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— Lo so, lo so. — Chris si prese il viso tra le grandi mani, e rimase a lungo in silenzio. Quando rialzò la testa, aveva gli occhi rossi. — Tu cosa faresti, Capitano?

Cirocco si appoggiò allo schienale, reclinò le palpebre.

— Chris… non posso decidere io. Non ti so dire se voglio riportarlo a casa incolume perché è un essere umano in pericolo, oppure perché in lui c'è la mia salvezza. Mi sento come uno di quei professionisti ai quali si ricorre quando viene rapito un bambino. Io sono in grado di prospettarti qualcosa circa quello che potrebbe accadere, ma la scelta finale spetta ai genitori. — Volse lo sguardo a turno da Chris a Robin. — Sarò con voi qualunque sia la vostra decisione.

— Ma tu, cos'è che vorresti fare?

— Io? Io vorrei liberarlo adesso, subito, e lo desidero con una tale intensità che mi fa star male. Però le conoscete, le mie altre motivazioni.

— Per quel che vale la mia opinione — intervenne Conal — sono d'accordo con Cirocco. Non voglio che Adam finisca nelle mani di Gea.

— Io invece mi dichiaro contraria — si oppose Nova. — Mi spiace, Madre. C'è troppo rischio, ci sarebbe anche se fossi io a buttarmi. Sarei sicura al novantanove per cento di riuscire a prenderlo, ma l'uno per cento di rischio è ancora troppo.

— Che puoi dirmi di Gea? — chiese Chris.

— Gea? — si accigliò Cirocco. — Non ci crederai, ma qui sento di andare più sul sicuro. Quel che ha rivelato Spione è verità sacrosanta. Lei non gli farebbe alcun male. Una volta che si trovasse nelle sue mani, Adam non correrebbe rischi, dal punto di vista fisico, e verrebbe trattato con ogni cura.

— Già, ma quel che mi preoccupa è il danno psicologico — obiettò Chris.

— Vorrei non doverlo ammettere, Chris, ma tutto quel che possiamo fare è scegliere a quale trauma dovrà essere sottoposto. Precipitare, oppure finire tra le amorevoli braccia di una nonnina alta quindici metri.

— E pensi che ciò non sarebbe un danno, per lui? Gea lo renderebbe suo schiavo.

— Queste sono le sue intenzioni, naturalmente. Ma non devi sottovalutarla. Lo alleverebbe insegnandogli ad amarla, e per ciò stesso è evidente che Adam verrebbe trattato bene.

Tacquero tutti, per un poco, e alla fine Chris sospirò.

— Probabilmente non mi capiterà mai più di dover prendere una decisione tanto difficile… Comunque credo che dovremmo muoverci ora, e cercare di riprenderlo.

— Sono d'accordo — assentì Robin sommessamente, e si volse a stringere la mano di Chris.

— Va bene — concluse Cirocco. — Ora siamo circa a metà di Crono. Tra un riv avremo la luce che ci serve per agire. Qualunque altra idea sarà la benvenuta.

Entrambi gli aerei rimasero silenziosi a lungo, mentre scivolavano attraverso l'argentea notte di Crono. Mille cose potevano andare storte, e nessuno di loro lo ignorava.

A un certo punto, nel corso di quel riv interminabile, Rocky chiamò da Tuxedo Junction, e per Cirocco fu un vero sollievo avere qualcosa di nuovo di cui occuparsi.

— Capitano — annunzio Rocky — ho ritrovato il sedicesimo uovo. Era rotolato fuori della stanza finendo nel corridoio. L'ho distrutto.

— Bravissimo, Rocky.

— C'è un'altra novità che ho aspettato a comunicarti, non volendo distrarti dal problema principale.

— Credo che adesso sia il momento buono. Vai avanti.

— Molto bene. Valiha, direttasi a Bellinzona, ha scoperto dodici zombi morti sulla cima di una collina a circa un chilometro e mezzo da qui. Non c'erano segni di combattimento.

— La collina è sottovento rispetto a Tuxedo Junction?

— Esatto. Ritengo che a ucciderli sia stato il filtro d'amore di Nova.

— Ipotesi ragionevole.

