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Adottarono l’abitudine dei suoi colleghi sovietici, che quando si doveva parlare di qualcosa di politicamente poco ortodosso, sentivano l’urgente necessità di una passeggiata corroborante. Di quando in quando, lui si arrestava e si chinava su di lei. Ogni volta, Ellie lo prendeva sottobraccio e proseguivano il cammino. Lui ascoltava in maniera comprensiva, intelligente, generosa: specialmente per qualcuno le cui dottrine dovevano essere attaccate alla base dal suo racconto… ammesso che vi desse credito. Dopo tutta la sua riluttanza all’epoca in cui era stato ricevuto il Messaggio, finalmente Ellie gli stava mostrando l’Argus. Joss era socievole ed Ellie era contenta di averlo rivisto. Avrebbe voluto esser stata meno preoccupata quando l’aveva incontrato l’ultima volta a Washington. Apparentemente per caso, essi salirono la stretta scala esterna di metallo che scavalcava la base del Telescopio 49. Lo spettacolo di 130 radiotelescopi — la maggior parte dei quali scivolavano sui loro binari — era unico sulla Terra. Nell’alloggiamento per le apparecchiature elettroniche, Ellie fece scorrere il pannello e ricuperò una busta voluminosa che recava il nome di Joss. Egli l’infilò nella tasca interna della giacca, dove provocò un visibile rigonfiamento.

Ellie gli parlò dei programmi di osservazione di Sag A e Cyg A. Gli raccontò del suo programma di computer.

«Porta via un sacco di tempo, anche con il Cray, calcolare il pi greco arrivando a qualcosa come a dieci alla ventesima potenza. E non sappiamo se quello che stiamo cercando si trovi nel pi. In un certo modo hanno detto che non si trattava del pi greco. Potrebbe essere la lettera e. Potrebbe essere uno della famiglia dei numeri trascendenti di cui hanno parlato a Vaygay. Potrebbe essere un numero completamente diverso. Perciò, una semplice approssimazione terra terra — il calcolo dei soliti numeri trascendenti all’infinito — è una perdita di tempo. Ma qui all’Argus abbiamo sofisticatissimi algoritmi per la decifrazione, progettati per trovare schemi regolari in un segnale, progettati per evidenziare e visualizzare tutto ciò che appare non casuale. Così ho riscritto i programmi…»

Dall’espressione del volto di Joss, Ellie temeva di non essere stata chiara. Fece una piccola digressione nel suo monologo. «… ma non per calcolare le cifre in un numero come pi greco, stamparle e presentarle per un controllo. Non c’è abbastanza tempo per un’operazione simile. Invece, il programma va via veloce tra le cifre del pi e indugia per pause di riflessione quando c’è una qualche sequenza anomala di zeri e di unità. Capisce quello che sto dicendo? Qualcosa di non casuale. Per caso, ci saranno alcuni zeri e alcune unità, naturalmente. Il dieci per cento delle cifre sarà costituito da zeri, e un altro dieci per cento da unità. In media. Più cifre passeremo velocemente in rassegna, più lunghe saranno le sequenze di puri zeri e unità che potremmo ottenere per caso. Il programma sa quello che ci si aspetta statisticamente e fa attenzione soltanto a sequenze inaspettatamente lunghe di zeri e di unità. E non guarda soltanto in base dieci.»

«Non capisco. Se lei considera una quantità sufficiente di numeri casuali, non otterrà ogni schema che vuole, semplicemente per caso?»

«Certo, ma se ne può calcolare la probabilità. Se si ottiene un messaggio molto complesso molto presto, si sa che non può essere casuale. Quindi, ogni giorno nelle prime ore del mattino il computer lavora su questo problema. Non vi entra nessun dato proveniente dal mondo esterno. E finora nessun dato proveniente dal mondo interno ne viene fuori. Il computer sorvola l’espansione di serie ottimale per il pi greco e tiene d’occhio il susseguirsi delle cifre. Pensa agli affari suoi. Se non trova qualcosa, parla solo se interrogato. E come se stesse contemplandosi l’ombelico.»

«Non sono un matematico, per Dio. Non potrebbe farmi un esempio?»

