Выбрать главу

Lui ebbe una smorfia scettica. — Sì? E l’ammiraglio lo sa? E allora dov’è la scorta di Illyan per gli spostamenti fuori dalla Base?

— Ci aspetta più avanti — lo informò Cordelia.

La possibilità che fosse vero gli fece apparire un’ombra di dubbio nello sguardo. Ma ahimè, l’ombra fu effimera. — Senta, milady, aspetti un minuto…

— Tenente — lo interruppe Bothari. — Dia un’occhiata lì, per favore. — E gli indicò il compartimento posteriore della vettura.

Koudelka si piegò per guardare nell’interno. — Cosa c’è? — chiese, con impazienza.

Cordelia ebbe un fremito quando la mano di Bothari si abbatté di taglio sotto la nuca di Koudelka, e fremette ancora nel sentire il thud con cui la sua testa urtò nello sportello opposto allorché Bothari lo fece volare avanti con una spinta. Il bastone-spada rotolò sul tappetino.

— Dentro — grugnì il sergente, controllando con una rapida occhiata la situazione nell’ufficio.

Droushnakovi gettò le borse nel compartimento e si affrettò a entrare, togliendo di mezzo le gambe inerti di Koudelka. Cordelia raccolse il bastone e s’infilò dietro di lei. Bothari fece un passo indietro, salutò rispettosamente, abbassò la portiera e salì al posto di guida.

Partirono con calma e senza scosse. Cordelia dovette reprimere un momento di panico quando dovettero fermarsi al primo posto di controllo. Poteva vedere e sentire nitidamente le guardie che s’erano accostate alla vettura. Era difficile ricordare che da fuori vedevano soltanto le loro facce riflesse nei cristalli. Ma il generale Piotr, evidentemente, era uno di quei potenti a cui nessuno amava far perdere un istante di troppo. Che soddisfazione essere il generale Piotr. Anche se in quel periodo neppure Piotr avrebbe potuto entrare nella Base Tanery senza aprire tutti gli sportelli e magari anche il portabagagli. Al cancello esterno il servizio di guardia era impegnato nel controllo di un convoglio di camion in arrivo. Quella coincidenza favorevole parve a Cordelia uno stupido spreco; l’elenco di colpi di fortuna con cui il Fato li lasciava partire era sicuramente breve: perché usarne subito uno quando non era poi così drammaticamente necessario?

Fra lei e Droushnakovi riuscirono infine a raddrizzare Koudelka in mezzo a loro. Grazie al cielo il suo corpo non era più flaccido in modo tanto allarmante. Stava mugolando e scuoteva la testa, senza ancora aprire gli occhi. La testa, il collo e la colonna vertebrale erano fra le zone del suo corpo prive di nervi artificiali; Cordelia si augurò che niente di inorganico si fosse rotto.

Droushnakovi sbuffò, preoccupata. — Cosa dobbiamo fare con lui?

— Non possiamo scaricarlo sul marciapiede. Tornerebbe subito indietro a dare l’allarme — disse Cordelia. — Se lo impastoiassimo a un albero, fuori strada, forse non lo troverebbero tanto presto… si sta riavendo. Credo che sia prudente legarlo.

— Posso puntargli uno storditore alla testa.

— Ti ubbidirebbe più facilmente se lo puntassi alla tua testa. Meglio non correre rischi.

Droushnakovi tirò fuori una sciarpa di seta da una delle borse e gli legò i polsi. Benché improvvisato, il nodo fu fatto da mani esperte.

— Chissà che non ci venga utile anche lui — rifletté Cordelia.

— Ci tradirebbe — pronosticò Droushnakovi, accigliata.

— Forse no. Non in territorio nemico. Andare avanti, allora, sarà l’unica scelta.

Koudelka sbatté le palpebre, fissò per qualche secondo la nebbia che gli riempiva la testa, poi il suo sguardo tornò a fuoco. Cordelia notò con sollievo che le sue pupille erano della stessa larghezza.

— Milady, cosa… dannazione. — Le sue mani lottarono inutilmente con la sciarpa di seta. — Questa è una pazzia. Lei sta correndo dritta nelle mani di Vordarian. Così lui avrà due manici con cui manovrare l’ammiraglio, invece di uno solo. E lei e Bothari sapete dov’è l’Imperatore!

— Dov’era una settimana fa — lo corresse Cordelia. — Sono certa che hanno continuato a farlo spostare. E Aral, direi, ha già dimostrato che non si piega ai ricatti. Non sottovalutarlo.

— Sergente Bothari! — Koudelka si piegò in avanti verso l’interfono. Il cristallo divisorio era anch’esso opacizzato, nei due sensi.

