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— Dolcebimba, tesoruccia, tepiacerebbe vede' 'ndo' cihò i mi' tatuaggi?…

Cirocco gli appioppò un buffetto sul grifo. Spione ruttò.

— Ma che razza di serpente… Vedo la coda, ma la testa gnente!

Altro buffetto di Cirocco. Spione ammiccò, scosse la testa, e incominciò a cantare.

— Ehi, piccolo serpente, ma tu sei matto o che? "Con quelle chiappe al vento e la tua testa proprio drente."

Stavolta fu Robin a bordarlo senza mezzi termini sul grugno.

— Ora basta! — s'infuriò Spione, caracollando rabbiosamente su e giù per il cruscotto. — Hoddovuto beccamme 'sta merda da te, vecchia ciabatta, ma da lei no! Gnent'altro, nemmanco 'na parola, quecc'ho dett'ho detto! Cihò le labbra cucite!

Cirocco lo acchiappò e gli cacciò un fiammifero in gola a capocchia in su, lasciando un pezzettino di stelo e la testa sporgere dalle fauci del demone. A Spione quasi schizzaron fuori gli occhi dalle orbite, quando Cirocco lo mise a capo in giù sfregando il fiammifero sul cruscotto. Lo tenne poi ben dritto, con le braccia costrette lungo i fianchi, a guardare il fiammifero acceso che incominciava a consumarsi.

— Secondo me questi fiammiferi ti arrostirebbero praticamente fino in fondo alla coda — gli annunciò in tono disinvolto. — Che ne pensi, avremo il privilegio di assistere a questo spettacolo? Credi che brilleresti come una lanterna? Come dici? Devi parlare un po' più forte, non ti sento. — Attese, mentre Spione si dibatteva invano. — Mi spiace, Spione, ma non capisco una parola di quel che dici. Cosa? Ah, bene, ora sì. — S'inumidì la punta di due dita e strinse la testa del fiammifero, che si spense sfrigolando. Poi glielo sfilò di gola, e Spione si accasciò ansimante.

— Il guaio, con te — le disse — è che non sai stare allo scherzo. Miodìo, sei proprio perfida, Cirocco.

— Lo prenderò come un complimento alle mie doti professionali. Allora, la mia amica ti aveva fatto una domanda. D'ora in avanti vorrai rivolgerti a lei chiamandola "Signora Robin" e in atteggiamento di adeguato rispetto, tenendoti per te i tuoi sudici pensieri.

— Va bene, va bene. — Alzò di malavoglia un occhietto verso Robin. — Le spiacerebbe ripetere la domanda, signora Robin?

— Avevo chiesto semplicemente, perché Gea sta facendo tutto questo? Perché s'è presa tutto questo disturbo per rapire Adam?

— Nessun disturbo, signora Robin. Vede, comunque vada a finire, Gea ne uscirà vincente. Se si prende il ragazzo, e Cirocco non arriva, diamine, va benissimo così. Ma Gea ha previsto che se prende il ragazzo, be' in tal caso Cirocco sicuramente arriverà. — Girò la testa a sbirciare Cirocco. — E anche Cirocco lo sa molto bene perché deve andare…

La nominata lo agguantò, ricacciandolo senza tante cerimonie dentro il suo barattolo. Chris lo udì sbraitare un torrente di proteste — in gran parte concernenti certe inadempiute promesse alcooliche — mentre avvitava stretto il coperchio. Per qualche minuto nessuno aprì bocca. L'espressione scavata sul volto di Cirocco scoraggiava inutili chiacchiere. Alla fine lei si rilassò un poco, e guardò Robin, poi Chris.

— Penso che vorrete sapere a cosa si riferiva. Forse non ce ne sarebbe bisogno, ma ve lo dirò lo stesso. Cercherò di recuperare Adam a tutti i costi, con tutti i mezzi a mia disposizione. Se riusciranno a consegnarlo a Gea, non le darò tregua finché non gliel'avrò tolto.

— A dire il vero non comprendo esattamente la situazione — ammise Robin — però non ho mai dubitato che fossero queste le tue intenzioni.

— Io invece ho capito — dichiarò Chris — e so che comunque non avrebbe fatto alcuna differenza.

