Michiko aggrottò la fronte. «Non lo so. Non ne sono sicura. Voglio dire, che senso ha andare avanti se tutto è già deciso?»
«Che senso ha leggere un romanzo la cui fine è stata già scritta?»
Lei si morse il labbro inferiore.
«Il concetto dell’universo come blocco è l’unica cosa che ha senso in un universo relativistico» disse Lloyd. «Per dirla tutta, è soltanto relatività al massimo livello: la relatività sostiene che nessun punto nello spazio è più importante di un altro; non esiste una struttura fissa di relazione dalla quale misurare altre posizioni. Be’, l’universo come blocco dice che nessun tempo è più importante di un altro… l’’adesso’ è una totale, completa illusione, e se non esiste qualcosa come un adesso universale, se il futuro è già scritto, allora ovviamente il libero arbitrio è anch’esso un’illusione.»
«Io non ne sono sicura come te» disse Michiko. «Io ho la sensazione di avere il libero arbitrio.»
«Anche dopo questo fatto?» chiese Lloyd. La sua voce divenne un filo troppo stridula. «Anche dopo il Cronolampo?»
«Ci sono altre spiegazioni per una versione coerente del futuro» disse Michiko.
«Eh? Per esempio?»
«Per esempio che è solo uno dei possibili futuri, il primo lancio di dadi. Se il Cronolampo dovesse ripetersi, si potrebbe vedere uri futuro del tutto diverso.»
Lloyd scosse la testa, facendo frusciare i capelli contro il cuscino. «No» disse. «No, c’è un solo futuro. Nessun’altra interpretazione ha senso.»
«Ma vivere senza libero arbitrio…»
«È così che stanno le cose, giusto?» sbottò Lloyd. «Nessun libero arbitrio. Nessuna scelta.»
«Ma…»
«Niente ma.»
Michiko tacque. Il petto di Lloyd si alzava e si abbassava rapidamente, e senza dubbio lei poteva sentire il suo cuore che batteva. Seguì un lungo silenzio e poi, alla fine, Michiko disse: «Ah.»
Lloyd aggrottò le ciglia, anche se Michiko non poteva vedere la sua espressione. Ma doveva essersi resa conto in qualche modo che i muscoli facciali di lui si erano contratti.
«Ho capito» disse.
Lloyd ne fu irritato, e la sua voce non lo nascose. «Che cosa?»
«Ho capito perché tu sei così convinto dell’immutabilità del futuro. Perché pensi che non esista qualcosa come il libero arbitrio.»
«E perché la penserei così?»
«Per quello che è successo. Per tutte le persone che sono morte, e per quelle che sono rimaste ferite.» Si interruppe, come se si aspettasse che fosse lui a proseguire. Quando Lloyd non lo fece, lei riprese: «Se avessimo il libero arbitrio, tu dovresti biasimarti per ciò che è accaduto, dovresti assumertene la responsabilità. Ma se non lo abbiamo… se non lo abbiamo, allora non è colpa tua. Que sera est. Qualunque cosa sarà, lo è già adesso. Tu hai premuto il pulsante che ha dato il via all’esperimento perché sei sempre stato tu, e sempre sarai tu a premerlo; è congelato nel tempo come ogni altro momento.»
Lloyd non disse nulla. Non c’era niente da dire. Naturalmente Michiko aveva ragione. Sentì le proprie guance che si imporporavano.
Era davvero così meschino? Così disperato?
Non c’era nulla, in qualsiasi teoria della fisica, che avrebbe potuto prevedere il Cronolampo. Lui non era come un qualunque medico che non avesse tenuto conto di qualche effetto collaterale; qui non si trattava dell’imperizia di un fisico. Nessuno — nemmeno Newton, nemmeno Einstein, nemmeno Hawking — avrebbe potuto prevedere le conseguenze dell’esperimento con I’LHC.
Non aveva fatto niente di sbagliato.
Niente.
Eppure…
Eppure avrebbe dato qualsiasi cosa per cambiare ciò che era accaduto. Qualsiasi cosa.
