«E cosa succederà se saremo scoperti?»
«Be’, ci sono due modi di affrontare questo sviluppo. Potremmo negare tutto. È la cosa più semplice, e più facile. Possiamo negare tutto e lasciare che siano loro a tentare di provare le loro accuse. Oppure potremmo stuzzicarli, magari affermando di essere lusingati dalle loro accuse. Potremmo sviarli per un po’, potremmo essere sexy e affascinanti. Sai, potremmo condurre il gioco nel vecchio stile hollywoodiano. Si tratta di un gioco pericoloso, ma io lo conosco molto bene e lo preferisco, se proprio vuoi sapere la verità.»
Greta rimase in silenzio per un istante. «E non ti mancherò?»
«Ma come potresti mancarmi? Io sto gestendo la tua campagna elettorale. Adesso sei tu il vero centro della mia vita. Tu sei il mio candidato.»
Oscar e Yosh Pelicanos si stavano godendo una salutare passeggiata intorno alle torre di porcellana della Zona Calda. Pelicanos indossava un berretto con la visiera, pantaloni kaki e un maglione senza maniche. Due mesi all’interno della cupola avevano spinto quasi tutti i membri della krew di Oscar ad assumere i costumi del luogo. Oscar, in netto contrasto, indossava il suo vestito più elegante e un cappello nuovo di zecca. Oscar provava di rado il bisogno di fare esercizio fisico, poiché il suo tasso metabolico era dell’otto per cento superiore a quello di un normale essere umano.
La loro passeggiata serviva a farsi vedere in pubblico. Il consiglio direttivo del Collaboratorio si era riunito, Greta era in procinto di parlare e Oscar voleva che fosse ben chiaro che lui era il più lontano possibile dalla scena del dramma. In effetti, era abbastanza difficile non notare Oscar quando era seguito dalla sua guardia del corpo: lo spettrale Kevin Hamilton, che avanzava sulla sua sedia a rotelle motorizzata.
«Insomma, vuoi dirmi che ci fa qui quel tizio, Hamilton?» borbottò Pelicanos, voltandosi a lanciare un’occhiata dietro una spalla. «Ma perché diavolo hai sentito il bisogno di assumere un criminale anglo? La sua unica credenziale è che zoppica perfino più di Fontenot.»
«Kevin è molto dotato. È riuscito a schiodarmi dalla schiena quel programma di guerra di rete. E poi, si accontenta di poco.»
«Si veste come uno strozzino. Riceve diciotto pacchi al giorno. E quella cuffia e tutti i suoi scanner — al diavolo, non se li toglie di dosso neppure quando dorme! Sta dando sui nervi a tutti.»
«Imparerete ad apprezzare Kevin. So che non si tratta del solito giocatore di squadra. Sii tollerante.»
«Sono nervoso» ammise Pelicanos.
«Non ne hai alcun motivo. Abbiamo preparato il terreno in modo perfetto» replicò Oscar. «Devo riconoscerlo a tutta la krew: sono davvero fiero di voi.» Oscar era di umore raggiante. Una tensione personale insopportabile, uno stress e una suspence terribile facevano sempre uscire fuori il suo lato infantile, desideroso di riconoscimenti. «Yosh, tu hai svolto un lavoro di prima classe su quei controlli. E la gestione dei sondaggi pilotati è stata superba, te la sei cavata magnificamente. Sono bastate una dozzina di domande scottanti su carta intestata della commissione scientifica e gli abitanti del luogo stanno saltando come marionette; adesso sono sul chi vive, sono pronti a tutto. È stato un vero tour de force. Perfino l’albergo sta guadagnando soldi! Specialmente adesso che siamo riusciti ad attirare quei revisori di conti provenienti da fuori.»
«Sì, ci hai fatto lavorare tutti come muli — questo non hai bisogno di dirmelo. La questione è: sarà sufficiente?»
«Be’, nulla è mai sufficiente… La politica non è un meccanismo di precisione, è teatro. È magia del palcoscenico. E adesso lo spettacolo sta per iniziare. Abbiamo la nostra claque nel pubblico, abbiamo sciarpe e nastri nella manica, abbiamo saturato il campo da gioco di cappelli a cilindro e conigli…»
«Ma ci sono troppi cappelli a cilindro e troppi conigli.»
