Greta tirò su con il naso. «Sono scienziati. Non reagiranno a un attacco tanto fazioso.»
«Ma certo che lo faranno. Gli scienziati lottano come furetti impazziti. Pensa alla tua storia qui nel laboratorio! Quando Dougal fece costruire questo posto, ebbe bisogno di incassare un mucchio di favori. Aveva bisogno dei voti dei fondamentalisti cristiani prima di potere costruire un gigantesco laboratorio di genetica nella Bible Belt del Texas orientale. Ecco perché il Collaboratorio aveva il suo dipartimento di Scienza creazionista. Ma questa sistemazione durò sei settimane! Vi furono risse, rivolte e incendi dolosi! Dovettero chiamare i Texas Ranger per ristabilire l’ordine.»
«Oh, ma il problema della scienza creazionista non era poi così grave.»
«E invece lo era! La tua piccola società ne ha rimosso il ricordo perché era troppo imbarazzante. Ma questo fu solo l’inizio. L’anno seguente vi fu una contesa con gli abitanti di Buna, si giunse a veri scontri tra abitanti e corpo docente… E la situazione degenerò sul serio durante la guerra economica. Vi furono cacce alle streghe federali in cerca di spie straniere, iperinflazione e ricercatori di laboratorio che vivevano di briciole… Senti, io non sono uno scienziato come te. Io non devo per forza convincermi che la scienza sia sempre una nobile impresa. In effetti, io guardo sempre dietro le apparenze.»
«Be’, io non sono un politico come te. E così non devo passare la mia vita a far venire alla luce scandali disgustosi.»
«Cara, una volta o l’altra faremo una bella chiacchierata sulla tua Età dell’Oro del ventesimo secolo: Lysenko, spie atomiche, dottori nazisti ed esperimenti con le radiazioni. Nel frattempo, però, dobbiamo concentrarci sul tuo discorso.»
Greta fissò il computer portatile. «Va sempre peggio. Tu vuoi che io tagli il nostro bilancio e che licenzi molte persone.»
«Il bilancio deve essere tagliato, e anche in modo drastico. Alcune persone devono essere licenziate. Un bel po’ di persone, a dire il vero. Il laboratorio ha sedici anni ed è pieno di rami secchi della burocrazia. Liberiamoci dei rami secchi. Licenzia tutti quelli che lavorano nel dipartimento Ricadute industriali, sono tutti amici di Dougal e sono tutti corrotti. Licenzia i parassiti che si occupano delle forniture del laboratorio e affida i bilanci nuovamente nelle mani dei ricercatori. E, soprattutto, liberati dei poliziotti.»
«Ma non posso fare una cosa del genere. Sarebbe una vera pazzia!»
«I poliziotti dovranno andarsene il più presto possibile. Assumi tu stessa le tue nuove forze di polizia. Se non controlli la polizia, la tua autorità sarà costantemente in pericolo. Le forze di polizia costituiscono il nucleo di qualsiasi società e, se non le hai dalla tua parte, non riuscirai a mantenere il potere. Huey questo lo sa. Ecco perché ha comprato i poliziotti di qui. Ufficialmente possono essere anche dei dipendenti federali, ma sono tutti stipendiati da Huey.»
L’auto sussultò con tonfo e un cigolio. Oscar lanciò un grido. Un animale nero e dalla sagoma confusa stava battendo sul cofano con gli artigli.
«È un lemure» spiegò Greta. «Sono animali notturni.»
Il lemure li fissò attraverso il parabrezza con occhi gialli delle dimensioni e della forma di palle da golf. Premute contro il vetro, le sue fattezze protoumane fecero saltare i nervi a Oscar. «Ne ho abbastanza di questi animali!» gridò Oscar. «Sono come il fantasma di Banquo, non ci lasciano mai in pace! E chi è che ha avuto questa idea brillante? Animali selvaggi liberi di girare in un laboratorio scientifico? È una vera assurdità!»
«Sono davvero fantasmi» replicò Greta in tono tranquillo. «Ma siamo stati noi a evocarli dalla tomba. Abbiamo imparato a farlo qui.» Aprì la porta e mise un piede a terra, agitando un braccio. «Va’ via. Sciò.»
Il lemure si allontanò con riluttanza.
