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“Perfetto, ce ne porti due”, ordinò.

“Mi farai ubriacare”, disse Rachel.

“Ne avrai bisogno”, spiegò Margie. “Per quello che sto per raccontarti.”

“Oh, mio Dio.”

“Cosa?”

“Avevi ragione”, mormorò Rachel, indicando con un cenno il tavolo di Cecil. Proprio come Margie aveva previsto, l’avvocato si era tolto di tasca una scatola sottile e la stava aprendo per mostrare alla bionda la sua ricompensa.

“Non te l’avevo detto?” mormorò Margie. “Luccicante.”

“Accadeva di continuo, anche a Boston”, disse Rachel.

“Oh, è vero, lavoravi in una gioielleria.”

“Gli uomini come lui entravano e mi chiedevano di scegliere qualcosa per le loro mogli. Certo, dicevano mogli, ma dopo qualche settimana ho capito. Quelli erano uomini di una certa età, sai — tra i quaranta e i sessanta — e volevano sempre qualcosa per una donna più giovane. Per questo chiedevano a me. Era un po’ come se dicessero: se tu fossi la mia amante, cosa vorresti? È così che ho conosciuto Mitchell. Be’, non proprio.”

“Chi aveva detto niente discorsi su Mitchell? Credevo che fosse un argomento verboten.

Rachel finì il suo Martini. “Non ha importanza. In un certo senso mi piace parlare di lui.”

“Davvero?”

“Non essere così sorpresa.”

“Hai ragione, ma cosa c’è da dire? È tuo marito. Se lo ami, bene. Se non lo ami, bene lo stesso. Solo, cerca di non dipendere da lui per ogni cosa. Vivi la tua vita. In questo modo non avrà più alcun potere su di te. Oh, guarda, questo sì che è un bello spettacolo.” Il cameriere, che era ricomparso con un nuovo giro di Martini, pensò che Margie si riferisse a lui e sorrise compiaciuto. “Intendevo dire i drink, tesoro”, puntualizzò lei. Il sorriso scomparve dal volto del cameriere. “Però sei carino. Come ti chiami?”

“Stefano.”

“Stefano. Che cosa ci consigli? Rachel è molto affamata e io sono a dieta.”

“La specialità dello chef è il branzino. Viene servito saltato in padella con olio d’oliva extra vergine e un pizzico di…”

“Per me va benissimo. Rachel?”

“Ho voglia di carne.”

“Oh”, disse Margie, alzando un sopracciglio. “Stefano, la signora vuole della carne. Cosa suggerisci?”

Il cameriere per un istante perse la sua compostezza. “Ehm… be’, abbiamo…”

“Magari una bistecca?” suggerì Margie.

Stefano sembrava turbato. “In effetti non serviamo normali bistecche. Non le abbiamo in menù.”

“Buon Dio”, cinguettò Margie, godendosi completamente il disagio del ragazzo. “Questo è un ristorante di New York e non servite una semplice bistecca?”

“Davvero, non ho voglia di una bistecca”, intervenne Rachel.

“Be’, non è questo il punto”, insistette Margie. “È una questione di principio. Be’, avete qualcosa che si può servire al sangue?”

“Abbiamo costolette di agnello con mandorle e zenzero.”

“Benissimo”, gli disse Rachel. Felice che il problema fosse stato risolto, Stefano batté rapidamente in ritirata.

“Sei crudele”, disse Rachel a Margie, una volta che il cameriere se ne fu andato.

“Oh, è piaciuto anche a lui. Gli uomini segretamente amano essere umiliati. Sempre che questo non accada troppo in pubblico.”

“Hai mai pensato di scriverle?”

“Che cosa?”

“Le tue osservazioni sugli uomini.”

“Non reggerebbero un esame approfondito, tesoro”, considerò lei. “Come me, d’altra parte. Sono favolosa se non mi si guarda troppo da vicino.” Scoppiò a ridere sguaiatamente. “Allora, brindiamo. Il numero tredici è veramente ottimo.”

Rachel declinò l’offerta. “Mi gira già la testa. Vuoi smetterla di stuzzicarmi e dirmi invece cos’hai in mente?”

