«Ed è questo che andrai a dire ai tuoi senatori.»
«No, no, non ho mai detto nulla del genere.» Oscar sospirò. «Volevo soltanto dirti la verità.»
«Ma allora cosa vuoi dire ai tuoi senatori?»
«Cosa voglio? Io voglio te. Voglio che tu sia al mio fianco. Voglio riformare la vostra situazione e voglio che tu mi aiuti e mi consigli.»
«Io ho già la mia krew, grazie.»
«No, tu non hai nulla. Hai una struttura molto costosa che ti è stata data in prestito per breve tempo. E hai a che fare con gente a Washington che può chiudere una base dell’aeronautica e scherzarci sopra. No, quando osservo la partita dalla tua posizione, vedo che hai due opzioni realistiche. Numero uno, te ne vai adesso, prima della purga. Ti trovi un altro incarico, magari in qualche università, o perfino in Europa. Se sei brava, puoi portarti dietro alcuni dei tuoi dottorandi e assistenti preferiti.»
Greta si accigliò. «E qual è l’opzione numero due?»
«Prendere il potere. Un attacco preventivo. Ti impadronisci del laboratorio e sradichi tutti quei corrotti figli di puttana. Colpisci in fretta, sorprendi tutti e fai saltare in aria tutto.» Oscar si appoggiò su un gomito. «Se colpisci nel momento giusto, utilizzando le fonti giuste, nell’ordine giusto e nel modo giusto, puoi sbarazzarti dei passascartoffìe e conservare la maggior parte delle persone che fanno vero lavoro di ricerca. È una mossa molto rischiosa, probabilmente non funzionerà e ti farai un mucchio di nemici mortali per tutta la vita. Ma c’è un grosso vantaggio: se sei tu a mettere sottosopra il laboratorio, il Congresso rimarrà tanto sorpreso che non lo chiuderà. Se riesci a ottenere una buona copertura giornalistica e a loro piace il tuo stile, potrebbero perfino sostenerti.»
Greta si appoggiò al cuscino con aria stanca. «Stammi a sentire, io voglio soltanto lavorare nel mio laboratorio.»
«Questa non è una delle opzioni disponibili.»
«Si tratta di un lavoro molto importante.»
«Lo so, ma non è un’opzione.»
«Tu non credi davvero in nulla, eh?»
«Sì che ci credo» replicò Oscar in tono convinto. «Io credo che persone intelligenti che lavorano insieme possano fare la differenza in questo mondo. So che tu sei molto intelligente e che se noi lavoriamo insieme, allora forse io posso aiutarti. Se non sei con me, allora dovrai sbrigartela da sola.»
«Non sono inerme. Ho degli amici e dei colleghi che si fidano di me.»
«Be’, è magnifico. Così potrete essere inermi tutti insieme.»
«No, non è magnifico. Perché tu sei venuto a letto con me e mi stai dicendo che distruggerai tutto quello per cui lavoro.»
«Ma è la verità! Sarebbe stato meglio se fossi venuto a letto con te senza dirti quello che stava accadendo? Sai, ci ho pensato, ma non ho avuto il coraggio di farlo.»
«Hai scelto la persona sbagliata per questo. Io odio il lavoro amministrativo, non posso prendere il potere, non sarei brava a gestirlo.»
«Greta, guardami. Io potrei farti diventare brava, non lo capisci? Io dirigo campagne politiche, sono un esperto, questo è il mio lavoro.»
«Che cosa orribile da dire!»
«Potremmo riuscirci benissimo. Specialmente se tu ci appoggiassi, se tu ci permettessi di consigliarti e aiutarti. La mia krew e io abbiamo preso un architetto che aveva il 5% nei sondaggi e lo abbiamo fatto diventare senatore del Massachusetts. La tua piccola, triste boccia da pesci non ha mai visto persone come noi.»
«Be’…» Greta sospirò. «Dovrò pensarci sopra.»
«Bene, fallo. Io starò via per un po’. Washington, Boston… Tu pensa seriamente a quello che ti ho detto.» Lo stomaco di Oscar emise un brontolio. «Dopo tutte queste chiacchiere, non ho assolutamente sonno. E tu?»
«Cielo, no.»
«Io sto morendo di fame. Andiamo a mangiare qualcosa. Sei venuta in auto, vero?»
«Sì, è un’auto a combustione interna.»
