Выбрать главу

L’attacco contro Huey fu gestito male, in modo dilettantesco, perfino goffo. Ma fu letale. Huey si era scrollato di dosso molti altri scandali con una risata; si era limitato a corrompere i suoi accusatori, riducendoli al silenzio, oppure li aveva subornati. Ma quello scandalo faceva impallidire tutti gli altri. Riguardava dei profughi senza radici, inermi e invisibili, deliberatamente fatti impazzire mediante un processo industriale. Questo era un po’ troppo per la maggior parte degli americani; non potevano certo fare finta di nulla.

Quando il suo telefono squillò, Oscar, una volta tanto, era perfettamente preparato.

«Piccolo PEZZO DI MERDA!» strillò Huey. «Malvagio drogato di uno yankee! Quelle persone erano perfettamente felici! Era il paradiso in terra! E i federali sono arrivati di notte e le hanno rapite! Le hanno bruciate vive!»

«Buona sera, governatore! Immagino che abbia ascoltato il comunicato rilasciato questa sera dall’amministrazione.»

«Tu sei FINITO, piccolo borioso bastardo! Ti farò pentire di essere stato clonato! Avevo fatto delle promesse a quella gente, erano sotto la mia protezione. E tu li hai gettati in pasto ai media! Io so che sei stato tu. Avanti, ammettilo!»

«Governatore, non ho alcuna difficoltà ad ammetterlo. Adesso cerchiamo di discutere da uomini adulti. Questa notizia era destinata a trapelare lo stesso, prima o poi, che io l’avessi fatta filtrare o meno. Non si possono condurre esperimenti neurali segreti su centinaia di soggetti umani senza che avvengano fughe di notizie. Gli scienziati chiacchierano tra di loro. Perfino i suoi scienziati preferiti, quelli che non si sono mai laureati in alcunché, vivendo in miniere di sale e facendo cose terribili agli stranieri. Gli scienziati amano comunicare le loro scoperte ai colleghi; sono fatti così. E infatti, ovviamente, i suoi uomini nelle miniere di sale hanno dato la notizia ad altri neuroscienziati. E ovviamente la voce è giunta fino a me. E io ho avvertito il presidente. Io lavoro per il presidente.» Si schiarì la gola. «Badi bene, non sono stato io a organizzare la faccenda di questa sera. Se l’avessi fatto, si sarebbe trattato di un comunicato molto più professionale.»

Oscar si chiese se Huey si sarebbe bevuto quella smaccata bugia, preparata in anticipo. Aveva fatto del proprio meglio per renderla plausibile. Lo aveva fatto per proteggere Fontenot, la sua vera fonte. Forse l’inganno avrebbe funzionato. In ogni caso, avrebbe sicuramente distratto e irritato Huey e i suoi apprendisti stregoni neurali finanziati dallo Stato.

«Lei non riesce a credere quante insinuazioni razziste si stanno rovesciando sui miei haitiani. Quelle persone non sono dei mostri! Sono gente molto devota, seguono alcune strane pratiche in cui fanno uso di droghe. Sai, il veleno del pesce palla per creare gli zombi e tutto il resto.»

«Governatore, tra poco mi metterò a piangere. Sono forse un bambino di dieci anni? Ha paura che io stia registrando questa conversazione? Se non vuole parlare con me seriamente, allora può anche riattaccare.»

«Oh, no» grugnì Huey. «Tu e io ci conosciamo da troppo tempo. Io posso sempre parlare con te, signor Saponetta.»

«Bene. Sono lieto che il nostro accordo precedente sia ancora valido. Questa volta, evitiamo di intralciarci a vicenda.»

«Almeno tu puoi parlare con il presidente. Quel figlio di puttana non risponde neppure alle mie chiamate! Io, il governatore che è stato eletto più volte in America! Io conosco quel bastardo! Lo incontravo alle conferenze dei governatori. All’inferno, gli ho anche fatto un mucchio di favori. Gli ho insegnato tutto quello che sa sui prolet e su come trattare con loro. ‘Moderatori’ — ma vogliamo scherzare, forse? Lui sta uccidendo la mia gente! Lui sta rapendo la mia gente. Di’ al presidente che ha pestato i piedi all’uomo sbagliato. Io non starò a guardare mentre quel signor nessuno fa la faccia dura. È stato eletto con il diciotto per cento dei voti! Diglielo questo! Digli che Huey non dimentica mai queste cose.»

