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Nel sogno, dove Aenea è sua figlia e insieme percorrono le vie-canale nei pressi della clinica medica, de Soya descrive come Maria gli avesse affidato, solo qualche ora prima di cadere in coma, la sua cosa più preziosa, una minuscola statuetta di porcellana raffigurante un unicorno. Nel sogno, de Soya cammina tenendo per mano la bambina venuta da Hyperion e le racconta come suo padre, uomo forte tanto nel fisico quanto nelle convinzioni, si fosse infine arreso e avesse chiesto ai preti della Pax di somministrare alla propria figlia il sacramento della croce. I preti della clinica erano stati d’accordo, ma avevano insistito perché i genitori e Federico si convenissero ufficialmente al cattolicesimo universale, prima che Maria ricevesse il crucimorfo.

De Soya spiega a sua figlia, Aenea, come ricorda la breve cerimonia del neobattesimo nella cattedrale locale, S. Giovanni Teologo, dove lui e i genitori sconfessarono l’autorità della Santa Madre e accettarono tanto l’unico dominio di Gesù Cristo quanto il potere del Vaticano sulla loro vita religiosa. Ricorda d’avere ricevuto, quella sera stessa, la prima comunione e il crucimorfo.

Per Maria, il Sacramento della Croce era in programma per le dieci pomeridiane. Maria morì all’improvviso alle 8 e 45 della sera. Secondo le regole della Chiesa e le leggi della Pax, chi pativa la morte cerebrale non poteva essere risuscitato artificialmente per ricevere la croce.

Anziché infuriarsi o sentirsi tradito dalla sua nuova Chiesa, il padre di Federico ritenne la tragedia un segno che Dio (non il Dio che aveva pregato fin da bambino, il gentile Figlio infuso degli universali principi femminili della Santa Madre, ma il più severo Dio del Nuovo e del Vecchio Testamento della Chiesa Universale) aveva punito lui, la sua famiglia e l’intero mondo marianista del Llano Estacado. Al ritorno sul loro mondo, con il cadavere della figlia vestito di bianco per la sepoltura, l’anziano de Soya diventò indefesso apostolo del cattolicesimo secondo la Pax. I tempi erano fertili, perché le comunità d’allevatori erano mietute dalla Morte Rossa. A sette anni, Federico fu mandato alla scuola della Pax a Ciudad de la Madre e le sue sorelle in convento nel Llano settentrionale. Prima della morte del padre (in realtà, prima che Federico fosse mandato con padre Maher a Nuevo Madrid per entrare nel Seminario di S. Tommaso) i marianisti superstiti su MadredeDios si erano convertiti tutti al cattolicesimo della Pax. L’orribile morte di Maria aveva portato un intero mondo a nascere di nuovo.

Nei sogni il Padre Capitano de Soya non dà molte spiegazioni alla bambina che cammina con lui per le vie, familiari come un incubo, di Da Vinci su Vettore Rinascimento. La bambina, Aenea, pare conoscere già tutto.

Nei sogni, ripetuti per quasi ognuna delle 142 notti in attesa dell’arrivo della nave della bambina, de Soya dice a Aenea d’avere scoperto il modo per debellare la Morte Rossa e salvare la sorella. La prima volta, quando al mattino si sveglia, col cuore che gli batte forte e le lenzuola inzuppate di sudore, presume che il segreto per la salvezza di Maria sia il crucimorfo, ma il sogno della notte seguente gli dimostra che si sbaglia.

Il segreto, pare, è la restituzione della statuetta, l’unicorno. Lui deve solo, spiega a sua figlia, Aenea, trovare la clinica nel labirinto di vie: sa che, riportando a Maria l’unicorno, salverà la sorella. Ma non riesce a trovare la clinica. Il labirinto di vie lo sconfigge.

Quasi cinque mesi più tardi, alla vigilia dell’arrivo della nave dal sistema di Parvati, in una variante dello stesso sogno, de Soya trova davvero il Centro Medico S. Giuda, dove sua sorella in quel momento dorme, ma si accorge con orrore d’avere perduto la statuetta.

