Sia Nick sia Troy la guardarono con aria interrogativa. «Ho delle novità emozionanti,» spiegò «alcune delle quali stanno nella vostra copia di foto che ho sviluppato stamattina. Il succo è che il telescopio ha captato un segnale infrarosso in uscita dalla fessura e proveniente da un grosso oggetto o da più oggetti.» Poi, rivolta a Nick: «Può trattarsi di altri pezzi di tesoro, ma, dalle immagini, non è possibile stabilirlo».
Nick allungò la mano verso la busta, ma Carol si ritrasse. «Non qui e non ora; troppi occhi e troppe orecchie, credetemi. Quello che dobbiamo fare adesso è concordare un piano. Voi due potete portarmi fuori domattina presto ed esser preparati a recuperare oggetti magari anche sul quintale? S’intende che pagherò un nuovo noleggio.»
«Un quintale: fiuu!» esclamò Nick. «Non vedo l’ora di guardare le foto.» Poi, ritrovando in fretta la sobrietà: «Dovremo farci prestare una draga e…».
«E io ho sempre il telescopio: possiamo usarlo» aggiunse Carol. «Sono quasi le cinque, ormai» disse, dopo uno sguardo all’orologio. «Quanto vi ci vorrà per i preparativi?»
«Tre, quattro ore al massimo» rispose Nick, dopo un rapido calcolo. «Con l’aiuto di Troy, naturalmente» aggiunse.
«Felice di darvelo, amici miei» disse Troy. «E, già che Angie ha riservato un tavolo speciale per me allo Sloppy Joe per il suo spettacolo delle dieci e mezzo di stasera, perché non ci troviamo là per concordare i particolari di domani?»
«Angie Leatherwood è amica tua?» disse Carol, manifestamente colpita. «Non la vedo da quando è diventata una celebrità.» Un secondo silenzio, e consegnò la busta a Nick. «Guardatele in privato. Sono state scattate tutte proprio sotto la barca, nel punto della nostra immersione. Alcune, ovviamente, sono primi piani di altre. Vi ci vorrà un po’ per adeguare gli occhi a tutti i colori, ma quello che a noi interessa è l’oggetto o gli oggetti marrone.» Sia Nick sia Troy non vedevano chiaramente l’ora di averle sotto gli occhi. Carol li accompagnò alla macchina di Nick. «Allora, a stasera verso le dieci e un quarto allo Sloppy Joe» disse, voltandosi per andare alla propria auto.
«Ah, Carol, scusi un istante» la fermò Nick. Lei attese paziente che lui, d’un tratto impacciato, trovasse il modo di porre la domanda in modo cortese. «Le spiacerebbe dirci come mai parlava col capitano Homer?» gli venne finalmente.
Carol spese un minuto a guardare l’uno e l’altro, poi disse ridendo: «Mi è capitato fra i piedi mentre ero là dentro a tentare di telefonare a voi due. Voleva sapere del pezzo recuperato ieri, e io l’ho messo fuori strada rifilandogli che sto facendo un servizio su tutti i membri dell’equipaggio che otto anni fa ha trovato il tesoro della Santa Rosa!».
Nick lanciò a Troy uno sguardo di finto disgusto. «Visto, Jefferson?» disse quindi con eccessiva enfasi. «Te l’avevo detto che c’era una spiegazione perfettamente naturale.» Poi, tutti e due, la salutarono a gesti mentre si avviava.
8
«Tenente Todd,» disse, esasperato, il capitano Winters «comincio a pensare che la Marina degli Stati Uniti abbia sopravvalutato la sua intelligenza o la sua esperienza — o entrambe. Io proprio non riesco a capire come lei possa persistere anche solo nel considerare la possibilità che il Panther sia stato comandato fuori traiettoria dai russi — e, a maggior ragione, alla luce delle informazioni da lei presentate questo pomeriggio!»
«Ma resta pur sempre un’ipotesi possibile, signor comandante» insistette, caparbio, il giovane ufficiale. «E lei stesso, durante il rapporto, ha detto che una buona analisi delle cause di mancato funzionamento non esclude ogni altra ragionevole possibilità.»
