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La battaglia durò tre giorni; e, per gli standard del tempo, non fu particolarmente sanguinosa. Poco più di mille soldati dell’Unione persero la vita e circa duemila confederati furono uccisi. Ma quei numeri non significavano niente per un soldato in battaglia perché poteva morire solo una volta.

Cadmus spesso aveva pensato di andare a visitare il luogo in cui gli eserciti avevano combattuto, che era rimasto più o meno uguale a come era stato all’epoca. La dimora degli Harper, una modesta casa che si ergeva accanto al campo di battaglia e che durante il conflitto era stata usata come ospedale da campo improvvisato, era ancora in piedi; le trincee in cui i soldati confederati avevano atteso l’armata del Nord erano ancora lì. Con qualche altra ricerca probabilmente, sarebbe riuscito a scoprire dov’erano state piantate le tende degli ufficiali; e avrebbe potuto sedersi nei pressi del luogo in cui era stata scritta la lettera che ora teneva tra le mani.

Perché non era mai andato? Aveva soltanto avuto paura che i fili che legavano il suo destino a quello del malinconico capitano Charles Holt sarebbero stati rafforzati da una simile visita? Se era così, allora si era negato inutilmente: quei fili erano più forti e più spessi col passare di ogni istante. Anche ora, Cadmus poteva sentirli mentre si avvolgevano attorno a lui — sempre più stretti — come per serrare il suo fato e quello del capitano in un ultimo abbraccio. Non sarebbe stato così turbato se tutto questo avesse riguardato soltanto la sua vita, ma ovviamente non era così. Il dannato astrologo di Loretta aveva capito ben più di quanto potesse immaginare, con le sue insinuazioni sui segreti della famiglia Geary e le sue profezie apocalittiche. Quei centoquarant’anni non potevano certo offrire un rifugio da ciò che era nell’aria; quel messaggio veniva portato come un contagio sospinto dal vento da quel lontano campo di battaglia.

Prega per me, fratello, aveva scritto il capitano, perché il peggio deve ancora venire.

Senza dubbio, quelle parole erano state vere all’epoca in cui erano state scritte, pensava Cadmus, ma il trascorrere degli anni le aveva rese ancora più vere. Il crimine chiamava altro crimine, il peccato chiamava altro peccato, così generazione dopo generazione e, che Dio li aiutasse tutti — ogni Geary, e ogni figlio di un Geary e ogni moglie e ogni amante e ogni servo di un Geary — era tempo che i peccatori affrontassero il giudizio.

Sei

La conversazione tra Rachel e Mitch fu civile in modo sorprendente. Nessuno dei due alzò la voce; nessuno dei due pianse; nessuno dei due accusò. Semplicemente parlarono a bassa voce delle loro delusioni e, dopo circa un’ora, raggiunsero la conclusione che non riuscivano più a darsi felicità a vicenda e che quindi sarebbe stato meglio dividersi. L’unica divergenza di opinioni fu questa: Rachel ormai era convinta che non ci fosse modo di rianimare il loro matrimonio e che sarebbe stato meglio iniziare subito le pratiche di divorzio, mentre Mitchell voleva un ulteriore periodo di grazia, qualche settimana per riflettere, perché potessero essere certi che quella di separarsi fosse la decisione giusta. Dopo una breve discussione, Rachel accettò. In fondo cos’erano poche settimane? Nel frattempo, stabilirono, avrebbero dovuto evitare di parlare del loro futuro e non si sarebbero rivolti agli avvocati. Nell’istante in cui un legale fosse entrato in scena, sosteneva Mitchell, ogni speranza di riconciliazione sarebbe stata vanificata. Quanto all’organizzazione pratica, si rivelò tutto molto semplice. Rachel sarebbe rimasta nell’appartamento di Central Park; Mitchell sarebbe tornato al palazzo oppure avrebbe preso una suite in un albergo.

Si separarono con un abbraccio incerto, come due persone fatte di vetro.

Il giorno seguente, Rachel ricevette una telefonata da Margie che le propose di pranzare insieme, in un qualche posto straordinariamente costoso, dove avrebbero potuto trattenersi anche dopo il dessert e passare direttamente ai cocktail.

“Solo se mi prometti che non parleremo di Mitchell”, la avvisò Rachel.

“Oh no”, disse Margie con una sfumatura di mistero nella voce, “devo parlarti di qualcosa di molto più interessante di lui.

Il ristorante scelto da Margie era aperto solo da pochi mesi ma aveva già ricevuto molte recensioni favolose ed era affollatissimo. Naturalmente Margie conosceva il maìtre (in una sua precedente incarnazione, spiegò in seguito, era stato un barman in un piccolo bar di Soho che era solita frequentare). L’uomo le trattò in modo principesco e le accompagnò a un tavolo da cui si dominava tutta la sala.

“C’è un sacco di gente di cui sparlare”, disse Margie, guardandosi attorno. Rachel conosceva quelle persone solo di vista; un paio di nome.

“Gradite qualcosa da bere?” volle sapere il cameriere. “Quanti tipi di Martini avete?”

“Ne abbiamo sedici sulla nostra lista”, rispose il cameriere, offrendole il menù, “ma se avete delle richieste particolari…”

“Ce ne porti due molto secchi per cominciare. Niente olive. Intanto daremo uno sguardo alla lista.”

“Non sapevo che ci fossero così tante varietà di Martini”, osservò Rachel.

“Be’, comunque dopo il terzo o il quarto non si riesce più a capire la differenza”, disse Margie. “Oh guarda… al tavolo vicino alla vetrata… non è Cecil quello?”

“Pare di sì.”

L’avvocato dei Geary, un uomo sulla sessantina, si stava sporgendo sul tavolo incapace di staccare gli occhi da una bionda attraente che aveva un terzo dei suoi anni.

“Immagino che quella non sia sua moglie”, disse Rachel. “Assolutamente no. Sua moglie — credo che si chiami Phyllis — sembra il nostro maìtre vestito da donna. No, no, quella è una delle sue amanti.”

“Ne ha più d’una?”

Margie alzò gli occhi al cielo. “Quando Cecil lascerà questa valle di lacrime ci saranno più donne a piangere sulla sua tomba di quante stanno attraversando la Quinta Avenue in questo momento.”

“Perché?” chiese Rachel. “È tutt’altro che attraente.” Margie inclinò leggermente la testa di lato. “Davvero? Io trovo che si mantenga bene, per la sua età. Ed è meravigliosamente ricco, il che è la sola cosa di cui si preoccupano le donne di un certo genere. Sicuramente quella bionda riceverà un regalino luccicante prima della fine del pranzo. Sta’ a guardare. Sta contando i minuti. Ogni volta che Cecil avvicina la mano alla tasca, lei comincia a salivare.”

“Se è così ricco perché continua a lavorare? Non potrebbe semplicemente andarsene in pensione?”

“I Geary sono i suoi unici clienti, ormai. Penso che sia in debito con il vecchio. Garrison lo considera molto intelligente. Secondo lui, avrebbe potuto essere il migliore.”

“E allora cos’è successo?”

“La stessa cosa che è successa a te e a me. Si è lasciato trascinare nella famiglia Geary. E una volta che sei dentro non c’è più modo di uscire.”

“Avevi promesso, Margie. Niente discorsi su Mitchell,”

“Ma non sto parlando di Mitchell. Tu mi hai chiesto cos’è successo a Cecil e io te lo sto dicendo.”

Il cameriere arrivò con i loro Martini. Margie gli chiese delucidazioni sul Martini Cajun, il numero tredici della lista. Il cameriere cominciò a descrivere la ricetta ma lei lo interruppe quasi subito.