Выбрать главу

«No. Ne sai qualcosa?»

«Qualcosa» rispose Brom, pensieroso. «A quanto pare ti devo la vita. Spero di poterti ricambiare il favore, un giorno o l’altro. Dovresti essere orgoglioso: pochi rimangono illesi nel loro primo scontro con un Urgali. Ma il modo in cui l’hai ucciso è molto pericoloso. Avresti potuto distruggere te stesso e l’intera città.»

«Non ho avuto scelta» disse Eragon per difendersi. «Gli Urgali mi avevano intrappolato. Se avessi aspettato, mi avrebbero fatto a pezzi!»

Brom strinse i denti sul cannello della pipa. «Non hai idea di ciò che hai fatto.»

«Allora dimmelo» lo sfidò Eragon. «Ho cercato una risposta a questo mistero, ma non ci capisco niente. Che cosa è successo? Come ho fatto a usare la magia? Nessuno mi ha mai insegnato formule magiche...»

Gli occhi di Brom lampeggiarono. «Infatti non è qualcosa che dovresti conoscere, né tantomeno usare!»

«Be’, l’ho usata! E potrei averne ancora bisogno. Ma non ne sarò capace, se tu non mi aiuti. Cosa c’è di male? C’è forse qualche oscuro segreto che non devo apprendere finché non sarò vecchio e saggio? O invece tu non sai niente di magia...?»

«Ragazzo!» ruggì Brom. «Le tue domande sono di un’insolenzà davvero intollerabile. Se sapessi che cosa stai chiedendo non saresti tanto ansioso di indagare. Non mi sfidare.» Fece una pausa, poi assunse un atteggiamento più conciliante. «Le risposte che cerchi sono molto più complicate di quanto tu possa comprendere.»

Eragon protestò con foga. «È come se fossi stato gettato in un mondo con strane regole che nessuno mi spiega.»

«Ti capisco» disse Brom, giocherellando con un filo d’erba. «È tardi e dovremmo dormire, ma prima ti dirò qualcosa, tanto perché tu smetta di assillarmi. Questa magia, perché di magia si tratta, ha delle regole, come il resto del mondo. Se infrangi le regole, la pena è la morte, senza eccezioni. I tuoi gesti sono limitati dalla tua forza, dalle parole che conosci e dalla tua immaginazione.»

«Che cosa intendi per parole?» fece Eragon.

«Ancora domande!» esclamò Brom. «Per un momento ho sperato che avessi finito. Ma hai ragione a chiedermelo. Quando hai colpito gli Urgali, hai detto qualcosa?»

«Sì. Brisingr.» Il fuoco avvampò, ed Eragon rabbrividì. C’era qualcosa in quella parola che lo faceva sentire incredibilmente vivo.

«Lo supponevo. Brisingr è una parola che appartiene a un’antica lingua che usavano tutti gli esseri viventi. Tuttavia col tempo è stata dimenticata, e per eoni nessuno l’ha più udita in Alagaè’sia, finché gli elfi non l’hanno portata di nuovo, venendo dal mare. La insegnarono alle altre razze, che la usarono per fare cose straordinarie. Questa lingua ha un nome per ogni cosa, se sai trovarlo.»

«Ma che cosa c’entra con la magia?» lo interruppe Eragon.

«Tutto! È la base del potere. La lingua descrive la vera natura delle cose, non gli aspetti superficiali, quello che tutti vedono. Per esempio, fuoco si brisingr per far fare al fuoco ciò che vuoi. Ed è quello che è successo oggi.»

Eragon tacque per un istante. «Perché il fuoco era azzurro? Come mai ha fatto proprio quello che volevo, anche se ho soltanto detto fuoco?»

«Il colore varia da persona a persona. Dipende da chi pronuncia la parola. E per quanto riguarda la ragione per cui il fuoco ha fatto ciò che volevi, è una questione più pratica. Quasi tutti i principianti devono sillabare esattamente Ciò che vogliono che accada. via via che acquisiscono esperienza, questo non è più necessario. Un vero maestro potrebbe dire semplicemente acqua e creare qualcosa di molto diverso, come una gemma. Tu non saresti in grado di dire come ha fatto, ma il maestro ha visto il collegamento tra acqua e la gemma, e l’ha usato come punto focale per il suo potere. La pratica è un’arte più raffinata di qualsiasi altra cosa. Quello che hai fatto era estremamente difficile.»

