Troverò il modo di sopportarlo, pensò Nova.
L'aereo era vuoto, a parte due alacadute strettamente arrotolati in fondo alla carlinga. Cirocco ne porse uno a Nova, e li indossarono entrambe.
— A un certo punto dovremo buttarci — spiegò Cirocco, e chinandosi entrò in cabina. A forza di contorcimenti andò a rincantucciarsi il più possibile di fianco, e Nova s'inzeppò a bordo anche lei. Trafficarono per qualche istante in un goffo intreccio di gomiti, poi trovarono il modo di sedersi tutt'e due.
— Pensi di farcela a ripartire da qui? — le domandò Cirocco.
— Credo di sì.
— Ricordati che siamo piuttosto pesanti.
Nova era già impegnata a elaborare sul computer un calcolo approssimativo. Non sarebbe stato molto meglio rinunziare e cedere il comando a Cirocco, in modo da evitare di rompersi il collo tutt'e due? Cercò di non pensarci.
Richiuso il portello diede un'occhiata in giro, per sincerarsi che Virginale fosse a distanza di sicurezza. La salutò agitando la mano, e ne venne ricambiata.
— Sgombrare la pista! — gridò, sentendosi un po' ridicola. Ma in aviazione le regole valgono sempre e per chiunque, come Conal le aveva ribadito in termini mortificanti il primo giorno di lezione… spalleggiato dal gelido sguardo di Cirocco.
Dedicò al concetto un attimo di riflessione, poi trasse un respiro profondo e diede potenza.
L'aereo fece un balzo in avanti, raggiunse il margine del tratto pianeggiante… e incominciò ad abbassarsi lentamente. Nova manovrò i comandi, ingolfò il minuscolo propulsore, e in linea di massima giunse sull'orlo di una crisi di nervi durante quei dieci lunghissimi secondi nel corso dei quali l'aereo parve fermamente deciso a schiantarsi contro le cime di certi alberi.
Si limitarono tuttavia a rasentarle, dopo di che Nova azzardò un'occhiata a Cirocco. Pareva che la Maga non si fosse minimamente interessata a quegli alberi, intenta com'era a guardare attraverso il tettuccio trasparente in cerca di qualcosa. Nova si sentì particolarmente orgogliosa, poiché era chiaro che Cirocco non aveva dubitato che lei potesse farcela. Provò anche una leggera delusione: un "ben fatto" di approvazione le sarebbe giunto assai gradito. Poi comprese che la lode era implicita nella fiducia.
— Sali a trenta chilometri e dirigiti a nordest — ordinò Cirocco.
— Nessuna rotta specifica?
— Ti sarò più precisa quando l'avrò trovato.
— Chi?
— Finefischio. È da qualche parte sulle zone occidentali di Giapeto.
Un aerostato! Nova provò un soprassalto d'eccitazione, seguito da un'ondata di perplessità. A quel che ne sapeva, un aerostato non avrebbe certo gradito la vicinanza di un aereo a reazione.
— Ha importanza la rapidità di salita?
— Di carburante ne abbiamo in abbondanza. Puoi anche spingere al massimo, se vuoi.
Nova calcolò una velocità di ascesa rapida ma senza sprechi, eseguendo manualmente invece di affidare l'intera operazione al computer, in quanto voleva impratichirsi nella procedura d'emergenza. Cirocco osservò, e non fece commenti.
— Navigano sempre tanto in alto? — domandò Nova quando la Libellula si fu stabilizzata alla quota prescelta. Cirocco era intenta a guardar fuori, verso il basso.
— Quasi mai. È che voglio essere sicura di avvicinarlo da sopra. Perché non controlli dalla tua parte e vedi se ti riesce d'individuarlo? Non dovrebb'essere troppo difficile. In fondo è solo un po' più grande della Pennsylvania.
Ovviamente era un'esagerazione, comunque Nova rimase delusa quando finalmente giunsero a localizzarlo. Le era già capitato di vedere numerosi aerostati da una certa distanza — in Dione non si avvicinavano mai troppo al terreno — ma Finefischio non le pareva altrettanto grande.
Poi notò le indicazioni numeriche sullo schermo del radar, e si rese conto che quella creatura non distava solo due o tre chilometri, ma si trovava ben venticinque chilometri sotto di loro.
