Anche questo a Oscar andava benissimo. Il suo istinto politico non era mai stato più acuto. E la sua krew, formata da nevrotici frenetici, dava sempre il meglio di sé in una crisi.
In quel particolare momento, l’otto gennaio 2045, Greta e la sua ristretta cerchia di consiglieri erano impegnati in una discussione particolarmente intensa. Gli scienziati stavano prendendo ansiosamente in considerazione i nuovi candidati per alcuni posti nel consiglio: Genetica Informatica’ e ‘Biomedicina’. Oscar, accompagnato dalla sua onnipresente guardia del corpo, Kevin, era in attesa dietro una pila di strumenti. Aveva intenzione di lasciarli sgolare fino a quando non si sarebbero stancati. Poi avrebbe rivolto loro alcune domande socratiche ben mirate. Dopodiché, si sarebbero affrettati ad accettare una soluzione che lui aveva deciso una settimana prima.
Mentre Kevin masticava una serie di barrette di proteine dai colori in codice, Oscar si stava gustando un pranzo preconfezionato. Da quando la sua krew aveva preso in mano la gestione del Collaboratorio, erano stati costretti ad assumere una nuova krew texana per mandare avanti l’albergo. Dato lo stato comatoso dell’economia di Buna, trovare nuovo personale non era stato molto difficile.
Kevin smise di armeggiare con i microprocessori all’interno di un telefono, rimise a posto la custodia e passò il telefono a Oscar, che iniziò subito a parlare, in tutta sicurezza, con Leon Sosik a Washington.
«Ho bisogno di manifesti costruttivisti russi» rivelò a Sosik. «Di’ alla krew di Alcott a Boston di fare ricerche nei musei d’arte. Ho bisogno di tutto il materiale che riescono a procurarsi risalente al primo periodo comunista.»
«Oscar, sono felice che ti stia divertendo lì al laboratorio, ma adesso dimenticati di quella gigantesca palla di vetro con la neve dentro. Abbiamo bisogno di te qui, a Washington, e subito. La nostra campagna anti-Huey è appena andata in fumo.»
«Cosa? Perché? Non ho bisogno di andare a Washington per oppormi a Huey. Qui l’ho messo alle corde. Abbiamo individuato tutti i suoi uomini nel laboratorio. Ho delle persone che li stanno letteralmente picchettando. Dammi un’altra settimana e purgheremo anche tutti i poliziotti locali. Una volta sbarazzatomi di quei pagliacci, potrò iniziare a lavorare sul serio.»
«Oscar, cerca di non lasciarti distrarre. Quel laboratorio è soltanto un diversivo locale. Qui abbiamo una crisi che riguarda la sicurezza nazionale. Huey ha un buco radar.»
«E questo cosa significa?»
«Significa la copertura radar del continente nord americano. I radar militari dell’aeronautica. Una parte della rete radar che copre gli Stati Uniti meridionali era ubicata in quella base aerea in Louisiana. Adesso quella stazione radar non c’è più, ma c’è un anello mancante tra il Texas e la Georgia. I bayou sono oscurati. Non sono più coperti dalla sorveglianza militare.»
Oscar depose la forchetta. «E questo cosa diavolo ha a che vedere con tutto il resto? Non riesco a crederci. Come è possibile? Niente radar! Perfino un bambino di dieci anni potrebbe eseguire la sorveglianza radar!» Sospirò. «Senti, di sicuro hanno ancora un radar di controllo del traffico aereo. New Orleans non durerebbe neppure due giorni senza il traffico aereo. L’aeronautica non può utilizzare la stazione radar civile?»
«Chiunque penserebbe di sì, ma non funziona in questo modo. Mi dicono che si tratta di un problema di programmazione. Il sistema radar civile è formato da un migliaio di cellule decentrate. È un radar distribuito, funziona con reti a commutazione di pacchetto. Ma questo non va bene per l’aeronautica, il sistema radar militare ha un’architettura di sistema gerarchica.»
Oscar pensò in fretta. «Ma perché questo dovrebbe essere un problema politico? Si tratta di una questione tecnica. Lasciamo che se ne occupi l’aeronautica.»