Oscar stava sudando freddo. Gli si erano rizzati i peli di tutto il corpo e gli tremavano le mani. Poté letteralmente annusare l’odore della propria paura: un intenso odore feromonico. Incrociò le braccia e venne scosso da violenti brividi. La sua reazione era stata spropositata, ma non era riuscito a controllarsi: quella sera era decisamente ispirato, carico come una molla. «Dammi un minuto… Mi dispiace… Dove eravamo rimasti?»
«Non posso alzarmi in pubblico e iniziare a gridare che bisogna licenziare delle persone.»
«Non giudicare in anticipo la cosa. Prima provaci. Suggerisci soltanto che alcuni di quei parassiti dovrebbero essere licenziati e poi vedi in che modo reagisce il tuo pubblico.» Respirò a fondo. «Ricorda il climax — hai un asso finale da giocare.»
«Il punto in cui comunico che rinuncio al mio stipendio.»
«Sì, ho pensato che sarebbe stato sufficiente ridurlo della metà — mi piacerebbe vedere il bilancio del Collaboratorio ridotto della stessa percentuale — ma se rifiuti di percepire uno stipendio si tratterà di un gesto molto più eclatante ed efficace. Ti rifiuterai di ricevere uno stipendio governativo fino a quando il laboratorio non sarà di nuovo in ordine. E una grande conclusione, dimostra che fai davvero sul serio, costituisce una chiusura perfetta del tuo discorso, perfetta per essere trasmessa dai notiziari. Poi ti siedi di nuovo e stai a guardare i fuochi artificiali.»
«Io mi rimetto a sedere e il direttore mi licenzia in tronco.»
«No, non lo farà. Non oserà. Non è mai stato un uomo indipendente e non è così brillante da reagire tanto in fretta. Cercherà di guadagnare tempo, senza sapere che lui di tempo non ne ha più. Il passo successivo sarà quello di farti nominare direttore. E la vera sfida sarà quella di farti mantenere la carica abbastanza a lungo da dare il via a una vera riforma.»
Greta sospirò. «E poi, quando tutta questa faccenda si sarà finalmente conclusa, potrò tornare di nuovo al mio lavoro di laboratorio?»
«Probabilmente sì.» Oscar fece una pausa. «No, sicuramente sì, se è questo che vuoi davvero.»
«E come farò a mangiare senza stipendio?»
«Hai l’assegno del tuo premio Nobel, Greta. Hai tutte quelle alte pile di corone svedesi che non hai mai toccato.»
Lei si accigliò. «Ho sempre pensato che avrei utilizzato quel denaro per comprare nuovi strumenti, ma i tizi della sezione acquisti del laboratorio non mi hanno mai permesso di compilare tutte le scartoffie necessarie.»
«Okay, ecco il tuo problema in un guscio di noce: come prima cosa, licenzia tutti quei fottuti bastardi.»
Greta chiuse il computer portatile. «Questa è una faccenda seria. Quando pronuncerò questo discorso, si scatenerà l’inferno. Succederà qualcosa.»
«Noi vogliamo esattamente questo. Ecco perché ci stiamo dando tanto da fare.»
Greta si girò di scatto sul sedile, urtandolo con un ginocchio. «Io voglio soltanto dire la verità. Non voglio fare politica. Voglio soltanto dire la verità.»
«Questo è un discorso politico assolutamente onesto! Ogni tua affermazione può essere documentata.»
«È onesto su tutto tranne te e me.»
Oscar espirò lentamente. Si era aspettato quello sviluppo. «Be’, questo è il prezzo che dobbiamo pagare. A partire da dopodomani, sarai in campagna elettorale. Anche con le migliori intenzioni e tutta la buona volontà, non avremo più tempo per noi stessi. Quando riuscivamo a trovare un po’ di tempo, potevamo incontrarci a Boston, oppure in Louisiana. Era bello e potevamo farlo senza rischi. Ma d’ora in avanti perderemo questo privilegio. Questa è l’ultima volta che tu e io possiamo incontraci in privato. Domani, quando pronuncerai il tuo discorso, non sarò neppure tra il pubblico. Non dobbiamo assolutamente dare l’impressione che io ti stia suggerendo cosa fare.»
«Ma le persone sanno di noi. Lo sa un mucchio di persone. Io voglio che la gente lo sappia.»
«Tutti i leader politici conducono delle doppie vite. Pubbliche, e private. Non si tratta di ipocrisia, ma semplicemente della realtà delle cose.»