«Ehi… era solo debole per la fame. Normalmente si sarebbe accorto di una mossa infantile come quella della zuppa.»
Greta poggiò le bacchette sul carrello e parlò a bassa voce. «Dimmi una cosa, ma sii sincero. Ti sei mai accorto se, in pubblico, il senatore è incredibilmente loquace ed energico, ma poi si ritrae invariabilmente in se stesso? Per, diciamo, due o tre giorni?»
Oscar annuì lentamente. «Sì.»
«Prima, è un uomo affascinante che lavora ventiquattr’ore al giorno e ha sempre un mucchio di idee geniali. Poi, sparisce. Afferma di stare riflettendo o che ha bisogno della sua intimità ma, fondamentalmente, si isola da tutto e da tutti. Non è un comportamento insolito nelle personalità creative. Il tuo senatore soffre di personalità bipolare. Immagino che sia sempre stato bipolare.»
«’È nel retro del pullman’.» Oscar sospirò. «Ecco cosa dicevamo, quando si comportava così durante la campagna elettorale.»
«Nel retro del pullman, con Moira.»
«Sì. Esatto. Moira era molto brava a stargli accanto quando abbassava la guardia.»
Greta lo fissò a occhi socchiusi. «E tu hai fatto qualcosa di brutto a Moira, vero?»
«Senti, quell’uomo è un senatore degli Stati Uniti. Sono stato io a fargli vincere le elezioni, devo proteggere i suoi interessi. Durante la campagna è trapelata qualche indiscrezione. E allora? Chi sono io per giudicare?» Fece una pausa. «E chi sei tu, se è per questo?»
«Be’, sono venuta qui per potere giudicare il senatore» rispose Greta. «Speravo davvero che potesse aiutarmi. Una volta tanto, sarebbe stato bello che un senatore onesto appoggiasse il laboratorio. Ovviamente, Alcott è un uomo che potrebbe davvero capire le esigenze di noi scienziati. Ma adesso è un uomo distrutto, solo perché ha deciso di scontrarsi con Huey — uno che si mangia a colazione tipi come lui. La politica distrugge sempre le persone come il senatore.» Il suo volto assunse un’espressione cupa. «Guarda cosa ha fatto con questo vecchio edificio senza speranza, guarda il lavoro meraviglioso che ha fatto. Doveva essere un vero genio e adesso è un uomo finito. Questo pensiero mi fa soffrire terribilmente. È una vera tragedia nazionale che un uomo simile sia uscito di senno.»
«Be’, ammetto che si tratta di un inconveniente.»
«No, è finita. Il senatore non si riprenderà solo perché lo costringi a mangiare. Vedi, è diventato pazzo. Non può più aiutarti — e questo significa che tu non puoi aiutare me. Dunque è tutto finito, per me è giunto il momento di dimenticare l’intera faccenda.»
«Noi non rinunceremo.»
«Oscar, adesso lasciami tornare al mio laboratorio. Lasciami lavorare; questa è la cosa più ragionevole.»
Certo, ma io non sono una persona ragionevole e questi non sono tempi ragionevoli.»
Leon Sosik entrò nell’ufficio. «Ci troviamo di fronte a un piccolo problema.» Il suo volto aveva assunto un colorito grigiastro.
«Riesci a credere all’audacia di quell’uomo?» chiese Oscar. «Huey ha una portaerei francese in attesa al largo. Quell’uomo è un traditore! È in combutta con una potenza straniera!»
Sosik scosse la testa. «Non è di questo di cui sto parlando.»
«Non possiamo rimanere inerti di fronte a un tentativo tanto lampante di impadronirsi del potere. Dobbiamo inchiodare i piedi di Huey al pavimento del Senato e suonarlo come un tamburo!»
Sosik lo fissò. «Stai dicendo sul serio, vero?»
«Ma certo! Il senatore ha stanato Huey e adesso il governatore ha finalmente gettato la maschera. È una minaccia gravissima per la sicurezza nazionale. Dobbiamo eliminarlo dalla scena politica il più presto possibile.»
