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Lorena parlò. «Penso che voi due dovreste smetterla di parlare di questa faccenda. Non fate che ripetere sempre le stesse cose. Perché non andiamo a mangiare qualcosa?»

«Non volevo urtare i suoi sentimenti» si giustificò Bambakias in tono ragionevole. «Sto soltanto esaminando questa struttura criticamente e gli sto facendo notare che non c’è nulla a sorreggerla.»

Lorena incrociò le braccia. «Ma perché prendersela proprio con Oscar, per amor del cielo? II presidente ha inviato una flotta di barchette di carta dall’altra parte dell’Atlantico e anche in questo caso non c’era nessuna struttura che sostenesse la sua decisione. Presto a Washington la guerra sarà finita. Non può continuare, è solo una recita. E poi la guerra finirà anche qui. Si dimenticheranno di tutta la faccenda e troveremo un’altra distrazione. È così che va la vita adesso. Smettetela di fare tante storie.»

Bambakias rifletté per qualche istante. «Tu hai ragione, mia cara. Mi sono lasciato trascinare un po’ troppo dalla foga.»

«Qui dovremmo essere in vacanza. Dovresti conservare un po’ di energia per le sedute della commissione. Voglio un po’ di zuppa di pesce, Alcott. Voglio assaggiare l’étouffée.»

«Lorena è così buona con me» disse Bambakias rivolto a Oscar. Improvvisamente sorrise. «Non mi ero scaldato tanto da un’eternità! Mi sono sentito davvero bene!»

«Oscar riesce sempre a migliorare il tuo umore» gli ricordo Lorena. «In questo è sempre il migliore. Dovresti essere buono con lui.»

* * *

Il senatore e sua moglie volevano assaggiare la cucina della Louisiana; era una richiesta perfettamente legittima. Riunirono una vera flotta di limousine, la numerosa krew del senatore, i giornalisti al seguito e le guardie del corpo e poi l’intera carovana si recò in un famoso ristorante di Lake Charles, Louisiana. Si divertirono molto, perché si trattava di un ristorante eccellente e perché erano certi che Huey sarebbe stato informato molto presto del loro raid.

Mangiarono bene e lasciarono mance generose e sarebbe stato un pasto assolutamente delizioso, ma il senatore prendeva ancora gli stabilizzatori per l’umore e non beveva più. Sua moglie, invece, bevve decisamente troppo. Portarono con loro anche la nuova portavoce del senatore: Clare Emerson.

Poi la carovana tornò in pompa magna nell’albergo di Buna e le guardie del corpo si lasciarono sfuggire forti e silenziosi sospiri di sollievo. Il senatore e la moglie si ritirarono, le guardie del corpo iniziarono i loro giri di pattuglia notturni e la krew mediatica andò a cercare guai e un po’ di movimento in qualche orgia dei Moderatori sotto un enorme tendone dalle pareti sottili come gocce di rugiada. Oscar, che aveva cercato in tutti i modi di evitare Clare, si trovò costretto in una situazione in cui lui e la sua ex fidanzata dovettero per forza bere il bicchiere della staffa insieme. Solo per dimostrare che non c’era rancore. Anche se era esattamente il contrario.

E così adesso Clare prese un bicchiere di Chablis dell’albergo e Oscar, che non beveva, un’acqua tonica. Si sedettero a un piccolo tavolino di legno mentre in sottofondo veniva suonata della musica e furono costretti a parlare in privato.

«E allora, Clare, raccontami dell’Olanda. Deve essere stata un’esperienza affascinante.»

«In un primo momento sì.» Clare era così bella. Oscar aveva dimenticato quanto fosse bella. Aveva perfino dimenticato che, un tempo, aveva avuto l’abitudine di corteggiare belle donne. Ora che faceva parte della krew di Bambakias e lavorava a Washington, Clare era molto più elegante di quando era stata una semplice giornalista a Boston. Clare era ancora giovane. Oscar aveva dimenticato cosa significasse uscire con donne giovani, belle ed eleganti. Non era mai riuscito a dimenticarla, non ne aveva avuto il tempo. Aveva semplicemente messo la faccenda su uno scaffale e si era cercato una distrazione.

Le labbra di Clare si stavano ancora muovendo. Oscar si costrinse a prestare attenzione alle sue parole. Stava dicendo qualcosa su come avesse trovato le sue radici culturali anglo. L’Europa pullulava di emigrati e disertori yankee, uomini bianchi amareggiati e sulle soglie della vecchiaia che si radunavano in fumose birrerie e si lamentavano che il loro paese era governato da un pellerossa pazzo. Per Clare l’Europa non era stata tutta rose e fiori. La parte d’Europa che stava affondando più in fretta non aveva più romanticismo da regalare a nessuno.

