Выбрать главу

O così sembrava. Era ancora troppo presto per dire se la CDIA del presidente avrebbe conservato il suo potere, trasformandosi in un novello New Model Army. Ma la semplice minaccia del suo spiegamento inviò un’onda choc in tutto il sistema. Era chiaro che stava per iniziare un’altra epoca. Lo stato di emergenza americano era davvero finito una volta per tutte. Adesso vigeva lo stato di guerra.

Oscar seguì questi sviluppi con grande attenzione professionale e reagì immediatamente per assecondare l’umore popolare. Ordinò a Greta di dichiarare che lo stato di emergenza era finito anche nel Collaboratorio. Non c’era più nessuna emergenza. Da quel momento in poi, dovevano considerarsi in stato di guerra.

«Perché ci stai facendo questo?» domandò Greta durante un’altra riunione del comitato che si protrasse fino a notte fonda. «Qual è la differenza?»

«Fa tutta la differenza del mondo.»

«Ma si tratta soltanto di semantica! Siamo sempre le stesse persone. Io sono ancora il direttore del laboratorio, Dio mi aiuti. E il comitato di emergenza è l’unico organismo in grado di gestire questo caos.»

«D’ora in poi, siamo il comitato di guerra.»

«Ma si tratta soltanto di un cambiamento simbolico!»

«No, non è così.» Oscar sospirò. «Te lo spiegherò in parole molto semplici. Il presidente si è impadronito del potere in un periodo di crisi. Ha scavalcato la costituzione, ha tagliato le gambe al Congresso, ha annichilito i comitati di emergenza. Ed è riuscito a fare tutto questo reclutando grandi bande di emarginati sociali organizzati, che derivano la loro nuova legittimità esclusivamente da lui e che sono fedeli soltanto a lui.»

«Sì, Oscar, questo lo sappiamo anche noi. Non siamo certo ciechi. Non mi piace per nulla quello che ha fatto il presidente. E di certo non capisco perché dovremmo imitare le sue tattiche radicali e autoritarie.»

«Greta, è il presidente che sta imitando noi. Noi abbiamo fatto esattamente lo stesso, qui dentro. Il presidente sta facendo quello che sta facendo perché noi ci siamo riusciti! Adesso tu sei molto popolare, sei diventata famosa per quello che hai fatto. Le persone pensano che sia eccitante impadronirsi del potere con l’aiuto di gang di prolet e sbattere fuori tutti i cattivi. E una mossa molto scaltra.»

Greta era molto turbata. «Oh… Oh, mio Dio.»

«Ammetto che questa non è una bella notizia per la democrazia americana. In effetti, si tratta di una brutta notizia… di una notizia terribile. Potrebbe dimostrarsi addirittura catastrofica. Ma per il laboratorio è una notizia meravigliosa, perché significa che ormai corriamo pochissimi rischi di essere arrestati e incriminati per quello che abbiamo fatto qui. Capisci, Greta? La faremo franca, È un meraviglioso dono politico dal nostro protettore e sostenitore — il presidente. Siamo salvi! D’ora in poi, dovremo semplicemente imitare le sue mosse. D’ora in poi, dovremo agire come i camaleonti. Non siamo più dei radicali pazzi che scioperano in un laboratorio federale. Siamo cittadini fedeli al loro governo, pienamente coinvolti nel grande esperimento di creare un nuovo ordine sociale portato avanti dal nostro presidente. E così, d’ora in poi, saremo il comitato di guerra.»

«Ma noi non possiamo chiamarci così. Non abbiamo nessuna guerra da combattere.»

«Oh, ma certo che l’abbiamo.»

«No che non l’abbiamo.»

«Aspetta e vedrai.»

Due giorni dopo il presidente inviò delle truppe federali a Buna. L’esercito degli Stati Uniti stava finalmente obbedendo ai suoi ordini, nonostante il profondo disgusto istituzionale che provava al pensiero di impiegare la forza contro dei cittadini americani. Sfortunatamente, quei soldati erano un battaglione di specialisti di conflitti a bassa intensità in assetto di marcia.

