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“Prima che tu me lo chieda”, ho detto, “non è solo della nostra famiglia che sto scrivendo.”

A giudicare dall’espressone del suo viso, avevo toccato il tasto più dolente per lui. “Oh Cristo”, ha mormorato. “Quindi è per questo che sono qui.”

“Immagino di sì”, ho detto. “Stavo pensando a te e…”

“Come si intitola?”

“Oh… be’, sto prendendo in considerazione alcuni titoli”, ho risposto con il mio miglior tono da letterato. “Non c’è ancora niente di definitivo.”

“Tu sai che conosco un sacco di dettagli che potrebbero esserti utili.”

“Certo.”

“Conosco cose di cui non puoi fare a meno. Non se vuoi che sia una cronaca fedele.”

“Per esempio?”

Mi ha rivolto un sorriso malizioso. “Cosa avrò in cambio?” ha detto. Per la prima volta da quando era apparso riuscivo a intravedere parte del Galilee che ricordavo; una creatura la cui sicurezza e il cui fascino un tempo erano stati inviolati.

“Andrò da Cesaria per te, ricordi?”

“E pensi che questo valga tutte le informazioni che potrei darti?” ha replicato lui. “Oh no, fratello. Devi fare qualcosa di più.”

“Allora che cosa vuoi?”

“Prima devi dirmi che sei d’accordo.”

Mi sono limitato a dire: “Su cosa?”

“Dimmelo e basta, d’accordo?”

“Non stiamo arrivando da nessuna parte.”

Galilee ha scrollato le spalle. “Va bene. Se non vuoi sapere quello che so io, fa’ pure. Ma il tuo libro non sarà mai completo, ti avverto.”

“Credo che sia meglio interrompere questa conversazione, adesso”, ho detto.

Galilee mi ha osservato con grande serietà, aggrottando le sopracciglia. “Hai ragione. Mi dispiace.”

“Dispiace anche a me.”

“Stavamo andando così bene, mi sono lasciato trasportare.”

“Anch’io.”

“No, no, è stata tutta colpa mia. Nel corso degli anni, ho dimenticato le buone maniere. Passo troppo tempo da solo. E questo il mio problema. So che non è una scusante ma…” Ha lasciato la frase a metà. “Be’, vuoi che ci incontriamo di nuovo?”

“Mi piacerebbe.”

“Domani, a questa stessa ora? Avrai avuto il tempo di parlare con mia madre?”

“Farò il possibile”, ho risposto.

“Grazie”, ha detto Galilee a bassa voce. “Penso spesso a lei, sai. Ultimamente la penso di continuo. E penso alla casa. Alla casa.”

“Sei già stato qui?”

“Cosa vuoi dire?”

“Voglio dire che saresti potuto venire qua a dare un’occhiata, senza che nessuno se ne accorgesse.”

Lei se ne sarebbe accorta”, ha osservato lui. È vero, ho pensato. “Per cui la risposta è no. Non ne ho avuto il coraggio.”

“Non credo che troveresti la casa molto diversa da come l’hai lasciata.”

“Bene”, ha detto lui con un sorriso incerto. “Talmente tante cose… quasi tutte in realtà… dovunque io vada… le cose cambiano. E mai in meglio. Luoghi che un tempo amavo. Luoghi segreti. Angoli del mondo che nessuno ha mai visto. Adesso ci sono hotel dalle pareti rosa e crociere organizzate. Di tanto in tanto, ho provato a spaventare la gente per allontanarla.” La sua sagoma è stata scossa da un brivido e al centro della sua bellezza ho scorto un’altra forma, molto meno attraente. Fessure argentee per occhi e labbra di cuoio arricciate a scoprire denti simili ad aghi. Pur sapendo che non intendeva farmi del male, sono rimasto turbato e ho distolto lo sguardo. “Vedi, funziona”, ha detto Galilee non senza una punta di orgoglio. “Ma appena volto le spalle, la putredine ritorna immediatamente.” Ho alzato gli occhi su di lui; la sua forma rabbiosa stava svanendo. “E prima che tu possa accorgertene…”

“Hotel dalle pareti rosa.”

