Venne formato un nuovo comitato per negoziare i termini della coesistenza locale tra gli scienziati e gli emarginati invasori. I suoi membri erano Greta, i capi di divisione del consiglio, Kevin, Oscar stesso, occasionali consulenti che facevano parte della krew di Oscar e arroganti pezzi grossi del contingente nomade di Burningboy. Questo nuovo corpo governativo aveva bisogno di un nome. Non poteva essere chiamato ‘comitato di sciopero’ perché quella definizione era stata già utilizzata. Quasi subito divenne noto come il ‘comitato di emergenza’.»
A Oscar non piaceva quella definizione, poiché odiava e disprezzava tutte le commissioni di emergenza, ma quel nome aveva un grande vantaggio. Non c’era bisogno di spiegarlo a nessuno. La popolazione americana era già abituata allo spettacolo delle sue istituzioni politiche che crollavano, venendo sostituite da comitati di emergenza. Dunque, che il Collaboratorio venisse governato da un ‘comitato di emergenza’ era molto facile da capire. Poteva perfino essere interpretato come un prestigioso passo avanti: era come se il piccolo Collaboratorio fosse crollato in maniera grandiosa, come aveva fatto il Congresso degli Stati Uniti.
Oscar cancellò la sua campagna di manifesti per le relazioni pubbliche. Lo sciopero ormai era bello e finito, e il nuovo regime aveva bisogno di un nuovo look grafico e di un nuovo ambiente mediatico. Dopo una sessione di brainstorming con la sua krew, Oscar decise di utilizzare degli altoparlanti. I continui negoziati del comitato di emergenza sarebbero stati trasmessi in diretta da una mezza dozzina di altoparlanti, situati in varie aree pubbliche all’interno della cupola.
Questa si dimostrò una scelta molto saggia. Gli altoparlanti trasmettevano una piacevole sensazione di familiarità, di politica alla buona. Le persone poteva entrare e uscire tranquillamente dal flusso dell’agitazione politica. Quell’antiquata tecnologia fornì un ambiente mediatico calmante e non oppressivo. Le persone potevano informarsi sugli sviluppi della crisi fino al punto in cui reputavano fosse necessario farlo.
Grazie all’utilizzo degli altoparlanti, il personale del Collaboratorio e gli invasori nomadi disponevano dello stesso ambiente mediatico. Come mossa aggiuntiva, qua e là nella cupola vennero messe delle ‘cassette di sapone’ di plastica azzurra, dove persone particolarmente stupide oppure furiose potevano dare sfogo al loro scontento senza creare troppi problemi. Non solo questo stratagemma fornì una valvola di sfogo e un metodo per sondare l’umore popolare, ma, per contrasto, diede l’impressione che il rabberciato comitato di emergenza fosse un organismo maturo e responsabile.
Questa campagna mediatica fu particolarmente utile per risolvere il problema costituito dal capitano (ex generale, ex caporale) Burningboy. In persona o in video, il capo dei prolet aveva un aspetto eccessivamente folle e trasgressivo. Però aveva una profonda voce paterna. Se lo si sentiva parlare attraverso gli altoparlanti, Burningboy irradiava la tranquilla allegria di un Babbo Natale piromane.
Immaginare che i Moderatori fossero semplicemente dei derelitti violenti era un grosso errore. Le strade dell’America erano percorse da molte persone disperate, ma i Mediatori non erano un branco di vagabondi. I Moderatori non erano più neppure una ‘banda’ oppure una ‘tribù’. Fondamentalmente il modo migliore di concepire i Moderatori era considerarli una rete organizzativa non governativa. I Moderatori vestivano e parlavano volutamente come dei selvaggi, ma non mancavano certo di sottigliezza. Erano organizzati secondo linee profondamente agli antipodi rispetto a quelle della tradizionale cultura americana.
Non era mai venuto in mente ai padroni della società consumista che il consumismo come filosofia politica un giorno avrebbe potuto manifestare gli stessi squilibri strutturali del comunismo. Ma quando quegli squilibri si erano moltiplicati, il paese era andato in pezzi. La società civile si era ridotta all’impietoso regno del denaro. E mentre gli ultimi spazi pubblici venivano privatizzati, era diventato sempre più difficile per la cultura americana sopravvivere. Non solo la gente era senza un soldo, ma veniva anche stuzzicata fino alla follia dagli avvisi pubblicitari e sorvegliata continuamente da agenzie che non si facevano alcuno scrupolo di invadere la privacy di chiunque. Un apparato pubblicitario sempre più aggressivo aveva spinto larghi strati di popolazione ad abbandonare semplicemente le loro identità ufficiali.