I militari americani, giunti alla fine dell’epoca dei tradizionali conflitti armati, sapevano di essere entrati in un’era in cui la penna poteva davvero rivelarsi più mortale della spada; la spada era quasi inutile quando i fronti di guerra non esistevano più e un esercito permanente poteva essere fatto a pezzi da economici aerei robot.

E così l’esercito aveva messo in secondo piano la spada per concentrarsi sulla penna. Sostanzialmente, il 76° battaglione per la guerra informatica era formato da assistenti sociali. Indossavano impeccabili uniformi bianche ed erano specializzati in comunicazione verbale, misure di protezione civile, consulenza antistress, compiti leggeri di polizia e pronto soccorso. Metà erano donne, nessun soldato disponeva di armi da fuoco e, come ciliegina sulla torta, erano stati mandati in azione senza disporre di fondi federali. In effetti, erano in arretrato di quattro mesi sul loro stipendio. Per fare quadrare il loro bilancio, erano stati costretti a vendere i loro mezzi di trasporti corazzati.»

Adesso il Collaboratorio era davvero sovraffollato. Rubare e mangiare gli animali rari divenne un reato molto diffuso. Con un battaglione di cinquecento soldati/psicanalisti che vivevano praticamente a scrocco, più i giornalisti al loro seguito, le già magre risorse del Collaboratorio vennero sottoposte a una pressione intollerabile. L’interno della cupola iniziò ad appannarsi per il fiato dei troppi esseri umani che ospitava.

Per tenere occupati i nuovi arrivati, Oscar affidò al battaglione per la guerra informatica il compito di assediare psicologicamente i fedeli di Huey, che erano ancora ostinatamente in sciopero, rinchiusi nell’edificio che ospitava il dipartimento Ricadute industriali. I soldati furono ben lieti di obbedire e si misero all’opera di buona lena. Ma il Collaboratorio stava iniziando a somigliare a una gigantesca stazione della metropolitana durante l’ora di punta.

La soluzione ideale sarebbe stata quella di costruire altri rifugi. I Moderatori, in precaria simbiosi con i federali, rizzarono le tende sul terreno del Collaboratorio all’esterno della cupola. A Oscar sarebbe piaciuto costruire degli annessi al Collaboratorio. I progetti di Bambakias suggerivano alcuni metodi assolutamente stupefacenti con cui poteva essere raggiunto un risultato del genere. I materiali erano disponibili. La manodopera era più che abbondante. La volontà di precedere c’era, eccome.

Ma non c’erano soldi. Il Collaboratorio era circondato dalla città di Buna e da terreni di proprietà privata. La città era ancora in rapporti amichevoli con gli scienziati del laboratorio, era perfino fiera di loro, perché di recente avevano portato la città alla ribalta. Ma il laboratorio non poteva requisire la città con la forza delle armi. E poi, tutti i locali in affitto di Buna erano già stati occupati, per cifre esorbitanti, da krew mediatiche europee e asiatiche e da organizzazioni pacifiste e di difesa dei diritti civili non governative.

E così erano in situazione di stallo. Come sempre, era una questione di soldi. E loro non ne avevano. Avevano dimostrato che la ricerca scientifica poteva andare avanti basandosi esclusivamente sul carisma, almeno per un po’, una vita sostenuta dal senso del meraviglioso, come un patto di alleanza siglato per l’eternità. Ma le persone rimanevano pur sempre persone; esaurivano il loro carisma e il senso del meraviglioso divorava i suoi figli. Il bisogno di denaro era una questione seria, sempre presente.

I nervi cominciarono a cedere. Nonostante il battaglione dell’esercito fosse disarmato, Huey considerò correttamente la sua presenza sul confine della Louisiana come una minacciosa provocazione. Scatenò un vero e proprio fuoco di fila di propaganda dai toni isterici, inclusa l’accusa bizzarra, e documentata, che il presidente era un agente degli olandesi da lungo tempo. Come governatore del Colorado e in quanto magnate del legname, il presidente aveva intrattenuto stretti rapporti con gli olandesi durante periodi più felici. A questo proposito, gli uomini di Huey che facevano ricerche sugli avversari avevano compilato voluminosi dossier.