“… e crociere organizzate.” Ha emesso un sospiro. “E tutto è rovinato.” Ha levato lo sguardo al cielo. “Be’, dovrei lasciarti andare, adesso. Tra poco sorgerà il sole e ti aspetta una giornata impegnativa.”

“E tu?”

“Oh, io non dormo così tanto”, ha risposto. “Non credo che le divinità dormano mai un granché.”

“È questa la tua natura?”

Galilee ha scrollato le spalle come se il problema della sua divinità non lo riguardasse. “Immagino di sì. Mamma e papà sono la forma di divinità più pura che questo mondo abbia mai conosciuto, lo sai? E questo fa di te un semidio, sempre che la cosa possa interessarti.” Io sono scoppiato a ridere. “Buonanotte allora, fratello”, ha detto. “Ci vediamo domani.”

Ha accennato a voltarsi, e così facendo si è quasi eclissato. “Aspetta”, ho detto. Lui mi ha guardato.

“Cosa c’è?”

“So quello che vuoi chiedermi”, ho detto.

“Oh davvero?” ha replicato con un sorrisetto. “Sentiamo.”

“Vuoi sapere se dandomi delle informazioni per il libro avrai un qualche tipo di controllo su quello che ho scritto.”

Ti sbagli, fratello”, ha detto lui, tornando a voltarsi. “Volevo solo chiederti di intitolare il libro Galilee.” I suoi occhi brillavano. “Ma lo farai comunque, vero?”

Dopodiché è scomparso, ed è tornato al mare riflesso nei suoi occhi.

Quattro

Non serve che vi dica che Galilee non è tornato la notte dopo come aveva promesso. Questo anche se ho passato il giorno successivo a cercare di farmi ricevere da Cesaria per perorare la sua causa. Non sono riuscito a trovarla (ho il sospetto che conoscesse il mio scopo e mi stesse evitando deliberatamente). Ma comunque Galilee non si è fatto vedere, cosa che non avrebbe dovuto sorprendermi. Aveva sempre avuto una natura inaffidabile, eccetto che nelle questioni di cuore. In quelle occasioni, era di una costanza sovrumana.

Ho raccontato a Marietta quello che era successo. Lei era al corrente di tutto. Lo aveva saputo da Luman, che per caso mi aveva visto sul limitare della palude mentre conversavo con un’ombra, passando da un umore all’altro così bruscamente che, secondo lui, quell’ombra poteva appartenere solo a una persona.

“Ha immaginato che si trattava di Galilee?” ho chiesto.

“No, non ha tirato a indovinare”, ha detto Marietta. “Lo sapeva perché anche lui ha avuto conversazioni simili.”

“Allora Galilee è stato qui altre volte?”

“Sembra di sì”, ha risposto lei. “Molte volte, in effetti.”

“È stato Luman a invitarlo?”

“Suppongo di sì. Ma non lo ammetterà. Sai come si comporta quando pensa di essere interrogato. Comunque non ha poi molta importanza, giusto? Il punto è che è stato qui.”

“Ma non in casa”, ho detto io. “Ha troppa paura di Cesaria per avvicinarsi alla casa.”

“Te lo ha detto lui?”

“Non ci credi?”

“Penso che sia assolutamente possibile che ci abbia spiati per tutto questo tempo senza che noi ce ne accorgessimo. Che razza di stronzo.”

“Credo che preferisca essere definito una divinità.

“Cosa ne pensi di divino stronzo?” ha chiesto Marietta.

“Lo detesti davvero tanto?”

“Non lo detesto affatto. Non è così semplice. Ma entrambi sappiamo bene che le nostre vite sarebbero state dannatamente più felici se quella notte non fosse tornato a casa.”

Quella notte. Dovrò raccontarvi di quella notte molto presto. Non sono riluttante a parlarne, cercate di capirmi. Ma non è facile. Non sono completamente sicuro nemmeno di sapere che cosa accadde esattamente la notte in cui Galilee tornò a casa. Quella notte vi furono più visioni e febbre e atti di delirio di quanti ne fossero stati scatenati su questo continente dall’arrivo dei Primi Pellegrini. Non potrei dirvi con assoluta certezza ciò che fu reale e ciò che fu illusione.