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L'apostrofato non mosse paglia, e Gea si accigliò, poi inclinò lo schienale, e vide che di capoelettricista ce n'era rimasta solamente una metà.

S'inoltrò dunque a lunghi passi tra le fiamme, sbraitando ordini.

— Sai com'è — disse alla fine Cirocco in tono alquanto sottomesso. — Inizialmente non era parsa mica una cattiva idea…

Non c'era stato nulla dell'esultanza sfrenata che Conal e Nova avevano provato durante il loro corpo a corpo con le bombe volanti. Cirocco aveva più o meno domandato a tutti quanti se poteva procedere, e loro s'erano tutti più o meno dichiarati d'accordo. Ci si era quindi dedicata con tanta gelida veemenza e accuratezza da lasciar tutti, lei compresa, un poco scossi. Solo nel corso dell'ultimo assalto, quand'era giunta ad aprire il fuoco sull'abominio che si faceva chiamare Gea, aveva davvero sentito l'odio ribollirle nelle vene. La tentazione di scaricargli addosso tutte le armi di cui disponeva, sperando contr'ogni speranza che il dispiegamento di una tale potenza di fuoco servisse a polverizzare quella cosa immonda, era stata quasi insostenibile. E adesso si chiedeva se gli altri avessero compreso perché, nel gran finale, lei aveva optato invece per una dimostrazione di forza e ferite leggère.

Gea non si poteva ucciderla a quel modo. Avrebbe anche potuto sedersi s'una bomba atomica, venire totalmente disintegrata, e risorgere dalle sue ceneri. Ma Gea non possedeva l'immortalità. Era invece ormai inoltrata sul viale del tramonto, decrepita, e ogni giorno più folle. Non sarebbe più durata molto a lungo… solo un altro centinaio di millenni.

E ucciderla era compito di Cirocco Jones.

Guardavano tutti giù alle rovine in fiamme ch'erano state Pandemonio. Una sola struttura rimaneva in piedi. Non v'era dubbio che fosse il "palazzo" di cui aveva parlato Spione, fatto d'oro e di platino. Adam sarebbe stato sistemato lì dentro, probabilmente in una culla di oro massiccio, e avrebbe giocato alle biglie con diamanti grossi come uova.

— Perché non l'hai semplicemente distrutta? — chiese Conal con voce pacata.

— Ancora non comprendi il suo piano — rispose Cirocco. — Se avessi abbattuto il palazzo, o ucciso Gea, l'angelo si sarebbe limitato a continuare il suo volo, troppo in basso per consentirci di prendere Adam. Avrebbe volato fino a cadere a pezzi, e Adam sarebbe morto.

— Non ci arrivo — ammise Conal. — Lei ti aveva detto vieni giù e combatti. Be', non gliel'hai data la battaglia che voleva? Che si aspettava, che atterravi e ti prendevi a sberle con lei?

— Conal, vecchio mio… non lo so. Vai a capire, potrebbe anch'essere esattamente ciò che vuole lei. Sai, ho la sensazione che…

— Sì? — la sollecitò Conal.

— Che lei voglia che io le vada incontro con una spada in mano.

— Non ci credo — obiettò Conal. — Cioè… diocristo, a dirlo così sembra veramente assurdo, ma forse è perché non mi riesce di trovare le parole adatte. "Correttezza" non è il termine giusto, ma in lei c'è… qualcosa. Non sempre, e non in modo equilibrato, ma da quello che me ne hai raccontato penserei che dovrebbe voler pareggiare i conti un po' meglio di così. Non credo proprio che non ti lascerebbe nessuna possibilità.

Cirocco sospirò.

— Nemmeno io. E Gaby dice… — ma si zittì alla svelta, vedendo che Robin la fissava in modo strano. — Comunque Gea non mi dirà mai ciò che vuole che faccia, a parte che devo andare da lei e combattere. Si presume che il resto lo sappia da me.

Di nuovo silenzio, fra loro, e ciascuno rivolse lo sguardo verso il luogo del massacro. Erano morti esseri umani, laggiù, e animali innocenti. Gli umani erano al servizio del male, se non malvagi in se stessi, e Cirocco non si rammaricava di averli sterminati. D'altronde non ne provava neppure alcun piacere, e non si sentiva affatto fiera di quella sua impresa.

