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«Cosa? Greta dovrebbe essere qui, alla festa.»

«La dottoressa Penninger non ama le feste. Si annoia molto facilmente. Non lo sapevi? Mi piace fare dei favori alla dottoressa Penninger. Lei non è come la maggior parte delle altre donne — con lei si può parlare seriamente di faccende importanti. Aveva bisogno di un luogo sicuro in caso di attacchi, e così le ho costruito un piccolo laboratorio segreto nell’edificio Risorse umane. Tanto aveva liquidato tutti i pagliacci che ci lavoravano, e così adesso lì dentro c’è un mucchio di spazio.»

«Ma come fai a sapere che lei è lì in questo momento?»

«Tu vuoi scherzare! Io sono il capo della sicurezza, e lei è il direttore. Io so sempre dov’è il direttore.»

Dopo una lunga serie di strette di mano, Oscar andò via dalla festa per trovare Greta. Grazie al capillare sistema di sorveglianza di Kevin, non fu molto difficile.

Kevin e i prolet della sua banda avevano approntato un piccolo spazio di lavoro per Greta. Oscar digitò un codice a quattro cifre, e la porta si aprì. La stanza era buia, e vide Greta piegata sul suo microscopio di dissezione, le cui luci costituivano l’unica illuminazione nella stanza. Entrambi gli occhi di Greta erano premuti contro gli oculari ed entrambe le mani erano infilate in guanti di dissezione AFM. Si era gettata un camice da laboratorio sul vestito da sera. La stanza era spoglia come la cella di un monaco, e Greta era assolutamente concentrata, impegnata a separare silenziosamente e metodicamente qualche piccolo granello di tessuto dell’universo.

«Sono io» annunciò lui.

«Oh» esclamò Greta. Sollevò lo sguardo, annuì, poi avvicinò di nuovo gli occhi alle lenti.

«Perché hai lasciato la festa?»

«Perché non avrei dovuto? Non mi stavi prestando alcuna attenzione.»

Oscar fu sorpreso, perfino lievemente allarmato, di vedere Greta comportarsi con irritazione. «Facciamo parte del comitato di emergenza. Mi vedi ogni giorno per ore e ore.»

«Non stiamo mai insieme. Io non ti interesso più, ecco perché mi trascuri.»

Oscar fece una pausa. In quel momento era sicuramente interessato a Greta. Improvvisamente si rese conto che gli piaceva profondamente quella parte della loro relazione. Per lui le donne sembravano sempre più interessanti come oggetti di trattativa che come amanti o compagne. Fu una sinistra autorivelazione. Se ne pentì amaramente.

«Greta, non mi piace ammetterlo, ma hai ragione. Adesso che tutti sanno che siamo amanti, non abbiamo mai tempo per noi stessi. Stasera siamo apparsi insieme in un’occasione pubblica e io, dando prova di una terribile mancanza di tatto, ti ho abbandonato. Lo ammetto. Me ne dispiace. Sappi che saprò farmi perdonare.»

«Ma sentiti! È come se ti stessi rivolgendo a una commissione. Adesso siamo soltanto due politici. Mi parli come se fossi un diplomatico. Devo leggere dei discorsi del presidente pieni zeppi di bugie. Non riesco a lavorare a nulla che mi interessi. Passo tutto il mio tempo immersa in un’interminabile crisi politica. Io odio l’amministrazione. Oh, Dio, mi sento così colpevole.»

«Perché? È un lavoro molto importante. Qualcuno deve pur farlo. E tu sei brava. Le persone ti rispettano.»

«Non mi sono mai sentita tanto colpevole quando andavamo negli alberghi sulla spiaggia per fare sesso sfrenato, quasi violento. Non era il centro della mia vita o qualcosa di fondamentale, ma era davvero interessante. Un uomo attraente e affascinante con un calore corporeo tremendo, be’, è una cosa affascinante. Molto più interessante che stare a guardare le mie ricerche che languono.»

«Oh, no, non tu» gemette Oscar. «Non dirmi che adesso mi stai voltando le spalle, dopo che ho investito tanti sforzi in questa faccenda. Molti membri della mia krew mi hanno lasciato: semplicemente non credono che tutto questo possa funzionare.»