E sapeva che se avesse ammesso, anche per un attimo, la possibilità che si sarebbe potuto cambiare quel qualcosa, che lui avrebbe potuto evitare tutti quegli incidenti stradali, e gli schianti degli aerei, e le operazioni chirurgiche tragicamente interrotte, e le cadute per le scale, che avrebbe potuto evitare la morte della piccola Tamiko, allora avrebbe trascorso il resto della sua vita travolto dal senso di colpa per quanto era successo. Minkowski lo assolveva da quella colpa.
E aveva bisogno di quella assoluzione. Ne aveva bisogno se voleva andare avanti, se voleva percorrere il suo sentiero luminoso attraverso il cubo senza essere torturato dal rimorso.
Coloro che preferivano credere che le visioni non rappresentavano il futuro reale avevano sperato che, considerate nell’insieme, esse sarebbero state prive di consistenza: che nella visione di uno, un democratico sarebbe stato presidente degli Stati Uniti, mentre nella visione di un altro alla Casa Bianca ci sarebbe stato un repubblicano. Il primo avrebbe visto macchine volanti dappertutto, il secondo avrebbe scoperto invece che il traffico privato era stato bandito in favore di quello pubblico. Il primo avrebbe magari scoperto che gli alieni avevano fatto visita alla terra, il secondo che l’uomo è davvero solo nell’universo.
Ma il progetto Mosaico di Michiko ebbe un successo enorme, con oltre centomila messaggi al giorno; i quali, combinati fra loro, contribuirono a formare un ritratto consistente, coerente e plausibile del 2030, ciascuno aggiungendo un tassello alla veduta d’insieme.
Nel 2017, all’età di novantuno anni, muore Elisabetta II, regina d’Inghilterra, Scozia, Irlanda del Nord, Canada, Bahamas e di innumerevoli altri luoghi. Charles, suo figlio, a quell’epoca sessantanovenne, è diventato mentalmente instabile e, non senza qualche stimolo da parte dei suoi consiglieri, sceglie di non salire al trono. William, il suo primogenito, e primo in linea della discendenza, sorprende il mondo abdicando al trono e inducendo il parlamento a dichiarare estinta la monarchia.
Il Quebec fa ancora parte del Canada; i secessionisti sono diventati una minoranza esigua, anche se sempre rumorosa.
Nel 2019 il Sud Africa porta a termine finalmente i suoi processi post-apartheid per crimini contro l’umanità, con la condanna di oltre cinquemila persone. Il presidente Desmond Tutu, ottantottenne, concede la grazia a tutti: un atto, afferma, non solo di perdono cristiano ma di chiusura di un’epoca.
Nessuno ha ancora messo piede su Marte… le prime visioni che suggerivano il contrario si sono rivelate simulazioni di realtà virtuale a Disney World.
Il presidente degli Stati Uniti d’America è afroamericano e maschio; sembra che ci sia anche una presidentessa ad interim. La chiesa cattolica, comunque, ha accettato il sacerdozio anche per le donne.
Cuba non è più comunista; la Cina è l’ultimo paese comunista rimasto, e fra ventuno anni il dominio sulla popolazione sembra rigido come oggi. I cinesi sono diventati quasi due miliardi.
Il buco nell’ozono è cresciuto in modo ragguardevole, e la gente porta cappelli e occhiali da sole anche nelle giornate nuvolose.
Le macchine non possono volare… ma possono levitare fino a un’altezza di circa due metri da terra. Da una parte il traffico stradale è stato limitato in quasi tutti i paesi. Le macchine non richiedono più una superficie liscia e dura; in alcuni luoghi le strade vengono addirittura smantellate e sostituite da zone di verde attrezzato. Dall’altra le strade sono soggette a un logorio così ridotto che quelle rimaste richiedono una manutenzione minima.
Cristo non è tornato.
Il sogno dell’intelligenza artificiale è ancora irrealizzato. Anche se esistono molti computer in grado di parlare, nessuno ha ancora rivelato un livello minimo di coscienza.
Lo sperma maschile continua in tutto il mondo il suo crollo verticale; nei paesi progrediti l’inseminazione artificiale è ormai comune, e viene coperta dall’assistenza sociale medica in Canada, Unione europea e anche negli Stati Uniti. Nei paesi del terzo mondo il tasso di natalità è in diminuzione per la prima volta da sempre.