«Lo ricordo molto bene. Lei pensa che Dio sia un matematico.»
«Qualcosa del genere. Se è vero quello che ci è stato detto. Se non è un’impresa sbagliata, vana. Se c’è un messaggio nascosto nel pi greco e non uno degli infiniti altri numeri trascendenti. Ci sono tanti se.»
«Sta cercando la Rivelazione nella matematica. Io conosco un modo migliore.»
«Palmer, questo è l’unico modo. Questa è la sola cosa che convincerebbe uno scettico. Immagini che troviamo qualcosa. Non deve essere tremendamente complicato. Solo qualcosa di più ordinato di quanto accumuli per caso tante cifre nel pi greco. E tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Allora i matematici di tutto il mondo possono trovare esattamente lo stesso schema o messaggio o qualunque cosa sia. Allora non ci sono divisioni settarie. Tutti cominciano a leggere la stessa Scrittura. Nessuno potrebbe allora sostenere che il miracolo chiave della religione fosse il trucco di un prestigiatore, o che storici posteriori abbiano falsificato la documentazione, o che si tratti soltanto di isteria o di allucinazioni o di un genitore sostituto per quando diventiamo adulti. Tutti potrebbero essere credenti.»
«Non può essere sicura di trovare qualcosa. Si può nascondere qui e far calcoli per sempre. O può uscire e raccontare la sua storia al mondo. Prima o poi sarà costretta a scegliere.»
«Spero di non dover scegliere, Palmer. Prima la prova fisica, poi le dichiarazioni pubbliche. Altrimenti… Non vede come saremmo vulnerabili? Non mi riferisco a me stessa, ma…» Joss scosse il capo quasi impercettibilmente. C’era l’ombra di un sorriso agli angoli della sua bocca. Aveva scoperto una certa ironia nelle circostanze in cui si trovavano.
«Perché è così impaziente che racconti la mia storia?» chiese Ellie. Forse lui la prese per una domanda retorica. A ogni modo, non rispose e lei proseguì.
«Non pensa che ci sia stato uno strano… rovesciamento delle nostre posizioni? Eccomi qua, portatrice di una profonda esperienza religiosa che non posso dimostrare… davvero, Palmer, posso a malapena spiegarla. E lei invece, lo scettico incallito che cerca — assai meglio di quanto abbia mai fatto io — di essere gentile con la credulona.»
«Oh no, Eleanor,» disse Joss, «non sono uno scettico. Sono un credente.»
«Davvero? La storia che ho da raccontare non tratta esattamente di Castigo e Ricompensa. Non è proprio una storia di Avvento e di Estasi. Non c’è una parola su Gesù. Una parte del mio messaggio dice che non siamo al centro degli intenti del Cosmo. Quello che è accaduto a me ci fa sembrare tutti piccolissimi.»
«Sì, è vero. Ma rende anche Dio grandissimo.» Ellie lo guardò per un attimo e proseguì.
«La Terra gira attorno al Sole, ma, come lei sa, un tempo i poteri di questo mondo — i poteri religiosi, i poteri secolari — pretendevano che la Terra non si muovesse affatto. Era della massima importanza essere potenti. O almeno dare a vedere di esserlo. E la verità li fece sentire troppo piccoli. La verità li spaventò; indeboliva il loro potere. Così la soppressero. Quelle persone trovarono la verità pericolosa. E sicuro di sapere cosa comporti il credermi?»
«Ho indagato, Eleanor. Dopo tutti questi anni, mi creda, riconoscosco la verità quando la vedo. Ogni fede che ammira la verità, che si sforza di conoscere Dio, deve avere abbastanza coraggio per accettare l’universo. Voglio dire il vero universo. Tutti quegli anni luce. Tutti quei mondi. Penso alla portata del tuo universo, alle opportunità che esso offre al Creatore e resto senza fiato. E molto meglio che imbottigliarLo in un unico piccolo mondo. Non mi è mai piaciuta l’idea della Terra intesa come poggiapiedi di Dio. Era troppo rassicurante, come una storia per bambini… come un tranquillante. Ma il suo universo possiede abbastanza spazio e tempo per la sorta di Dio in cui io credo. Io dico che lei non ha bisogno di nessun’altra prova. Ci sono già prove a sufficienza. Cygnus A e tutto il resto sono solo per gli scienziati. Lei pensa che sarà difficile convincere la gente comune che lei sta dicendo la verità. Io credo che sarà facilissimo. Lei pensa che la sua storia sia troppo particolare, troppo aliena. Ma io l’ho già sentita. La conosco bene. E scommetto che è lo stesso per lei.»
