Выбрать главу

«Sai,» ruminò Oscar «io ho la mia buona dose di pregiudizi — e chi non li ha? — ma non ne ho mai avuti contro i prolet in sé e per sé. Sono solo stufo di vivere in una società in perenne disgregazione. Ho sempre sperato che qualcuno desse il via a una riforma nazionale, federale, democratica. Così potremo avere un sistema in cui ognuno possa trovare un ruolo decente.»

«Ma l’economia è fuori controllo. Il denaro non ha più bisogno degli esseri umani. La maggior parte sono semplicemente d’impiccio.»

«Be’, il denaro non è tutto, ma prova soltanto a vivere senza.»

Kevin scrollò le spalle. «La gente viveva prima ancora che il denaro fosse inventato. Il denaro non è una legge di natura. Il denaro è un mezzo. E possibile vivere senza denaro, se lo si sostituisce con il tipo giusto di calcolo. I prolet questo lo sanno. Hanno provato a cavarsela ricorrendo a un milione di strani trucchi: blocchi stradali, mezzi illegali, contrabbando, raccolta di rifiuti metallici, spettacoli ambulanti… Dio solo sa che non hanno mai avuto molto con cui lavorare. Ma adesso i prolet ci sono quasi arrivati. Tu sai come funzionano i server di reputazione, vero?»

«Ovviamente li conosco, ma so anche che non funzionano.»

«Io vivevo grazie a quei server. Poniamo il caso che tu sia un Regolatore — sono una banda molto importante da queste parti. Se ti presenti a un accampamento di regolatori con una reputazione affidabile, diciamo un punteggio vicino ai novanta, la gente si prenderà cura di te. Perché sanno con certezza che sei un bravo ragazzo da avere intorno. Sei educato, non rubi, possono affidarti tranquillamente i loro bambini, le loro auto, qualsiasi cosa possiedano. Sei un buon vicino con tanto di certificato. Tu contribuisci sempre, fai sempre dei favori alle persone. Non tradisci mai la gang. È un’economia di rete basata sul dono.»

«Si tratta di socialismo mafioso. È uno schema folle, irrealistico. Ed è fragile. Puoi sempre corrompere qualcuno in modo che alzi i tuoi punteggi ed ecco che il denaro entra nel tuo piccolo pezzo di paradiso in terra. E allora ti ritrovi al punto di partenza.»

«Può funzionare benissimo. Il problema è che i federali che combattono il crimine organizzato braccano continuamente i prolet, in modo da condurre una guerra elettronica spietata contro i loro sistemi, distruggendoli deliberatamente. Loro preferiscono che i prolet siano caotici, perché costituiscono una minaccia per lo status quo. Vivere senza denaro non fa parte dello stile di vita americano. Ma adesso la maggior parte dell’Africa vive al di fuori dell’economia monetaria — stanno tutti mangiando proteine ricavate dalle foglie usando macchine olandesi. Ora anche la Polinesia vive così. In Europa hanno redditi minimi annuali garantiti, i disoccupati vengono eletti in parlamento. In Giappone le reti basate sul dono sono sempre state molto diffuse. I russi sono ancora convinti che la proprietà sia un furto — quei poveretti non sarebbero mai in grado di far funzionare un’economia monetaria. E così, se si tratta di un sistema tanto complicato, allora perché tutti gli altri lo stanno adottando? E con Green Huey al potere, i prolet hanno finalmente avuto un intero stato americano in cui sperimentare il loro sistema.»

«Green Huey è uno Stalin in piccolo. È uno che vuole imporre il culto della sua personalità.»

«Sono d’accordo che è un figlio di puttana, ma è un grosso figlio di puttana. Adesso è il suo governo ad amministrare i server dei Regolatori. E loro non hanno assalito quella base aerea per caso. I nomadi di Huey hanno ottenuto quello di cui avevano bisogno — non dovranno commettere furtarelli, oppure fare blocchi stradali per guadagnare pochi spiccioli. Ora hanno a disposizione un vero e proprio arsenale dell’aeronautica degli Stati Uniti, roba che è servita a rovesciare numerosi governi nazionali. Amico, qui c’è in atto un colpo di stato invisibile. Si mangeranno l’intero paese da sotto i tuoi piedi.»

