Indianapolis, Indiana: per favore, piantatela di mandarmi email dicendomi che nel 2030 sarò il presidente degli Stati Uniti; mi stanno intasando la casel a postale. Lo so che sarò presidente, e quando andrò al potere farò mandare dei control i fscali a tutti quel i che mi diranno ancora…
Islamabad, Pakistan (autotradotto dall’originale arabo): Nel a mia visione ho due braccia. . ma oggi ne ho solo una (sono un veterano del confitto indo-pakistano). Non ho avuto l’impressione che si trattasse di una protesi. Sarei interessato a saperne di più da chiunque abbia informazioni sugli arti artifciali, o magari sulla rigenerazione degli arti da qui a ventuno anni nel futuro.
Changtzou, Cina (autotradotto dall’originale mandarino): Sembra che fra ventuno anni sarò morto, cosa che non mi sorprende, visto che sono già abbastanza vecchio. Ma mi piacerebbe avere notizie su ciò che succederà ai miei fgli, nipoti e pronipoti. Si chiamano…
Buenos Aires, Argentina: quasi tutti coloro con cui ho parlato erano in vacanza o comunque non lavoravano, durante il Cronolampo. Be’, in America del Sud il terzo mercoledì di ottobre non è festa da nessuna parte, almeno da quanto mi risulta, perciò sto pensando che forse la settimana lavorativa è di quattro giorni, con il mercoledì festivo. Quanto a me, preferirei un fne settimana di tre giorni. Qualcuno sa qualcosa di preciso?
Auckland, Nuova Zelanda: conosco quattro dei numeri vincenti dell’estrazione del Super Eight neozelandese del 19 ottobre 2030; nella mia visione stavo incassando il premio di 200 dollari per avere indovinato quattro numeri. Se qualcuno conosce gli altri numeri vincenti del a stessa lotteria, sarei disposto a dividere con lui le mie informazioni.
Ginevra, Svizzera (inviato in quattro lingue): chiunque abbia informazioni sull’omicidio di Theodosios (Theo) Procopides, mi contatti al…
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Lloyd e Theo stavano pranzando insieme nella grande sala mensa del centro di controllo dell’LHC. Intorno a loro altri fisici discutevano teorie e interpretazioni per spiegare il Cronolampo: nell’ultima ora era naufragata la pista promettente di una presunta disfunzione di uno dei magneti quadripolari. Si era appena scoperto che il magnete funzionava benissimo; era l’apparecchio di verifica che non andava.
Lloyd aveva preso un’insalata, Theo un kebab che si era preparato da solo la sera prima e che aveva fatto riscaldare nel forno a microonde. «Pare che la gente sia in grado di affrontare le cose meglio di quanto avrei creduto» disse Lloyd. Le finestre davano sul cortile del nucleo, dove i fiori primaverili erano in germoglio. «Tutti quei lutti, tutta quella distruzione… ma la gente se la sta spolverando di dosso, torna a lavorare, e riprende a vivere la propria vita.»
Theo annuì. «Stamattina ho sentito un tizio alla radio. Sosteneva che alla fine ci sono state molte meno chiamate al servizio di consulenza di quante se ne attendessero. In effetti pare che un gran numero di persone, dopo il Cronolampo, abbia disdetto gli appuntamenti per le sessioni di terapia.»
Lloyd sollevò le palpebre. «Perché?»
«Ha detto che era dovuto alla catarsi.» Theo sorrise. «Te lo dico io, il buon vecchio Aristotele sapeva esattamente di cosa stava parlando: offri alla gente l’occasione di purificare le sue emozioni, e la gente ne uscirà più sana di prima. Tante persone hanno perso qualcuno che amavano durante il Cronolampo: lo sfogo di dolore è stato vivificante, dal punto di vista psicologico. Il tizio alla radio affermava che qualcosa di simile è avvenuto una dozzina di anni fa quando morì la principessa Diana: per diversi mesi dopo l’evento ci fu una grossa diminuzione a livello mondiale del ricorso ai terapisti. Naturalmente la maggiore catarsi fu in Inghilterra, ma quando Lady D fu uccisa, addirittura il ventisette per cento degli americani si sentì come se avesse perduto qualcuno che conosceva di persona.» Una pausa.
