Cirocco trascinò attraverso il pavimento, della grotta la manichetta del carburante e la collegò saldamente alla fusoliera, poi rimase a guardare mentre il grosso serbatoio retrattile si riempiva al massimo della capacità.
— Monta su — disse a Nova.
— In che punto posso arrampicarmi?
— Dove ti pare. Questo aggeggio è infinitamente più robusto di quel che sembra. — Capiva la preoccupazione di Nova. La prima volta che aveva visto le Libellule, Cirocco aveva pensato che doveva essere stato commesso un terribile errore. Quelle trappole parevano mucchi di attaccapanni coperti di cellofan. Nova s'inerpicò dentro, e Cirocco le richiuse il portello alle spalle. Vide che Conal le mostrava come allacciarsi la cintura.
— Attenzione! — gridò Conal di nuovo, appena udibile dall'interno della cabina.
Il propulsore si mise in moto. Risultava chiaramente visibile attraverso la fusoliera trasparente: un metro circa di lunghezza, con un diametro d'una ventina di centimetri. A una prima occhiata poteva sembrare semplice ed essenziale come un becco Bunsen, ma si trattava di un'impressione sostanzialmente ingannevole, sebbene in parte rispondente al vero. In esso non v'era quasi presenza di metallo. Era fatto di ceramica, avvolgimenti di carbonio e materie plastiche. La sua turbina girava a velocità che sarebbero state impossibili da ottenere senza l'uso di cuscinetti prodotti in ambienti a gravità zero, e raggiungeva temperature che avrebbero vaporizzato qualunque materiale in uso ai tempi in cui Cirocco era giovane.
L'aereo sputacchiò una sola nuvoletta di fumo, mentre il motore si arroventava passando rapidamente dal rosso all'arancio al giallo. Conal attivò la catapulta, e l'aereo venne lanciato in aria. Dopo duecento metri incominciò a curvare, puntando direttamente verso l'alto.
— Datemi una mano con questo — disse Cirocco. Robin e Chris afferrarono l'estremità dell'altra ala e la coda del Libellula Quattro, e tutti insieme lo sollevarono facilmente andando a posizionarlo sulla catapulta. Chris si dedicò a fare il pieno di carburante, mentre Robin caricava l'equipaggiamento e Cirocco, seduta al posto di pilotaggio, compiva i controlli preliminari. Il Quattro era disarmato. Cirocco dedicò a questo fatto un istante d'inquieta riflessione, poi allontanò il pensiero dalla mente. Non riusciva a immaginare a cosa potesse servire l'armamento del Due, ma partiva dal presupposto che visto che c'era, sarebbe stato sciocco non mettersi in condizione di poterlo eventualmente usare.
— Conal, mi ricevi?
— Forte e chiaro, Capitano.
— Dove ti trovi?
— In direzione est da Tuxedo Junction, Capitano.
— Chiamami Cirocco, e mantieniti a cinquemila sull'attuale posizione fino a nuovo ordine.
— Roger, Cirocco.
— Valiha, Rocky, Serpentone, mi ricevete?
Risposero tutti affermativamente, e Cirocco disse a Nova di trasmettere a Rocky la ricetta e gl'ingredienti del suo filtro d'amore. Non appena i rifornimenti di carburante e provviste furono completi, Chris salì a bordo sistemandosi sui due sedili posteriori, e Robin si accomodò accanto a Cirocco, che mise in moto.
Quando il propulsore fu a regime, Cirocco si volse a Robin.
— Appoggia bene la testa indietro — le disse. — Quest'affare scalpita come un puledro.
E balzarono nel vento.
TREDICI
A guidare l'aereo, Conal aveva imparato da Cirocco poco dopo il suo arrivo su Gea. Gli riusciva magnificamente, e ci si divertiva un mondo.
