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Lui rivolse la propria attenzione verso Toveine, e Gabrelle esalò un debole sospiro. Solo un sorriso, allora. Un gesto socievole. Lui era spesso amichevole. Sarebbe potuto risultare simpatico, se fosse stato qualcosa di diverso da ciò che era. Toveine gli rispose con un sorriso raggiante, e Gabrelle dovette impedire a sé stessa di scuotere la testa dallo stupore, non per la prima volta. Tirandosi il cappuccio un poco più avanti come per proteggersi dal freddo, in modo da mettere al riparo il volto ma lasciando un margine oltre il quale poteva scrutare, studiò di nascosto la Sorella Rossa. Tutto ciò che sapeva dell’altra donna diceva che lei seppelliva il proprio odio in fosse poco profonde, se lo faceva, e Toveine detestava uomini in grado di incanalare con tanta forza quanto ogni Rossa che Gabrelle avesse incontrato. Ogni Rossa doveva disprezzare Logain Ablar, dopo le sue affermazioni sul fatto che fosse stata la stessa Ajah Rossa a fare in modo che diventasse un falso Drago. Poteva non farne menzione ora, ma il danno era fatto. C’erano Sorelle prigioniere assieme a loro che guardavano le Rosse come se pensassero che loro, perlomeno, fossero state catturate in una trappola di loro stessa creazione. Tuttavia Toveine non faceva che rivolgergli sorrisetti. Gabrelle si morse il labbro inferiore perplessa. Era pur vero che Desandre e Lemai avevano ordinato a tutte di instaurare relazioni cordiali con gli Asha’man che tenevano i loro legami – gli uomini dovevano essere cullati in un falso senso di sicurezza prima che le Sorelle potessero fare qualcosa di utile – ma Toveine si incolleriva apertamente a ogni ordine di una delle due Sorelle. Aveva detestato sottomettersi, e avrebbe potuto rifiutare se anche Lemai non fosse stata una Rossa, nonostante il fatto che avesse ammesso che così doveva essere. O che nessuna avesse riconosciuto la sua autorità quando le aveva condotte alla prigionia. Odiava anche quello. Tuttavia era allora che aveva cominciato a sorridere a Logain.

E Logain, a proposito, come poteva stare all’altro capo del suo legame e non riconoscere quel sorriso come un inganno? Gabrelle aveva anche cercato di slegare quel nodo, in precedenza, senza riuscire minimamente a scioglierlo. Lui sapeva troppo su Toveine. Sapere la sua Ajah sarebbe stato sufficiente. Tuttavia Gabrelle percepiva poco sospetto in lui quando guardava la Sorella Rossa proprio come quando osservava lei. Non che fosse libero da ogni sospetto: quell’uomo, apparentemente, non si fidava di nessuno. Ma aveva meno sfiducia verso una qualunque delle Sorelle che non nei confronti di alcuni Asha’man. Anche questo non aveva senso. Non è uno sciocco, rammentò a sé stessa. E allora perché? E perché anche verso Toveine? Cosa sta complottando?

All’improvviso, Toveine fece guizzare verso di lei quell’affabile sorriso e parlò come se Gabrelle avesse espresso ad alta voce una delle sue domande. «Con te vicina,» mormorò col fiato che si condensava in una nebbiolina «è a malapena consapevole di me. Tu l’hai reso tuo prigioniero, Sorella.»

Colta alla sprovvista, Gabrelle arrossì senza volere.Toveine non faceva mai conversazione, e dire che disapprovava la situazione di Gabrelle con Logain non era che un drastico eufemismo. Sedurlo era sembrato il modo più ovvio per avvicinarsi a lui abbastanza da apprendere i suoi piani, le sue debolezze. Dopotutto, anche se era un Asha’man, lei era stata un Aes Sedai fin da molto prima che lui nascesse, ed era tutt’altro che innocente quando si trattava di uomini. Logain era rimasto così sorpreso quando si era reso conto di ciò che lei stava facendo che Gabrelle aveva quasi reputato lui l’innocente. Ma lei era stata ancora più sciocca. Aveva scoperto che fingersi una Domanese celava molte sorprese e alcuni trabocchetti. Peggio di tutto, era una trappola che non poteva rivelare mai a nessuno. Era qualcosa che temeva Toveine sapesse, però, almeno in parte. Ma allora anche qualunque Sorella avesse seguito la sua guida doveva saperlo, e pensava che parecchie l’avessero fatto. Nessuna aveva parlato del problema e ovviamente era improbabile che chiunque di loro l’avrebbe fatto. Logain poteva camuffare il legame, ma in modo grezzo: Gabrelle riteneva che questo le avrebbe consentito di trovarlo per quanto bene lui nascondesse le proprie emozioni, ma talvolta, quando condividevano il cuscino, Logain lasciava cadere il camuffamento. I risultati erano a dir poco... devastanti. Non c’era alcun calmo ritegno, allora, nessuna distaccata indagine. Era totalmente privo di ragione.

