«Ora, questo sarà anche pacchiano,» disse Alexander «ma io sono piuttosto affezionato a questo piccolo fermacarte; è il ricordo di un bellissimo viaggio al Dinosaur National Monument. Però non sono affezionato a lui come lo sono alla razionalità.»
Allungò la mano sotto il tavolo e prese un pezzo di tela ruvida, poi vi sistemò sopra il fermacarte. Quindi prese un martello da sotto il tavolo e, sempre sotto l’occhio della telecamera, ridusse in pezzi il fermacarte, frantumando la malachite e trasformando il piccolo dinosauro — che non poteva essere di metallo solido — in un blocco dalla forma irriconoscibile.
Alexander sorrise con aria di trionfo alla telecamera: una volta ancora prevaleva la ragione. «Questo fermacarte si trovava nella mia visione; questo fermacarte non esiste più. Perciò, qualsiasi cosa mostrasse quella visione, non si tratta certamente dell’immagine di un futuro immutabile.»
«Naturalmente» obiettò l’intervistatrice «noi abbiamo solo la sua parola che il fermacarte facesse parte della sua visione.»
Alexander sembrò infastidito e irritato che qualcuno mettesse in dubbio la sua onestà. Poi annuì. «Lei ha ragione a essere scettica… il mondo sarebbe migliore se fossimo tutti un po’ meno creduloni. Il fatto è che chiunque di noi può fare questo esperimento. Se nella vostra visione avete visto un mobile che possedete attualmente, distruggetelo, oppure vendetelo. Se nella visione appare la vostra mano, fatevi un tatuaggio. Se qualcuno vi ha visto, e ha notato che avevate la barba, sottoponetevi a elettrolisi facciale in modo che non possa più ricrescervi.»
«Elettrolisi facciale!» esclamò la conduttrice. «Mi sembra una misura piuttosto estrema.»
«Se la vostra visione vi ha turbato, e volete essere sicuri che non si avvererà, questo può essere un modo per farlo. Naturalmente il sistema più efficace per confutare le visioni su larga scala sarebbe trovare un elemento di riferimento che abbiano visto migliaia di persone — diciamo la Statua della Libertà — e abbatterlo. Ma non credo che le autorità del parco siano disposte a farlo.»
Lloyd si appoggiò allo schienale del divano. Che mucchio di stronzate. Nessuna delle proposte che Alexander aveva avanzato costituiva una prova attendibile… e poi si trattava solo di cose soggettive; dipendevano da come ogni individuo ricordava la propria visione. Insomma, proprio un bel modo di apparire in televisione… non solo per Alexander, ma per chiunque volesse farsi intervistare. Solo per affermare di avere confutato l’immutabilità del futuro.
Lloyd guardò l’orologio appoggiato su uno degli scaffali fissati alle pareti rosso scuro dell’appartamento. Erano le nove e mezza di sera, ovvero l’una e mezza del pomeriggio sul confine tra Utah e Colorado, dove si trovava il Dinosaur National Monument. Rifletté per qualche minuto, poi sollevò il telefono, parlò con un operatore del servizio informazioni e alla fine si mise in contatto con una donna che lavorava nel negozio di souvenir del parco.
«Salve» disse. «Sto cercando un oggetto particolare… un fermacarte di malachite.»
«Malachite?»
«È un minerale verde… sa, una pietra ornamentale.»
«Oh, sì, certo. Quelli che abbiamo hanno sopra dei piccoli dinosauri. Ce n’è uno con il T-Rex, uno con lo Stegosauro, e uno con il Triceratopo.»
«Quanto costa quello con il Triceratopo?»
«Quattordici e novantacinque.»
«Fate spedizioni per posta?»
«Certo.»
«Vorrei comprarne uno e spedirlo…» Si fermò a riflettere: dove diavolo era Duke? «In North Carolina.»
«D’accordo. Qual è l’indirizzo completo?»
«Non ne sono sicuro. Mettete solo ‘professor Raymond Alexander, Università di Duke, Durham, North Carolina’. Credo che sarà sufficiente.»
«Servizio postale degli Stati Uniti?»
«Va bene.»