— Spegni il radar — le ordinò Cirocco. — Gli fa male alle orecchie. — Nova obbedì, poi vide che Cirocco si controllava lo zainetto, il cinturone attrezzato e gli attacchi dell'alacadute, e fece altrettanto.
— Ora ascoltami. Programma 'sto trabiccolo in modo che ritorni alla caverna di Tuxedo Junction. Assicurati che non si avvicini mai a meno di venti chilometri da Finefischio. E poi mettilo in rotta a una quota di due o trecento metri, non di più. — La fissò. — Non mi chiedi perché?
— Non so se posso.
— Stai tranquilla, cocca. Qui non siamo mica sotto disciplina militare. Il motivo per cui voglio che si tenga basso è che mi aspetto ancora che sbuchino fuori altre bombe volanti. Non l'hanno ancora fatto, ma è solo questione di tempo. E non voglio far correre troppi rischi all'aereo quando è privo di difesa.
— Capisco. — Nova lanciò in giro occhiate nervose. Fino a quel momento non aveva pensato alle bombe volanti. Ricordava bene la straordinaria prestazione di Conal durante il loro attacco, e sapeva che le aveva salvato la vita. Dubitava di poter giungere mai a manovrare un aereo con tanta abilità.
Prese dunque a programmare il pilota automatico, mentre Cirocco attendeva tranquilla. Ben presto s'impantanò. Scosse la testa, e cancellò un risultato inaccettabile.
— Ho paura che per me sia troppo complicato — ammise. — Mi dispiace.
— Non ti preoccupare. Guarda, dov'è che hai sbagliato. — Le dita di Cirocco volarono sui tasti, fermandosi quel tanto che bastava a far sì che Nova vedesse e capisse. — Una delle cose più importanti da imparare, è quando riconoscere che si ha bisogno d'imparare di più.
Nova la guardò, e vide che Cirocco sorrideva.
— Che fine avremmo fatto tutt'e due — disse Cirocco — se tu non avessi saputo che ci trovavamo di fronte ad una situazione di decollo piuttosto rognosa? — Per una frazione di secondo il suo sorriso si mutò in un ghigno, ma l'attimo dopo era già tornata ad occuparsi del computer. Nova comprese che, ancora una volta, la Maga aveva prevenuto da lungi ogni sua mossa. E dire che l'avrebbe potuto giurare, che Cirocco non aveva prestato attenzione al decollo né si era accorta del suo nervosismo…
— Molto bene — riprese Cirocco attivando il programma. — Esci prima tu. Bùttati subito e apri non appena sei a distanza di sicurezza dall'aereo, poi seguimi. Se vedi qualche bomba volante, taglia i cavi e prosegui in caduta libera finché te la senti. Nello zaino c'è un alacadute di riserva. Domande?
Nova ne aveva una dozzina, ma ne fece solo una.
— Pensi che le incontreremo?
— No. Però non posso escluderlo in assoluto.
Aprirono il portello, e Nova si gettò. Il tempo di orientarsi, poi tirò la funicella di spiegamento. Udì il familiare schiocco vibrante del tessuto, il sibilo dei cavi, quindi subì un brusco strattone. Guardò in su…
Per un attimo terrificante ebbe l'impressione che l'alacadute fosse stato strappato via. Si era aspettata la tradizionale calotta multicolore, e invece la sovrastava una sorta di ragnatela impalpabile e quasi invisibile.
Be', logico, così li si sarebbe potuti scorgere più difficilmente.
Individuò Cirocco, che tenendo entrambe le mani sui cavi dondolava traslando alla sua destra e perdeva rapidamente quota. Con qualche strattone alle sue funi Nova le si mise dietro a perpendicolo. Seguimi, aveva detto la Maga. Ovunque, pensò Nova.
Per diversi minuti passò il tempo a scrutare attentamente il cielo limpido in cerca delle caratteristiche scie di condensa delle bombe volanti. Avvistò due volte la Libellula abbandonata. La prima volta si spaventò, la seconda non ci fece neanche caso. Continuò tranquillamente a seguire Cirocco godendosi la magnificenza dello scenario dintorno, niente di meglio per aumentare il piacere di quel librarsi nell'immensità.