Gabrelle rievocò in fretta l’immagine del paesaggio innevato e la fissò nella propria mente. Alberi, macigni e liscia neve bianca. Liscia e fredda.

Logain non si voltò a guardarla né diede alcun segno esteriore, ma il legame le disse che era conscio della sua momentanea perdita di controllo. L’uomo era colmo di compiacimento e soddisfazione. L’unica cosa che lei poteva fare era non adirarsi. Ma lui si aspettava che lo facesse, che fosse folgorato! Logain doveva sapere quello che lei avvertiva da parte sua. Lasciò montare la propria collera, ma questo non fece che riempirlo di divertimento, e lui non stava nemmeno tentando di nasconderlo!

Toveine esibiva un sorrisetto soddisfatto, notò Gabrelle, ma ebbe solo un momento per domandarsi perché.

Avevano avuto la mattinata tutta per loro, ma ora un altro cavaliere apparve attraverso gli alberi, un uomo in nero senza mantello che fece deviare il suo cavallo nella loro direzione quando li vide e affondò gli speroni nei fianchi del suo animale per spronarlo nonostante la neve. Logain tirò le redini per attenderlo, l’immagine della calma, e Gabrelle si irrigidì mentre faceva arrestare il suo destriero accanto a lui. Le sensazioni portate dal legame erano mutate. Ora c’era la tensione di un lupo in attesa di scattare. Si aspettava di vedere le mani guantate di Logain sull’elsa della sua spada piuttosto che a riposo sull’alto pomello della sella. Il nuovo arrivato era alto quasi quanto Logain, con boccoli dorati che gli arrivavano alle ampie spalle e un sorriso seducente. Gabrelle sospettò che lui sapesse quant’era attraente. Era troppo bello per non esserne conscio, molto più affascinante di Logain. Le asprezze della vita avevano indurito il volto di Logain e vi avevano lasciato i segni. Questo giovane era ancora liscio. Tuttavia, la spada e il drago decoravano il colletto della sua giubba. Lui esaminò le due Sorelle con vividi occhi azzurri. «Te le porti a letto entrambe, Logain?» esordì con voce profonda. «La grassottella mi sembra un po’ freddina, ma l’altra pare abbastanza calda.»

Toveine sibilò di rabbia e la mascella di Gabrelle si serrò. Non aveva mai tenuto segreto quello che faceva – non si comportava come una Cairhienese, mantenendo il riserbo su quello di cui si vergognava in pubblico – ma questo non voleva dire che si aspettava che andassero in giro a sbeffeggiarla. Peggio ancora, quell’uomo parlava come fossero delle facili sottane da taverna!

«Fa’ in modo che non senta più nulla del genere, Mishraile» disse con calma Logain, e lei si rese conto che il legame era cambiato di nuovo. Era freddo, ora; tanto freddo da far sembrare calda la neve. Tanto freddo da far sembrare calda una tomba. Lei aveva udito quel nome in precedenza, Atal Mishraile, e avvertì sfiducia in Logain quando lui parlò – di certo molta più di quanta ne provava nei confronti suoi o di Toveine – ma questa era una sensazione omicida. Era una situazione quasi comica. Quell’uomo la teneva prigioniera, tuttavia era pronto a ricorrere alla violenza per difendere la sua reputazione? Parte di lei voleva ridere, ma ripose quell’informazione. Ogni frammento poteva tornare utile. Il giovane non diede segno di aver udito una minaccia. Il suo sorriso non vacillò mai. «Il M’Hael dice che puoi andare, se vuoi. Non riesce a capire perché vuoi occuparti del reclutamento.»

«Qualcuno deve farlo» replicò Logain in tono piatto.

Gabrelle scambiò occhiate perplesse con Toveine. Perché mai Logain poteva voler andare in giro a reclutare? Aveva visto squadre di Asha’man tornare da quell’incarico ed erano sempre stanchi per aver Viaggiato coprendo lunghe distanze, e oltretutto di solito erano sporchi e irritabili. Apparentemente, gli uomini che facevano proseliti per il Drago Rinato non ricevevano sempre un caldo benvenuto, perfino prima che chiunque venisse a sapere quali erano i loro scopi. E perché lei e Toveine lo stavano sentendo solo ora?