Suono di tasti. «La spedizione è otto e ottantacinque. Come desidera pagare?»
«Con la mia Visa.»
«Il numero, prego?»
Lloyd estrasse il portafogli e le comunicò il codice numerico, fornendo anche la data di scadenza e il proprio nome. Poi riattaccò, tornò a sedersi sul divano e incrociò le braccia, sentendosi soddisfatto.
Egregio dottor Simcoe,
mi perdoni se la disturbo con un’email non richiesta; spero che passi attraverso il suo filtro per la pubblicità indesiderata. So che lei, da quando è apparso in TV, deve essere inondato di lettere, ma io non ho potuto fare a meno di scrivere per farle conoscere l’impatto che la mia visione ha avuto su di me.
Ho diciotto anni, e sono incinta. Non di molto, sono appena di due mesi circa. Ancora non l’ho detto al mio ragazzo, o ai miei genitori. Ho pensato che essere incinta sia la cosa peggiore che mi potesse capitare; frequento ancora il liceo, e il mio ragazzo si iscriverà in autunno all’università. Viviamo entrambi con i genitori e non abbiamo soldi. Non è proprio il caso di mettere al mondo un figlio, mi sono detta, e così stavo pensando a un aborto. Avevo già preso appuntamento. Poi ho avuto la mia visione… ed è stata incredibile! C’ero io, e Brad (il mio ragazzo), e nostra figlia, e stavamo tutti insieme in una bella casa, ventuno anni più avanti nel tempo. Mia figlia era ormai grande — un po’ più grande di me adesso — ed era bellissima, ci raccontava che a scuola aveva conosciuto un ragazzo, e ci chiedeva se una sera poteva andare a cena fuori con lui; e sapeva che noi gli volevamo bene, e noi dicevamo certo che puoi, perché era nostra figlia e per lei era importante e… Be’, la sto riempiendo di chiacchiere. Il punto è che la mia visione mi ha mostrato che le cose sarebbero andate bene. Ho disdetto l’appuntamento, e Brad e io stiamo cercando un appartamentino per vivere insieme e poi, con mia grande sorpresa, i miei genitori non l’hanno presa male, e addirittura ci daranno un piccolo aiuto economico. So che molte persone le diranno che le visioni gli hanno rovinato l’esistenza. Io volevo solo farle sapere che a me l’hanno enormemente migliorata, e che in effetti hanno salvato la vita di della bambina che porto in grembo.
La ringrazio… per tutto.
Dottor Simcoe,
si sente parlare in televisione di persone che hanno avuto visioni affascinanti. Io no. La mia visione mi ha mostrato nella stessa casa in cui vivo oggi. Ero solo, cosa non insolita; i miei figli sono grandi e mia moglie ha spesso da fare con il suo lavoro. Per dire la verità, anche se un paio di cose sembravano diverse — qualche spostamento nei mobili, un quadro nuovo alla parete — non c’era nulla da cui si potesse veramente dedurre che quello era il futuro. E vuole sapere una cosa? Mi è piaciuto. Sono un uomo felice; ho vissuto una vita serena. Il fatto di sapere che posso ancora contare su altri vent’anni della stessa, identica vita è un pensiero molto rilassante. Tutta questa faccenda delle visioni, a quanto pare, ha sconvolto la vita di molti… ma non la mia. Volevo solo farglielo sapere.
Cordiali saluti
Messaggi giunti al sito Web ‘Progetto Mosaico’.
Brooklyn, New York: e va bene, nel mio sogno c’era questa bandiera americana, giusto? E aveva, mi sembra, 52 stel e: una fla di 7, poi una fla di 6, poi 7, poi sei, e via dicendo, per un totale di 52. Immagino che la cinquantunesima stella, quella debba essere Portorico, giusto? Ma sto impazzendo per capire quale possa essere la cinquantaduesima. Se lo sapete, per favore mandate un’email a…
Edmonton, Alberta: non sono intel igente. Ho la sindrome di Down, ma sono una brava persona. Nel a mia visione io parlavo e usavo parole diffcili, perciò devo essere diventato intel igente. Voglio essere di nuovo intel igente.