«Te lo disse? Non lo sapevo. Quando parlasti con il signor Weisbrod?»
«Durante un incontro genitori-insegnanti. Mi disse: ‘La sua figliola ha del coraggio.’ O qualcosa del genere. ‘Era così infuriata con me che è diventata una vera esperta in materia.’ ‘Esperta.’ Ecco quello che disse. Sono convinta di avertelo riferito.»
Aveva i piedi appoggiati su un cassetto della scrivania mentre si abbandonava sulla sua poltrona girevole; l’equilibrio era garantito soltanto dalle dita inserite nella macchina dello smalto. Percepì il cicalino quasi prima di sentirlo davvero e si tirò su bruscamente. «Mammina, devo andare.»
«Sono sicura di averti già raccontato questa storia. Non fai mai attenzione a quel che sto dicendo. Il signor Weisbrod era un brav’uomo. Non sei mai riuscita a vederne il lato buono.»
«Mamma, davvero, devo andare. Abbiamo captato una sorta di bogey.»
«Bogey?»
«Lo sai, mamma, qualcosa che potrebbe essere un segnale. Ne abbiamo parlato.»
«Eccoci tutte e due a pensare che l’altra non stia ad ascoltare. Tale la madre, tale la figlia.»
«Ciao, mamma.»
«Ti lascio andare se mi prometti di chiamarmi fra poco.»
«D’accordo, mamma, promesso.»
Durante l’intera conversazione, la pena e la solitudine della madre avevano suscitato in Ellie il desiderio di troncare il colloquio, di scappare via. Si odiava per questo.
Entrò a passo spedito nell’area di controllo è si avvicinò alla consolle principale.
«‘Sera, Willie, Steve. Vediamo i dati. Bene. Adesso dove è riposto il diagramma dell’ampiezza? Bene. Avete la posizione interferometrica? Okay. Ora vediamo se c’è qualche stella vicina in quel campo visivo. Oh accipicchia, stiamo guardando Vega. E’ un astro abbastanza vicino.»
Le sue dita stavano maltrattando una tastiera mentre parlava. «Guardate, si trova alla distanza di soli ventisei anni luce. E’ stata osservata in precedenza, sempre con risultati negativi. L’ho guardata io stessa durante il mio primo rilevamento ad Arecibo. Qual è l’intensità assoluta? Santo Dio! Sono centinaia di janskys. Praticamente la si potrebbe ricevere su una comune radio a modulazione di frequenza.
Okay. Così abbiamo un bogey molto vicino a Vega sul piano del cielo. E’ a una frequenza di circa 9,2 gigahertz, non proprio monocromatica: la larghezza di banda è di alcune centinaia di hertz. E’ polarizzato linearmente e sta trasmettendo una serie di impulsi magnetodinamici limitati a due diverse ampiezze.»
In risposta ai suoi comandi sulla tastiera, lo schermo ora mostrava la disposizione di tutti i radiotelescopi.
«Lo stanno ricevendo 116 telescopi. Chiaramente non si tratta di un cattivo funzionamento in uno o due di essi. Okay, adesso dovremmo avere linea di base dei tempi in abbondanza. Si sta muovendo con le stelle? O potrebbe essere un qualche satellite ELINT o un aereo?»
«Posso confermare il moto sidereo, dottor Arroway.»
«Okay, è abbastanza convincente. Non è qui sulla Terra, e probabilmente non proviene da un satellite artificiale in un’orbita di Molniya, anche se dovremmo controllarlo. Quando puoi, Willie, chiama la NORAD e senti quello che ti dicono sulla possibilità di un satellite. Se possiamo escludere i satelliti, allora ci restano due possibilità: o si tratta di uno scherzo, o qualcuno si è finalmente deciso a inviarci un messaggio. Steve, passiamo al comando manuale. Controlla alcuni radiotelescopi — la forza del segnale è certamente sufficiente — e vedi se c’è l’eventualità che si tratti di uno scherzo; sai, un tiro birbone da parte di qualcuno che desidera dimostrarci che i nostri metodi sono sbagliati.» Un gruppetto di altri scienziati e tecnici, messi in stato d’allarme attraverso i loro cicalini dal computer dell’Argus, si era raccolto attorno alla consolle dei comandi. Sui loro volti c’era l’ombra di un sorriso. Nessuno di loro stava ancora pensando seriamente a un messaggio da un altro mondo, ma c’era un’aria di vacanza inaspettata, un’interruzione nella noiosa routine cui si erano abituati, e forse una certa atmosfera di attesa.
«Se qualcuno di voi riesce a pensare a qualche altra spiegazione oltre a quella di un’intelligenza extraterrestre, voglio sentire quello che ha da dire in proposito,» disse Ellie, mostrando che si era accorta della loro presenza.
«Non è possibile che si tratti di Vega, dottor Arroway. Il sistema ha solo alcune centinaia di milioni di anni. I suoi pianeti sono ancora in via di formazione. Manca il tempo perché vi si sia sviluppata una vita intelligente. Deve essere una qualche stella sullo sfondo. O una galassia.»
«Ma allora la potenza del trasmettitore dovrebbe essere incredibile,» ribattè un membro del gruppo quasar che era ritornato indietro per vedere cosa stesse succedendo. «Dobbiamo procedere a. un accurato studio del moto proprio per poter stabilire se la sorgente radio si muove con Vega.»