Non che pilotare una Libellula fosse difficile. Una volta stabilita la rotta, le Libellule erano capaci di decollare, autogovernarsi e atterrare da sole. Non necessitavano di piste, e potevano tirare avanti senza più contatti col suolo se non in caso di sporadiche soste per far rifornimento. Chiunque avesse pilotato un piccolo Piper si sarebbe trovato a suo agio su una Libellula nel volgere di pochi minuti, anche se la mancanza di strumentazione avrebbe inizialmente potuto causargli qualche inquieta perplessità. Da un certo punto di vista, una Libellula disponeva di un solo strumento: il monitor del computer. Una piccola tastiera, posta alla destra del pilota, consentiva di richiamare a schermo qualunque informazione desiderata; e l'elaboratore di bordo, rilevando i dati di volo cinquantamila volte al secondo, avrebbe comunque avvertito il pilota di qualsivoglia anomalia, suggerendo opportune manovre d'intervento. Il velivolo disponeva di radar d'aria e di terra, nonché di ogni desiderabile dispositivo radio. Cirocco aveva sostituito le bussole con localizzatori inerziali.
I pedali di governo e la cloche, tuttavia, erano dello stesso tipo di quelli usati sulla Terra per oltre un secolo e mezzo. Conal sfruttò l'attesa mostrando a Nova l'uso di tali dispositivi. La ragazza osservò con la massima attenzione, e quando lui le passò i comandi non commise errori.
Allorché il Quattro si fu levato in volo per raggiungerli, Conal allineò in quota il suo Due col fratello maggiore, ponendoglisi sulla destra in posizione leggermente arretrata.
— Ecco il nostro piano — disse Cirocco. — La portata del radar è di circa trenta chilometri in ogni direzione. Un angelo può fare sui settanta chilometri l'ora, e può mantenercisi per forse un paio d'ore. Quello è partito da poco meno di un'ora. Dobbiamo supporre che sia diretto a Pandemonio, attualmente situato nell'Iperione meridionale. Saliremo a venti, cioè due zero, chilometri, e manterremo l'attuale rotta per cinquanta chilometri. Voleremo a una velocità oraria di uno due zero chilometri per altri trenta minuti, sperando così di arrivare con una qualche approssimazione nella zona dove si troverà lui. Poi ridurremo la velocità a sessanta, e cercheremo di localizzarlo col radar. Se non dovesse funzionare, proseguiremo ad alta velocità finché non saremo sicuri di averlo superato, e imposteremo una direttrice di ricerca in diagonale rispetto alla sua rotta presunta, finché non lo troveremo o finché qualcuno di noi non si farà venire un'idea migliore. Commenti?
Conal si diede a rifletterci in quel suo modo laborioso ma metodico. Cirocco non lo interruppe. Si rendeva conto che a parte Chris, col quale aveva già discusso il piano, Conal su Gea ne sapeva più di chiunque altro.
— E se quello va più in alto? — obiettò infine Conal. — La direttrice di ricerca non dovrebbe essere anche verticale, oltre che orizzontale?
— Sono partita dal presupposto che stia volando abbastanza basso.
Conal si reimmerse nelle sue riflessioni, nient'affatto sicuro che l'ipotesi di Cirocco dovesse essere presa per buona. Agli angeli poteva anche non piacere volare rasente alla volta ricurva, però, in caso di necessità, erano perfettamente in grado di farlo. Tuttavia, dal momento che nessun angelo avrebbe potuto, da solo, portare Adam da Dione a Iperione, Cirocco evidentemente confidava che i rapitori mettessero in opera una sorta di manovra a staffetta, e riteneva che il bordo esterno di Gea dovesse rappresentare il più probabile nascondiglio di quelli che avrebbero dato il cambio al primo.
Ma Gea era un posto strano, per volare. Si poteva salire per centocinquanta chilometri buoni, prima di arrivare alla volta. E volando attraverso un raggio, si arrivava anche più in alto. Se l'angelo avesse raggiunto una quota di sessanta chilometri, avrebbero potuto procedere proprio sotto di lui senza mai riuscire a individuarlo.
— Iperione è circa a un quarto di circonferenza — osservò Conal. — Quello potrebbe semplicemente risalire lungo un raggio, traversare il mozzo e riscendere.
— Hai perfettamente ragione, Conal — replicò Cirocco. — Ma per il momento supporremo che abbia preso la via del bordo. Se non troviamo nulla entro due o tre riv, rivedremo il piano.
— Il capo sei tu.
— Già, però tu non smettere per questo di darmi suggerimenti. E poi ho un asso nella manica che penso di tirar fuori fra pochi minuti.