»

«No, signora», disse Gerard. «Staremo attenti.»

Afferrando Rhys, Gerard lo condusse di fretta fuori dalla taverna.

«È tutto pronto», disse mentre scendevano di corsa la lunga rampa di scale. In fondo li aspettavano il kender e Atta. «Nightshade ha trovato un candidato. Predisporremo la trappola stanotte.»

Rhys si sentì rabbrividire. Avrebbe di gran lunga preferito tornare al lavoro in cucina. «Che c’entra in questo Palin Majere?» domandò aspramente.

«Be’, a parte il fatto che lui è sindaco di Solace ed è mio dovere di sceriffo informarlo di qualunque pericolo minacci la nostra città, lui è (o era) uno dei più potenti stregoni di Ansalon. Prima ancora era un mago delle Vesti Bianche. Volevo i suoi consigli.»

«Ho sentito dire che lui ha rinunciato alla magia», disse Rhys.

«È vero, fratello», disse Gerard, soggiungendo con una strizzatina d’occhio: «Ma non ha rinunciato a coloro che la praticano. Eccoci qui, Nightshade. Dove ci porti?».

«Verso le scale del ponte», rispose Nightshade. «Mi dispiace dirvelo, sceriffo, ma è una Guardia di Vallen. Probabilmente lo conoscete. Si chiama Cam.»

«Cam! Dannazione!» imprecò Gerard, la cui fronte si incupì. «Sei sicuro?»

Nightshade annuì solennemente. «Sono sicuro.» Mise la mano sulla testa di Atta. «E anche lei.»

Gerard imprecò di nuovo. «Sarà dura!» Si accigliò guardando il kender. «Spero nel cielo che tu ti sbagli.»

«Ci spero anch’io, signore», disse educatamente Nightshade, quindi soggiunse mormorando sottovoce: «Ma sono sicuro di no».

«Che cos’è una Guardia di Vallen?» domandò Rhys per distrarre Gerard, che aveva preso molto male questa notizia.

«Sorvegliano le scale che conducono su alle passerelle», spiegò Gerard, indicando in alto gli stretti ponti che andavano da un ramo all’altro degli alberi. Era un momento indaffarato della giornata e folle di persone percorrevano i ponti, andando e venendo dalle case poste in cima agli alberi oppure frequentando le botteghe costruite fra i rami.

«Abbiamo deciso di limitare il numero di persone che salgono lassù. O possiedi una casa in cima, nel qual caso ti viene dato un lasciapassare, oppure devi dimostrare di avere da fare lassù. Le guardie sorvegliano l’accesso alle scale e registrano chi va su e chi viene giù.»

Arrivarono in vista delle scale di legno che conducevano sui rami degli alberi. Due giovanotti, entrambi con uniformi verdi contrassegnate da una foglia di vallen ricamata sul petto, si trovavano in fondo alle scale, facevano domande alle persone e consentivano loro di salire oppure le mandavano via.

«È lui», disse Nightshade, puntando il dito. «È uno dei Prediletti.»

«Quale dei due?» domandò Gerard, scrutando il kender. «Lì ci sono due giovanotti. Quale dei due è il Prediletto?»

«Quello con i capelli rossi e ricci e le lentiggini», rispose prontamente Nightshade.

«Quello è Cam, giusto», disse Gerard con un sospiro. «Sia dannato nell’Abisso e ritorno!»

«Mi dispiace», disse Nightshade. «Ha davvero un sorriso simpatico. Deve essere stato un bravo ragazzo.»

«Lo è», disse malinconicamente Gerard, «o meglio lo era. E voi, fratello? Potete verificare l’affermazione del kender?».

«Se Nightshade dice che lui è uno dei Prediletti, io lo prendo in parola», rispose Rhys.

«E Atta?» domandò Gerard.

Tutti guardarono giù verso la cagna, che stava in allerta al fianco di Rhys, e tutti poterono vedere che il suo sguardo era fisso sulla giovane guardia dai capelli rossi che chiacchierava e rideva con due ragazze. Nel petto della cagna rimbombò un ringhio cupo. Un angolo del labbro le si arricciò.

«È d’accordo con Nightshade», disse Rhys.

Gerard aveva lo sguardo torvo. «Perdonatemi, fratello, ma mi chiedete di fidarmi della parola di un kender e del ringhio di un cane. Mi sentirei meglio se sentissi la vostra opinione. Io conosco il giovane Cam, e conosco i suoi genitori. Sono brava gente. Se devo arrestarlo, voglio sapere con certezza se è uno di questi Prediletti.»

Rhys rimase immobile. «Io non sono affatto sicuro che mi piaccia questa cosa, sceriffo. Che genere di trappola proponete di predisporre?»

Gerard non rispose. Invece indicò con un gesto il punto in cui il giovane Cam chiacchierava e rideva con le due donne.

«Forse si sta mettendo d’accordo per incontrare una di quelle ragazze stasera, fratello.»

Rhys esitò ancora, poi disse: «Portate via Atta. Se mi vede andare vicino a uno dei Prediletti, potrebbe attaccarlo. Ci rivediamo alla taverna».

Quando Atta scomparve alla vista, Rhys strinse il bastone e si avvicinò alle scale. Sapeva che cosa avrebbe scoperto. Né Nightshade né Atta si erano mai sbagliati in precedenza. Si diresse verso il giovanotto, proprio mentre questi e le giovani donne scoppiavano a ridere.

Vedendo arrivare Rhys, Cam smise di civettare e passò a svolgere il suo dovere.

«Buon pomeriggio, fratello», disse, rivolgendo a Rhys un sorriso accattivante. «Che affari avete lì sopra?»

Rhys guardò dritto negli occhi verdi del giovane.

Non vide luce, soltanto ombre: ombre di speranza inappagata, ombre di un futuro che non sarebbe mai arrivato.

«State poco bene, fratello?» domandò Cam, poggiando premurosamente la mano sul braccio di Rhys. «Non avete un bell’aspetto. Forse dovreste sedervi qui all’ombra e riposare. Posso portarvi un po’ d’acqua...»

«Grazie», disse Rhys, «ma non sarà necessario. Riposerò un momento qui dove fa fresco».

Diversi rivenditori avevano sistemato bancarelle accanto alle scale del ponte per approfittare del traffico pressoché costante. Fra questi vi era un intraprendente venditore di pasticci di carne, che aveva predisposto tavoli e panche a beneficio dei clienti. Le due giovani donne con cui parlava Cam dovevano vendere nastri sulla loro bancarella, ma al momento erano impegnate più a ridacchiare che a commerciare.

«Accomodatevi pure, fratello», disse Cam, e ritornò alla conversazione con le giovani donne.

Ignorando le occhiate torve e i commenti mordaci del venditore di pasticci di carne, a cui non piaceva che i clienti non paganti occupassero spazio ai tavoli, Rhys si sedette sulla panca e ascoltò la conversazione di Cam con le due ragazze. Non dovette ascoltare a lungo. Una si accordò per incontrare Cam quella sera stessa.

Rhys si alzò in piedi e si avviò, con grossa soddisfazione del venditore di pasticci di carne, il quale si diresse rapidamente nel punto in cui era rimasto seduto quel monaco scarmigliato e spolverò la panca.

6

Rhys trovò Gerard e Nightshade in piedi fuori della taverna in compagnia di due persone, entrambe sconosciute a Rhys.