«Governatore, sarò lieto di riferire le sue parole al presidente, ma prima posso darle un consiglio ragionevole? Chiuda il becco. Lei è finito. Il presidente l’ha messa alle corde. Ciò a cui ha sottoposto gli haitiani è assolutamente imperdonabile! Si è dato la zappa sui piedi in pubblico.»

«E così avrei dovuto lasciarli sulla loro isola che affonda, a essere torturati a morte.»

«Si, avrebbe dovuto fare esattamente questo. Lasciarli in pace. Non si acquista un diritto di proprietà sulle persone soltanto perché le si è salvate. Lei vuole fare saltare il cervello delle persone somministrando strane droghe a soggetti all’oscuro di tutto? Allora torni indietro agli anni ’60 del ventesimo secolo ed entri nella CIA! Lei non è Dio, Huey! Lei è soltanto un dannato governatore! Lei si è spinto troppo oltre! E questa volta non riuscirà a cavarsela, perché ha lasciato le sue impronte dappertutto in questa faccenda — ha lasciato le sue impronte cerebrali.»

Huey rise. «Staremo a vedere.»

«La prossima volta toccherà a lei fare un esame con la tomografía a emissione di positroni, Huey. Allora troveranno le due onde di gradienti chimici sincronizzate e gli schemi elettrici che attraversano il corpo calloso e tutte quelle noiose stronzate neurali che io e lei siamo gli unici politici al mondo ad avere imparato a pronunciare correttamente! La dipingeranno come un novello Frankenstein! Sarà bruciato da una folla impazzita armata di torce. Lei non si ritroverà semplicemente in difficoltà per questa faccenda. Lei verrà ucciso.»

«Questo lo so anch’io» replicò Huey in tono tranquillo. «Che facciano pure del loro peggio.»

Oscar sospirò. «Etienne — posso chiamarla così? Sento che adesso noi ci conosciamo e ci capiamo meglio… Etienne, la prego, non si faccia uccidere dalla folla. Può succedere molto facilmente, e non ne vale la pena. Mi ascolti. Io capisco la sua situazione. Io nutro un profondo, durevole interesse professionale e personale nei confronti dei politici che vengono denunciati come mostri. Mi creda, dopo questo sviluppo, la situazione non migliorerà di certo, ma peggiorerà ancora di più.»

«Sai che ti sputtanerò alla grande per quello che hai fatto, vero? Già vedo i titoli: ‘Folle clone colombiano sorpreso in un nido d’amore sulla spiaggia con una scienziata vincitrice del Nobel’.»

«Etienne, io non sono soltanto un folle clone colombiano. Sono anche un organizzatore professionista di campagne politiche. Lasci che le dia un consiglio molto sincero. Getti la spugna. Sparisca. Si prenda un po’ dei suoi fondi neri, si porti dietro sua moglie, se intende seguirla, e vada in esilio. Si ritiri in un esilio autoimposto. Capisce? Lasci il paese. Capita. Si tratta di una scelta tradizionale. È una manovra politica perfettamente legittima.»

«Io non fuggirò. Huey non farà mai una cosa del genere.»

«Ma certo che ‘Huey la farà’, dannazione! Salga a bordo di un bel sommergibile francese — so che ne ha una dozzina in attesa al largo delle nostre coste. Si faccia dare una bella villa, sull’isola d’Elba, oppure a Sant’Elena o da qualche altra parte. Si porti dietro le sue guardie del corpo preferite. È perfettamente fattibile! Mangerà bene, scriverà le sue memorie, si abbronzerà, si riposerà, sarà pronto. Forse… ma solo forse… se qui in America le cose andranno peggio, molto peggio… forse lei sembrerà l’alternativa migliore. Sembra una follia, ma non sono sicuro di potermi ancora fidare delle mie facoltà di giudizio in questa faccenda. Forse, un giorno, imporre deliberatamente stati mentali schizoidi a esseri umani che non sospettano nulla diventerà perfino una moda. Ma adesso non è così, questo è sicuro come la morte. Legga i sondaggi di domani. Lei è finito.»