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«Cinque.»

Qualcosa che avrebbe messo la parola fine a quello che aveva visto la prima volta.

«Quattro.»

Lui amava Michiko, naturalmente.

«Tre.»

E l’avrebbe sposata, a dispetto della prima visione, o di questa.

«Due.»

Eppure, gli sarebbe piaciuto conoscere il nome di quell’altra donna.

«Uno.»

Chiuse gli occhi, come se in quel modo potesse evocare meglio una visione.

«Zero.»

Niente. Buio. Dannazione, nel futuro era addormentato! Non era giusto; in fin dei conti era il suo esperimento. Se qualcuno meritava una seconda visione, era lui, e poi…

Aprì gli occhi; era ancora sdraiato sulla schiena. Sopra la sua testa, in alto, c’era il soffitto della sala di controllo dell’LHC.

Oh, Cristo… oh, Cristo.

Fra ventuno anni ne avrebbe avuti sessantasei.

E fra ventuno anni, qualche mese dopo…

Sarebbe morto.

Proprio come Theo.

Maledizione. Maledizione!

Ruotò la testa di lato e per caso vide l’orologio.

Le cifre azzurre si succedevano lentamente: 22.00.11, 22.00.12, 22.00.13…

Non aveva perso conoscenza…

Non era successo niente.

Il tentativo di replicare il Cronolampo era fallito, e…

Luci verdi.

Luci verdi sulla consolle di ALICE.

Lloyd si alzò in piedi. Theo lo imitò quasi subito.

«Che è successo?» domandò uno dei giornalisti.

«Uno zero tondo tondo» gli rispose un altro.

«Per favore» disse Michiko. «Per favore, ognuno rimanga a terra… non sappiamo ancora se sia sicuro muoversi.»

Theo picchiò il palmo della mano sulla schiena di Lloyd, il quale aveva un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro. Si voltò e abbracciò Theo.

«Ragazzi» disse Michiko, sollevandosi sul gomito. «Non è successo nulla.»

Lloyd e Theo si sciolsero dall’abbraccio, e il primo si diresse verso il centro della sala. Allungò un braccio, prese le mani di Michiko e la aiutò a mettersi in piedi, poi la strinse a sé.

«Tesoro,» disse Michiko «che succede?»

Lloyd indicò con la mano verso la consolle. Michiko spalancò gli occhi. «Sinjirarenail» esclamò. «Ce l’hai fatta!»

Il sorriso di Lloyd aumentò. «Ce l’abbiamo fatta!»

«Fatto che cosa?» chiese uno dei giornalisti. «Non è successo niente, dannazione!»

«Oh, è successo, eccome» replicò Lloyd.

Anche Theo sorrideva. «Sì, è proprio vero!»

«Che cosai» chiese il giornalista.

«L’Higgs!» rispose Lloyd.

«Il che?»

«Il bosone di Higgs!» disse Lloyd, con un braccio attorno alla vita di Michiko. «Lo abbiamo ottenuto!»

Un altro giornalista soffocò uno sbadiglio. «Bella roba» disse.

Lloyd fu intervistato da uno dei giornalisti. «Che cosa è successo?» gli chiese l’uomo, un arcigno corrispondente di mezza età del Times di Londra. «0 meglio, perché non è successo niente?»

«Come può dire che non è successo niente? Abbiamo il bosone di Higgs!»

«Questo non interessa a nessuno. Noi vogliamo…»

«Lei si sbaglia» lo interruppe Lloyd, infervorato. «È questa la cosa importante; è una bomba vera e propria. In circostanze del tutto diverse questa sarebbe stata una storia da prima pagina su tutti i giornali del mondo.»

