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— Ma può pilotare Chris!

— No, Cirocco, scusa ancora. Chris mi ha detto di essere diventato troppo grosso.

Dio ti benedica, pensò Chris.

— Ha ragione lui, Cirocco — si affrettò poi a confermare, mentre già era intento ad agganciare il paracadute — un cilindro di tessuto grande più o meno quanto un ombrello strettamente arrotolato — agli appositi anelli presenti sulla sua tuta.

— Non dire assurdità — commentò Cirocco. — Devi solo spostare indietro 'sto maledetto sedile e…

Chris la guardò dritto in faccia.

— Non mi ricordo più come si fa a pilotare — disse. Lei rimase un poco lì a fissarlo, e Chris riuscì serenamente a ricambiare quello sguardo. Alla fine, con un gran sospiro, Cirocco annuì.

— D'accordo. Allora…

— No, tocca a me — disse Robin.

— Accidenti a voi! Ma chi diavolo…

— Io ho qualche esperienza di caduta libera — la interruppe Robin alzando leggermente la voce. — Chris invece no. Io avrei più probabilità di riuscire a prenderlo.

— La responsabilità è mia — sostenne Chris, rivolgendo a Robin uno sguardo eloquente.

— E io sono più allenata — replicò Robin.

Cirocco lì fulminò a turno con un'occhiataccia.

— C'è qualcun altro che ha intenzione di metter becco, eh? — domandò.

— Andrò io — si udì la voce di Nova. — Ho fatto venti volte più paracadutismo di Robin. Due anni fa sono anche stata campionessa della Congrega.

— Chi l'avrebbe mai detto… — mormorò Cirocco, poi proseguì con voce normale.

— D'accordo, basta così. Con tutti i nostri grandi propositi ancora non abbiamo combinato nulla. Conal, tu rimani esattamente dove sei.

— Agli ordini, Capitano.

— Robin, Chris, se dovesse capitare, buttatevi entrambi.

Indossarono i paracadute, e studiarono la procedura per aprire l'aereo e lanciarsi. Robin provò due o tre volte la serratura e socchiuse il portello per assicurarsi di riuscire a farlo rapidamente.

— Bene — disse Cirocco. — Qualche altra idea?

— Pensavo alla questione del cambio, Cirocco — disse Conal.

— Cioè?

— Ecco, il secondo della squadra lo vedremo arrivare un po' prima che sia nei paraggi. Che ne diresti di abbatterlo?

Nessuno parlò, mentre ciascuno cercava di calcolare tutte le implicazioni di una simile scelta. Chris incominciò a pensare che potesse essere una buona idea.

— No — disse infine Cirocco. — Non ancora, comunque. Innanzitutto non credo che possano farcela con un cambio solo. Direi quattro o cinque, piuttosto. Quindi dovremmo osservare bene il primo e vedere come funziona, e stare pronti a riacchiappare il bambino. Però se il secondo angelo dovesse saltar fuori dopo che quello là ha superato la metà strada, allora ci si ripenserà.

— Non sono d'accordo — disse Robin. — Se gli facciamo fuori il cambio, quel coso là fuori finirà per stancarsi, e dovrà atterrare, e allora potremo catturarlo facilmente.

Cirocco annuì.

— Parrebbe logico, nevvero? Ma puoi scommettere che Gea ci ha già pensato anche lei, e ha preso le sue precauzioni. Ce ne accorgeremo al primo cambio.

Chris si dichiarò d'accordo, anche se l'attesa sarebbe stata una tortura.

— Faccio così, tanto per discutere — intervenne Conal. — Ma non potremmo tentare di prendergli il bambino? Io potrei manovrare in modo da andargli parecchio vicino, e poi… be', non è che abbia ben presenti tutti i particolari…

— Non mi pare una buona idea, Conal — obiettò Cirocco. — Dobbiamo attenerci anzitutto alla priorità numero uno, cioè non mettere in pericolo il piccolo.

— Va bene, ma allora ascolta — ribatté Conal. — Perché mai il bambino dovrebb'essere più al sicuro fra le grinfie di quella cosa piuttosto che a cascar giù con Chris e Robin pronti ad acchiapparlo? E come fai a dire che sarà al sicuro se quei bastardi lo portano a Gea?