— Sì, tenente? — rispose la voce di Bothari, indifferente.

— Ti ordino di tornare indietro. Ferma la macchina.

Ci fu una breve pausa. — Io non faccio parte del Servizio, signore. Sono in congedo.

— Il Conte Piotr non ha ordinato questo! E tu sei un Armiere del Conte Piotr!

Una pausa un po’ più lunga. — No. Io sono al servizio di Lady Vorkosigan.

— Tu sragioni. Non hai preso le tue medicine!

Come potesse passare nel collegamento audio Cordelia non avrebbe saputo dirlo, ma dinnanzi a loro aleggiò un sogghigno lupesco.

— Avanti, Kou — lo blandì. — Stai dalla mia parte. È per una buona causa. Chissà che un po’ di adrenalina non ti faccia bene.

Dall’altra parte di Koudelka, Droushnakovi inarcò un sopracciglio. Poi ebbe un sorrisetto asprigno. — Guardala a questo modo: chi altro verrà mai a darti una possibilità di combattere sul campo?

Gli occhi di lui di spostarono a destra e a sinistra, fra le due donne che l’avevano catturato. Il ronzio del motore salì di tono mentre la vettura accelerava nel crepuscolo sempre più scuro.

CAPITOLO SEDICESIMO

Ortaggi di contrabbando. Seduta nel retro del grosso furgone a cuscino d’aria, Cordelia poteva distrarsi osservando le cassette di pomodori e le confezioni di verdura mista negli scatoloni che oscillavano a ogni svolta. Vegetali del sud, che affluivano a Vorbarr Sultana sfuggendo ai posti di blocco su strade secondarie, come loro. Dall’odore avrebbe giurato che dietro le casse c’erano alcuni dei sacchi di cavoli con cui aveva viaggiato giorni addietro, anch’essi fatti migrare secondo le contorte pressioni economiche della guerra.

I distretti controllati da Vordarian erano sottoposti a un ferreo blocco economico da quelli fedeli all’Imperatore. Benché lo spettro della fame fosse ancora lontano, i prezzi dei generi alimentari alla capitale erano balzati alle stelle, in vista dell’inverno e grazie alle immancabili manovre di accaparramento. Così i contadini giocavano le loro carte come potevano, e la gente disposta a correre rischi non era contraria a imbarcare sconosciuti disposti a pagare lautamente il passaggio.

A proporre quel metodo era stato Koudelka, che dopo aver fatto sbollire la sua disapprovazione era stato attratto nella loro avventurosa strategia a dispetto di se stesso. Era stato Koudelka a individuare uno dei grossisti che alimentavano il mercato nero, nel distretto di Vorinnis, ed a contattare uno degli autisti nel bar di fronte al piazzale di carico. Il pagamento lo aveva però stabilito Bothari; una cifra ridicola agli occhi di Cordelia ma corrispondente alle tariffe che quei corrieri giudicavano accettabili per un rischio in più.

— Mio padre possedeva una bottega — li aveva rigidamente informati Koudelka, proponendo quel piano. — So quel che sto facendo.

Cordelia s’era chiesta, perplessa, cosa significasse lo sguardo che lui aveva dato a Droushnakovi. Poi s’era ricordata che il padre di Drou era un soldato. Kou le aveva spesso parlato della madre e delle sorelle, ma solo in quel momento lei s’era resa conto che aveva sempre lasciato il padre fuori dalle sue reminiscenze, come per una sorta di imbarazzo sociale. Forse non c’era stato molto affetto fra loro. Koudelka aveva messo il veto all’idea di usare veicoli carichi di carne: — È più probabile che le pattuglie di Vordarian vogliano fermarli. Non intendono affatto impedire il mercato nero; è così che quegli uomini si portano a casa qualche chilo di bistecche, e gli autisti lo sanno. — Cordelia non sapeva se parlasse per esperienza militare, civile, o entrambe; in ogni caso era lieta di non viaggiare fra quarti di manzo congelato.

S’erano vestiti con gli abiti presi dalle borse da viaggio, in conformità alla parte che avevano deciso di recitare. Bothari e Koudelka si presentavano come due ex combattenti messi in congedo per invalidità, e facevano il possibile per apparire amareggiati e scorbutici come quella triste schiera. Cordelia e Drou erano due donne di campagna unitesi a loro in cerca di migliori occasioni. Il loro abbigliamento era una realistica combinazione di vestiti poveri e capi più fini apparentemente acquistati di seconda mano. Le borse erano state calpestate e sporcate al punto che sembravano scelte in una discarica di rifiuti.