«Kevin, smettila di spaventarmi. Ne so anche più di te. So che i prolet costituiscono una minaccia. L’ho saputo fin dalla sommossa del Primo Maggio a Worcester, nel ’42. Forse non ti sei preoccupato di dare un’occhiata a quella brutta faccenda, ma io ho i nastri — e li ho studiati centinaia di volte. Alcuni cittadini del mio stesso Stato smantellarono una banca mattone dopo mattone, a mani nude. Fu un’assoluta pazzia. La cosa più folle che abbia mai visto.»

Kevin masticò il suo bastoncino e deglutì. «Non avevo bisogno di registrare alcun nastro. Io c’ero.»

«Davvero?» Oscar si protese in avanti lentamente. «E chi fu a dare l’ordine?»

«Nessuno. Nessuno dà mai gli ordini. Era una banca federale, piazzavano microspie nel denaro in circolazione. Le voci iniziarono a diffondersi, alcuni attivisti fanatici si riunirono e presero d’assalto il posto. Dopo averlo saccheggiato, sparirono, si dispersero. Non troverai mai nessun ‘ordine’, oppure un responsabile. Non troverai neppure il software. Si tratta di un server di quelli grossi. È tanto grosso che non ha più neppure bisogno di occhi.»

«Ma perché lo hai fatto, Kevin? Perché hai corso il rischio di fare una follia del genere?»

«L’ho fatto per i miei punteggi di affidabilità. E perché, be’, erano sotto i tacchi.» Negli occhi di Kevin brillò un lampo. «E perché le persone che ci governano sono degli spioni; mentono, imbrogliano, sorvegliano tutti. Quei figli di puttana sono ricchi e hanno il potere. Hanno tutte le carte in mano, ma sono ancora costretti a fottere la gente in modo occulto. Se lo meritavano. E lo rifarei, se i miei piedi fossero in condizioni migliori.»

Tremando, Oscar scoprì di essere sull’orlo di una rivelazione. Quella storia aveva quasi un senso. Kevin aveva confessato e finalmente tutto quadrava. La situazione era molto più chiara e pericolosa di quanto avesse immaginato.

Adesso Oscar sapeva che aveva avuto assolutamente ragione nel seguire il proprio istinto quando aveva assunto quell’uomo. Kevin era il tipo di creatura politica che era molto meglio avere con sé che contro di sé. Doveva esserci qualche modo per assicurarsi la sua lealtà. Qualcosa che per lui era molto importante. «Dimmi cosa è successo ai tuoi piedi, Kevin.»

«Io sono un anglo. E di questi tempi agli anglo succedono cose molto strane.» Sul volto di Kevin comparve un sorriso triste. «Specialmente quando quattro poliziotti ti scoprono mentre armeggi con un semaforo… E così adesso sono il più emarginato degli emarginati. Sono stato costretto a condurre una vita normale, non potevo più vivere come un nomade. Mi sono trovato un lavoro di merda nella sorveglianza di un quartiere elegante di Boston. Mi sono lasciato alle spalle la maggior parte della mia vecchia vita… Ehi, una volta sono perfino andato a votare! Per Bambalúas.»

«È molto interessante. Perché lo hai fatto?»

«Perché lui costruisce case per noi, accidenti! Le costruisce con le proprie mani e non chiede mai un centesimo. E non mi dispiace neppure di avere votato per lui. Perché, sai, quell’uomo è sincero! So che ha dato fuori di matto, ma questo è comprensibile — è l’intero paese a essere impazzito. È ricco, è un intellettuale, un collezionista d’arte e tutte queste stronzate, ma almeno non è un ipocrita come Huey. Huey afferma di essere il futuro dell’America, ma intanto stringe accordi sottobanco con gli europei.»

«Ha venduto il nostro paese, vero?» Oscar annuì. «È un po’ troppo per poterlo perdonare.»

«Sì. Come il presidente.»

«E adesso qual è il problema con Two Feathers?»

«In effetti, il presidente non è cattivo, a modo suo. Ha fatto un buon lavoro per i rifugiati nell’Ovest. Lì adesso le cose sono diverse; dopo i giganteschi incendi e i trasferimenti di popolazione, hanno permesso ai nomadi di impossessarsi di intere città e contee… Ma questo con me non attacca. Two Feathers è un agente olandese.»