“Be’… è molto semplice, in realtà. Hai bisogno di prenderti una vacanza, tesoro.”

“Ma sono appena tornata da…”

“Non parlo di una visita a casa, per l’amor di Dio. Quella non è una vacanza, è una condanna. Hai bisogno di andare in un posto dove puoi essere te stessa, e non puoi esser te stessa con la tua famiglia.”

“Perché ho l’impressione che tu abbia già programmato qualcosa per me?”

“Sei mai stata alle Hawaii?”

“Mi sono fermata a Honolulu con Mitch mentre andavamo in Australia.”

“Orribile”, disse Margie.

“Parli dell’Australia o di Honolulu?”

“Be’, in effetti di entrambe. Ma quello che ho in mente non è Honolulu, ma Kaua’i. L’Isola Giardino.”

“Non l’ho mai sentita nominare.”

“Oh, tesoro, è semplicemente il luogo più bello della terra. È un paradiso. Credimi. Un paradiso.” Sorseggiò il Martini. “E si da il caso che io conosca una piccola casa in una piccola baia sulla spiaggia settentrionale, a una cinquantina di metri dal mare. È perfetta. Oh, non puoi immaginare. Voglio dire, potrei continuare a parlartene e già ti sembrerebbe un luogo idilliaco ma… è ancora più di questo.”

“Davvero?”

La voce di Margie era diventata sognante e appassionata mentre parlava della casa; e ora si era ridotta quasi a un sussurro e Rachel dovette sporgersi in avanti per sentirla. “Lo so che ti sembrerà sciocco, ma quello è un luogo in cui potrebbe accadere qualcosa di… magico.

“Sembra magnifico”, disse Rachel. Non aveva mai visto Margie così entusiasta, e trovava quello spettacolo stranamente toccante. Margie la cinica, Margie l’eccessiva che ora parlava come una ragazzina convinta di aver scoperto una terra di sogno. Rachel quasi faticava a crederci.

“A chi appartiene la casa?”

“Ah”, sospirò Margie, rivolgendo a Rachel un sorrisetto. “È questo il punto. Appartiene a noi.”

“A noi?”

“Alle donne della famiglia Geary.”

“Davvero?”

“Agli uomini è proibito avvicinarsi alla casa. È un’antica tradizione Geary.”

“E chi l’ha inaugurata?”

“La madre di Cadmus, credo. Era una specie di femminista, per i suoi tempi. O forse è successo una generazione prima, non lo so. Comunque il fatto è che la casa non viene più usata molto spesso. Ci sono un paio di persone del luogo che ogni mese tagliano il prato e fanno le pulizie, ma fondamentalmente la casa è deserta.”

“Loretta non ci va mai?”

“Ci è stata poco dopo il matrimonio con Cadmus. O almeno così ha detto. Ma adesso preferisce restare qua con lui, giorno e notte. Penso che abbia paura che Cadmus cambi il testamento senza avvertirla. Oh… a proposito di questioni legali…” Con un cenno del capo indicò il tavolo dell’avvocato. Cecil e la bionda si stavano alzando. “Avrà un pomeriggio molto impegnato. Lei ha l’aria di essere un tipo acrobatico.”

“Magari resterà sdraiata e lo lascerà fare”, disse Rachel.

“So come ci si sente.”

“Spero che non ci veda”, mormorò Rachel mentre Cecil si dirigeva verso la porta.

“Oh, invece io spero che ci veda”, fece Margie, e proprio in quel momento Cecil si voltò e si accorse di loro. Rachel rimase immobile nella vana speranza che Cecil non le riconoscesse. Ma Margie, mormorando un oh bene, alzò una mano per salutarlo.

“Guarda cos’hai combinato”, borbottò Rachel. “Sta venendo qui.”

“Non dire niente di Kaua’i”, le raccomandò Margie. “Dev’essere il nostro piccolo segreto.”

“Signore”, stava dicendo Cecil. La bionda era rimasta vicino alla porta. “Non vi avevo viste in quest’angolo così in disparte.”