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«Erano tutte spie!» esclamò Chandler. «Erano spie e sabotatori! Non avevo altra scelta se non quella di licenziarli!»

«Ho notato che il resto della sua krew non si è unito alla sua azione personale.»

«Il loro morale è stato distrutto. Sanno che dovranno essere rimossi. Sanno che tutto il loro duro lavoro non servirà a nulla. Stanno soltanto sperando che i ricordi svaniranno.» Chandler ingobbì le spalle.

«Questa è una storia davvero particolare. Dovrò verificarla con il suo contatto industriale.»

«Sicuro, faccia pure. Il suo nome è Ron Griego, è un dirigente della sezione ricerca e sviluppo dell’azienda su a Detroit.»

Oscar ammiccò. «Si tratta di Ronald K. Griego?»

«Lei conosce Ron Griego?»

«Penso di sì» rispose Oscar accigliandosi. «In effetti, penso di potere risolvere questa faccenda in breve tempo.»

Dopo avere lasciato il dottor Chandler, placato almeno fino al punto di mangiare, Oscar e Kevin cercarono rifugio nel fogliame lussureggiante a nord del laboratorio di Frammentazione genetica. Poi Oscar chiamò la segretaria della krew di Griego a Detroit.

«Mi perdoni per averla chiamata, signora, ma penso che il signor Griego sarà disposto a parlare con me. Per favore, vuole dire a Ron che sono Oscar Valparaiso, classe del ’37, e che si tratta di una questione federale molto urgente?»

Griego rispose al telefono in meno di cinque minuti. Lui e Oscar si scambiarono convenevoli in tono cauto.

«E così, dopo tutto, sei entrato nel ramo di famiglia, eh, Ron?»

«È stato per questo che papà mi ha spedito a Harvard» replicò Griego. «Ma cosa c’è che non va in questa comunicazione telefonica?»

«Crittografia e ritrasmissione. Mi dispiace. Senti, si tratta del Collaboratorio nazionale di Buna.»

«Ho sentito dire che state chiudendo quel posto» commentò Griego in tono allegro. «Laggiù è in corso un grande sciopero dei lavoratori. Be’, ovviamente si tratta di un duro colpo ai nostri futuristici sforzi di ricerca, ma non voglio che tu ti preoccupi troppo. Qui, nel campo delle industrie automobilistiche, capiamo bene i problemi della manodopera. Se riusciamo a fare pressione sul Congresso in modo che ci permetta di conservare le detrazioni fiscali di quest’anno per la ricerca e lo sviluppo, penso che potremo sopravvivere alla perdita del nostro laboratorio di Buna.»

«Mi dispiace, ma non sarà così facile, Ron.»

«Ma io ti sto facilitando le cose,» ribatté Griego in tono ferito. «Chiudi quel posto, licenziali tutti. Cancellalo, chiudi a chiave le porte, per loro è finita, sono acqua passata. Cosa ci potrebbe essere di più facile?»

«Oh, per me è abbastanza facile — io volevo dire che non sarà facile per te.»

«Avrei dovuto saperlo» gemette Griego. «Perché con te le cose non sono mai facili, Valparaiso? Cos’hai contro il resto di noi? Qual è il tuo problema?»

«Soltanto risolvere alcune faccende in sospeso. Credimi, Ron, posso capirti benissimo. Per te deve essere stato un incubo: scatenare una guerra di rete contro qualche krew di lunatici che hanno costruito una batteria magica che funziona a zucchero.»

«Oh, Cristo!»

«Senti, Ron, rilassati. Ricordi quelle volta che riuscii a nascondere quelle due puttane dalla polizia del campus? Non ti ho mai smascherato e non ho intenzione di farlo adesso. Dimmi soltanto come stanno le cose veramente. È tutto quello che ti chiedo.»

Vi fu un lungo silenzio carico di tensione. Poi Griego esplose come una furia. «Non metterti a fare il superiore con me, signor terzo della classe. Tu pensi che sia facile dirigere il settore ricerche e sviluppo di una grossa azienda? Le cose stavano filando lisce, fino a quando quel tizio non aveva nulla in mano. Gesù, nessuno pensava che un maledetto motore a zucchero avrebbe funzionato. Quel dannato affare non è altro che un gigantesco virus in scatola! Qui noi costruiamo automobili, non virus giganti! Poi se ne escono con questa scoperta pazzesca e… be’, ci rendono la vita impossibile! Noi siamo una classica industria metallurgica! Abbiamo direzioni che si occupano delle materie prime, del combustibile, delle parti di ricambio, degli accordi… Non possiamo andare a dire ai nostri fornitori di carburante che li stiamo per sostituire con qualche cucchiaio di acqua zuccherata! Noi siamo proprietari dei nostri fornitori di carburante! Sarebbe come segarci un piede da soli!»

