Выбрать главу

Greta si comportò in modo stoico. Costrinse Oscar a provare il suo rimedio speciale per curare i postumi della sbronza: sei aspirine, quattro acetaminofeni, tre cucchiai di zucchero bianco e quaranta microgrammi di acido lisergico legale. Questo miscuglio, insistette lei in tono d’autorità, li avrebbe ‘fatti riprendere’.

Nel tardo pomeriggio, lasciarono l’autostrada affollata e sfrecciarono verso est seguendo una stretta stradina di campagna in terra battuta. A un certo punto parcheggiarono e rimasero in attesa. Dopo un’ora, vennero raggiunti da Yosh Pelicanos, anche lui al/volante di un’auto a nolo dotata di localizzatore satellitare.

Come sempre, Pelicanos si dimostrò efficiente e pieno di risorse. Aveva portato loro computer portatili, carte di credito, un kit di pronto soccorso, due valige di vestiti, pistole a spruzzo di plastica, telefoni nuovi e, cosa non meno importante, un nuovo tronchese lungo un metro.

Kevin aveva più esperienza di tutti con le manette della polizia. E così iniziò a lavorare su quelle di Greta con il tronchese, mentre Oscar si cambiava d’abito all’interno dell’auto a nolo, spaziosa e immacolata, di Pelicanos.

«Voi due sembrate degli zombi. Spero che sappiate quello che state facendo» commentò Pelicanos in tono tetro. «Al laboratorio si è scatenato l’inferno.»

«Come se la sta cavando la krew nel gestire questa crisi?» chiese Oscar, radendosi delicatamente i capelli intorno al taglio irregolare sulla testa.

«Be’, alcuni di noi sono con il comitato di sciopero, altri si sono barricati nell’albergo. Possiamo ancora uscire e entrare dal laboratorio, ma non durerà molto. Corre voce che presto sigilleranno la struttura. I poliziotti del Collaboratorio stanno per porre fine allo sciopero. I poliziotti di Buna e gli sceriffi della contea sono in attesa all’esterno dell’albergo e il comitato di Greta è troppo spaventato per lasciare la Zona Calda… Siamo stati davvero conciati per le feste, Oscar. I nostri uomini sono completamente confusi. Gira voce che voi siete dei criminali, che ci avete abbandonati. Il morale è sottoterra.»

«E come hanno reagito le persone alla propaganda contro di noi?» chiese Oscar.

«Be’, la faccenda della fuga è davvero scottante. Ma come potrebbe essere diversamente, visto che si tratta di uno scandalo a sfondo sessuale? Voglio dire, è la mossa che ci eravamo sempre aspettati. Stanno circolando fotografie di te e Greta in quel cesso di casa a Holly Beach.»

«Quei poliziotti della Louisiana avevano dei teleobiettivi» sospirò Oscar. «L’ho sempre sospettato.»

«Lo scandalo non è ancora finito in pasto ai media nazionali. Ho avuto dozzine di chiamate, ma i giornalisti non riescono ad avere nessuna conferma… E una tipica voce a sfondo sessuale. Nessuno nel Collaboratorio la prende sul serio. A Buna tutti sanno già che stavi facendo sesso con Greta. No, l’attacco più serio è rappresentato dall’accusa di appropriazione indebita. Quella sì che è una faccenda seria. Perché il denaro del laboratorio è davvero sparito.»

«Quanti soldi ha rubato?» chiese Oscar.

«Ha rubato tutto! Il laboratorio è in bancarotta! Siamo in una brutta situazione, davvero brutta. Qui non si tratta di un semplice fallimento, ma di una vera e propria catastrofe finanziaria: tutti i bilanci del laboratorio e i dati finanziari sono stati distrutti. Non ho mai visto nulla del genere. Perfino le copie di backup sono state prese di mira e cancellate. Il sistema non riesce più neppure a fare le addizioni, non può aggiornare i suoi database, sputa assurdità. Si tratta di una totale lobotomia finanziaria.»

«Virus dell’esercito americano per la guerra informatica» spiegò Oscar. «Il bottino di cui Huey si è impadronito saccheggiando la base dell’aeronautica.»

«Sì, devono essere virus militari.» Pelicanos annuì. «Roba del genere ha rovesciato i governi di intere nazioni. I computer del laboratorio non avevano la minima possibilità.»

