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Ci fermammo un attimo quando ci furono portate le nostre bibite. «L’aspetto essenziale della faccenda,» dissi, «è che Paul non pensa affatto di essere un altro pazzoide.»

«Nessuno di loro lo crede, Ward. Nessuno di questi uomini si alza la mattina pensando: oggi farò qualcosa di malvagio. Fanno quello che fanno, e alcuni di loro comprendono che è sbagliato e alcuni no, ma in ambo i casi non è perché lo fanno.»

«Sì,» dissi, irritato dal suo tono. «Capisco.»

«Compiono quegli atti proprio come i drogati si fanno di eroina. Non stanno tentando di uccidersi; non stanno tentando di fottersi la vita. Hanno solo bisogno di farsi un po’ di eroina, così come tu hai bisogno di una sigaretta e altre persone hanno bisogno di avere le scarpe pulite e altre ancora devono assicurarsi di registrare i loro show preferiti o controllare tre volte di aver chiuso la porta di casa quando escono. Tutti hanno la loro formula magica, i loro rituali di conservazione, quella cosa segreta che per loro fa girare il mondo.»

«E ora la tua qual è — la birra?»

«Vaffanculo.»

«Come vanno le cose fra te e Nina?»

«Non sono cazzi tuoi.»

«Sì invece,» dissi, rabbioso. «Ci sono tre persone al mondo che sanno degli Uomini di Paglia. Ho passato tre mesi rintanato, cercando di non farmi scoprire. Ho spaccato il culo a un poveraccio in Idaho perché pensavo che fosse venuto a farmi fuori. Sto rischiando moltissimo con pochissime risorse. E quelle siete voi due.»

«Che ne è stato dei soldi dei tuoi?»

«Spariti,» dissi. «Non spesi, cancellati. Ci hanno messo le mani.»

«Merda,» disse. «Mi dispiace sentirlo.» Per un attimo guardò dall’altra parte della strada. «Le cose sono andate a puttane,» disse alla fine, apparentemente guardando un uomo che stava spostando dei quadri nella vetrina di una galleria d’arte. «Mi trasferii da lei. Sai che eravamo già stati insieme prima, quando io ero ancora sposato. Pensai che potesse funzionare. Lo pensammo entrambi. Ma… lei è piuttosto ipersensibile.»

«Già, mentre tu sei solo un grosso orsacchiòtto di peluche.»

Girò la testa e il suo sguardo si posò su di me come se fossi solo per un’inezia l’oggetto più interessante o importante nel suo campo visivo. «L’ho sempre detto.»

«Che ci facevi giù in Florida?»

Scosse semplicemente la testa. Stava cominciando a farmi incazzare sul serio.

«Okay, allora cos’altro hai scoperto?»

«Niente,» rispose.

«E questo è tutto? Hai fatto tutta questa strada per dirmelo? È questa la tua grande notizia?»

«Non ho passato tutto il mio tempo su questo, Ward, e non sto facendoti un rapporto su quello che ho fatto. Ho cercato di costxuirmi una vita. Ci sono altre cose importanti. Gli Uomini di Paglia non sono tutto e l’Homo Erectus è solo un assassino come tanti altri.»

«Stronzate,» dissi urlando. «Ha ucciso tua figlia e i miei genitori. Non è un assassino qualunque proprio per niente. E l’unico risultato delle tue ricerche è questa cagata accaduta quattrocento anni fa?»

«A volte bisogna ripercorrere un lungo cammino a ritroso per fare quello che va fatto.»

«E questo significa…?»

Scrollò le spalle. Aveva detto tutto quello che aveva da dire.

«Allora cosa hai intenzione di fare adesso?»

«Cercarmi un hotel da qualche parte, direi.»

«Questo qui non è male.» Nel momento in cui lo dissi mi sentii vulnerabile e desiderai aver tenuto la bocca chiusa.

Lui sorrise. «È troppo costoso per uno come me, Ward.»

«Allora accetta un prestito,» dissi, scavandomi una fossa ancora più profonda.

«Un prestito? Credevo fossi tu quello senza risorse.»

«John, perché fai così lo stronzo?»