«Capisco la faccenda delle direzioni e delle partecipazioni incrociate, Ron. Ero seduto accanto a te nella facoltà di economia, ricordi? Va’ al sodo — e la batteria?»

«Le batterie hanno il margine di profitto più alto rispetto a qualsiasi altro componente di automobile. Lì guadagnavamo bei soldi. Nel nostro ramo non si guadagna più bene in nessun altro campo. I coreani costruiscono le carrozzerie usando paglia e carta!. Come fa a sopravvivere un’industria quando un’auto costa meno di un sacchetto di carta? Cosa diremo ai nostri sindacati? Qui è in gioco una grande tradizione americana! L’automobile definisce l’America: la catena di montaggio, la periferia, i drive-in, le macchine truccate, il sesso adolescenziale, tutto quello che rende grande l’America! Non possiamo rinnegare tutto quanto perché qualche imbecille con il cervello troppo sviluppato ha costruito un motore con frattaglie di insetto! Di noi non rimarrebbe più nulla! Quel tizio è una minaccia per la società! Deve essere fermato.»

«Grazie per la tua spiegazione, Ron. Adesso stiamo andando da qualche parte. Adesso spiegami questo: perché non hai semplicemente tagliato quei maledetti fondi?»

«Se soltanto fosse così semplice! La legge federale ci obbliga a investire nella ricerca e nello sviluppo. Era parte del nostro accordo con il governo federale. Dobbiamo proteggere il commercio, trattenere il fiato e saltare una generazione in avanti rispetto ai nostri concorrenti stranieri. Ma se saltiamo una generazione in avanti rispetto ai maledetti coreani, la nostra industria svanirà interamente. La gente si fabbricherà le automobili con la stessa facilità con cui si prepara un toast. I prolet costruiranno automobili ricavandole dai rifiuti biologici e le assembleranno nei cortili posteriori delle loro case. Saremo tutti condannati.»

«E così mi stai dicendo che hai ottenuto un incredibile successo nella ricerca che, come effetto collaterale, farà sparire la tua industria.»

«Sì, esatto, è proprio così. E, mi dispiace, ma non possiamo permettere una cosa del genere. Abbiamo degli azionisti di cui preoccuparci, abbiamo una forza lavoro. Non vogliamo fare la stessa fine degli informatici. Gesù, è assolutamente assurdo. È una follia totale, è una vera pazzia. Sarebbe come tagliarci la gola da soli.»

«Ron, calmati, okay? Sono con te, capisco le tue ragioni. Grazie per avermi detto come stanno le cose. Adesso comprendo la tua situazione. Si inscrive perfettamente nel quadro generale.»

Oscar trasse un respiro. «Vedi, Ron, qui la questione fondamentale è la relazione tra il commercio e la scienza. Di recente ho riflettuto molto su questo problema, e adesso mi rendo conto che non è più possibile portare avanti il vecchio gioco della grande scienza. Soltanto i selvaggi e i membri del Congresso possono credere che la scienza vada a braccetto con il commercio. Non è mai stato così. La verità è ben diversa. Talvolta gli interessi della scienza e del commercio possono coincidere per un breve periodo, ma non si tratta di un matrimonio. Piuttosto, si tratta di una relazione pericolosa. Se sei un uomo d’affari, i nuovi sviluppi della scienza possono sbatterti fuori dal mercato con una velocità tremenda.»

«Hai capito benissimo la situazione» approvò Griego in tono fervido.

«Ron, mi rattrista vederti costretto a fare una cosa del genere. Se non vuoi finanziare la ricerca e lo sviluppo, dovresti potere essere libero di farlo. Non dovresti essere obbligato ad agire da burocrati federali lontani e indifferenti, che non capiscono le reali dinamiche dell’impresa privata. E, cosa più importante di tutte, non dovresti sprecare il tuo tempo, e il mio, conducendo una guerra di sabotaggio contro un laboratorio federale. Si tratta soltanto di una distrazione controproducente, che ci mette uno contro l’altro senza alcun motivo. Noi siamo gente seria, Ron. Gente come noi dovrebbe parlare di questa faccenda come individui maturi e arrivare a un compromesso.»