— Grazie. A tutti e due. Robin, a parte l'amicizia, ho un altro motivo che mi spinge a fare del mio meglio per evitare che Adam finisca nelle mani di Gea, e, nel caso che ciò accada, per riuscire a riportarglielo via. — Digitò alcuni numeri sulla tastiera. — Rocky, quante uova hai ritrovato in quella stanza?

— Quindici, Capitano — giunse la risposta per radio. Cirocco si rivolse a Chris.

— Ti pare che siano tutte?

— No. Sono sicuro che in quella stanza c'era un contenitore da sedici, ed era pieno.

— Conal — continuò Cirocco, — che mi sai dire del raccoglitore di uova titanidi con cui hai fatto giocare Adam?

— Era il solito scaffalino di uova-ricordo, Capitano. Due file, otto in alto e otto in basso, ed era pieno. — Cirocco ripercorse la tastiera.

— Rocky, a quanto pare…

— Ho trovato il contenitore, Capitano — la prevenne Rocky. — Ne conteneva sedici. Ho cercato con la massima cura, secondo i tuoi ordini.

— Rocky, ascoltami bene, se per caso…

— Capitano, consentimi d'interromperti prima che tu dica qualcosa che potrebbe offendermi. Ho le quindici uova qui davanti a me. Per distruggerle non ho aspettato di averle ritrovate tutte. Le ho spaccate a metà, per l'esattezza, quindi al tuo ritorno potrai contare i pezzi… vedi, avevo già previsto l'incresciosa situazione che sembra essersi effettivamente verificata. Può ancora darsi che riesca a ritrovare l'uovo mancante, oppure può darsi che l'avesse in mano Adam quando è stato rapito. Ma se quell'uovo non si ritrova, sarebbe piuttosto facile accusarmi nel caso che di qui a poco dovessi affrontare una gravidanza, non credi?

— Mi spiace, Rocky — disse Cirocco. — È solo che ho visto a quali estremi può giungere un titanide disperato se…

— Non me la sono avuta a male, Capitano.

— Gesù… — Nella voce di Conal vibrava un reverenziale timore. — Non me n'ero proprio accorto, Cirocco.

— Ma si può sapere di che state parlando? — intervenne Robin.

— Di Adam — rispose Cirocco. — Tutt'a un tratto non è più semplicemente una creatura alla quale vogliamo bene…

— È in grado di rendere fertili le uova titanidi — spiegò Chris. — Quelle che s'è messo in bocca sono diventate trasparenti… sono state attivate.

— È vero — soggiunse Cirocco. — Adam può compiere ciò che per quasi un secolo soltanto io sono stata capace di fare. Quindi dobbiamo recuperarlo. Non possiamo lasciare che se ne impadronisca Gea, perché in tal caso i titanidi diverrebbero suoi schiavi. E se riusciamo a liberarlo, a mantenerlo libero… — Alzò gli occhi a guardar fuori della cabina, nel vuoto, e parve sorpresa.

— …allora io posso morire.

— Calmati, calmati — insisteva Conal. — Non è quello che intendeva dire.

— E che accidenti altro dovrebbe significare? — replicò Nova.

— Non ha mica dichiarato che ha intenzione di uccidersi, ti pare? — Lasciò a Nova il tempo di rifletterci. In realtà le parole di Cirocco, lì per lì, avevano sconvolto anche lui, ma era giunto quasi subito a leggere fra le righe.

— Ma allora cos'è che voleva dire? Avanti, spiegamelo tu.

— Prima devi capire che cosa le ha combinato Gea — premise Conal. — Accadde molti anni fa, al tempo in cui Cirocco e gii altri membri dell'equipaggio originario erano giunti da poco quassù. Gea le offrì l'incarico di Maga, e lei accettò. Un certo aspetto di questo lavoro, che Gea non menzionò, scaturiva dal fatto che la razza dei titanidi aveva subito un cambiamento. Gea aveva tolto ai titanidi l'odio per gli angeli ch'era stato connaturato in loro, ponendo fine alla guerra che li aveva opposti per tanto tempo. Però, nell'occasione, apportò anche un altro cambiamento, in seguito al quale… ma lo sai come si riproducono i titanidi?

— Solo vagamente.

— Allora ascolta. Innanzitutto hanno un rapporto frontale. La femmina produce un uovo semifecondato. Ne hai viste alcune nella camera di Adam. Poi l'uovo dev'essere impiantato in una retrovagina e fecondato di nuovo da un retropene.