«Quanto tempo passerà prima che possiate ripristinare la funzionalità del sistema?» chiese Oscar.

«Stai scherzando? Cosa sono, uno che fa miracoli?» Pelicanos era davvero ferito. «Io sono soltanto un contabile! Non posso riparare i danni inferti da un attacco informatico militare! In effetti, penso che qualcuno abbia preso di mira me in particolare. Tutti i file che ho aperto negli ultimi due mesi sono stati distrutti in maniera specifica. Penso che abbiano anche manipolato il mio portatile — di nascosto. Non posso più fidarmi della mia macchina personale. Non posso neppure fidarmi dei miei dati non in rete.»

«Bene, Yosh, ho capito, riparare il sistema va al di sopra delle nostre possibilità. Ma allora chi è che può darci una mano?»

Pelicanos rifletté seriamente sulla domanda. «Be’, prima di tutto hai bisogno di una nutrita squadra di specialisti in diritto informatico per esaminare il codice danneggiato riga per riga… No, lascia stare. Ci vorrebbero anni per indagare e valutare i danni. E poi costerebbe una vera fortuna. Ammettiamolo, i libri contabili del laboratorio sono stati completamente distrutti. Costerebbe di meno buttare a mare l’intero sistema e iniziare da capo.»

«Penso di avere capito» replicò Oscar. «Huey ha distrutto permanentemente le finanze del laboratorio. Ha mandato in rovina un laboratorio federale con un attacco informatico, soltanto per cancellare alcune prove sulla corruzione della sua krew. Si tratta di un atto tremendo, orribile. Quell’uomo non ha alcuna coscienza. Be’, almeno adesso sappiamo qual è la nostra situazione.»

Pelicanos sospirò. «No, Oscar, la situazione è molto, ma molto peggiore. I tizi del dipartimento Ricadute pratiche sono sempre stati gli alleati favoriti di Huey. Sapevano di essere i prossimi a dovere cadere sotto la mannaia di Greta e così, ieri notte, si sono ribellati. Hanno lanciato un contrattacco. Si sono barricati nell’edificio e stanno distruggendo tutto. Rubano tutti i dati su cui possono mettere sopra le mani e distruggono il resto. Quando avranno finito, diserteranno e finiranno nei lavoratori nuovi di zecca di Huey in Louisiana. E stanno tentando di convincere anche tutti gli altri a seguirli.»

Oscar annuì, assorbendo la notizia. «Okay. Questo è vandalismo. Impedimento del corso della giustizia. Furto e distruzione di dati federali. Spionaggio industriale. Tutti quelli del dipartimento dovrebbero essere arrestati, processati e condannati al massimo della pena.»

Pelicanos rise in modo secco. «Sarebbe bello se le cose andassero così» commentò.

«Non è ancora finita» insistette Oscar. «Il nostro rapimento è fallito. Abbiamo di nuovo l’iniziativa tattica. Huey non sa dove siamo. Almeno siamo fuori dalla portata delle sue grinfie.»

«E allora cosa faremo? Dove andremo adesso? A Boston? A Washington?»

«Be’…» Oscar si carezzò il mento. «Le prossime mosse di Huey sono ovvie, vero? Sta per schiacciare il Collaboratorio proprio come ha fatto con la base aerea. Grazie al suo attacco informatico, adesso non ci sono più soldi. Presto, non ci saranno più rifornimenti, niente più cibo… Poi manderà una massiccia orda di prolet a occupare la struttura, ormai in abbandono, e sarà tutto finito.»

«Sì, è molto probabile che le cose vadano così.»

«Non è un superuomo, Yosh. Be’, ritiro quel che ho detto. Sono assolutamente certo che Huey sia un superuomo, ma ha commesso lo stesso un errore. In caso contrario, Greta e io staremmo languendo in una prigione privata nascosta in qualche tetra palude.»

Le manette di Greta si separarono con un ping! e uno snap! tanto forti che Oscar riuscì a udirli dall’esterno dell’auto. Greta aprì la portiera posteriore dell’auto malconcia di Kevin, uscì fuori, si stiracchiò la schiena indolenzita e le spalle. Mentre Kevin riponeva il tronchese nel cofano, Greta si unì a loro. Si avvicinò all’auto di Pelicanos e scrutò attraverso il finestrino del passeggero, strofinandosi i polsi dolenti.