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Alla vista delle due Aes Sedai, gli uomini lasciarono ricadere in tutta fretta l’arazzo e si sforzarono di togliere di mezzo il loro carretto spingendolo contro il muro, cercando allo stesso tempo di profondersi in inchini, cosa che fece quasi rovesciare il carico e li costrinse ad afferrare freneticamente i ciocchi che scivolavano mentre ancora si inchinavano. Ovviamente si erano aspettati di terminare il loro lavoro senza incontrare alcuna Sorella. Yukiri aveva sempre provato compassione per le persone che dovevano trasportare legna, acqua e quant’altro per le rampe della servitù fin dal pianterreno, ma superò i due a grandi falcate lanciando loro un’occhiataccia.

Nessuno si curava di origliare conversazioni durante delle passeggiate, e i corridoi delle aree comuni erano sembrati un buon posto per parlare in privato con Meidani. Molto meglio dei suoi appartamenti, dove qualunque difesa contro orecchie indesiderate non avrebbe fatto che annunciare a chiunque negli alloggi delle Grigie che lei stava discutendo affari segreti e, ancora peggio, con chi. C’erano soltanto duecento Sorelle circa nella Torre, al momento, un numero che la Torre Bianca poteva ospitare sembrando vuota e, dato che chiunque si teneva sulle sue, non ci sarebbe dovuto essere nessuno nelle aree comuni. O almeno così aveva creduto. Aveva preso in considerazione i servi in livrea che accorrevano in giro per controllare gli stoppini delle lampade, i livelli dell’olio e varie altre cose, e i lavoratori in abiti semplici che portavano sulla schiena canestri di vimini che contenevano la Luce sapeva cosa. Erano sempre in giro nelle ore mattutine, preparando la Torre per la giornata, ma si profondevano in frettolosi inchini e riverenze e si affrettavano a togliersi dalla strada di ogni Sorella. Fuori portata d’udito. I servitori della Torre sapevano come essere discreti, specialmente dal momento che chiunque fosse stato sorpreso a origliare le conversazioni di una Sorella sarebbe stato messo alla porta. Visto l’attuale umore nella Torre, i servi erano particolarmente lesti a evitare anche la minima possibilità di ascoltare cose che non avrebbero dovuto.

Quello che lei non aveva considerato era quante Sorelle avrebbero scelto di camminare fuori dagli alloggi, in gruppi di due o tre, malgrado l’ora e il freddo: Rosse che cercavano di intimidire con lo sguardo chiunque incontrassero tranne altre Rosse, Verdi e Gialle che facevano a gara per la corona di più boriose e Marroni che facevano del proprio meglio per superare entrambe. Poche Bianche, tutte senza Custode tranne una, tentavano di mantenere un’apparenza di fredda compostezza pur sobbalzando al suono dei loro stessi passi. Era come se appena scomparso un gruppetto alla vista subito ne apparisse un altro, perciò Meidani passò quasi altrettanto tempo a chiacchierare su questioni legali di quanto ne trascorse a fare il suo rapporto.

Cosa peggiore di tutte, per due volte delle Grigie sorrisero in apparente sollievo nel vedere altre della loro Ajah, e si sarebbero unite a loro se Yukiri non avesse scosso il capo. Il che la fece infuriare del tutto, poiché rivelava a tutti quelli nei paraggi che lei aveva una ragione speciale per restare da sola con Meidani. Perfino se l’Ajah Nera non se ne fosse accorta – e, per la Luce, non c’era nessuna ragione per cui avrebbe dovuto – troppe Sorelle spiavano le altre Ajah in questi giorni e, malgrado i Tre Giuramenti, i racconti che riportavano in qualche modo diventavano più esagerati a ogni passaggio. Con Elaida che apparentemente cercava di rimettere in riga le Ajah tramite la forza bruta, quelle storie si tramutavano troppo spesso in punizioni, e la cosa migliore in cui sperare era di poter far finta di subirle per motivi personali. Yukiri ne aveva già dovuta sopportare una e non aveva alcuna intenzione di sprecare altre giornate a sfregare i pavimenti, soprattutto adesso che aveva sul proprio piatto più di quanto riuscisse a gestire. E, data l’alternativa, una visita privata a Silviana non era certo meglio, anche se risparmiava tempo! Elaida sembrava più feroce che mai da quando aveva cominciato a ricorrere a Silviana per le proprie punizioni apparentemente private. L’intera Torre brulicava ancora di chiacchiere su quello.