I due uomini erano nell’ufficio del capitano Winters. Questi andò a guardare dalla finestra. Fuori, era ormai quasi buio. Atmosfera pesante, immobile, carica di umidità. A sud, sull’oceano, s’annunciavano tempeste. La base era quasi vuota. Dopo un po’, Winters guardò l’orologio, tirò un sospiro e, tornando verso il giovane ufficiale, riprese con un vago sorriso sulle labbra:
«E così ho appunto detto, tenente… mi compiaccio della sua attenzione. Ma la parola-chiave, qui, è “ragionevole”. Esaminiamo i fatti. Le ho o non le ho sentito dire che la sua unità di analisi telemetrica ha scoperto, questo pomeriggio, che i comandi rifiutati dal contaricezioni di bordo sono aumentati via via di numero durante il volo, e ciò già al largo del New Brunswick? E che, apparentemente, durante la discesa del missile lungo la costa atlantica, il numero dei messaggi-comando rifiutati è stato di oltre mille? Bene, allora: se diamo per buono il suo scenario, tutto questo come lo spiega? Forse sostenendo che i russi avrebbero dislocato un’intera flotta navale lungo il sentiero di volo solo per confondere e catturare un singolo missile sperimentale della Marina?»
Poi, piantato ormai davanti al giovane tenente, che era più alto di lui: «O ritiene forse,» continuò sarcastico, senza dargli il tempo di rispondere «che i russi dispongano di una nuova arma segreta capace di volare parallelamente a un missile viaggiante a Mach 6 e di parlargli in volo? Andiamo, via, tenente: su quali basi “ragionevoli” continua a considerare possibile questa sua strampalata ipotesi russa?»
«Sul fatto, signor comandante, che, a questo punto, fra le possibili spiegazioni del comportamento del missile, non ce n’è una sola che regga» rispose il tenente Todd, non cedendo di un pollice. «Lei ora afferma di credere che si tratti di un problema di componenti di programmazione; ma i nostri migliori programmatori non riescono a capire come l’unica indicazione esteriore di una grave disfunzione a livello di sistema componentistico possano essere quei due, e solo quei due, contaricezioni impazziti. Hanno controllato tutti i dati diagnostici interni giunti a terra per via telemetrica, e non hanno trovato difetti dentro il sistema. Inoltre, il controllo prelancio rivela che le componenti di programmazione funzionavano tutte perfettamente a secondi dall’inizio del volo.
«Sappiamo, poi, un’altra cosa. Ramirez ha appreso da Washington che, nelle ultime quarantott’ore, si sono verificati strani movimenti nella flotta sottomarina russa al largo della Florida. Ora, io non sto dicendo che l’ipotesi russa, come la chiama lei, sia la risposta, ma soltanto che, fin quando non avremo una spiegazione più soddisfacente per un malfunzionamento in grado di far scattare entrambi i contaricezioni, è ragionevole nutrire l’ipotesi che, forse, il Panther sia stato effettivamente comandato fuori traiettoria.»
Winters scosse la testa. «E va bene, tenente» finì per dire. «Non le ordinerò di cancellare la sua ipotesi dalla lista: ma le ordino di dedicare il fine settimana a trovare il missile finito nell’oceano, e di identificare il problema — delle componenti fisiche e/o di programmazione — che può aver causato o l’anomalia dei contaricezioni o il mutamento di traiettoria, o tutt’e due. Perché una spiegazione non comportante operazioni russe su larga scala ci deve essere.»
Todd fece un passo di lato per scansarlo e lasciare l’ufficio. «Un minuto ancora, tenente, solo uno» fece Winters, stringendo gli occhi. «Non sarà necessario che le ricordi chi verrà giudicato responsabile se questa faccenda dei russi trapelasse, vero?»
«No, comandante… Signornò» fu la risposta.
«Allora si dia da fare,» disse Winters «e mi tenga informato di eventuali sviluppi.»
Il capitano Winters aveva fretta. Subito dopo uscito Todd, aveva chiamato il teatro per dire a Melvin Burton che sarebbe arrivato in ritardo. Infilata la macchina in un drive-in, ingollò un hamburger con patatine e diresse per il quartiere del porto.