«Naturalmente non è facile superare la morte di una moglie o di un figlio, ma uno zio? Un lontano cugino? Un attore che ti piaceva? Uno dei tuoi colleghi di lavoro? È una grossa liberazione.»
«Ma se ci passano tutti prima o poi…»
«Era proprio questo il punto» disse Theo. «Vedi, normalmente, se tu perdi qualcuno in un incidente, vai in pezzi, e la cosa dura per mesi o per anni… e tutti quelli che ti stanno intorno non fanno altro che rafforzare il tuo diritto a essere triste. ‘Devi avere pazienza’ ti dicono. Ognuno ti fornisce un sostegno emotivo. Ma se anche tutti gli altri devono fare i conti con una perdita, non c’è più quell’effetto stampella; non c’è più nessuno che ti dice parole di conforto. Non hai altra scelta se non afferrarti a qualcosa e tornare al lavoro. È come coloro che sopravvivono a una guerra: ogni guerra è molto più devastante, nel suo complesso, di qualsiasi tragedia individuale, ma quando una guerra è finita quasi tutti riprendono la loro vita. Tutti hanno sofferto la stessa cosa; bisogna solo mettere una linea di demarcazione, dimenticare tutto e andare avanti. Sembra che la stessa cosa stia accadendo adesso.»
«Io non credo che Michiko potrà mai superare la perdita di Tamiko.» Michiko sarebbe tornata dal Giappone quella sera.
«No, no, certo che no. Non nel senso che smetterà di soffrirne. Ma andrà avanti con la sua vita; che altro potrebbe fare? Non c’è proprio alternativa.»
In quel momento Franco Della Robbia, un fisico barbuto di mezza età, comparve al loro tavolo, tenendo in mano un vassoio. «Vi dispiace se mi unisco a voi?»
Lloyd alzò gli occhi. «Ciao, Franco. Ma figurati.» Theo spostò la sua sedia sulla destra e Della Robbia si mise a sedere.
«Ti sbagliavi su Minkowski, lo sai» disse Franco guardando Lloyd. «Le visioni non possono essere quelle di un futuro reale.»
Lloyd prese una forchettata di insalata. «Perché no?» «Be’, ascoltami; partiamo dalla tua premessa. Fra ventuno anni io avrò una connessione fra il mio io del futuro e il mio io del passato. Cioè, il mio io del passato vedrà esattamente quello che il mio io del futuro starà facendo. Ora, il mio io del futuro può non avere alcuna indicazione manifesta che ha avuto luogo la connessione, ma questo non importa; io saprò al secondo quando la connessione inizierà e finirà. Non so che cosa ti abbia mostrato la tua visione, Lloyd, ma la mia mi vedeva in quella che immagino essere Sorrento, seduto su un balcone a contemplare la baia di Napoli. Tutto molto bello, molto gradevole… ma non quello che avrei fatto il 23 ottobre del 2030, se avessi saputo di essere in contatto con il mio io del passato. Al contrario, in qualche modo avrei assolutamente evitato qualsiasi cosa che potesse distogliere l’attenzione del mio io del passato… una stanza vuota, diciamo, o semplicemente fissare una parete nuda. E precisamente alle 19 e 21 di quel giorno, ora di Greenwich, avrei cominciato a snocciolare a voce ben chiara i fatti che secondo me il mio io del passato doveva conoscere: ‘L’undici marzo del 2012 sta’ attento quando attraversi via Colombo, altrimenti inciampi e ti rompi una gamba’; ‘nel tuo tempo le azioni della Bertelmann pagano quarantadue euro per ogni quota, ma nel 2030 pagheranno seicentonovanta euro, perciò compratene un bel po’, così ti fai una bella pensione’; ‘questi sono i vincitori della Coppa del mondo di tutti gli anni che ti dividono dal mio tempo’. Roba del genere. Avrei annotato tutto su un pezzo di carta e mi sarei limitato a leggerglielo, imbottendolo quanto più possibile di informazioni utili in quella finestra di un minuto e quarantatrè secondi.» Il fisico italiano fece una pausa. «Il fatto che nessuno abbia riferito una visione nella quale faceva qualcosa di simile significa che quello che abbiamo visto non può essere il vero futuro della linea temporale nella quale ci troviamo attualmente.»