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«Non è una situazione disperata» disse Hahn «considerando l’inerente instabilità degli uomini che vengono mandati qui, e le insolite condizioni di vita in cui si vengono a trovare.»

Barrett scoppiò a ridere.

«Sei diventato improvvisamente molto loquace, vedo. Che cosa ti ha fatto bere il dottor Quesada?»

«Non volevo darmi arie di superiorità» disse Hahn in fretta. «Forse mi sono espresso in modo un po’ tronfio. Volevo dire…»

«Lascia perdere. Cosa facevi Lassù?»

«Ero una specie di economista.»

«Proprio quello che ci occorreva» disse Quesada. «Lui può aiutarci a risolvere i nostri problemi sul bilancio dei dividendi.»

«Se eri economista, qui troverai parecchio da discutere» disse Barrett. «Il posto è pieno di economisti teorici che saranno felici di confrontare le loro idee con le tue. Alcuni di loro sono ancora perfettamente equilibrati. Vieni con me. Ti mostrerò il tuo alloggio.»

3

Il sentiero che andava dall’edificio principale alla baracca di Donald Latimer era quasi tutto in discesa, e di questo Barrett fu felice, anche se fra poco avrebbe dovuto affrontare la dura fatica del ritorno. La cupola di Latimer era all’estremità est della stazione, proprio di fronte all’oceano. Percorsero la strada lentamente. Hahn si preoccupava per la gamba malata di Barrett, e Barrett era seccato per l’esagerata premura del giovane nel tenere il passo con lui.

Hahn lo lasciava perplesso. Quel ragazzo era una contraddizione vivente. Era arrivato lì con il peggiore shock che Barrett avesse mai visto, e si era ripreso con una rapidità sconcertante. Sembrava fragile e delicato ma sotto il giubbotto nascondeva muscoli ben saldi. Dava l’impressione di essere uno sprovveduto ma parlava con calma e sicurezza. Barrett si domandò cosa avesse fatto per meritarsi l’esilio ad Hawksbill Station. Ma c’era tempo per scoprirlo. Tutto il tempo necessario, e anche di più.

«È tutto così?» domandò Hahn. «Solo rocce e oceano?»

«Tutto così. La vita sulla terra non si è ancora sviluppata. Ogni cosa è meravigliosamente semplice, non ti pare? Niente fracasso. Niente centri urbani. Sulla terra è comparso qualche muschio, ma non gran che.»

«E nel mare? Ci sono i dinosauri?»

Barrett scosse la testa.

«Non ci saranno vertebrati per un altro mezzo milione di anni. Non abbiamo nemmeno pesci veri e propri, per non parlare dei rettili. Abbiamo da offrire solo conchiglie e grossi molluschi che somigliano a calamari e trilobiti. Settecento milioni di differenti specie di trilobiti. C’è con noi un certo Rudiger, quello che ti ha offerto da bere, che sta facendo la collezione di questi molluschi. E sta scrivendo un libro molto circostanziato sui trilobiti.»

«Ma nessuno lo leggerà mai… nel futuro.»

«Noi diciamo Lassù.»

«E va bene. Lassù.»

«Questo è un vero peccato» disse Barrett. «Abbiamo consigliato a Rudiger di scrivere il suo libro su lastre d’oro indistruttibili, nella speranza che poi vengano trovate da qualche paleontologo. Ma lui dice che è inutile. Due miliardi di anni geologici possono tranquillamente distruggere qualsiasi cosa prima che qualcuno le trovi.»

Hahn annusò l’aria.

«Perché ha questo strano odore?»

«È la diversa composizione» disse Barrett. «L’abbiamo analizzata. C’è più azoto, un po’ meno di ossigeno, e quasi nessuna traccia di CO2. Ma non è solo per questo che ti sembra di sentire uno strano odore. Il fatto è che si tratta di aria pura, non contaminata dalle esalazioni della vita. Nessuno l’ha mai respirata. Soltanto noi, e siamo troppo pochi per guastarla.»