Saphira interruppe i pensieri di Eragon. Brom è un mago! Ecco come ha fatto ad accendere il fuoco nelle pianure. Non solo conosce la magia; sa usarla!

Eragon sgranò gli occhi. Hai ragione!

Chiedigli del suo potere, ma attento a quello che dici. Non è saggio scherzare con coloro che possiedono queste capacità. Se è un mago o uno stregone, chissà quali potrebbero essere i motivi che lo hanno spinto a venire a vivere a Carvahall!

Eragon disse, prudente:«Saphira e io ci siamo appena resi conto di una cosa. Tu sai usare la magia, non è vero? Ecco come hai fatto ad accendere il fuoco il primo giorno nelle pianure.»

Brom chinò appena il capo. «Diciamo che seono un discreto esperto.»

«Allora perché non hai usato la magia per combattere gli Urgali? Anzi, potrei citare diverse occasioni in cui sarebbe stata utile... avresti potuto difenderci dalla tempesta e impedire che la polvere ci finisse negli occhi, per esempio.»

Dopo aver riempito ancora la pipa. Brom disse: «Per alcune semplici ragioni. Innanzitutto, non sono un Cavaliere, il che significa che persino nei tuoi momenti di maggiore debolezza tu sei più forte di me. E poi ho superato da molto il periodo della giovinezza; non sono più gagliardo come un tempo. Ogni volta che uso la magia, diventa più difficile.»

Eragon abbassò gli occhi, vergognandosi. «Mi dispiace.»

«Non occorre» disse Brom, spostando il braccio. «Succede a tutti.»

«Dove hai imparato a usare la magia?»

«Questa è una cosa che terrò per me... Ti basti sapere che imparai in una remota regione, da un maestro straordinario. Almeno potrò tramandare le sue lezioni.» Brom vuotò la pipa su un piccolo masso. «So che hai altre domande, e io risponderò, ma dovrai aspettare fino a domattina.»

Si protese verso il ragazzo, gli occhi scintillanti. «Intanto ti dirò questo, per scoraggiare eventuali esperimenti: la magia ti sottrae energia come se usassi le braccia e la schiena per compierla. Ecco perché ti sei sentito stanco dopo aver ucciso gli Urgali. E perché mi sono infuriato. Hai corso un terribile rischio. Se la magia avesse avuto bisogno di più energia di quanta ne conteneva il tuo corpo, ti avrebbe ucciso. Devi usare la magia soltanto per quelle imprese che non si possono compiere in modo normale.»

«Come si fa a sapere quanta energia richiede un incantesimo?» chiese Eragon, spaventato.

Brom fece un gesto vago con la mano. «Di solito non si sa. Per questo motivo i maghi devono conoscere a fondo i propri limiti, e anche in quel caso vanno sempre cauti. Una volta che decidi di sprigionare la magia per un determinato scopo, non puoi richiamarla indietro, anche se capisci che ti ucciderà. Questo è un ammonimento: non provare a fare niente finché non ne saprai di più, E per stasera è tutto.»

Mentre srotolavano le coperte. Saphira commentò soddisfatta: Stiamo diventando più potenti, Eragon, tutti e due. Ben presto nessuno potrà più sbarrarci la strada.

Già, ma quale strada dobbiamo scegliere?

Quella che ci pare, rispose lei, e si accoccolò per la notte.

20

La magia è semplice

Perché credi che quei due Urgali fossero rimasti a Yazuac?» chiese Eragon, dopo che ebbero ripreso il cammino. «Non me lo spiego.»

«Immagino che abbiano disertato il gruppo per saccheggiare la città. Ma la cosa strana è che per quanto ne so gli Urgali si sono riuniti in forze soltanto due o tre volte nella storia. Il fatto che’adesso lo stiano facendo di nuovo è a dir poco inquietante.»

«Credi che ci siano i Ra’zac all’origine dell’attacco?»

«Non lo so. La cosa migliore che possiamo fare è continuare ad allontanarci da Yazuac il più in fretta possibile. Per giunta, questa è la direzione presa dai Ra’zac: verso sud.»