Quel pensiero non la turbò, anzi. Voleva che lui la guardasse, che continuasse a osservarla. Lei era la sua Jerusha, la sua sposa bambina che giaceva su un letto di erba soffice, eccitata come non lo era mai stata prima. Aveva fatto sesso con sette uomini in vita sua, tenendo conto anche dei suoi goffi incontri con Neil Wilkens. Senza dubbio, non era certo una virtuosa del sesso; ma non era nemmeno una novizia. Aveva fatto le sue esperienze. Ma niente di così intenso; niente di così nudo.
Non si erano nemmeno toccati ma, Dio, stava tremando. Le lenzuola sotto di lei erano fradice. I suoi respiri erano rapidi e affannosi.
“Mi stavi dicendo…” sussurrò lei.
“Jerusha…”
“… era sdraiata sull’erba e aspettava il dio del fiume…”
“Alzò lo sguardo.”
“Sì.”
“… e fu strano vederlo avanzare tra gli alberi, come se ogni passo per lui fosse un grande, terribile sforzo. ”
“E Jerusha rimpianse di averlo costretto a lasciare il fiume?” mormorò Rachel.
“No”, rispose Galilee. “Era troppo eccitata per provare rimorso. Voleva che lui la vedesse più di qualunque cosa avesse mai desiderato in vita sua.
“Lei stava per chiedergli se gli piacesse ciò che vedeva, quando sentì un ronzio d’ali e uno scarabeo — grande quanto un colibrì ma scuro e orrendo — svolazzò sopra di lei. Jerusha ripensò a ciò che l’uomo del fiume le aveva detto. ”
“Cose velenose”, disse Rachel. “Cose che si nutrivano di cadaveri.”
“Quello scarabeo era qualcosa di ancora peggiore, perché si nutriva solo dei cadaveri di persone che erano morte di malattie terribili. Portava con sé ogni genere di contagio. ”
Rachel emise un gemito colmo di disgusto.
“E di colpo la creatura atterrò sul suo corpo. ”
“Dove?”
“Vuoi che te lo mostri?” le chiese Galilee, e, senza attendere una risposta, raggiunse il letto e allungò una mano tra le gambe di Rachel. Lei avrebbe voluto che le toccasse il sesso, ma le dita di lui si fermarono a pizzicarle l’interno della coscia. “La morse”, continuò. “Forte. ”
Lei lanciò un grido.
“Jerusha lanciò un grido, più per la sorpresa che per il dolore, e uccise lo scarabeo con un unico colpo, schiacciandoselo contro la pelle bianca. ”
Galilee si ritrasse. Rachel poteva quasi sentire i resti dello scarabeo che le colavano lungo la gamba; allungò una mano come per ripulirsi e poi si spinse più avanti per afferrare le dita di Galilee.
“Resta qui”, gli disse.
“Non ho ancora finito di narrarti la mia storia”, mormorò lui, sfuggendo alla stretta di Rachel. Istintivamente Rachel andò a coprirsi con le lenzuola. Quel racconto stava diventando amaro. Se Galilee si era reso conto dell’effetto che quelle ultime frasi avevano avuto su di lei, non lo diede a vedere. Semplicemente continuò a parlare.
“Fu come se il morso dello scarabeo avesse spezzato un incantesimo. Jerusha si guardò in preda all’orrore. Che cosa stava facendo lì? Si alzò, le lacrime che già le pungevano gli occhi.
“ ‘Dove stai andando?’ le chiese qualcuno, lei si voltò e vide che si trattava dell’uomo del fiume, ora in piedi a pochi metri da lei.
“Sembrava malato. Il suo corpo, che nel fiume le era sembrato così forte e vigoroso, ora era più sottile. Gli battevano i denti. Gli occhi gli roteavano follemente nelle orbite. Come aveva potuto trovarlo bello?, si chiese Jerusha.
“A quel punto si girò e s’incamminò verso casa. Lui non la seguì. Era troppo confuso. Non aveva visto lo scarabeo e pensò che la ragazza avesse soltanto cambiato idea; evidentemente, lui era troppo strano per Jerusha. Non era la prima volta che una donna lo rifiutava. Così fece ritomo al fiume e scomparve. ”
“E cosa ne fu di Jerusha?”
“Le accaddero cose terribili.
“Non appena raggiunse la casa di suo padre, cominciò a sentirsi male. Lo scarabeo le aveva iniettato talmente tanto veleno che prima del tramonto era ormai priva di conoscenza. Il padre mandò a chiamare i suoi dottori, ma nessuno di loro ebbe il coraggio di controllarla tra le gambe, non in presenza del loro padrone che non faceva che ripetere che sua figlia era una bambina dolce e pura. Fecero il possibile per abbassare la febbre — impacchi freddi, sanguisughe, tutti i rimedi conosciuti — ma senza alcun successo. Di ora in ora, le condizioni di Jerusha continuavano a peggiorare. A causa del veleno, il collo le si riempì di vesciche e così anche il volto e i seni.
“Alla fine, il padre perse la pazienza con i dottori e li cacciò via. E quando fu solo con sua figlia, prese a parlarle, sussurrandole nell’orecchio.
“ ‘Puoi sentirmi, bambina mia? Ti prego, dolce Jerusha, se riesci a sentirmi, dimmi cosa ti è successo, così chiamerò qualcuno che ti guarirà.
“All’inizio la ragazza non disse niente. Ma il padre insistette. Continuò a parlarle mentre l’alba si avvicinava e alla fine, proprio al sorgere del sole, Jerusha pronunciò una parola… ”
“Fiume”, sussurrò Rachel.
“Sì. Disse fiume.
“Suo padre mandò a chiamare il suo capitano delle guardie e gli ordinò di prendere tutti i suoi uomini e tutti i membri della servitù per setacciare le rive del fiume, per scoprire che cos’era accaduto alla sua adorata Jerusha.
“Il capitano eseguì gli ordini e tutti coloro che si trovavano nel palazzo, fino al più umile dei servi, si diressero al fiume. In casa restarono solo Jerusha e suo padre.
“Lui pianse e rimase in attesa, tenendo la mano della figlia, cullandola tra le braccia di tanto in tanto, ripetendole quanto l’amava, finché — abbandonando tutte le sue convinzioni razionali — si inginocchiò a terra e pregò Dio chiedendogli un miracolo. Era la prima volta che pregava dopo tanti anni. Dimenticò tutta la sua fede nella razionalità e pregò con immensa passione, implorando Dio di salvare sua figlia.
“Anche i servi vicino al fiume stavano pregando e singhiozzavano mentre perlustravano le rive.
“Fu un bambino a notare per primo l’uomo del fiume. Cominciò a gridare, disse: venite a vedere, venite a vedere!
“Quando il capitano raggiunse il bambino, una figura si era sollevata dalle acque e la luce del mattino, attraversandola, si trasformava in raggi di puro colore. Nessuno sapeva se abbandonarsi al terrore o all’estasi, e così rimasero tutti immobili mentre la creatura emergeva dal fiume. Alcune donne distolsero lo sguardo quando si accorsero che quell’essere era nudo, ma tutti gli altri lo fissarono, dimenticandosi all’istante delle lacrime che avevano pianto.
“ ‘Ho sentito che qualcuno pregava per la mia Jerusha’, disse l’uomo del fiume. ‘È forse malata?’
“ ‘Sta morendo’, rispose il bambino.
“ ‘Mi puoi accompagnare da lei?’ domandò l’uomo del fiume.