«Oh, ma eri un corrispondente di guerra, però. Sembra una grossa opportunità di fare carriera.»

«Ti stai divertendo, vero?» chiese Clare. «Ti diverti a torturarmi.»

«Cosa?» Oscar era assolutamente sbalordito.

«Lorena non ti ha raccontato delle mie piccole disavventure olandesi?»

«Lorena non mi racconta delle attività della sua krew. Io non faccio più parte della cerchia dei Bambakias. Di questi tempi, ho a stento una mia krew.»

Clare bevve un sorso di vino. «Le krew fanno schifo, sono assolutamente disgustose. Al giorno d’oggi la gente farebbe qualsiasi cosa per godere di un po’ di sicurezza. Si vende perfino in servitù. Qualsiasi persona ricca può formare una sua krew, basta spargere la voce. Si tratta di vero e proprio feudalesimo. Ma il nostro paese è tanto a pezzi che non riusciamo neppure a far funzionare il feudalesimo.»

«Pensavo che Lorena ti piacesse. Le hai sempre riservato un trattamento favorevole.»

«Oh, mi piaceva come soggetto. Ma come capo… Lorena è stata molto buona con me. Mi ha raccolto mentre ero giù, mi ha reso una piccola protagonista. Non mi ha mai smascherato per quella piccola faccenda olandese. Ho un bel lavoro a Washington, dei bei vestiti, un’auto.»

«Va bene. Abboccherò al tuo amo. Raccontami cosa è successo in Olanda.»

«Io avevo una brutta abitudine» annunciò Clare, abbassando lo sguardo sulla tovaglia. «Mi ero convinta che potevo scrivere meglio i miei articoli andando a letto con i loro protagonisti. Be’, a Boston ha funzionato alla grande! Ma L’Aia non è Boston. E gli olandesi non sono americani. Loro possono ancora concentrarsi e hanno le spalle al muro.» Si tormentò un ricciolo di capelli.

«Mi dispiace che la tua carriera abbia subito una battuta di arresto. Spero che tu non pensi che ce l’ho con te perché la nostra storia è finita male.»

«Tu ce l’hai con me, Oscar. Sei furioso. Sei arrabbiato con me e mi odi, ma non lo faresti trasparire mai e poi mai. Tu mi avresti scaricato, se fosse stato necessario, e in effetti hai fatto proprio questo, ma almeno non mi hai messo in croce. Io ho commesso un vero errore, pensando che tutti i politici fossero come te.»

Oscar non rispose nulla. Molto presto Clare avrebbe confessato tutto. Parlare ancora non avrebbero accelerato il processo.

«Avevo avuto una soffiata su uno scandalo. Voglio dire, un grosso scandalo della guerra fredda, grosso, davvero grosso. Dovevo soltanto guadagnarmi il favore di questo vice ministro olandese di qualche ministero. E lui stava per abboccare. Perché era un agente segreto e sapeva che io sapevo che lui era uno spione, e io era una giornalista, la cosa più vicina a un agente segreto. E aveva i bollori per me. Ma questo era okay perché, sai, se ti ci metti d’impegno, riesci sempre a strappare di bocca queste cose agli uomini. È quella faccenda del mentore. Sono come tuo zio, o forse il tuo professore; tu non conosci i trucchi, loro sono disposti a insegnarteli. E tu non devi fare altro che impararli.» Bevve un altro sorso.

«Clare, perché dovrei giudicarti? Queste cose succedono. È la realtà.»

«Sai, in America questo non lo capiamo. Non ci rendiamo conto di essere i gorilla della politica ambientale. Siamo tanto fuori di testa che usiamo ancora i piedi e i pollici come unità di misura. Pensiamo che sia divertente scendere in guerra contro un piccolo popolo armato soltanto di zoccoli e tulipani. Siamo come bambini viziati. Siamo come grasse popstar adolescenti che girano nelle loro Cadillac rosa e pesanti due tonnellate con lo stereo a tutto volume e gettando lattine di birra vuote dappertutto. Non riusciamo a ficcarci in testa che esiste un popolo serio e civile come quello degli olandesi, che passano il loro tempo al centro di Amsterdam osservando delle prostitute in vetrina in una città satura di droga, ma il sesso non li tocca, la droga non li tocca, perché sono molti decisi, e molto freddi.»