Greta lo fissò con improvvisa pietà. «Povero Oscar. Hai capito esattamente il contrario della verità. Non è per questo che mi sento colpevole, ma perché so che funzionerà. Parlare con quei Moderatori per tutto quel tempo… Adesso lo capisco veramente. La scienza cambierà veramente. Sarà ancora la ‘Scienza’. Avrà la stessa struttura intellettuale, ma la sua struttura politica sarà completamente diversa. Invece di essere impiegati pubblici con stipendi da fame, saremo intellettuali dissidenti d’avanguardia per gli oppressi. E questo funzionerà. Perché adesso possiamo ricevere un trattamento migliore da loro che dal governo. I prolet non sono poi così alieni; sono molto simili a studenti universitari grossi, pelosi e puzzolenti. Noi sappiamo trattare con persone del genere. Lo facciamo continuamente.»

Oscar si illuminò. «Ne sei sicura?»

«Sarà come una nuova accademia, con alcuni elementi feudali, come le krew. Sarà molto simile alle epoche oscure, in cui le università erano piccoli territori indipendenti e gli studiosi portavano mazze e piccoli tocchi quadrati e, ogni volta che qualcuno dava fastidio all’università, sguinzagliavano branchi di studenti nelle strade a fare a pezzi tutto fino a quando non avevano via libera. Solo che adesso non viviamo più nelle epoche oscure. Questa è l’Età del Rumore. Abbiamo distrutto la nostra società con le nostre conoscenze, con la velocità e l’imprevedibilità dei nostri spostamenti. Viviamo nell’Età del Rumore, e questo è il modo in cui impariamo a essere scienziati nell’Età del Rumore. Non possiamo diventare funzionari governativi che possono avere tutti i soldi che vogliono solo perché diamo al governo un mucchio di conoscenze militari-industriali. Adesso è tutto finito. Da ora in poi diventeremo un altro tipo di intellettuali creativi. Diventeremo artisti, oppure liutai, con le nostre piccole krew di fan che ci prestano attenzione e ci permettono di vivere.»

«Meraviglioso, Greta. Sembra una prospettiva magnifica!»

«Faremo scienza attraente, sexy, con un equipaggiamento ridotto all’osso. È questo che la scienza deve diventare nell’America contemporanea. Non possiamo comportarci come gli europei, loro hanno sempre una marea di preoccupazioni morali sull’impatto che le nuove tecnologie possono avere sulla gente; non è divertente, non è americano. D’ora in poi saremo come Orville Wright nella rimessa delle biciclette. Per noi non sarà facile. Anzi, sarà ancora più difficile. Ma avremo la nostra libertà. La nostra libertà americana. È un gesto di fiducia nell’immaginazione umana.»

«Tu sei davvero un politico, Greta! Hai fatto una grande scoperta. Sono assolutamente d’accordo con te.» Oscar si sentì così orgoglioso di Greta.

«Sicuro — potrebbe essere meraviglioso, se fosse qualcun altro a farlo. Io odio fare questo alla scienza. Mi dispiace terribilmente di stare facendo una cosa del genere. Ma sono in ballo e non ho scelta.»

«E cosa preferiresti fare?»

«Cosa?» domandò Greta in tono amaro. «Preferirei terminare il mio saggio sull’inibizione del rilascio dell’acetilcolina nell’ippocampo. È tutto quello che ho sempre voluto fare! Io vivo sognando che, un bel giorno, tutta questa terribile confusione finisca e che qualcuno mi lascerà fare quello che voglio.»

«So che è questo che vuoi. Adesso lo capisco davvero. E so anche cosa significa, Greta: significa che io ti ho deluso.»

«No. Sì. Be’, questo non importa. Il quadro generale funzionerà.»

«Non vedo come.»

«Posso mostrartelo.» Greta trovò la borsetta e uscì dalla stanza. Accese una luce. Oscar sentì scorrere dell’acqua. Gli venne in mente che aveva completamente dimenticato lo scopo della sua visita. Huey. Huey, e il suo teorico campo di profughi pieno di haitiani. Era assolutamente sicuro che Huey, ossessionato dall’idea che la scienza cognitiva fosse la prossima grande scoperta dell’umanità, aveva fatto qualcosa di estatico, e di terribile. Sapeva che doveva avere qualcosa a che fare con il lavoro di Greta. Il particolare più irritante è che Greta non nutriva alcun interesse nelle implicazioni pratiche delle sue ricerche. Non riusciva a tollerare le implicazioni politiche e morali della ricerca scientifica pura. La tediavano terribilmente. Non erano ‘scienza’. In esse non c’era nulla di scientifico. Le reazioni della società ormai erano diventate prive di senso. L’innovazione aveva travolto ogni freno. Cosa sarebbero diventati gli scienziati in un mondo del genere? Cosa diavolo si poteva fare con loro?