Sosik si girò verso Greta, dando prova di una cortesia da vecchio gentiluomo di campagna. «Dottoressa Penninger, mi chiedo se sarebbe così gentile da concedermi di conferire con il signor Valparaiso in privato per un istante.»
«Oh, ma certo.» Greta si alzò con riluttanza, deponendo le bacchette.
«Posso ordinare allo chef di prepararle un cestino» si offrì in tono premuroso Sosik.
«Oh, no, devo andare via… Se solo fosse così gentile da chiamarmi un taxi. C’è una conferenza in città. Ho del lavoro da sbrigare.»
«La farò accompagnare dal nostro autista, dottoressa.»
«Sarebbe magnifico. La ringrazio molto.» Greta prese la borsetta e uscì.
Oscar la osservò andare via con riluttanza, poi vide un telecomando e lo prese. «Vorrei che non l’avessi fatto» disse a Sosik. «Anche lei ha un programma, sai. Avremmo potuto parlare con la dottoressa un po’ più tardi.»
«Mi avevano detto che eri così» commentò Sosik in tono sobrio. «Mi avevano detto che eri esattamente così, ma io non riuscivo a crederci. Per favore, vuoi lasciare perdere quel telecomando?»
Oscar usò il telecomando per passare da una trasmissione di rete all’altra. «Questo è uno sviluppo importante, Leon. Dobbiamo fornire la nostra versione su questa storia, e anche in fretta, per poi inchiodare Huey prima che lanci la sua prossima storia di copertina.»
Sosik tolse con gentilezza il telecomando dalla mano di Oscar. Poggiò la mano sulla spalla di Oscar. «Ragazzo, usciamo a fare una passeggiata. Dobbiamo discutere seriamente faccia a faccia.»
«In questo momento non abbiamo molto tempo da perdere.»
«Ragazzo, io sono il capo dello staff. Non penso che ti farò perdere tempo. Va bene?»
Una donna della krew passò loro i cappelli e i cappotti. Presero un ascensore e scesero in strada.
«Facciamo una passeggiata verso Somerville» propose Sosik. «Lì la sorveglianza audio è meno stretta.»
«E questo è un problema? Potremmo camminare in direzioni opposte e parlare servendoci dei telefoni crittografati.»
Sosik sospirò. «Ti dispiace rallentare alla velocità umana per un minuto? Io sono un uomo anziano.»
Oscar non rispose nulla. Seguì Sosik a nord, verso Prospect Street, ingobbendo le spalle per difendersi dal freddo. Alberi spogli, gente che faceva gli acquisti natalizi, ogni tanto la facciata di un negozio dipinta in tinte caraibiche.
«In questo momento non riesco a sopportare di rimanere in quell’ufficio» spiegò Sosik. «Lui vomita, trema come una foglia. Quelli della krew adorano perfino il terreno su cui cammina e hanno dovuto vederlo mentre andava in pezzi.»
«Sì, ma è improbabile che il vederci uscire insieme serva a tirarli su di morale.»
«Oh, ma chiudi il becco!» esclamò Sosik. «Sono trent’anni che lavoro in questo campo. Ho visto un mucchio di politici fare una brutta fine. Li ho visti finire alcolizzati, li ho visti diventare corrotti, venire travolti da scandali a sfondo sessuale, oppure economici… Ma il senatore è il primo tizio che ho visto crollare completamente prima ancora di essere arrivato a Washington.»
«Alcott è sempre più avanti degli altri» commentò Oscar annuendo. «Lui è un visionario.»
Sosik gli rivolse un’occhiata penetrante. «Perché hai scelto proprio lui? Non è un uomo politico normale. È stato per la moglie? Aveva una cotta per te? Oppure si è trattato di quella faccenda del tuo problema personale?»
«I politici normali non sanno più fare il loro lavoro, Leon. Questi non sono tempi normali. L’America non è un paese normale. Abbiamo esaurito tutta la nostra normalità. Non ne è rimasta più neppure una goccia.»
«Tu non sei normale. Cosa ci fai in politica?»
Oscar scrollò le spalle. «Qualcuno doveva avere a che fare con la tua solida esperienza professionale di trent’anni, Leon.»