«No, non è così! Non saranno mai troppi! Useremo soltanto quelli che ci servono, se e quando ci serviranno. Questa è la bellezza del multitasking. Sai, quell’aspetto frattalico, la somiglianza di livelli politici multipli…»
Pelicanos emise uno sbuffo ironico. «Smettila di parlare come Bambakias. Questo pretenzioso gergo di rete con me non attacca.»
«Ma funziona! Se i federali non ci appoggiano, abbiamo i nostri contatti nell’ufficio del controllore dei conti del Texas. Il consiglio comunale di Buna è con noi! So che dal punto di vista politico non conta molto, ma — ehi! — abbiamo prestato loro più attenzione nelle scorse sei settimane di quanto abbia mai fatto il Collaboratorio in quindici anni.»
«E così stai tenendo aperte tutte le porte.»
«Esatto.»
«Hai sempre detto che era una cosa che odi fare.»
«Cosa? lo non ho mai detto nulla del genere. Sei tu che vedi tutto nero. Sono davvero ottimista su questa faccenda, Yosh — abbiamo avuto qualche difficoltà, ma accettare questo incarico è stata una decisione molto saggia. Ha ampliato i miei orizzonti professionali.»
Si fermarono per permettere a uno yak asiatico di attraversare la strada. «Vuoi sapere cosa mi piace di più di questa campagna?» chiese Oscar. «È così piccola. Duemila analfabeti politici, rinchiusi in una cupola stagna. Abbiamo profili dei votanti e dossier completi su ogni singola persona del Collaboratorio! È così isolato, staccato dal mondo! Dal punto di vista politico, una situazione del genere ha qualcosa di perfetto, perfino di magico.»
«Sono felice che ti stia divertendo.»
«Io sono deciso a divertirmi, Yosh. Qui potremmo essere schiacciati, oppure ascendere alle vette della gloria, ma non avremo mai la possibilità di fare di nuovo qualcosa del genere.»
Un camion li superò a bassa velocità, carico di semi mutanti. «Vuoi sapere una cosa?» replicò Pelicanos. «Sono stato così impegnato a organizzare tutto che non ho mai avuto la possibilità di capire cosa fanno qui.»
«Io penso che tu lo capisca molto meglio di me.»
«Non mi riferivo alle loro finanze, ma alla ricerca scientifica vera e propria. Riesco a capire abbastanza bene la biotecnologia commerciale — eravamo in affari insieme in questo campo, a Boston. Ma questo laboratorio all’avanguardia, questa genie che lavora sul cervello, sulla cognizione… So che qui mi sta sfuggendo qualcosa di importante.»
«Si? Personalmente, ho tentato di aggiornarmi sulle ‘fibrille amiloidi’ Greta è addirittura ossessionata da questa roba.»
«Non si tratta soltanto del fatto che il loro campo è tecnicamente difficile da comprendere. Certo, lo è, ma ho la sensazione che stiano nascondendo qualcosa.»
«Sicuro: che la scienza è in piena decadenza. Non possono più ottenere i brevetti delle loro scoperte, oppure proteggerle con il copyright, e così, qualche volta, tentano di tenere segrete le scoperte che possono avere un valore commerciale.» Oscar rise.
«Come se, al giorno d’oggi, una cosa del genere fosse ancora possibile.»
«Forse in questo posto stanno studiando qualcosa che potrebbe aiutare Sandra.»
Oscar fu commosso da quelle parole. Adesso era chiaro perché il suo amico era di umore tanto cupo; Pelicanos si era aperto come un origami. «Finché c’è vita, c’è speranza, Yosh.»
«Se avessi più tempo per pensare, se non ci fossero tante distrazioni… Adesso ci sono solo cappelli a cilindro e conigli… Nulla è prevedibile, nulla ha più senso. La nostra società non ha più radici. Non abbiamo più un posto in cui rimanere. Oscar, siamo tutti trascinati da un’oscura inerzia. A volte penso davvero che questo paese sia impazzito.»
«Perché dici questo?»
«Be’, prendi noi, per esempio. Cioè, pensa a cosa dobbiamo affrontare.» Pelicanos chinò il capo e iniziò a contare sulle dita. «Mia moglie è schizofrenica. Bambakias soffre di un grave caso di depressione. La povera Moira è finalmente andata in pezzi in pubblico e ha avuto una crisi. Dougal è un alcolizzato. Green Huey è un megalomane. E quei poveri svitati che tentano di ucciderti… be’, di quelli ce n’è una scorta inesauribile.»