Conal, coi suoi informali sondaggi d'opinione, non rilevò alcun sensazionale balzo in avanti nello stato d'animo della gente, o nella popolarità di Cirocco Jones, nemmeno dopo l'incursione aerea. A suo parere, il cambiamento risultò da una combinazione di vari elementi.
Sta il fatto che, per un motivo o per l'altro, a un certo punto, fra il sesto e il nono chiloriv dall'invasione di Cirocco, Bellinzona cessò di essere una litigiosa accolta d'indocili individui e divenne una comunità… per lo meno entro gli umani limiti del termine. Non che all'improvviso tutti gli uomini avessero stabilito di essere fratelli. No, niente di così spettacolare. Continuavano ad esistere profonde ed ostinate differenze, e in nessun luogo tanto tenaci quanto all'interno del Consiglio. Comunque, al termine del nono chiloriv, Bellinzona poteva ormai considerarsi una città provvista di una sua solida identità, e di uno scopo preciso.
Il gioco del calcio, chi l'avrebbe mai detto, rivestì in tutto ciò un ruolo di notevole portata.
In virtù della sfegatata passionaccia di Serpentone, efficacemente coadiuvata dalle capacità organizzative di Robin e dal volenteroso impegno dell'assessore al verde pubblico, in men che non si dica si videro nascere due federazioni, ciascuna composta di dieci squadre: questo per quanto riguarda gli adulti. Ma si formarono anche compagini di adolescenti e di ragazzi. Per accogliere il gran numero di partite fu necessario costruire un secondo stadio. Le gare venivano appassionatamente disputate ed entusiasticamente seguite con gran concorso di popolo plaudente. Nacquero eroi locali, sorsero rivalità fra i sostenitori delle varie squadre cittadine. Era qualcosa di cui parlare nei bar davanti a un buon bicchiere, al termine di un turno di lavoro lungo e faticoso. Qualcuno ci trovò anche un buon pretesto per menar le mani. La polizia titanide aveva ricevuto ordine di non interferire, finché non si andava oltre i cazzotti. Quando si sparse la voce che, caso senza precedenti, in queste particolari circostanze i tutori dell'ordine avrebbero chiuso un occhio, anzi tutt'e due, scoppiò qualche tafferuglio fra tifosi di opposte sponde, qualcuno si fece male… e il Sindaco lasciò correre. Anche questo parve contribuire allo sviluppo di una coscienza pubblica. Quelli coi nervi più saldi presero a intervenire per dividere i litiganti, mentre un poco alla volta i nascenti cittadini imparavano il senso e la forma della reciproca tolleranza.
Il che non vuol dire che non ci scappasse lo stesso qualche naso rotto.
Anche la partenza di Finefischio c'entrò in qualche modo. Un bel giorno lui prese e scivolò via in silenzio, e non ritornò indietro. Giù dabbasso si tirò un gran sospiro di sollievo. Troppo vistoso, era stato, come simbolo dell'oppressione. In fondo si trattava solo d'una vecchia vescica piena di vento, assolutamente inoffensiva, ma alla gente non piaceva sentirselo sul capo, e furono tutti contenti di vederlo togliersi di mezzo.
I titanidi divennero meno numerosi, e meno visibili. Il giorno che Cirocco fece ritorno dalla Fonte, in effetti, la forza d'occupazione era ormai dimezzata, e un chiloriv dopo risultava ridotta ancora della metà. Il servizio di sorveglianza passò interamente nelle mani della polizia umana, e i titanidi si limitarono ad intervenire solo nei peggiori casi di violenza. I reati da codice civile li lasciavano totalmente indifferenti.
Le forniture alimentari migliorarono sia in qualità che in quantità, man mano che aumentava l'ampiezza dei terreni coltivati e cresceva l'esperienza degli addetti al settore. Nei mercati incominciò a fare la sua comparsa, a prezzi gradualmente decrescenti, la carne di sorrisone. Tramite concessioni fondiarie governative, venne creato un certo numero di agricoltori indipendenti, i quali, come ampiamente previsto, si dimostrarono alquanto più efficienti dei condannati ai lavori forzati…
L'inflazione restava un problema; tuttavia, secondo la sublime sintesi fatta da Nova in uno dei suoi resoconti sulla situazione economica, "Il tasso di aumento del tasso di aumento è in diminuzione".