«Certamente.» Ellie cercò invano nelle tasche della sua tuta un pezzo di carta. Pensò di infilargli la mano nella tasca interna della giacca per riprendere la busta che gli aveva appena dato e scriverci sopra, ma decise che era troppo rischioso lì all’aperto. Dopo un attimo, lui capì e tirò fuori un piccolo blocco a spirale. «Grazie. Pi greco comincia con 3,1415926… Può vedere che le cifre variano abbastanza a caso. Okay, un uno appare due volte nelle prime quattro cifre, ma continuando a procedere per un po’ si può calcolare la media. Ogni cifra — 0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7,8,9 — appare quasi esattamente il dieci per cento delle volte quando si siano accumulate abbastanza cifre. Casualmente, si ottengono alcune cifre consecutive uguali — 4444, per esempio — ma non di più di quanto ci si potrebbe aspettare statisticamente. Ora, supponiamo di scorrere queste cifre e di trovare all’improvviso solo dei quattro. Centinaia di quattro, tutti in fila. La cosa potrebbe non portare con sé nessuna informazione, ma potrebbe anche non essere un caso statistico. Si potrebbero calcolare le cifre del pi greco per l’età dell’universo e, se le cifre si susseguono a caso, non si riuscirebbe mai ad andare così a fondo da ottenere un centinaio di quattro consecutivi.»

«E’ come la ricerca che lei ha fatto per il Messaggio. Con questi radiotelescopi.»

«Sì; in entrambi i casi cercavamo un segnale che è ben al di fuori del rumore, qualcosa che non può essere solo un caso statistico.»

«Ma non deve essere obbligatoriamente un centinaio di quattro, vero? Potrebbe parlarci?»

«Sicuro. Immagini che dopo un po’ si ottenga una lunga sequenza di soli zeri e unità. Allora, proprio come abbiamo fatto con il Messaggio, potremmo tirar fuori un film, se ce n’è uno all’interno. Capisce, potrebbe trattarsi di qualsiasi cosa.»

«Vuoi dire che si potrebbe decodificare un film nascosto nel pi greco e vedervi un groviglio di lettere ebraiche?»

«Proprio così. Grandi lettere nere, scolpite nella pietra.» Joss la guardava con aria interrogativa. «Mi perdoni, Eleanor, ma non crede di essere un po’ troppo-indiretta? Non appartiene a un ordine silenzioso di monache buddiste. Perché non racconta semplicemente la sua storia?»

«Palmer, se avessi una prova certa, parlerei. Ma se non ne ho nessuna, gente come Kitz direbbe che sto mentendo. O che sono vittima di allucinazioni. Ecco perché quel manoscritto si trova nella sua tasca interna. Lo sigillerà, lo daterà, lo legalizzerà e lo metterà in una cassetta di sicurezza. Se mi accadrà qualcosa, lei lo può consegnare al mondo. Le concedo la piena autorità di farne ciò che vuole.»

«E se non le accadrà nulla?»

«Se non mi accadrà nulla? Allora, una volta trovato quello che stiamo cercando, quel manoscritto confermerà la nostra storia. Se troviamo la prova di un doppio buco nero al centro della Galassia, o di qualche enorme costruzione artificiale nel Cygnus A, o un messaggio celato all’interno del pi greco, questo» — gli battè leggermente sul petto — «sarà la mia prova. Allora parlerò… Intanto, non lo perda.»

«Io ancora non capisco,» confessò lui. «Sappiamo che c’è un ordine matematico nell’universo. La legge di gravita e tutto il resto. Come può essere diverso questo? Così c’è un ordine all’interno delle cifre del pi greco. E con ciò?»

«No, non vede? Questo sarebbe diverso. Questo non sta soltanto dando il via all’universo con alcune precise leggi matematiche che determinano la fisica e la chimica. Questo è un messaggio. Chiunque sia a fare l’universo, nasconde messaggi nei numeri trascendenti in modo che saranno letti bilioni di anni dopo quando finalmente si sarà evoluta una vita intelligente. Criticavo lei e Rankin la prima volta che ci siamo incontrati per non capire ciò. ‘Se Dio voleva che sapessimo della sua esistenza, perché non ci ha mandato un messaggio chiaro?’ Vi chiesi. Ricorda?»