In questo sogno Aenea parla per la prima volta. Toglie dal taschino della camicia la statuetta e dice: «Vedi, l’abbiamo sempre avuta con noi».

La realtà dei mesi trascorsi da de Soya nel sistema di Rinascimento è, in senso letterale e figurato, distante anni luce dall’esperienza su Parvati.

All’insaputa di de Soya, di Gregorius, di Kee e di Rettig (ciascuno ridotto a cadavere maciullato nel cuore delle culle di risurrezione della Raffaele) nella prima ora dalla traslazione nel sistema la nave riceve l’alt. Due astrovedette e una nave torcia della Pax si affiancano alla Raffaele, dopo avere scambiato col computer della stessa codici di radarfaro e dati. Viene presa la decisione di trasferire i quattro cadaveri in un centro di risurrezione della Pax su Vettore Rinascimento.

A differenza del risveglio in solitudine nel sistema di Parvati, de Soya e le tre Guardie Svizzere riprendono coscienza secondo le dovute cerimonie e cure. La risurrezione risulta in verità difficile, per il Padre Capitano e per il caporale Kee, che vengono rimessi in culla per altri tre giorni. In seguito de Soya può solo domandarsi se il sistema automatico di risurrezione della Raffaele sarebbe stato all’altezza del compito.

Comunque, dopo una settimana di permanenza nel sistema di Vettore Rinascimento, i quattro si ritrovano, ciascuno in compagnia del proprio cappellano/consigliere. Il sergente Gregorius ritiene superflua la riunione; è impaziente di tornare ai suoi compiti, ma de Soya e gli altri due accolgono con piacere i giorni in più di riposo e di recupero fisico dalla morte.

La Sant’Antonio trasla solo alcune ore dopo la Raffaele e alla fine de Soya si ritrova con il capitano Sati della nave torcia e con il capitano Lempriere del trasporto truppe San Tommaso Akira, che è tornato alla base della Pax portando più di 1800 cadaveri in criomagazzinaggio e 2300 feriti nel massacro su Hyperion. Gli ospedali e le cattedrali su Vettore Rinascimento e nelle basi orbitali della Pax iniziano subito gli interventi chirurgici e le risurrezioni.

Quando il comandante Barnes-Avne riprende vita e conoscenza, de Soya è presente al suo capezzale. La donna, minuta e rossa di capelli, pare un’altra persona, smagrita al punto da impietosire de Soya; ha i capelli tagliati a zero, la pelle arrossata e viscida per la risurrezione, indossa solo un camice da ospedale. Ma non ha perduto l’aggressività e il modo di fare. Quasi subito domanda: — Che diavolo è accaduto?

De Soya le parla del massacro compiuto dallo Shrike. La informa dei sette mesi da lui trascorsi a inseguire la bambina nei quattro mesi in cui Barnes-Avne è stata in criomagazzinaggio per il transito da Hyperion.

— Ha proprio fottuto il cane, eh? — dice la donna.

De Soya sorride. Finora il comandante delle forze a terra è l’unica persona a parlargli onestamente. De Soya capisce fin troppo bene d’avere avuto metaforiche relazioni carnali con il proverbiale cane: due volte è stato al comando di un’importante operazione della Pax, con un singolo obiettivo, prendere in custodia una bambina, e due volte ha miseramente fallito. S’aspetta d’essere come minimo esautorato; addirittura deferito alla corte marziale, probabilmente. Per questo, quando un corriere classe Arcangelo giunge nel sistema, due mesi prima del previsto arrivo della bambina, de Soya ordina ai corrieri di fare immediato ritorno su Pacem per riferire il suo fallimento e per riportargli ordini dal comando della Pax. Nel frattempo, conclude nel suo messaggio il Padre Capitano de Soya, continuerà a occuparsi dei preparativi per la cattura della bambina nel sistema di Rinascimento, finché non sarà sostituito.