— Ho paura che mi sto per sentire male — disse Nova.

— Mi spiace, bambina — dichiarò Cirocco. — Il gabinetto è proprio giù in fondo.

— Non essere dispiaciuta — esclamò Nova, prossima alle lacrime. — Io volevo che tu li ammazzassi, dal primo all'ultimo! E ho goduto, quando li ammazzavi. È solo che… che sono di stomaco debole, ecco tutto. — Singhiozzò, e rivolse a Cirocco uno sguardo supplichevole.

— E non chiamarmi bambina — mormorò, e scappò via in direzione della coda.

Seguì un breve, imbarazzato silenzio, che venne interrotto da Chris.

— Se vuoi la mia opinione — disse — in un certo senso preferirei che non l'avessi fatto. — Si alzò, e andò dietro a Nova.

— Be', e io invece sono contenta che tu l'abbia fatto — intervenne Robin vivamente. — Vorrei solo che a Gea di quei colpi tu gliene avessi riservati un po' di più. Grande Madre, che cosa ripugnante!

Cirocco la udì appena. C'era qualcosa che la infastidiva, qualcosa di stonato. Era difficile che Chris criticasse le sue azioni. Ne aveva pieno diritto, ovviamente, però di solito non lo faceva.

Poi, ripensandoci meglio, si rese conto che lui non aveva realmente espresso una critica…

— Chris — principiò, voltandosi sul sedile. — Si può sapere cos'hai…

— È assai probabile che questo crei dei problemi — disse Chris. Li salutò agitando una mano e alzò le spalle con aria di scusa. — Ma bisognerà pure che qualcuno gli stia un po' dietro, a quel bambino — concluse, e spalancò il portello.

— No! - gridò Cirocco, spiccando un balzo per afferrarlo. Troppo tardi. S'era lanciato, e il portello si richiuse con un tonfo. Poté solo rimanersene a guardare, pietrificata dall'orrore, mentre il suo paracadute si apriva ed egli planava silenziosamente verso Pandemonio.

Chris e Adam presero terra a distanza di un minuto uno dall'altro.

Secondo spettacolo

Sono sempre stato un individuo indipendente, anche quando ho avuto dei soci

Sam Goldwin

UNO

Gli zombi si trovavano rinchiusi all'interno di recinti separati, una lunga fila in cui ciascuno distava circa venti metri dai vicini.

Cirocco avrebbe preferito evitarla, quella domanda, ma sapeva di non poterne fare a meno.

— Erano… già morti, questi?

— No, Capitano — rispose Valiha.

— Che stavano facendo?

Valiha glielo disse, e Cirocco si sentì un po' meglio. La schiavitù era un male antico, dal quale forse l'umanità non sarebbe mai riuscita a liberarsi completamente.

Eppure, l'osservazione di Valiha circa la possibilità di lèggere a quegl'individui l'elenco dei loro diritti e sottoporli a regolari processi, l'angustiava. E ciò perché su Gea simili cose non esistevano, e senza un qualche genere di norme l'animale umano pareva capace di qualunque cosa… compreso ammazzare undici persone scelte a caso. Cirocco non era certo tanto sciocca da affliggersi per loro, tuttavia non ne poteva proprio più di uccidere e di ordinare uccisioni. Sentiva che sarebbe potuto divenire troppo facile, e lei non aveva alcuna voglia di giocare a far la dea.

Aspirava unicamente ad essere lasciata in pace. Desiderava rimanere responsabile di se stessa, e nessun altro. Bramava un isolamento assoluto, almeno vent'anni di solitudine per dare una rispianata alla sua anima solcata da mille cicatrici e cercare di lavarne via il peccato. Non le piaceva più l'odore di quell'essere chiamato Cirocco Jones.

L'impulso di gettarsi dall'aereo, per seguire Chris verso quella che sarebbe stata morte certa, l'aveva sopraffatta. Nova, Robin e Conal erano riusciti a stento a trattenerla.

Non aveva ancora deciso se si era trattato di un empito suicida, oppure se la sua collera s'era gonfiata al punto di farla sentire in grado di affrontare Gea in un corpo a corpo. Aveva provato rabbia e disperazione pressoché in eguai misura. Sarebbe stato così bello lasciar perdere tutto quanto…