«Loro non possono occuparsene. Perché si tratta di vecchi sistemi federali per il rilevamento missilistico. Risalgono alla prima guerra fredda! Si tratta di hardware militare che funziona con un codice antiquato. Questo sistema non solo non è flessibile, ma dobbiamo ritenerci fortunati che funzioni ancora! Però il punto più importante è che non c’è più una copertura radar federale in Louisiana. E questo significa che degli aerei nemici possono invadere gli Stati Uniti! In un qualsiasi punto da Baton Rouge in giù!»
«Oh, per amor del cielo, Leon! La situazione non può essere così grave» replicò Oscar. «Come è possibile che i militari non abbiano previsto un problema del genere? Devono esserci dei piani di emergenza. Chi diavolo si stava occupando della faccenda?»
«Nessuno sembra saperlo» rispose Sosik in tono luttuoso. «Quando i comitati di emergenza hanno iniziato a chiudere le basi, la questione del radar si è impantanata in un conflitto di giurisdizione.»
Oscar emise un grugnito di disgusto. «Tipico.»
«Sì, tipico. Assolutamente tipico. Ci sono troppe cose che succedono contemporaneamente. Non c’è una catena di comando chiara. Ci si dimentica di questioni importanti, vitali. Non riusciamo a gestire la situazione.»
Oscar fu allarmato nell’udire Sosik tanto scoraggiato. Era chiaro che Sosik aveva trascorso troppo tempo al capezzale del senatore. Ma Bambakias diventava perfino più loquace ed energico quando cominciava a perdere il contatto con la realtà. «Va bene, Leon. Sono d’accordo con la tua diagnosi. Ammetto che hai ragione. La tua analisi è giusta. Ma diciamocelo chiaramente: nessuno invaderà gli Stati Uniti. Nessuno invade più i confini nazionali. E dunque, qual è il problema se qualche comitato di emergenza idiota ha chiuso qualche radar antiquato? Suvvia, ignoriamo il problema.»
«Non possiamo ignorarlo. Huey non ce lo permetterà. Sta sollevando un vero polverone sulla faccenda. Lui dice che questo dimostra che la sua base aerea in Louisiana è sempre stata vitale per la sicurezza nazionale. La delegazione della Louisiana ci sta facendo vedere i sorci verdi in Congresso. Esigono che costruiamo un’intera nuova base aerea, e immediatamente. Ma questo ci costerebbe miliardi, e noi non abbiamo i fondi. E anche se disto-gliessimo i fondi da altri progetti, non possiamo avviare un mastodontico programma di costruzione federale in Louisiana.»
«Certo che no» replicò Oscar. «Blocchi stradali, cause giudiziarie, conflitti di giurisdizione… È la situazione ideale per Huey. Una volta che avrà costretto gli appaltatori federali a interrompere i lavori, sarà in grado di mangiarsi l’intero bilancio.»
«Esatto. E così siamo in una situazione di stallo. Stavamo dando del filo da torcere a Huey con la questione del suo patriottismo, ma adesso lui ha ribaltato i ruoli. Siamo finiti nelle sue mani. E non possiamo ignorare il buco radar, perché lo sta già sfruttando. La scorsa notte degli aerei francesi privi di equipaggio hanno iniziato a sorvolare la Louisiana meridionale. Volano sulle paludi e suonano musica francese.»
«Musica pop francese!»
«Trasmissioni multicanale irradiate da aerei robot. Sai, la solita carta francofona cajun.»
«Andiamo, perfino Huey non può credere seriamente che qualcuno ascolti la musica pop francese!»
«Be’, i francesi ci credono, sentono odore di sangue yankee. È una tipica mossa da guerra culturale. I francesi hanno sempre avuto molto a cuore la protezione della loro lingua. Adesso possono alzare il volume dei loro amplificatori fino a quando non smantelleremo l’ultimo fast-food da Parigi.»
«Leon, calmati. Sei un professionista. Non puoi permettere che lui ti innervosisca fino a questo punto.»
«Be’, ci è riuscito, dannazione. Quel figlio di puttana non gioca secondo le regole! Fa due cose contraddittorie contemporaneamente e ci fotte in due modi. È come se avesse due cervelli!»
«Datti una calmata» lo esortò Oscar. «È una provocazione senza importanza. Che cosa dovremmo fare per risolvere questo cosiddetto problema? Dichiarare guerra alla Francia?»