— Valiha è convinta che sulla cima della collina fossero stati presenti anche due Preti. Secondo lei si trattava di Luther e Kali. Ma la traccia olfattiva era troppo vecchia per averne certezza. Inoltre ha trovato il cadavere di un bambino umano, maschio, età fra i cinque e i quindici anni. Sono andato a recuperare il corpo, e non saprei formulare una stima più accurata, ma tu forse potresti.

— Non s'è trasformato in zombi?

— No. Può darsi che non accada.

— Forse no, ma non possiamo correre il rischio. Provvedi alla cremazione, per favore. Nient'altro?

— Poco fa ho parlato con Valiha. Mi ha pregato di chiederti, nel caso tu avessi chiamato, se avendo tempo puoi metterti in contatto con lei.

— Roger, lo farò. — Cirocco cambiò canale. — Serpentone, mi ricevi?

— Ti ricevo, Capitano.

— Dove sei, amico mio?

— Quasi a metà di Giapeto, Cirocco. — Colsero tutti, nella sua voce, i sintomi dello sfinimento che lo pervadeva.

— Hai tenuto una media incredibilmente buona, Serpentone, ma temo che sia stata una corsa inutile. Ormai abbiamo quasi attraversato Crono, e siamo certi che lo stanno portando verso Iperione. Non credo proprio che per te sia opportuno andare avanti.

— Tuttavia preferirei continuare, a meno che tu non abbia da affidarmi un incarico migliore. Fra poco, però, dovrò fermarmi per riposare e mandar giù qualcosa.

— Cerca di non esaurirti troppo. Comunque vadano le cose, non credo che potresti far molto.

— Allora proseguirò fin quando non tornerete indietro.

— D'accordo. — Cirocco impostò un'altra frequenza. — Valiha, sei in ascolto?

— Mi trovo alla periferia di Bellinzona, Cirocco — giunse la voce di Valiha.

— Cosa volevi sapere?

— Mi avevi incaricato di catturare zombi vivi. A tale scopo ho arruolato Cornamusa, Mbira, Cembalo, Sistro e Lira. Mi dicono che Luther era qui sino a poco tempo fa, ma pare che non siano presenti altre bande di zombi, in questa zona. Potremmo andare in cerca di qualche sbandato, ma i nostri nasi ci dicono che qui in giro non ve ne sono. Gli abitanti di questa deliziosa città son divenuti ormai così guardinghi, che ben pochi zombi rispuntano fuori dai loro cimiteri. Quel che volevo sapere. Capitano, è se questi zombi abbian per forza da essere già defunti…

Cirocco ci pensò un poco.

— Valiha, sei un essere crudele e dotato di gran senso pratico.

— Capitano, secondo me da queste parti esistono due categorie di persone. Quelle che son già state giustiziate in virtù dei loro crimini, e quelle che, per una mera svista, continuano ancora ad andarsene in giro. Desideri che legga a costoro l'elenco dei loro diritti e che organizzi dei regolari processi?

— Segui il retto sentiero che il cuor ti suggerisce… — si mise a cantare Cirocco.

Valiha spense la radio e se la cacciò nella borsa. Cantò alcune note ai suoi cinque compagni, e insieme partirono al trotto per l'ampia banchina che costeggiava il Canal Grande. Quando giunsero all'incrocio col canale noto come Palude dello Sconforto, si fermarono, guardandosi attorno. Era lì che in gran parte aveva luogo il florido commercio di schiavi di Bellinzona.

Ben presto una carovana fece la sua dondolante apparizione lungo il Viale Edward Teller.

Si vedevano venti schiavi legati con catene di ferro: sedici femmine e quattro maschi, tra cui molti bambini. Erano sorvegliati da dieci uomini nerboruti, rivestiti di rozze armature, e alla testa del convoglio, s'una portantina sorretta da due gemelli identici, procedeva il caposchiavista. La portantina appariva come un lusso clamoroso, nella bassa gravità di Gea, ma essa nulla aveva a che fare con l'utilità, e tutto con l'ostentazione. Il contingente di guardiani, d'altro canto, sarebbe potuto risultare insufficiente anche se la carovana fosse stata assalita da banditi umani. Ma il capo-schiavista faceva affidamento sull'invisibile presenza della mafia cui egli doveva obbedienza.