Joss chiuse gli occhi e, dopo un momento, si mise a recitare: «Sognò e scorse una scala appoggiata sulla terra, la cui cima arrivava fino al cielo; e vide gli angeli di Dio che salivano e scendevano i gradini… Certamente il Signore si trova in questo luogo; e non lo sapevo… Questa non è altro che la Casa di Dio, e questo è il cancello del paradiso.»
Si era lasciato un po’ trasportare come se stesse predicando alle folle dal pulpito di una grande cattedrale, e quando riaprì gli occhi lo fece con un piccolo sorriso di scuse. Passeggiavano lungo un grande viale, fiancheggiato da enormi radiotelescopi imbiancati che puntavano verso il cielo, e dopo un momento egli disse in un tono più discorsivo:
«La sua storia è stata predetta. E’ accaduta prima. Da qualche parte dentro di lei, deve averla saputa. Nessuno dei suoi dettagli si trova nel Libro della Genesi. Naturalmente no. Come sarebbe possibile? Il racconto della Genesi andava bene per l’epoca di Giacobbe. Proprio come la sua testimonianza è adatta a quest’epoca, alla nostra epoca. La gente le crederà, Eleanor. Milioni di persone. In tutto il mondo. Lo so per certo…»
Lei scosse il capo, e passeggiarono per un altro po’ in silenzio prima che lui proseguisse.
«Benissimo, allora. Capisco. Lei si prende tutto il tempo di cui ha bisogno. Ma se c’è un modo per affrettare la cosa, lo faccia: per me. Manca meno di un anno al nuovo millennio.»
«Capisco anch’io. Abbia pazienza con me ancora alcuni mesi. Se non avremo trovato qualcosa nel pi greco per allora, renderò noto ciò che è accaduto lassù. Prima dell’inizio di gennaio. Forse anche Eda e gli altri sarebbero disposti a parlare. Okay?» Ritornarono indietro in silenzio, dirigendosi verso l’edificio che ospitava l’amministrazione dell’Argus. L’impianto di irrigazione stava innaffiando il misero prato ed essi girarono attorno a una pozzanghera che, su quel terreno riarso, sembrava aliena, fuori posto.
«Non è mai stata sposata?» chiese Joss.
«No, mai. Suppongo di essere stata troppo occupata.»
«Mai stata innamorata?» la domanda era diretta, prosaica.
«In modo incompleto, cinque o sei volte. Ma» — Ellie lanciò un’occhiata al più vicino telescopio — «c’era sempre tanto rumore, il segnale era difficile da trovare. E lei?»
«Mai,» rispose recisamente. Ci fu una pausa, e poi aggiunse con un debole sorriso, «ma ho fede.»
Ellie decise di non indagare oltre e salirono le brevi rampe di scale per esaminare l’unità centrale di elaborazione dell’Argus.
24
LA FIRMA DELL’ARTISTA
«Badate, vi dico un mistero; non dormiremo tutti, ma saremo tutti mutati.»
«L’universo sembra… esser stato determinato e ordinato secondo il numero dalla previdenza e dalla mente del creatore di tutte le cose; poiché lo schema era stato fissato, come un abbozzo preliminare, dalla supremazia del numero preesistente nella mente del Dio creatore del mondo.»
Ellie salì di corsa le scale della casa di cura e sulla veranda da poco ridipinta di verde e occupata da sedie a dondolo vuote disposte a intervalli regolari, vide John Staughton: curvo, immobile, con le braccia ciondoloni. Nella mano destra stringeva una borsa della spesa in cui Ellie potè vedere una cuffia trasparente per la doccia, un beauty-case a fiori, e due pantofole adorne di fiocchi rosa. «Se ne è andata,» disse lui, mentre il suo sguardo si staccava dal vuoto. «Non andare,» la pregò. «Non andare a vederla. Non avrebbe voluto farsi vedere da te in quello stato. Sai quanto ci teneva al suo aspetto. Comunque, non è lì.»