«Ma le visioni…»

«Non ho nessuna spiegazione sul perché non siano state riprodotte. Ma l’evento di oggi non si può davvero definire un fiasco. Gli scienziati del mondo hanno cercato di trovare il bosone di Higgs fin da quando Glashow, Salam e Weinberg ne profetizzarono l’esistenza mezzo secolo fa…»

«Ma la gente si aspettava un’altra occhiata al futuro, e…»

«Me ne rendo conto» disse Lloyd. «Ma trovare l’Higgs — e non una dannatissima ricerca della precognizione — è stato il motivo principale per cui fu costruito il Grande collisore per Adroni. Noi sapevamo che per produrre il bosone avevamo bisogno di oltre diecimila miliardi di elettronvolt. È per questo che i diciannove paesi proprietari del CERN hanno unito i loro sforzi per costruire il collisore. È per questo che anche Stati Uniti, Canada, Giappone, Israele e altre nazioni hanno contribuito al progetto con somme a nove zeri. Questa era buona scienza, scienza importante…»

«Anche così» obiettò il giornalista «il Wall Street Journal ha calcolato in oltre quattordici miliardi di dollari il costo totale del blocco di ogni attività lavorativa, il che fa del progetto Klaatu l’iniziativa più costosa nella storia dell’umanità.»

«Ma abbiamo il bosone di Higgs! Non capisce? Non solo questo conferma la teoria elettrodebole, ma dimostra l’esistenza del campo di Higgs. Adesso sappiamo che cosa consente agli oggetti — lei, io, questo tavolo, questo pianeta — di avere una massa. Il bosone di Higgs produce un campo fondamentale che fornisce le particelle di massa… e noi abbiamo avuto la conferma della sua esistenza!»

«A nessuno importa un bel niente del bosone» disse il giornalista. «La gente non può nemmeno pronunciare la parola senza mettersi a ridere.»

«Allora lo chiami particella di Higgs; molti fisici lo fanno. Ma comunque lo chiami, questa è la più importante scoperta del ventunesimo secolo nel campo della fisica. Certo, non sono trascorsi nemmeno dieci anni, ma io scommetto che alla fine del secolo la gente si guarderà indietro e dirà che questa è rimasta la più importante scoperta del secolo nel campo della fisica.»

«Questo non spiega come mai non abbiamo ottenuto nulla…»

«L’abbiamo ottenuta, invece» lo interruppe Lloyd, esasperato.

«Voglio dire, perché non abbiamo avuto la visione.»

Lloyd gonfiò le guance e sbuffò. «Senta, noi abbiamo fatto del nostro meglio. Forse il fenomeno originale è stato il colpo alla cieca che capita solo una volta. Forse aveva un alto grado di dipendenza dalle condizioni iniziali che poi sono impercettibilmente cambiate. Forse…»

«Voi avete barato» disse il giornalista.

Lloyd fu colto alla sprovvista. «Prego?»

«Avete barato. Avete deliberatamente alterato l’esperimento.»

«Noi non accettiamo…»

«Voi volevate liberarvi di tutte le azioni legali; anche dopo il suo bel discorso alle Nazioni Unite, il vostro unico scopo era quello di accertarvi che nessuno potesse trascinarvi in tribunale con successo e, insomma, se foste riusciti a dimostrare che il CERN non aveva nulla a che fare con il Cronolampo…»

«Noi non abbiamo alterato niente. Non abbiamo simulato la scoperta dell’Higgs. La nostra è una grande conquista, per l’amor del cielo.»

«Voi ci avete ingannato» disse il corrispondente del Times. «Avete ingannato il mondo intero.»

«Non sia ridicolo» disse Lloyd.

«Oh, andiamo. Se non avete barato, allora come mai non siete stati in grado di darci un’altra visione del futuro?»

«Io… io non lo so. Ci abbiamo provato. Sul serio, ce l’abbiamo messa tutta.»

«Ci sarà un’inchiesta, lo sa.»

Lloyd sgranò tanto d’occhi, ma probabilmente il giornalista aveva ragione. «Mi ascolti» gli disse. «Noi abbiamo fatto tutto ciò che potevamo. Le registrazioni del computer lo dimostreranno: mostreranno che ogni singolo parametro sperimentale era esattamente lo stesso. Naturalmente c’è l’incognita del caos, e della sensibilità dipendente, ma noi abbiamo fatto del nostro meglio, e il risultato è stato tutt’altro che un fallimento… e non è avvenuto per caso.» Il giornalista sembrò lì lì per replicare di nuovo… magari per sostenere che le registrazioni potevano essere state manipolate, ma Lloyd alzò la mano. «Tuttavia, può darsi che lei abbia ragione; può darsi che tutto questo dimostri l’estraneità del CERN rispetto a quello che è successo prima. Nel qual caso…»