Si alzò e gettò dieci dollari sul tavolo. «Perché ci vorrà più di questo per fare qualcosa contro di loro,» disse.

E se ne andò, risalendo la strada senza voltarsi. Rimasi a guardarlo fino a quando scomparve, per poi rientrare nella mia camera a fare le valigie.

Capitolo dodici

Erano da poco passate le sei e Tom era sul balcone che correva lungo tutta la facciata del motel a due piani, a forma di L, quando la macchina entrò nel parcheggio. Si sentiva meglio da diversi punti di vista, ma peggio da altri. Uscire dalla stazione di polizia l’aveva aiutato sicuramente, così come il cambiarsi i vestiti. Il vicesceriffo era stato pazientemente ad aspettarlo mentre Tom sceglieva dei jeans nuovi, una giacca foderata di pelliccia e tutto quello che ci andava sotto. Tutto quanto possedeva prima del suo viaggio verso l’ignoto era stipato nel bagagliaio della macchina a noleggio, ora parcheggiata nel piazzale.

Una lunga doccia calda e un po’ di riposo sull’unica sedia della stanza lo avevano ristorato al punto di farlo sentire più o meno in grado di andare in cerca di cibo. I suoi vecchi vestiti erano infilati nel sacchetto con il quale aveva portato i nuovi. Sebbene sembrasse improbabile che potessero tornare a essere indossabili, Tom sentiva un vincolo soprannaturale con essi. Una parte del suo cervello — quella stessa che gli aveva fatto conservare tutti i portafogli posseduti — era pronta ad attribuire poteri a certi oggetti inanimati, a credere che il potere albergasse nelle cose. Chissà cosa sarebbe potuto accadere senza quei vestiti.

Sebbene non sarebbe stato in grado di ammetterlo del tutto, neppure a se stesso, c’era un altro aspetto da considerare: i vestiti erano i suoi testimoni. C’erano stati anche loro in quei luoghi e sapevano che cosa lui aveva visto, o percepito. In tutto il periodo in cui aveva lottato nel nulla per tornare verso la civiltà, Tom aveva tenuto a mente una cosa: non solo ora desiderava rimanere vivo, ma aveva una ragione per farlo. Sapeva qualcosa, aveva delle notizie da comunicare.

Ma la faccenda non era andata affatto come lui si aspettava.

Credeva ancora in ciò che aveva visto — o percepito, ma era evidente che nessun altro gli aveva prestato fede. Lo sceriffo aveva affermato la sua posizione molto chiaramente e il vice lo aveva imitato. I quindici minuti passati nel piccolo negozio di abbigliamento proprio di fronte al mercato avevano fatto capire a Tom che le notizie viaggiavano veloci. Se ne era già reso conto dal fatto che la donna di nome Patrice era già così bene informata da venire a sganciare la sua stupida bomba (dopo, aveva passato cinque minuti a scusarsi con Tom, il che aveva in qualche modo solo peggiorato le cose). La gente era immediatamente venuta a conoscenza di cosa lui aveva detto di aver visto. E quando aveva dato la sua carta di credito per pagare gli acquisti fatti, era apparso evidente a Tom che ormai tutti sapevano — o credevano di sapere — che lui era un pazzo.

Sai, un paio di notti prima, nel locale di Frank, aveva un’espressione di merda. Ha cercato di uccidersi nella foresta, ma non con una pistola o con qualcosa di altrettanto tosto, ma con le pillole, credo. Ha perso conoscenza e pensa di aver visto qualcosa. Ha passato due giorni perso laggiù. Non è comico?

Comico o triste. La ragazza alla cassa non aveva lasciato trasparire nulla di tutto ciò, ma il suo sorriso troppo gentile lo aveva fatto intuire. Anche l’uomo dietro il bancone della reception del motel aveva evitato di incrociare il suo sguardo, ma alla fine era arrivato ancora una volta un sorriso di compatimento. Tom aveva afferrato il messaggio. Era a un passo dal ridicolo e a due passi da qualcosa di peggio. Se Connelly avesse riferito qualcosa su quello che lui aveva scoperto, quei sorrisi di circostanza sarebbero scomparsi. E Connelly non sapeva tutto.