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Fiducioso che nella sua fine ci sarebbe stata la sua rinascita, Hadden chiuse gli occhi e incrociò per prova le braccia sul petto, mentre i motori brillavano di nuovo, stavolta per un tempo minore, e il veicolo brunito intraprendeva senza scosse il suo lungo viaggio alla volta delle stelle.

Fra migliaia di anni, chissà cosa starà succedendo sulla Terra, pensò Hadden. Ma non era un suo problema. Non lo era mai stato, a dire il vero. Ma lui, lui sarebbe stato addormentato, iper-congelato, perfettamente conservato, con il suo sarcofago sfrecciarne nel vuoto interstellare, superando i faraoni, vincendo Alessandro, eclissando Qin. Aveva inventato la propria resurrezione.

23

RIPROGRAMMAZIONE

«Non abbiamo dato retta a storie ingegnosamente inventate… ne siamo stati testimoni oculari.».

PIETRO, 1,16

«Guarda e ricorda. Considera questo cielo; esamina attentamente la pura aria marina, l’immensità sconfinata, la meta della preghiera. Parla adesso e parla nella volta consacrata. Che senti? Che risponde il cielo? I cicli sono occupati; non è la tua casa.»

KARLJAY SHAPIRO, Conferenza per esuli

Le linee telefoniche erano state riparate, le strade riaperte e Una rappresentanza selezionata attentamente della stampa mondiale era stata autorizzata a dare un’occhiata alla base. Alcuni reporter e fotografi vennero accompagnati attraverso le tre aperture coincidenti dei benzel, attraverso la camera d’equilibrio, e all’interno del dodecaedro. Si registrarono delle telecronache in cui i reporter, seduti nelle poltrone che erano state occupate dai Cinque, riferivano al mondo del fallimento del primo coraggioso tentativo di attivare la Macchina. Ellie e i suoi colleghi vennero fotografati da una certa distanza, per mostrare che erano vivi e vegeti, ma nessuna intervista poteva essere ancora rilasciata. Il Progetto Alacchina stava valutando la situazione e considerando le sue future scelte. Il tunnel da Honshu a Hokkaido era di nuovo aperto, ma il corridoio dalla Terra a Vega era chiuso. Effettivamente non avevano verificato quella dichiarazione. Ellie si chiedeva se, una volta che i Cinque avessero definitivamente lasciato la località, il progetto avrebbe tentato di far girare ancora i benzel, ma credeva a quello che le era stato detto: la Macchina non avrebbe funzionato di nuovo; non ci sarebbe stato nessun ulteriore accesso ai tunnel per gli esseri della Terra. Si sarebbero fatte piccole intaccature nello spazio-tempo, anche se lo si fosse voluto; sarebbe stato completamente inutile se non ci fosse stato nessuno dall’altra parte pronto all’agganciamento. Ci è stata concessa una visione fugace, pensò Ellie, e poi siamo stati abbandonati in balia di noi stessi. Era possibile salvarsi? Infine, ai Cinque venne permesso di parlare tra loro. Ellie disse addio a tutti. Nessuno la biasimò per le cassette vergini. «Le immagini delle cassette vengono registrate per mezzo di campi magnetici, su nastro,» le fece presente Vaygay. «Un forte campo elettrico si accumula sui benzel ed esse, naturalmente, vengono rimosse. Un campo elettrico variabile nel tempo produce un campo magnetico. Equazioni di Maxwell. Credo che sia stato così che i tuoi nastri sono stati cancellati. Non è stata colpa tua. L’interrogatorio, cui era stato sottoposto, aveva sconcertato Vaygay. Non lo avevano apertamente accusato, ma avevano semplicemente suggerito che egli facesse parte di un complotto antisovietico in cui erano implicati scienziati occidentali.

«Ti dico, Ellie, l’unica questione che resta aperta è l’esistenza di una vita intelligente al Politburo.»

«E alla Casa Bianca. Non riesco a credere che la Presidente possa permettere a Kitz di comportarsi così. Si era tanto data da fare per il Progetto.»

«Questo pianeta è governato da una manica di pazzi. Ricorda che cosa devono fare per arrivare dove sono. La loro prospettiva è così angusta, così… limitata. Alcuni anni. Nella migliore delle ipotesi, alcuni decenni. Si interessano solo del tempo in cui restano in carica.»