«Ma ci porterà lo stesso in una vera città. Stasera ti porto fuori. Andremo da qualche parte, ce la spasseremo insieme.»
«Sei impazzito? Non puoi fare una cosa del genere. Ci sono degli svitati che stanno tentando di ucciderti.»
Oscar agitò una mano. «Oh, e chi se ne importa? Non possiamo vivere in questo modo. A cosa serve? E poi, qui il rischio è minimo. Ci vorrebbe un’operazione di spionaggio di alto livello per scovarci in questo cesso di posto. Sarò molto più al sicuro in qualche ristorante scelto a caso di quanto lo sarò a Washington o a Boston. Questa è l’unica notte che potremo passare insieme. Mostriamo un po’ di fegato, troviamo il coraggio di essere felici.»
Si vestirono, uscirono dalla casa sulla spiaggia e salirono in auto. Greta si servì di una chiave metallica per avviarla. Il motore si accese con un fastidioso ruggito dei pistoni. Poi il telefono di Greta squillò.
«Non rispondere» ordinò Oscar.
Greta lo ignorò. «Pronto?» Fece una pausa, poi gli passò il telefono. «È per te.»
Era Fontenot. «Ma cosa diavolo credi di fare?»
«Sei ancora sveglio? Noi andiamo a cena.»
«Ma certo che sono sveglio! Mi sono svegliato non appena sei uscito da quella casa. Oscar, non puoi lasciare Holly Beach.»
«Sta’ a sentire, è notte fonda, nessuno sa che siamo qui, siamo in un’auto a nolo a cui non si può risalire e stiamo scegliendo una città a caso.»
«Volete mangiare? Vi porteremo noi del cibo. E se tu fossi fermato da uno sceriffo di contea? Inserirebbero i tuoi dati nella rete della polizia statale. Pensi che sarebbe divertente per uno yankee che ha messo i bastoni tra le ruote a Green Huey? Se la pensi così, stai commettendo un grosso errore, amico.»
«Se dovesse succedere qualcosa del genere, invierò un reclamo all’ambasciata americana.»
«Molto spiritoso. Smettila di fare lo stupido, okay? Mi sono occupato di tutta la faccenda di Holly Beach per te, e non è stato facile. Se non ti attieni al piano concordato, non mi assumo nessuna responsabilità.»
«Continua a guidare» ordinò Oscar a Greta. «Jules, apprezzo la tua professionalità, ma dobbiamo farlo e non c’è tempo per discutere.»
«Va bene» si arrese Fontenot con un gemito. «Prendi l’autostrada verso est e aspetta che mi metta di nuovo in contatto con te.»
Oscar interruppe la comunicazione e restituì il telefono a Greta. «Hai mai avuto una guardia del corpo?» le chiese.
Lei annuì. «Una volta, dopo l’annuncio del Nobel. Eravamo io e Danny Yearwood. Dopo che venne comunicata la notizia, Danny iniziò a ricevere tutte quelle minacce dagli animalisti… Nessuno ha mai minacciato me, un comportamento tipico. Si sono scagliati solo contro Danny. Il Nobel fu assegnato a entrambi ex aequo, ma sono stata io a fare tutto il lavoro di laboratorio… Durante la conferenza stampa c’era qualche uomo della sicurezza, ma si sono limitati a starsene lì, senza far nulla. In seguito hanno aggredito Danny all’esterno dell’albergo e gli hanno spezzato entrambe le braccia.»
«Ma no.»
«Ho sempre pensato che fossero quelli che si oppongono all’utilizzo di tessuto fetale ad avercela a morte con gli scienziati. Di solito gli animalisti si limitavano a fare irruzione nei laboratori e a rubare gli animali.»
Greta scrutò con attenzione la pozza di luce in movimento proiettata dai fari, stringendo il volante con le sue mani sottili. «Danny si è comportato da vero gentiluomo per quanto riguarda la paternità del lavoro. Ha voluto che il mio nome fosse scritto per primo sull’intestazione del saggio: l’ipotesi era mia, sono stata io a fare tutte le ricerche di laboratorio, dunque era giusto così. Ma lui è stato un vero angelo. Ha lottato per farmi ottenere i riconoscimenti che meritavo, non ha mai permesso loro di trascurare il mio contributo. Mi ha attribuito tutti i meriti possibili e poi lo hanno seguito e lo hanno aggredito, ignorando me. Sua moglie deve avermi davvero odiato molto.»