«Naturalmente, hai ragione circa il moto proprio, Jack,» lei disse.
«Ma c’è un’altra possibilità. Forse non si sono evoluti nel sistema di Vega. Forse sono solo in visita.»
«Neppure questa ipotesi regge. Il sistema è pieno di frammenti vaganti. E’ un sistema solare mancato o un sistema solare ancora nei suoi stadi primitivi di sviluppo. Se ci restano molto a lungo, la loro astronave verrebbe gravemente danneggiata.»
«Perciò ci sono arrivati soltanto da poco. O riescono a disintegrare i meteoriti che li minacciano. O cambiano rotta se c’è un frammento su una traiettoria di collisione. Oppure non si trovano sul piano equatoriale ma in orbita polare, così possono ridurre al minimo i loro impatti con i meteoriti. C’è un milione di possibilità. Ma hai assolutamente ragione; non dobbiamo tirare a indovinare se la sorgente si trova nel sistema di Vega. Possiamo scoprirlo con esattezza. Quanto durerà lo studio sul moto proprio? A proposito, Steve, non è il tuo turno. Almeno dì a Consuelo che farai tardi per la cena.»
Willie, che aveva parlato al telefono da una consolle adiacente, aveva sulle labbra un debole sorriso. «Bene, mi sono messo in contatto con un certo maggiore Braintree alla NORAD. Giura e spergiura che non hanno nulla che possa produrre questo segnale, specialmente a nove gigahertz. Naturalmente, ce lo dicono ogni volta che chiamiamo. A ogni modo, lui dice che non hanno individuato nessun velivolo spaziale sulla retta ascensionale e declinazionale di Vega.»
«Che ne dite dei muti?»
Al momento, c’erano molti satelliti «muti» con ridotte superfici d’eco, progettati per orbitare attorno alla Terra senza poter essere intercettati fino al momento del bisogno. Allora sarebbero serviti come riserve per l’individuazione dei lanci di missili o per le comunicazioni in una guerra nucleare, nel caso che i satelliti militari in prima linea, destinati a tali impieghi, venissero a mancare all’improvviso in combattimento. Di quando in quando, un «muto» veniva scoperto da uno dei più importanti sistemi radar astronomici. Tutte le nazioni negavano che l’oggetto appartenesse a loro, e si cominciava freneticamente a congetturare che un veicolo spaziale extraterrestre fosse stato scoperto in orbita terrestre. All’avvicinarsi del nuovo millennio, gli UFO erano di nuovo in auge. «L’interferometria adesso esclude un’orbita del tipo Molniya, dottor Arroway.»
«Di bene in meglio. Adesso esaminiamo più da vicino que gli impulsi magnetodinamici. Presumendo che si tratti di numerazione binaria, qualcuno l’ha convertita in quella decimale? Sappiamo qual è la sequenza dei numeri? Okay, ecco lo possiamo fare da soli… cinquantanove, sessantuno, sessantasette… settantuno… Non sono tutti numeri primi?»
Un lieve mormorio di eccitazione si diffuse per la sala di controllo. Il volto di Ellie rivelò per un attimo un turbamento dovuto a qualcosa di profondamente sentito, che fu però prontamente sostituito da una calma, da un timore di lasciarsi trasportare, da una preoccupazione di apparire stupida, poco scientifica., «Okay, vediamo se riesco a fare un altro veloce riepilogo. Lo farò con il linguaggio più semplice. Per favore, controllate se ho tralasciato qualcosa. Abbiamo un segnale estremamente forte, non proprio monocromatico. Immediatamente al di fuori della banda di passaggio di questo segnale non ci sono altre frequenze che trasmettano qualcosa oltre al rumore. Il segnale è polarizzato linearmente, come se fosse trasmesso da un radiotelescopio. Il segnale è di circa nove gigahertz, vicino al minimo del rumore radio di fondo proveniente dalle galassie. E’ il tipo adatto di frequenza per chiunque voglia essere udito a grande distanza. Abbiamo confermato il moto sidereo della sorgente, perciò si sta muovendo come se fosse lassù tra le stelle e non come se provenisse da qualche trasmettitore locale. NORAD ci dice che non individuano nessun satellite — nostro o di chiunque altro — che si adatti alla posizione di questa sorgente. L’interferometria esclude; comunque una sorgente in orbita terrestre. Adesso Steve ha guardato i dati al di fuori del codice automatizzato e non sembra essere un programma che qualcuno con un; perverso senso dell’umorismo abbia inserito nel computer. La regione del cielo che stiamo guardando include Vega, che è una i stella nana A zero della sequenza principale. Non è esattamente come il Sole, ma dista soltanto ventisei anni luce e ha l’anello prototipo di frammenti stellari. Non ci sono pianeti noti, ma potrebbero certamente esserci attorno a Vega dei pianeti di cui non sappiamo nulla. Stiamo accingendoci a uno studio del moto proprio per vedere se la sorgente si trova un bel po’ dietro la nostra linea ottica in direzione di Vega e dovremmo avere una risposta fra — diciamo — alcune settimane se ci affidiamo alle nostre sole forze, fra alcune ore se procediamo a una interferometria della linea di base.