«Mi sento un po’ ingannato per aver trovato un mondo così vuoto. Mi aspettavo di trovare foreste impenetrabili, con piante strane, pterodattili in volo, e magari un tirannosauro che cercava di abbattere la barricata attorno alla stazione.»

«Niente giungle. Niente pterodattili. Niente tirannosauri. E niente barricate. Hai sbagliato tutto.»

«Mi dispiace.»

«Qui siamo nel tardo Cambriano. C’è solo vita marina.»

«Sono stati gentili a scegliere un’era tanto pacifica come campo di esilio per dei prigionieri politici. Temevo di finire in mezzo a zanne e artigli.»

«Gentili un corno! Hanno scelto un’era in cui non potessimo fare il minimo danno. Ci hanno mandato prima dell’evoluzione dei mammiferi, per evitare che venissimo accidentalmente in contatto con l’antenato di tutta l’umanità e lo eliminassimo. Ci hanno mandato più indietro di qualsiasi forma di vita terrestre, in base alla teoria che se avessimo ucciso anche un piccolo dinosauro avremmo forse potuto cambiare il corso del futuro.»

«Non si preoccupano se uccidiamo qualche trilobite?»

«Evidentemente no» disse Barrett. «La stazione esiste da venticinque anni, e non mi sembra che la storia del futuro sia cambiata in modo considerevole. Naturalmente si guardano bene dal mandarci anche una sola donna.»

«Perché?»

«Perché potremmo riprodurci e perpetuarci. Verrebbe sconvolta tutta la storia del mondo. Una razza umana intelligente, che si sviluppa due miliardi di anni prima di Cristo, avrebbe tutto il tempo di evolversi, mutare e moltiplicarsi. All’arrivo del ventunesimo secolo i nostri discendenti si troverebbero al potere, e le altre razze sarebbero relegate allo stato di schiavitù. Non sarebbe peggio che lasciarci pescare qualche trilobite? Così, non mandano donne. C’è un campo di prigionia per donne, ma si trova spostato nel tempo di qualche milione d’anni, nel tardo Siluriano. Non abbiamo la minima probabilità d’incontrarci. Ecco perché Ned Altman cerca di costruire una donna con la terra e qualche prodotto chimico.»

«Dio ha fatto l’uomo con molto meno.»

«Altman non è Dio» disse Barrett. «Questo è il punto. Ecco la baracca dove alloggerai. Ti ho messo con Don Latimer. È una persona molto comprensiva, intelligente e simpatica. Era fisico, prima di dedicarsi alla politica, e si trova qui da circa dodici anni. Devo informarti che ultimamente gli si è sviluppata una forte e in un certo senso assurda passione mistica. Il compagno con il quale abitava si è ucciso l’anno scorso, e da allora lui sta cercando di andarsene da qui per mezzo di poteri extrasensori.»

«Ma fa sul serio?»

«Temo di sì. E noi cerchiamo di trattarlo con serietà. Alla stazione ci si asseconda l’un l’altro. È l’unico mezzo per evitare una psicosi di massa. Latimer cercherà probabilmente di convincerti a collaborare con lui al suo progetto. Se non ti piace vivere con lui vedrò di trasferirti da qualche altra parte. Ma voglio vedere come reagisce con una persona appena arrivata tra noi. Vorrei che gli fossi un poco d’aiuto, se sarà possibile.»

«Forse, insieme, riusciremo a trovare il mezzo per andarcene.»

«Se lo trovate, fatemelo sapere» disse Barrett, e scoppiò a ridere. Poi bussò alla porta di Latimer. Nessuno rispose. Dopo un attimo Barrett spinse la porta ed entrò. Alla stazione non esistevano serrature.

Latimer era seduto sul pavimento nudo, al centro della cupola, a gambe incrociate. Era immerso in meditazione. In quel momento sembrava a milioni di chilometri da lì, e li ignorò completamente. Hahn fece un passo avanti, e Barrett si mise un dito sulle labbra. Aspettarono in silenzio per qualche minuto, poi Latimer parve uscire dal suo stato di trance.

Si alzò in piedi con un movimento elastico, senza aiutarsi con le mani.