Nell'opinione di molti, comunque, il motivo primo del rafforzamento dello stato d'animo collettivo era anche il più evidente: il vile e proditorio attacco di quella che in séguito venne identificata come la Sesta Aerobrigata Cacciabombardieri dell'Aviazione Militare Geana, con base in Giapeto. La Sesta Aerobrigata, composta da un Luftmörder e nove bombe volanti, era giunta rombando da oriente il primo giorno sereno dopo molti decariv di pioggia, con la gente tutta per strada a godersi l'inconsueto tepore.
La frase "vile e proditorio" venne pronunziata da Trini in un suo discorso venti riv più tardi, mentre ancora si stavano raccattando i cocci. La sua foga oratoria si era spinta anche oltre: con espressione illogica, ma sull'onda di una collera che le sgorgava dal profondo del cuore, aveva definito, quello dell'attacco, un giorno che sarebbe rimasto per sempre a memento della scelleratezza di Gea.
A parte il termine "giorno", la sua frase era straordinariamente indovinata.
— È Gea che viene a darmi una mano, sia stramaledetta la sua miserabile pellaccia — disse Cirocco alla successiva riunione del Consiglio. — Mi regala nientemeno che una Pearl Harbour s'un vassoio d'argento… e una vittoria, per giunta. Dev'essere ridotta proprio alla disperazione, per farmi un simile favore. Lo sa che a questo punto non potrò più tardare molto, con l'ondata di patriottismo che sta venendo su.
La Sesta Aerobrigata Cacciabombardieri inflisse gravi danni alla città tramite il lancio di bombe e missili. Se l'azione offensiva avesse avuto modo di protrarsi, o se fosse sopraggiunta a dare man forte agli attaccanti l'Ottava Aerobrigata, che Cirocco sapeva essere di stanza in Meti, la città avrebbe rischiato di trasformarsi in un inferno.
Ma l'Aviazione di Bellinzona intervenne in men che non si dica.
Il fatto stesso che esistesse un'Aviazione di Bellinzona costituiva una novità assoluta per gli abitanti della città, e quelli che osarono mettere il naso fuori dai loro nascondigli guardarono sgomenti e ammutoliti le Libellule, le Mantidi, le Zanzare e i Calabroni impegnare i selvaggi aeromorfi in mortali combattimenti. Ciò che ignoravano, era che la Sesta poteva considerarsi sconfitta in partenza. Certo, a prima vista nessuno l'avrebbe detto. Le bombe volanti erano enormi e velocissime e ruggenti, si lasciavano dietro grandi nubi di fumo nero, e si gettavano all'arrembaggio sputando fuoco. Gli aerei di Bellinzona parevano fatti di fildiferro e cellofan. Però viravano e roteavano con impressionante agilità, e sebbene il loro armamento non facesse granché rumore quand'era in azione, nel colpire il bersaglio di certo otteneva l'esito desiderato. Tre Mantidi attaccarono ripetutamente il gigantesco, prepossente Luftmörder, lo incalzarono senza dargli tregua finché il mostro, cacciato dal proprio elemento, urlando la sua agonia non andò a deflagrare in un parossismo di fiamme contro il fianco di una collina. Gli atterriti bellinzoniani che avevano assistito alla scena proruppero in una stridula acclamazione.
Sarebbe stata una totale disfatta, se a favore degli aggressori non avesse in un certo senso giocato l'inesperienza di alcuni piloti umani. Uno di loro ebbe in sorte d'ingaggiar battaglia con una bomba volante particolarmente abile, perse un'ala, e andò a schiantarsi nelle acque del lago. Il suo corpo venne recuperato, ed un corteo formatosi spontaneamente portò in mesto tributo la salma a percorrere il Viale Oppenheimer. Più tardi, al primo eroe della Guerra Geana venne innalzato un monumento.
La vittoria nella Battaglia di Bellinzona fu dunque una fase importante nel cambiamento che interessò la città. Ma l'elemento cruciale, fra quanti concorsero alla svolta, incominciò ad operare subito dopo il ritorno di Cirocco dalla Fontana della Giovinezza.
Lei divenne un personaggio pubblico.
Tempo un ettoriv, non vi fu stradina di Bellinzona che non fosse addobbata di manifesti su cui campeggiava il suo volto. Erano raffigurazioni grandiose e retoriche, realizzate sul modello di quei giganteschi stendardi con l'effigie di Lenin e Suslov che un tempo, in occasione del Primo Maggio, venivano portati in trionfo per le vie di Mosca. Bastava guardarli, per acquisire la certezza che Cirocco Jones si batteva per la fratellanza, la solidarietà, tre pasti abbondanti al giorno, e il benessere del proletariato.