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«Lei è nato davvero il 29 febbraio?»

«Sì. Non è una caratteristica unica; esistono circa cinque milioni di persone che sono nate in quel giorno.»

Theo rifletté, poi disse: «E così quest’uomo le ha detto ‘ci ha battuti sul tempo’. E lei che cosa ha replicato, dopo?»

«Ho detto, e la prego di nuovo di perdonare le mie parole: ‘È lo stesso’.»

Theo aggrottò la fronte.

«E poi» continuò Cheung «ho aggiunto: ‘Chi è il prossimo?’. Al che il mio socio ha replicato: ‘Korolov’. Korolov… che immagino sia K-O-R-O-L-O-V. Un nome russo, no? Le dice nulla?»

Theo scosse la testa. «No.» Una pausa. «Dunque ha eliminato — eliminerà — anche questo Korolov?»

«È l’interpretazione più ovvia, certo. Ma non ho idea di chi possa essere questo o questa Korolov.»

«Questo.»

«Sbaglio, o lei mi ha appena detto che non conosce questa persona?»

«Infatti non la conosco… ma Korolov è un cognome maschile. I cognomi femminili russi terminano in -ova; quelli maschili in -ov.»

«Ah» fece Cheung. «In ogni caso, quando l’uomo con cui stavo parlando ha detto ‘Korolov’, io ho replicato: ‘Bene, non riesco a immaginare che gli stia appresso qualcun altro’. E il mio socio ha ribattuto: ‘Non essere ansioso, Ubu…’ Ubu è un nomignolo che solo gli amici più intimi possono usare con me, anche se, come le ho già detto, adesso come adesso non ho mai visto quest’uomo. ‘Non essere ansioso, Ubu’ ha detto. ‘Il tizio che ha beccato Procopides non può avere il minimo interesse in Korolov’. E io ho detto: ‘Molto bene. Pensaci tu, Darryl…’ che, immagino, fosse il nome dell’uomo con cui stavo parlando. Lui ha aperto la bocca per dire qualcosa, ma all’improvviso mi sono ritrovato qui nel 2009.»

«E questo è tutto ciò che sa? Che lei e un uomo chiamato Darryl sarete a caccia di diverse persone, compreso me e qualcuno che si chiama Korolov, mentre qualcun altro, un uomo che non ha nulla contro questo Korolov, mi ucciderà per primo?»

Cheung alzò le spalle in un gesto di scusa, ma Theo non riuscì a capire se il suo rammarico derivasse dall’incompletezza delle sue informazioni o dal fatto che un giorno, a quanto sembrava, avrebbe voluto vederlo morto. «E proprio così.»

«Questo Darryl… aveva l’aria di un pugile? Capisce, un lottatore?»

«No. Direi che era un po’ troppo grasso per potere essere un atleta.»

Theo si appoggiò allo schienale, sconcertato. «Grazie per avermi informato» disse alla fine.

«Era il minimo che potessi fare» disse Cheung. Fece una pausa, come se valutasse la possibilità o meno di aggiungere qualcosa. Poi: «Le anime sono immortali, dottor Procopides, e la religione garantisce la giusta ricompensa. Io sospetto vivamente che l’aspettino grandi cose, e che lei sarà adeguatamente ricompensato… ma solo, naturalmente, se riuscirà a rimanere vivo abbastanza a lungo. Faccia un favore a se stesso, anzi, lo faccia a noi due: non rinunci alla sua ricerca.»

24

Theo tornò a New York e raccontò a Lloyd del suo incontro con Cheung. Lloyd rimase perplesso quanto Theo su ciò che gli aveva raccontato il vecchio. Entrambi rimasero a New York per altri otto giorni, mentre alle Nazioni Unite continuava l’acceso dibattito sulla loro proposta.

La Cina si espresse a favore della mozione per autorizzare la replica dell’esperimento. Anche se era ormai chiaro che il futuro non era prefissato, il fatto che durante la prima serie di visioni il governo totalitario della Cina fosse ancora chiaramente al potere con pugno di ferro aveva contribuito in modo sensibile a deprimere la dissidenza interna. Per la Cina quello era l’argomento chiave. Esistevano due sole possibili versioni del futuro: o la dittatura comunista continuava, oppure non continuava. Le prime visioni avevano rivelato che continuava. Se la seconda serie di visioni avesse mostrato la stessa cosa — che, anche conoscendo in anticipo un futuro in parte modificabile, il comunismo non sarebbe stato abbattuto — allora lo spirito dei dissidenti sarebbe definitivamente crollato: un perfetto esempio di quello che, con gusto discutibile, una battuta del New York Times aveva definito ‘una visione inDIMstinta del futuro’{Qui l’inglese recita ‘dim view of the future’, dove ‘dim’ significa vago, indistinto, ma è anche il diminutivo del fratello di Theo (NdT).}, in onore di Dimitrios Procopides il quale, essendosi lasciato abbattere da ciò che aveva visto del futuro, aveva rinunciato anche alla sola idea di cambiarlo.