Ellie pensò a Cygnus A, «Ma non sono certi che la nostra storia sia una menzogna. Non possono dimostrarlo. Perciò, dobbiamo convincerli. Nel loro intimo si chiedono: ‘Potrebbe esser vero?’ Alcuni addirittura vogliono che sia vero. Ma è una verità rischiosa. Hanno bisogno di qualcosa prossimo alla certezza… E forse noi possiamo procurarlo. Possiamo perfezionare la teoria gravitazionale. Possiamo compiere nuove osservazioni astronomiche per confermare quello che ci è stato detto: specialmente riguardo al centro galattico e a Cygnus A. Non interromperanno la ricerca astronomica. Inoltre, possiamo studiare il dodecaedro, se ce ne consentono l’accesso. Ellie, cambieremo le loro opinioni.» Difficile da fare se erano tutti pazzi, riflette Ellie. «Non vedo come i governi potrebbero convincere la gente che si tratta di un imbroglio,» disse lei. «Davvero? Pensa quante altre cose hanno fatto credere alla gente. Ci hanno persuaso che saremo al sicuro solo se avremo speso tutta la nostra ricchezza perché tutti sulla Terra possano essere uccisi in un istante: una volta che i governi abbiano deciso che ne è arrivato il momento. Io riterrei difficile far sì che la gente creda a qualcosa di così pazzesco. No, Ellie, sono abili persuasori. Devono dire soltanto che la Macchina non funziona, e che noi siamo diventati un po’ matti.»

«Non credo che sembreremmo così matti se raccontassimo la nostra storia tutti insieme. Ma puoi aver ragione. Forse dovremmo prima cercare di trovare una qualche evidenza. Vaygay, non ti succederà nulla al… tuo ritorno?»

«Che cosa possono farmi? Esiliarmi a Gorki? Riuscirei a sopravvivere; ho avuto la mia giornata alla spiaggia… No, sarò al sicuro. Tu e io abbiamo un trattato di reciproca sicurezza, Ellie. Finché sei viva, hanno bisogno di me. E viceversa, naturalmente. Se la storia è vera, saranno contenti che ci sia stato un testimone sovietico; alla fine lo grideranno ai quattro venti. E come i tuoi compatrioti, si chiederanno quali possano essere gli usi militari ed economici di quello che abbiamo visto. Non importa quello che ci dicono di fare. L’importante è che siamo vivi. In seguito, racconteremo la nostra storia — noi cinque — in maniera discreta, naturalmente. Da principio, soltanto a coloro in cui abbiamo fiducia. Ma quelle persone la racconteranno ad altre. La storia si diffonderà. Non ci sarà modo di fermarla. Presto o tardi, i governi riconosceranno quel che ci è accaduto nel dodecaedro. E fino ad allora saremo polizze di assicurazione l’uno per l’altro. Ellie, sono molto contento di tutto ciò. E’ la cosa più grande che mi sia mai successa.»

«Da’ un bacio a Nina da parte mia,» disse Ellie un momento prima che lui partisse con il volo della notte per Mosca. Durante la colazione, Ellie chiese a Xi se fosse deluso. «Deluso? Di essere andato là» — sollevò gli occhi al cielo — «di averli visti? Sono un orfano della Lunga Marcia. Sono sopravvissuto alla Rivoluzione Culturale. Ho cercato di far crescere patate e barbabietole per sei anni all’ombra della Grande Muraglia. Tutta la mia vita è stata tempestosa. Conosco la delusione. Sei stato a un banchetto, e quando ritorni al tuo misero villaggio natio sei deluso che non celebrino il tuo ritorno? Questa non è delusione. Abbiamo perso una scaramuccia da poco. Esamina la… disposizione di forze.» Sarebbe partito di lì a poco per la Cina, dove aveva acconsentito a non rilasciare dichiarazioni riguardanti ciò che era successo nella Macchina. Ma sarebbe tornato a dirigere gli scavi a Xian. La tomba di Qin lo stava aspettando. Voleva vedere quanto l’Imperatore fosse somigliante a quella simulazione che aveva trovato al capolinea dei tunnel.