Chris deglutì a fatica. Quei pensieri li aveva tenuti accuratamente ai margini della coscienza, ma avevano fatto di tutto per venire alla luce, e adesso se li sentiva dilagare con zampe adunche per tutto il cervello, e gli facevano venir voglia di urlare.

Cirocco aveva un'aria molto stanca.

— Credo che con Gea sarà assolutamente al sicuro — disse in tono grave. — Fisicamente, per lo meno. Sono sicura che lo vuole vivo. — Si accigliò. — Abbastanza sicura. Abbiate un poco di pazienza, ora cercherò di chiarire questo punto.

Colpì forte col pugno la sagoma scompostamente distesa dello Spione addormentato. Quello balzò in piedi strillando.

— Basta fiammiferi, basta fiammiferi! — Tacque, attonito. — La mia testa! — Stramazzò prono sul cruscotto, coprendosi la testa con le zampe. Cirocco gliele scansò una alla volta.

— Calma, Spione — gli disse. — Rispondimi a qualche domanda, e non ti farò più male. E poi ti darò pure tre belle gocce.

Sul capo sottile spuntò un occhietto.

— No male a piccolo Spione? — piagnucolò.

— No male.

— Goccettino subitino?

Cirocco tirò fuori la fiaschetta e fece cadere una goccia nella bocca del Demone.

— Pronto a rispondere, ora?

— Sputa l'osso, passerina.

— Abbiamo trovato il bambino che cercavamo.

— Ffavo-losso. Ma 'nciavéte cavato 'n tubo, eh?

— No. Sta andando da Gea, vero? Spione annuì.

— Gea ama 'l merdosino. Gea ggni farà davvero 'n sacco de bene. Priggioniero de lussso. Gnente troppo bbono pe' ccaro piccol'Adam. Pretifottuti 'ngir'a battere la boscàgliola per settimane quand'ebbino notizia che 'l bashtardin'era ppe' sstrada.

— Non capisco come… - prese a dire Robin, ma Cirocco la fece tacere con un gesto, accostandosi poi a sussurrarle qualcosa che Chris riuscì appena a percepire.

— Quando abbassa la guardia così c'è da imparare un sacco di cose…

Pareva essersi riaddormentato. Cirocco gli agitò vicino il contagocce, e la sua testa si sollevò a seguirlo avanti e indietro.

— Ancora, Spione.

Il piccolo Demone incominciò a frignare.

— Ancóra, ancóra, ancóra, tutte vorte sempr'ancóra… ma che vogliono da me? Pecché nommi lasciano 'n pace? Te stanno sempr'adosso, mai 'nttimo de tregua… ma te dicache so' 'nnocente! M'hanno calugnato! Gnelo chiesto mica io de…

— L'Oscar dove preferisci che te lo mandi, Spione?

— Se ne occupa 'l mi' agente — rispose lui, calmandosi all'istante.

— Allora, quei Preti fottuti hanno battuto la boscaglia… — lo sollecitò Cirocco.

— …per settimane! E chi lo trova doventa 'r novo Mago, dice Gea. 'r Mago, 'r Mago, 'r fantàsteco, fantàsteco Mago!

— E il bambino?

— Lui Re! Re dla Rota! Gea gn'accudisce lei propio 'l più meglio a 'sto picciolo finomeno, tl'assicuro io! Solo 'r meglio, pe' llui!

— Non lo vuole morto?

— Ma no, ggesuggiuseppe! Ugni torce 'n capello, sa', a 'sto bel testolino, dice lei, sennò t'agurerai de pote' crepa', ma 'nte riuscirà, pecché lei te tiene viva armeno 'n anno, e te macell'a ppezzettini! Gna costruito 'n palazzo tutto pe' llui, tutto fatto d'oro e piete peziose e platinopuro, e baliallattóse tutte peingìro, e lacché pe' ppettinagne i rìcceli e lavagni 'r pisellino e 'ncipriagne i piedini.

— E perché sta facendo tutto questo? — chiese Robin.

Spione singultò, volgendole un occhio appannato. La squadrò in lungo e in largo storcendo la bocca.