Ma se le seconde visioni avessero mostrato che il comunismo era caduto? Allora la Cina si sarebbe ritrovata in una situazione non peggiore di quella antecedente al primo Cronolampo, con il suo futuro in bilico. Era un gioco degno di essere giocato, secondo l’ottica del governo di Pechino.

Anche gli ambasciatori dell’Unione europea stavano chiaramente per votare in blocco a favore della replica, per due ragioni. In caso di fallimento della replica, allora forse sarebbe stato possibile arrestare il flusso interminabile di cause intentate contro il CERN e i paesi membri. In caso di successo, be’, questa seconda occhiata al futuro sarebbe stata gratuita, ma quelle successive potevano essere vendute all’umanità per miliardi di euro l’una. Certo, altre nazioni potevano tentare di costruire impianti per la disintegrazione dell’atomo capaci di produrre la stessa quantità di energia rilasciata dall’LHC, ma la prima serie di visioni aveva mostrato un mondo pieno di collisori tachioni-tardioni nel quale, tuttavia, non era così facile generare le immagini. Se il CERN era responsabile, lo era evidentemente in modo molto particolare… una specifica combinazione di parametri, scarsamente suscettibili di essere riprodotti in un altro acceleratore, aveva provocato il Cronolampo.

L’opposizione alla replica era più forte nell’emisfero occidentale… in.quei paesi dove la gente era in prevalenza sveglia quando la consapevolezza si era trasferita nell’anno 2030 e che, quindi, avevano lamentato un numero maggiore di morti e feriti. L’opposizione si basava in gran parte sull’indignazione seguita ai danni sofferti in quell’occasione, e sulla paura che a una seconda serie di visioni si accompagnassero un’altra carneficina e un’ulteriore distruzione.

L’emisfero orientale aveva subito danni in proporzione minori; in molte nazioni, quando si era verificato il Cronolampo, più del novanta per cento della popolazione era addormentata, o almeno al sicuro nel suo letto; c’erano stati pochi feriti, e danni tutto sommato trascurabili. Chiaramente, sostenevano, una replica organizzata e preannunciata non avrebbe messo a repentaglio la vita di troppa gente.

Denunciavano gli argomenti contro la replica come dettati più dall’emozione che dal buon senso. In verità una serie di indagini a livello mondiale aveva rivelato che coloro che avevano avuto le visioni erano ben felici dell’esperienza, anche se adesso era stato loro rivelato che non mostravano un futuro prefissato. D’altra parte, ora che il mondo sapeva con certezza che il futuro poteva essere modificato, coloro che avevano avuto visioni negative del loro futuro erano di solito ancora più contenti di averle avute di quanto non lo fossero coloro che avevano avuto visioni positive.

Anche se formalmente non aveva voce nel dibattito alle Nazioni Unite, papa Benedetto XVI fece sentire tutto il suo peso annunciando che le visioni erano del tutto in accordo con la dottrina cattolica. Il fatto che la partecipazione alla messa fosse enormemente aumentata dal Cronolampo influì senza dubbio sulla posizione assunta dal pontefice.

Il primo ministro del Canada si schierò anche lui a favore delle visioni, dal momento che mostravano il Quebec come ancora facente parte della nazione. Il presidente degli Stati Uniti si dimostrò meno entusiasta: benché gli americani, anche dopo vent’anni, continuassero chiaramente a essere la potenza guida del mondo, c’era una certa preoccupazione fra i consiglieri del presidente sul fatto che le prime visioni avessero già recato fin troppo danno alla sicurezza nazionale, visto che erano stati in molti — bambini inclusi — ad accedere a informazioni cruciali senza essere legati ad alcun obbligo di segretezza. E, naturalmente, i democratici non avevano mandato giù il fatto che il repubblicano Franklin Hapgood, docente di scienze politiche a Purdue, fosse apparentemente destinato a ricoprire la carica di presidente nel 2030.