Essere un cittadino americano non era più divertente. I fallimenti si erano moltiplicati in modo folle, trasformandosi in una sorta di apostasia commerciale. L’evasione fiscale era diventata uno sport diffuso. La popolazione americana aveva semplicemente smesso di comportarsi bene. I cittadini si riunivano per bruciare le loro patenti, fare a pezzi le carte di credito e per iniziare a viaggiare. I prolet si consideravano come gli unici americani liberi.
Un tempo, il nomadismo era stata la condizione comune dell’umanità; era la vita stanziale a costituire una novità tecnologica. Adesso la tecnologia era mutata di nuovo. I nomadi erano una società completamente alternativa, a cui non era più possibile applicare i vecchi criteri economici e politici.
O così ragionava Oscar. Poiché era un ricco abitante del New England, non aveva mai avuto alcun motivo politico per preoccuparsi dei prolet. Loro votavano di rado. Ma non nutriva alcun pregiudizio contro i prolet come gruppo sociale. Senza alcun dubbio non erano più estranei alla sua sensibilità di quanto non lo fossero gli scienziati. Adesso aveva capito che i prolet costituivano una fonte di vero potere e, per quanto ne sapeva lui, c’era soltanto un politico americano che si era sforzato deliberatamente di reclutarli e mantenerli. Quel politico era Green Huey.
Dopo avere pacificato i Moderatori, la seconda priorità di Oscar era quella di fare abituare gli scienziati del Collaboratorio alla loro presenza. L’argomento più solido a disposizione di Oscar era che non avevano molta scelta.
Gli scienziati del Collaboratorio avevano sempre goduto del pieno appoggio federale; non avevano mai avuto bisogno di altri mezzi di sostentamento. Ma adesso non c’erano più sostanziosi fondi federali. Questo era grave, ma la situazione di base era ancora peggiore. I libri contabili del laboratorio erano stati rovinati da un attacco informatico. Il Collaboratorio non solo era in bancarotta, ma i suoi abitanti non erano neppure in grado di stimare fino a che punto fosse in deficit, né avrebbero potuto prevedere le circostanze per salvarsi dal dissesto.
Il morale nel laboratorio era salito alle stelle non appena si era diffusa la notizia che il presidente si era interessato della loro situazione. Il presidente si era spinto tanto in là da inviare un discorso per il direttore del laboratorio, che era stato coscienziosamente letto da Greta. Tuttavia nel discorso c’era un’unica, evidente omissione: il denaro. Il comunicato stampa era praticamente un lungo peana di ringraziamento al talento del presidente nel ristabilire la legge e l’ordine. Finanziare il Collaboratorio non era un problema del presidente. Era il Congresso a reggere i cordoni della borsa della nazione ma, nonostante frenetici sforzi, non era ancora riuscito ad approvare il bilancio.
Per un laboratorio scientifico federale, si trattava di un disastro di grandezza epica, ma, per i prolet, non era nulla di speciale.
E così — come spiegò Oscar al comitato di emergenza — era una questione di simbiosi. E la simbiosi era fattibile. Avendo audacemente tagliato i suoi legami con le regole convenzionali della realtà politica, la nuova popolazione ibrida del Collaboratorio poteva vivere per un periodo indefinito all’interno della sua bolla di vetro. Non avevano denaro, ma avevano calore, energia, aria, cibo e riparo; erano perfettamente in grado di sopravvivere. Avrebbero potuto attendere che la turbolenza al di fuori dei loro confini si calmasse e, poiché stavano ignorando la supervisione federale, potevano concentrarsi sui loro progetti preferiti. Una volta tanto, avrebbero potuto portare a termine qualche vera ricerca scientifica. Era un risultato eccezionale, quasi un vero paradiso, ed era alla loro portata. Tutto quello che dovevano fare era fare i conti con le proprie contraddizioni.