Per quanto Yukiri odiasse ammetterlo, tutto ciò la rendeva cauta sul modo in cui guardava le altre Sorelle che vedeva. Un’occhiata troppo lunga l’avrebbe marchiata come spia. Distogliere lo sguardo troppo in fretta l’avrebbe fatta sembrare furtiva, con lo stesso risultato. Nondimeno, riuscì a malapena a impedire che i suoi occhi indugiassero su due Gialle che si muovevano a un’intersezione del corridoio come regine nel proprio palazzo.

Lo scuro Custode tarchiato che le seguiva a distanza sufficiente a garantire loro il riserbo doveva appartenere a Pritalle Nerbaijan, una donna dagli occhi verdi con solo una traccia di naso saldeano, poiché Atuan Larisett non aveva Custode. Yukiri sapeva poco su Pritalle, ma avrebbe appreso di più dopo averla vista impegnata in una conversazione a tu per tu con Atuan. In un abito grigio a collo alto e uno scialle con la frangia di seta, la Tarabonese era magnifica. La sua chioma scura, acconciata in trecce adornate di vivide perline che le ricadevano fino alla vita, incorniciava un volto che in qualche modo sembrava perfetto com’era senza essere bello. Era perfino piuttosto modesta, almeno per una Gialla. Ma era lei la donna che Meidani e le altre stavano cercando di osservare senza essere scoperte. La donna il cui nome avevano paura di pronunciare ad alta voce, tranne dietro potenti sigilli. Atuan Larisett era l’unica delle tre Sorelle Nere che Talene conoscesse. Era questo il modo in cui si organizzavano, tre donne che si conoscevano fra loro, tre donne che formavano un cuore con ciascuna che ne conosceva un’altra di cui le altre due erano all’oscuro. Atuan era stata l’altra di Talene, perciò c’era qualche speranza che potesse condurre ad altre due. Appena prima che la coppia scomparisse dalla vista dietro l’angolo, Atuan lanciò un’occhiata su per il corridoio a spirale. Il suo sguardo sfiorò a malapena Yukiri, tuttavia fu sufficiente a farle balzare il cuore in gola. Lei continuò a camminare, sforzandosi di mantenere calmo il suo volto, e arrischiò una rapida occhiata una volta raggiunto l’angolo. Atuan e Pritalle erano già piuttosto avanti per il corridoio, dirette verso l’anello esterno. Il Custode si trovava nel mezzo, ma nessuna di loro stava guardando indietro. Pritalle stava scuotendo il capo. A qualcosa che Atuan stava dicendo? Erano troppo distanti perché Yukiri potesse udire alcun suono tranne il flebile scatto delle suole degli stivali dello scuro Custode sulle piastrelle del pavimento. Era stata solo un’occhiata. Certo che era così. Affrettò il passo per portarsi fuori vista nel caso una di loro avesse guardato sopra la spalla ed esalò un lungo respiro che non si era resa conto di star trattenendo. Meidani le fece debolmente eco, le sue spalle incurvate.

Strano, come ci colpisce, pensò Yukiri, raddrizzando le proprie spalle.

Quando avevano appreso che Talene era un Amico delle Tenebre, lei era prigioniera e schermata. E tuttavia ci spaventò tanto da lasciarci senza parole, ammise con sé stessa. Be’, quello che avevano fatto per costringerla a confessare dapprima le aveva lasciate senza parole, ma apprendere la verità aveva tramutato in cenere le loro lingue. Ora Talene era legata più stretta di Meidani, controllata a vista anche se pareva camminare libera – come tenere prigioniera un’Adunante senza che nessuno se ne accorgesse andava al di là perfino di Saerin – e lei era ansiosa in maniera patetica di offrire ogni frammento che conosceva o anche sospettava soltanto nella speranza che potesse salvarle la vita... non che avesse altra scelta. Non suscitava certo paura. Quanto al resto... Pevara aveva cercato di sostenere che Talene doveva essere in errore riguardo a Galina Casban, ed era stata preda di una furia durata un giorno intero quando si era infine convinta che la sua Sorella Rossa era in realtà Nera. Parlava ancora di strangolare Galina con le sue stesse mani. Yukiri stessa aveva provato un freddo distacco quando Temaile Kinderode era stata nominata. Se c’erano Amici delle Tenebre nella Torre, era logico che alcuni dovessero essere Sorelle Grigie, anche se forse la sua antipatia per Temaile le era d’aiuto. Era rimasta fredda perfino dopo aver tirato le somme ed essersi resa conto che Temaile aveva lasciato la Torre nello stesso momento in cui tre Sorelle erano state assassinate. Ciò forniva altri nomi di persone sospette, altre Sorelle che erano andate con loro, ma Galina, Temaile e il resto si trovavano lontano dalla Torre, fuori portata per il momento, e solo loro due erano Amici delle Tenebre comprovati.